Geotermia e salute in Toscana - Rapporto 2021


Nel 2013, in Toscana, la produzione di energia elettrica da fonte geotermica compiva 100 anni. Era, infatti, il 1913, quando a Larderello entrò in esercizio la prima centrale geotermoelettrica al mondo.

Sebbene su scale diverse, anche il tema delle implicazioni sulla salute delle popolazioni che vivono nelle aree geotermiche toscane ha una lunga storia. Oltre alle emissioni di inquinanti, lo sfruttamento geotermico può accompagnarsi a problemi di subsidenza (abbassamento del suolo), di interferenza con la sismicità naturale, di interazione con le risorse idrogeologiche, di inquinamento acustico per i lavoratori degli impianti, nonché alterazioni del paesaggio.

È in questo contesto di accresciuta consapevolezza circa la necessità di monitorare lo stato dell’ambiente e gli effetti sulla salute che la Regione Toscana, oltre al monitoraggio delle matrici ambientali, ed in particolare degli inquinanti in atmosfera, imposto ad ENEL Green Power con la supervisione di ARPAT, ha avviato nel tempo un programma di sorveglianza epidemiologica delle popolazioni che vivono nelle aree geotermiche toscane.

La prima indagine strutturata voluta da Regione Toscana risale a circa 15 anni fa. Da questa analisi emerse un quadro piuttosto sfavorevole per numerosi indicatori epidemiologici, sia di mortalità che di morbosità, in particolare nei comuni dell’area dell’Amiata. Sulla scia di questi primi risultati, ARS ha proseguito nel tempo, e continua tuttora, questa attività di sorveglianza epidemiologica su base comunale, rendendo disponibili i dati su un sito web dedicato e mediante pubblicazioni scientifiche . È, però, a fine 2014 che la Direzione Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti climatici della Regione Toscana imprime una sostanziale svolta approvando e finanziando il Progetto proposto da ARS “Geotermia e salute - fase IV”, per una durata di tre anni, poi estesa a cinque, e un finanziamento complessivo di 840.000 euro.

Questo progetto, pur mantenendo la sorveglianza in entrambe le aree geotermiche, concentra l’attenzione sull’area amiatina, proprio perché in questa sono emersi indicatori di salute peggiori rispetto all’area geotermica tradizionale. L’Amiata, infatti, oltre ad avere conosciuto lo sviluppo dell’attività geotermoelettrica, è stata storicamente teatro di una intensa attività mineraria per l’estrazione del cinabro, utilizzato per la produzione di mercurio. A questo si aggiunge la natura vulcanica del territorio che comporta elevati livelli di metalli, in particolare l’arsenico, nelle matrici ambientali. Per decenni le popolazioni residenti nell’area dell’Amiata sono state esposte a concentrazioni di arsenico nell’acqua potabile più alte dell’attuale limite normativo. Un contesto ambientale a così elevata complessità non può, inoltre, non essere analizzato anche da un punto di vista socio-economico. L’Amiata, come altre aree montane regionali, si configura prevalentemente come “area interna fragile” da un punto di vista socio-economico. Nelle aree interne, la distanza dai maggiori centri urbani e dai servizi di base può comportare, tra l’altro, squilibri nell’equità di accesso ai servizi sanitari e sulla qualità di questi ultimi.

È in questa cornice che ha preso vita il progetto di ARS “Geotermia e salute – fase IV”. L’idea progettuale è stata quella di indagare le relazioni tra le esposizioni ambientali e gli effetti sulla salute, integrando l’approccio puramente descrittivo tipico degli studi ecologici.

Un primo livello di approfondimento ha riguardato ancora l’utilizzo dei dati già esistenti ed estraibili dai flussi sanitari, ma non più aggregati a livello comunale, bensì analizzati a livello individuale, mediante la ricostruzione delle storie residenziali, delle storie di esposizione agli inquinanti ambientali e delle storie cliniche. sono stati condotti una serie di approfondimenti epidemiologici che hanno avuto i seguenti obiettivi:
  • valutare gli effetti acuti dell’esposizione di breve termine ad acido solfidrico;
  • valutare gli effetti cronici dell’esposizione di lungo termine ad acido solfidrico;
  • valutare gli effetti a lungo termine dell’esposizione ad arsenico presente nelle acque potabili;
  • valutare gli effetti a lungo termine delle concentrazioni di arsenico e mercurio misurate in matrici umane in un campione di popolazione che partecipò ad una precedente indagine di biomonitoraggio umano nel 1998, di cui si parlerà nei successivi capitoli.
Un secondo livello metodologico, più complesso e articolato, ha riguardato, invece, la conduzione di un’indagine campionaria, lo studio InVETTA Indagine di biomonitoraggio e Valutazioni Epidemiologiche a Tutela della salute nei Territori dell’Amiata”.

L’indagine InVETTA ha previsto una raccolta ad hoc di una notevole quantità di dati e informazioni su un campione esteso di popolazione residente nell’area geotermica amiatina. Nella progettazione di questa indagine, uno dei più rilevanti riferimenti metodologici è stato lo studio condotto dal gruppo di ricerca di Michael Bates dell’Università di Berkeley nell’area di Rotorua, in Nuova Zelanda.
Il progetto ha previsto la raccolta di un campione di sangue e di urina per la determinazione di un set completo di metalli e per l’effettuazione di esami di laboratorio, la misurazione della pressione arteriosa, la rilevazione delle misure antropometriche e la conduzione di una spirometria per la valutazione della salute respiratoria, la compilazione di un questionario approfondito su informazioni personali, abitudini, ambiente di vita e di lavoro e storia clinica personale.

Anche con l’indagine InVETTA i quesiti di ricerca cui si è tentato di dare delle risposte vanno oltre il perimetro del tema “geotermia e salute”, allargando il campo d’indagine ad altri determinanti dello stato di salute della popolazione, quali l’esposizione ai metalli, i comportamenti individuali (ad esempio dieta, abitudine al fumo, consumo di alcol, attività fisica), il ruolo dell’esposizione occupazionale.

Questo Rapporto fornisce, pertanto, una panoramica generale sugli obiettivi, metodi e risultati degli studi condotti in questi ultimi anni, oltre evidentemente ad una valutazione complessiva del quadro che ne emerge dalla loro lettura integrata. Il presente Rapporto è strutturato in due Volumi, oltre ad una sezione aggiuntiva dedicata agli Allegati. Nel Volume 1 sono riportati i metodi e risultati del primo blocco di studi epidemiologici condotti nelle due aree geotermiche e nell’area amiatina, il Volume 2 è interamente dedicato all’indagine InVETTA.

Il Volume 1 si apre con un contributo di ARPAT sugli aspetti ambientali, in particolare sulla qualità dell’aria. Nel capitolo 2 viene riportato il primo approfondimento epidemiologico finalizzato alla valutazione degli effetti a breve termine dell’esposizione acuta alle fluttuazioni giornaliere di acido solfidrico. Il capitolo 3 affronta lo studio di coorte residenziale condotto nell’area dell’Amiata con l’obiettivo di valutare le associazioni tra l’esposizione cronica alle concentrazioni in aria di acido solfidrico emesso dalle centrali geotermiche e i dati di mortalità e ospedalizzazione della popolazione residente. Nel capitolo 4 il focus si sposta sull’analisi degli effetti sulla salute dell’esposizione ad arsenico presente storicamente nelle acque potabili dell’area amiatina, utilizzando sempre un disegno di studio di coorte residenziale. Nel capitolo 5 l’attenzione resta sui metalli, in particolare arsenico e mercurio, e sono mostrati i risultati di un follow-up della coorte di partecipanti ad una indagine di biomonitoraggio umano condotta nel 1998 dall’allora Asl di Siena in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Il capitolo 6 presenta i risultati di un ulteriore aggiornamento degli indicatori epidemiologici su base comunale. Il Volume 1 si chiude con un’Appendice dedicata ad una estesa revisione di letteratura prodotta dal prof. Fabio Barbone e collaboratori dell’Università di Udine sulle caratteristiche tossicologiche dell’acido solfidrico, sulle vie di esposizione e sugli effetti acuti e cronici sulla salute.

Nel Volume 2 del Rapporto è illustrato, per la prima volta, un quadro generale dei principali risultati dell’indagine InVETTA ed una loro lettura e interpretazione in un’ottica complessiva e integrata che tenga conto dell’insieme di studi condotti nelle aree geotermiche toscane.

Sono parte integrante del Rapporto gli Allegati che riportano la documentazione formale relativa all’indagine InVETTA e i risultati delle analisi per sottogruppi.



Per approfondire

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