Giornata mondiale dell’attività fisica, promuovere una pratica regolare è una sfida intersettoriale. Dati toscani ed italiani su attività fisica, sportiva e sedentarietà nelle varie fasce di età

a cura di: S. Olivadoti, E. Andreoni, F. Voller


5/4/2024
Domani 6 aprile si celebra la Giornata mondiale dell’attività fisica, che ha l’obiettivo di ricordare l’importanza di uno stile di vita attivo e la pratica regolare di attività fisica, in tutta la popolazione e in ogni fase della vita.

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Premessa

Secondo la definizione dell’OMS, per attività fisica si intende ogni movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che comporti un dispendio energetico, incluse attività effettuate lavorando, giocando, facendo le facendo domestiche, durante i viaggi o in qualunque attività ricreativa in movimento (WHO, 2020).

Un’attività fisica regolare di intensità moderata (es. camminare, andare in bicicletta, praticare uno sport) apporta benefici significativi alla salute e alla prevenzione delle malattie croniche. La letteratura scientifica ha confermato che la pratica di livelli adeguati e regolari di attività fisica apporta significativi benefici per la salute, sia in termini di riduzione del rischio di morte prematura, sia in termini di riduzione del rischio di alcune patologie, come le malattie cardiovascolari e il diabete mellito di tipo 2.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che nel mondo un adulto su quattro non è sufficientemente attivo e l’80% degli adolescenti non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica, con differenze di genere. Le ragazze e le donne sono meno attive rispetto ai ragazzi e agli uomini.

Nel maggio del 2010 un gruppo di esperti del Global Advocacy for Physical Activity ha redatto la Carta di Toronto per l’attività fisica, in cui si sottolinea l’importanza di mettere in atto azioni concrete e soprattutto invita tutti i Paesi, le regioni e le comunità a sollecitare un maggiore impegno politico e sociale per valorizzare l’importanza dell’attività fisica e migliorare la salute di tutti.

Infine, si ricorda che l’attività fisica porta vantaggi anche psicologici e sociali, in quanto contribuisce al miglioramento della qualità di vita e delle relazioni sociali degli individui e alla prevenzione dell’ansia, degli attacchi di panico, della depressione e più in generale dei disturbi psichici.

La pratica dell’attività fisica produce effetti positivi significativi per la salute. La letteratura scientifica ha stimato una riduzione di circa il 30% della mortalità per tutte le cause negli individui attivi, e la relazione si mantiene anche nei soggetti oltre i 65 anni. Nei soggetti che svolgono attività fisica si è osservato una riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare da danno coronarico, stroke, pressione arteriosa e dislipidemia. Forti evidenze dimostrano un’associazione tra attività fisica e protezione dal diabete di tipo II, dai tumori alla mammella, colon, polmone ed endometrio.

L’inattività fisica, al contrario, rappresenta di per sé un importante fattore di rischio per le malattie croniche, causando il 9% della mortalità prematura. L’OMS ha definito i livelli di attività fisica raccomandata: i bambini e ragazzi da 5 a 17 anni dovrebbero praticare almeno 60 minuti al giorno di attività da moderata [1] a vigorosa con almeno 3 volte alla settimana attività vigorosa, anche con esercizi che rafforzano muscoli e ossa. 

Il calo sempre più consistente dei livelli di attività fisica e le disparità di accesso che permangono, spingono a promuovere approcci integrati, multisettoriali e sostenibili per i quali la promozione dell’attività fisica investa l’intero arco della vita e sia inserita nel contesto più ampio delle politiche nazionali per la salute e delle misure governative intersettoriali; risulta pertanto opportuno che si costruiscano alleanze tra la pubblica amministrazione, le organizzazioni della società civile e altre parti interessate, con particolare riferimento alle organizzazioni per la salute pubblica e lo sport, al fine di promuovere l’attività fisica salutare lungo l’intero arco della vita, prevedendo incentivi o sovvenzioni fiscali per coinvolgere bambini e adolescenti socialmente svantaggiati o con disabilità in programmi di attività fisica extrascolastica, tenendo conto dell’età e del genere.

In Toscana, come in Italia, la scarsa o assente attività fisica è più diffusa tra chi ha minori livelli di scolarizzazione e questa tendenza si è evidenziata particolarmente a partire dal 2008, primo anno di crisi economica dove è aumentata la percentuale dei sedentari tra i meno scolarizzati. Con la crisi, continua a fare sport chi lo praticava in maniera continuativa, ma torna alla sedentarietà chi lo faceva saltuariamente.

Lottare contro la sedentarietà e promuovere attività fisica significa quindi anche lottare contro le diseguaglianze di salute che caratterizzano le classi sociali alte da quelle basse. Intervenire per favorire attività fisica deve innanzitutto partire dalle popolazioni più giovani attraverso coinvolgimento della scuola finalizzato, da un lato, al potenziamento qualitativo e quantitativo della attività di educazione motoria curricolare diretta a tutti i bambini, dall’altro, al pieno coinvolgimento della comunità scolastica nel suo insieme – insegnanti, bambini, genitori – nella azione di promozione di stili di vita attivi e salutari.

Tra gli interventi di contrasto alla sedentarietà e di promozione dell’attività fisica che sono stati selezionati dal Network Italiano Evidence Based Prevenction (NIEBP ), spiccano quelle raccomandazioni verso interventi che promuovano l’inserimento di almeno 1 ora di attività fisica in tutte quelle scuole fino alla terza media in cui l’attività fisica non sia ancora prevista, ed il raddoppio (due ore o più) in quegli istituti in cui sia già prevista almeno un‘ora di pratica fisica. Gli insegnanti di educazione fisica dovrebbero inoltre garantire che aumentano la consapevolezza del bambino del tempo passato in attività sedentarie, incoraggiando discussioni di gruppo sul tempo speso passato davanti alla televisione ed ai videogiochi fino a almeno il 50% delle lezioni di educazione fisica fosse impiegata in attività fisica moderatata\vigorosa preferendo lo svolgimento, dove logisticamente possibile, di sport che comportano più movimento collettivo (calcio, basket, atletica etc etc) rispetto a quelli più statici. Questo obiettivo può essere conseguito ovviamente includendo la promozione dell’attività fisica anche al di fuori del contesto curriculare in sinergia con quelle realtà dell’associazionismo sportivo più legate al radicamento sociale ed a lavorare con ragazzi provenienti da contesti socio economici più deprivati.

Questo intervento può essere rinforzato dal punto di vista sanitario se accompagnato da altre azioni raccomandate dal Network NIEBP in cui gli operatori sanitari programmano interventi educativi che sfidare gli studenti a trascorrere periodi delimitati di tempo a TV spenta e di astensione dall’utilizzo dei videogiochi, invitandoli infine ad elencare attività alternative (meglio se fisiche) divertenti.

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La situazione in Toscana

L’attività fisica è ormai universalmente riconosciuta come un fattore di protezione per il benessere psicofisico, aiuta a prevenire numerose malattie croniche, migliora il tono dell’umore e favorisce un invecchiamento in buona salute. Anche la Regione Toscana ne riconosce l’importanza come leva per la promozione della salute ed infatti è stata inserita nella programmazione delle attività del Piano regionale della prevenzione 2020–2025. In diversi Programmi predefiniti, sono rintracciabili azioni volte a favorire e incrementare l’attività fisica.

Il PP01 Scuole che promuovono salute mette il focus sull’incrementare l’attività fisica nella popolazione scolastica, con particolare attenzione al genere femminile e nel contrastare l’inattività tra i ragazzi.

Il programma PP02 Comunità attive ha come obiettivo principale la promozione dell’attività fisica nella popolazione toscana, dai primi anni di vita agli anziani, in chi convive con una malattia cronica, a coloro che vivono in condizioni di fragilità fisica, mentale e sociale.

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Indagine Multiscopo Aspetti della vita quotidiana

L’ISTAT, attraverso l’indagine Multiscopo sulle famiglie indaga diversi aspetti della vita quotidiana, inclusa la pratica e la propensione all’attività fisica.

Dagli ultimi dati dell’indagine ISTAT Multiscopo Aspetti della vita quotidiana che sono a disposizione emerge che, a livello nazionale, fino al 2020 l’attività fisico-sportiva nel tempo libero è andata aumentando nel corso degli anni, passando da circa 34 milioni di italiani nel 2000 a più di 38 milioni nel 2020. La pandemia da Covid-19 con il conseguente lockdown ha dato una battuta di arresto. A risentirne di più sono stati soprattutto i bambini e gli adolescenti, con la chiusura dei centri sportivi, la pratica sportiva di tipo continuativo è passata dal 51,3% al 36,2% nel 2021. I dati delle indagini 2022 e 2023 serviranno per capire se c’è stato un recupero dei livelli di attività fisica e sportiva, una volta che la pandemia ha progressivamente esaurito la sua forza con il conseguente allentarsi delle misure di limitazione alla circolazione delle persone.

Figura 1. Attività fisica continuativa, trend storico. Fonte: indagine Multiscopo ISTAT, 2021
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Nello svolgere attività fisica emergono delle differenze di genere. A livello nazionale, nel 2021 a praticare sport con continuità sono il 27,9% degli uomini contro il 19,6% delle donne, mentre lo fa saltuariamente l’11,9% degli uomini e il 10% delle donne. Nello specifico della Toscana, ha dichiarato di aver praticato attività sportiva continuativa il 29,6% degli uomini toscani e il 23,2% delle donne, riportando, quindi valori leggermente più alti rispetto alla media nazionale. Ha dichiarato di non praticare nessuna attività il 26,8% dei toscani e il 33,7% degli italiani.

Figura 2. Pratica attività fisica, confronto Italia-Toscana. Anno 2021. Fonte: indagine Multiscopo ISTAT, 2021
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Lo sport e l’attività fisica cambiano nel corso della vita. A praticare più sport sono le fasce giovanili, fino ai 24 anni, l’abitudine decresce con l’aumentare dell’età e nell’età anziana aumenta la sedentarietà. I dati ISTAT ci dicono che sono sedentari 2 persone su 10 tra gli adolescenti e i giovani e 7 persone su 10 nella popolazione over 75 (Istat, 2022).

Tale trend si conferma anche tra i cittadini toscani, dove a praticare maggior attività sportiva continuativa sono i giovani fino a 34 anni.


Figura 3. Attività fisica per fasce d’età, Toscana. Anno 2021. Fonte: indagine Multiscopo ISTAT, 2021
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Ad influire sulla pratica sportiva
, nei bambini e nei ragazzi, è anche la condizione socio-economica delle famiglie. Nel 2021 hanno praticato sport il 49% di bambini appartenenti a famiglie con ottime o adeguate risorse economiche, contro il 39,8% di bambini provenienti da famiglie svantaggiate.

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OKKIO alla Salute

OKKIO alla Salute è un sistema di sorveglianza, coordinato dall’ISS e a cui anche la Toscana partecipa, focalizzato su sovrappeso, obesità e fattori di rischio correlati nei bambini della scuola primaria.

I risultati dell’Indagine OKKIO alla Salute 2019 riportano che il 40,3% dei bambini toscani fa almeno un’ora di attività strutturata per due giorni alla settimana (39,2% dei maschi e 42,1% delle femmine). Un altro modo per favorire il movimento nei bambini è quello di farli andare a scuola a piedi: tra i bambini toscani il 23% va a scuola a piedi, il 59,8% in macchina/motorino e un 15,7% con l’autobus. Il più grosso ostacolo è la lontananza della scuola da casa.

Infine, i dati raccolti evidenziano che i bambini toscani fanno poca attività fisica, al di sotto del livello raccomandato per la loro età.  Due bambini su 10 sono risultati inattivi, con una prevalenza maggiore tra le femmine. Un’altra variabile indagata riguarda il tempo trascorso davanti al televisore o ai videogiochi per più di 2 ore al giorno, ed in Toscana sono il 41,1% dei bambini, mentre la media nazionale è di 44,5% (OKkio, 2019).

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HBSC

La sorveglianza HBSC, promossa dall’Istituto superiore di sanità, offre nella sua ultima edizione realizzata nel 2022 una panoramica delle abitudini della popolazione giovane anche toscana (11,13,15 anni). Lo studio mostra che nei 7 giorni precedenti all’indagine solo l’8,4% ha praticato una quantità adeguata di attività fisica, pari a 60 minuti al giorno. Dai risultati osserviamo infatti che solo il 27,5% ha svolto attività fisica per almeno 5 giorni a settimana, mentre la maggior parte del campione, il 51,2%, ha riferito di aver praticato almeno un'ora di attività fisica tra le 2 e le 4 volte. Il 10,7% dell’intero campione è risultato sedentario, con percentuali che aumentano al crescere dell'età, passando dal 5,7% a 11 anni al 10% a 13 fino al 15,1% dei 15enni, e valori maggiori tra le femmine.

Figura 4. Frequenza di attività fisica moderata-intensa settimanale, per genere. Fonte: HBSC, 2022
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Inoltre lo studio HBSC ha rilevato le abitudini relative all’attività fisica intensa praticata fuori dell'orario scolastico ed è emerso che il 31,4% ha dichiarato di aver svolto esercizio sportivo per oltre 4 giorni alla settimana in occasione di attività extrascolastiche, mentre il 40,3%, tra le 2 e le 3 volte e il 28,3% 1 volta o meno, con il 9,1% che non pratica mai sport.

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EDIT

Lo studio EDIT è una indagine trasversale sugli stili di vita e i comportamenti a rischio della popolazione adolescente toscana, effettuata con cadenza triennale dal 2005, ideata e realizzata dall’Agenzia regionale di sanità. Tra altri temi, monitora le evoluzioni delle abitudini sportive e l’edizione del 2022 ha rilevato che il 24,3% del campione svolge attività fisica almeno un’ora al giorno per 5-7 giorni alla settimana, il 16,6% per 4 giorni, mentre il 12,6% si dichiara inattivo. Si tratta di un risultato da considerare positivo poiché la frequenza dell’esercizio fisico non è diminuita nonostante il periodo pandemico, tuttavia la quota di persone sedentarie risulta ancora alta. Articolando i risultati per età e genere si osserva che la differenza tra maschi e femmine si mantiene marcata, con le ragazze inattive che sono sempre almeno il doppio dei compagni.

Figura 5. Soggetti sedentari per genere e per età. Valori percentuali, età 14-19 anni. Toscana, anno 2022. Fonte: EDIT
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EDIT ha inoltre indagato l’attività sportiva ed è emerso che nel 2022 in Toscana è stata praticata dal 76,1% del campione (82,1% dei ragazzi e 69,6% delle ragazze). Disaggregando per genere e per età osserviamo che lo sport diminuisce al crescere dell’età, fattore che rappresenta un ruolo importante per il “drop out”, ovvero l’abbandono precoce dell’attività sportiva soprattutto per la popolazione femminile.

Anche la frequenza di esercizio fisico risulta maggiore nella quota maschile, con 7 ragazzi su 10 che praticano sport almeno 3-5 volte a settimana, al contrario delle ragazze, solo 5 su 10 nello stesso intervallo temporale.

In sintesi le abitudini sportive della popolazione giovane mostra una necessità di attenzione per quanto riguarda il fenomeno drop out e la differenza tra ragazzi e ragazze, ancora marcata.

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PASSI

La sorveglianza PASSI raccoglie informazioni sugli stili di vita e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili nella popolazione 18-69 anni.

Dall’ultima indagine Passi 2021–2022 emerge che quasi la metà degli adulti toscani (47,4%) ha uno stile di vita attivo e che pratica regolarmente attività fisica. Meno di un adulto su quattro è sedentario.

Figura 6. Livello di attività fisico praticato. Fonte: PASSI, 2022
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Per quanto riguarda le caratteristiche dei sedentari, cresce con l’età e sono principalmente persone con basso titolo di studio e che riferiscono molte difficoltà economiche. Negli anni, purtroppo, la percentuale delle persone sedentarie è andata aumentando, anche se il dato toscano rimane inferiore a quello nazionale.


Figura 7. Popolazione sedentaria. Trend storici (%). Fonte: PASSI, 2022
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PASSI d’Argento

PASSI d’Argento è un sistema di sorveglianza della popolazione over 65 anni. Le aree indagate riguardano lo stato di salute, le malattie croniche, la socialità, le relazioni familiari e amicali, le attività di svago e la partecipazione attiva, il ricorso ai servizi, le condizioni economiche e l’attività fisica.

Tra la popolazione toscana di 65+ anni il 90,7% non ha problemi di movimento.

I dati toscani riportano che il 43% non svolge un’adeguata attività fisica, con significative differenze di genere. Tra le donne la percentuale sale al 48%, mentre per gli uomini scende al 35,3%.

Va sottolineato che, in controtendenza rispetto ad altre fasce d’età, la pandemia non ha peggiorato il quadro rispetto al passato, anzi sono in aumento gli anziani che svolgono attività fisica.

Emerge, invece, che i medici raramente consigliano di praticare più attività fisica.

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Conclusioni

Analizzando e incrociando i dati delle diverse indagini disponibili abbiamo la fotografia della situazione per fasce d’età, dai bambini agli anziani. Emerge così che i più sedentari sono proprio coloro che avrebbero più bisogno di fare attività fisica, cioè gli anziani. A seguire abbiamo la popolazione adulta, probabilmente sovraccaricata da troppi impegni e dalla difficoltà di bilanciare vita lavorativa e vita privata. È presumibile dedurre che il difficile equilibrio familiare ricada anche sui bambini. La popolazione giovanile è la meno sedentaria.

A contribuire all’aumento della sedentarietà c’è sicuramente un incremento dell’utilizzo dei mezzi di trasporto “passivi”, così come l’abitudine a comportamenti più statici, sia sul lavoro che nel tempo libero.

Figura 8. Percentuale di sedentari/non attivi per fasce d’età, Toscana. Fonte: elaborazione ARS su fonti Sorveglianze
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Oltre ai livelli di attività raccomandati dalle linee guida internazionali è importante che anche il contesto di vita sia favorevole all’adozione di uno stile di vita sano e attivo.

Infine, l’OMS nelle sue linee guida sull'attività fisica ed il comportamento sedentario fornisce delle raccomandazioni sulla frequenza dell’attività fisica a seconda dell’età. La popolazione più giovane e adolescente dovrebbe praticare, in media, almeno 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità da moderata a vigorosa; quella adulta e anziana una media tra i 150 e i 300 minuti a settimana. Soprattutto ci ricorda che “ogni movimento conta”.

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Note

  1.  Attività fisica di intensità moderata: accelera il battito cardiaco e lascia la persona appena senza fiato e leggermente accaldata, accrescendo il metabolismo corporeo da 3 a 6 volte rispetto allo stato di riposo (3-6 equivalenti metabolici – METs); ad esempio, si è in grado di parlare ma non di cantare; comprende attività come camminare velocemente, ballare.

Fonti bibliografiche

  • Istat, 2022. Sport, attività fisica, sedentarietà – Anno 2021.
  • Istituto superiore di sanità, 2022. L’Attività fisica in Toscana. I dati del sistema di sorveglianza PASSI 2021-2022.
  • Istituto superiore di sanità, 2022. L'attività fisica negli ultra 65enni. I dati del sistema di sorveglianza PASSI d'Argento 2021-2022.
  • Agenzia regionale di sanità, 2022. I comportamenti, le abitudini e gli stili di vita della popolazione adolescente toscana prima e durante la pandemia da Covid-19 - I risultati dell’indagine Edit 2022. Rapporto ARS n. 1/2022.
  • Regione Toscana. Piano nazionale della Prevenzione 2020–2025.
  • WHO, 2020. WHO Guidelines on Physical Activity and Sedentary Behaviour. Geneve.
  • Lazzeri G., Simi R., 2019. OKKIO alla Salute 2019. Risultati dell’Indagine – Regione Toscana.

 A cura di:

» Simona Olivadoti, Elena Andreoni, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana