Clima e salute: i dati del Lancet Countdown 2025
A cura di:
Simona Olivadoti, Daniela Nuvolone - ARS Toscana
Il 29 ottobre 2025 è stato pubblicato il nono rapporto The 2025 Report of the Lancet Countdown on Health and Climate Change, che fotografa i cambiamenti climatici.
- Cos’è il Lancet Countdown on health and climate change
- Le cinque aree tematiche del rapporto
- I principali dati del rapporto 2025: l’impatto crescente del clima sulla salute
- Ondate di calore: più decessi, meno produttività
- Dai campi alla tavola, il cambiamento climatico mette a rischio anche la sicurezza alimentare
- Il cambiamento climatico pesa anche sull’economia e sui sistemi sanitari
- Il costo umano e ambientale dei combustibili fossili
- Incendi record nel 2024
- Malattie legate al clima: la Dengue
- Anche in Italia la crisi climatica è ormai una crisi sanitaria
- Il monito del Lancet: agire subito su salute e clima
- Fonte
Cos’è il Lancet Countdown on health and climate change
Il Lancet Countdown on Health and Climate Change è una collaborazione internazionale e multidisciplinare di scienziati, nata nel 2016, che monitora come il cambiamento climatico influisce sulla salute umana, fornendo ai governi dati e allarmi per orientare le politiche. Attualmente vi collaborano 128 ricercatori di oltre 71 università e istituzioni internazionali, quali OMS e World Bank.
Ogni anno viene prodotto un report che, attraverso l’utilizzo di dati scientifici di alta qualità, non solo analizza come il cambiamento climatico sta influenzando la salute umana, ma suggerisce anche quali azioni di mitigazione e adattamento possano produrre benefici per la salute.
I ricercatori hanno definito un set di indicatori (misurabili) che coprono diversi ambiti: ad esempio esposizioni a ondate di calore, eventi metereologici estremi, trasmissione di malattie infettive, adattamento dei sistemi sanitari, azione di mitigazione e co-benefici per la salute, finanza ed economia.
Le cinque aree tematiche del rapporto
Il report analizza i risultati in cinque are tematiche principali:
- Rischi per la salute, esposizione e impatti: ondate di calore, inondazioni, siccità, malattie trasmesse da vettori, qualità dell’aria;
- Adattamento, pianificazione e resilienza per la salute: come i sistemi sanitari e le città stanno rispondendo;
- Azioni di mitigazione e co-benefici per la salute: riduzione dei combustibili fossili, transizione energetica, sistemi alimentari e sostenibili;
- Economia e finanza: flussi finanziari per l’azione climatica e per la salute, investimenti nei combustibili fossili, sussidi, perdite economiche;
- Impegno pubblico e politico: quanto i cittadini, governi, professionisti della salute reagiscono e partecipano.
I principali dati del rapporto 2025: l’impatto crescente del clima sulla salute
Gli indicatori del Rapporto 2025 evidenziano l’aumento delle minacce alla salute legate al cambiamento climatico in ogni ambito monitorato. Si stimano 2,5 milioni di decessi dovuti all’inquinamento atmosferico generato dalla combustione di carbone, gas e petrolio; milioni di morti evitabili per diete ancora fortemente basate sul consumo di carne; un incremento del 63% dei decessi legati alle ondate di calore rispetto agli anni ’90; e oltre 150.000 vittime attribuite al particolato prodotto dal numero crescente di incendi.
Inoltre, il rapporto sottolinea che alcuni paesi e aziende stanno arretrando rispetto agli impegni presi in materia di clima. Il Lancet Countdown segnala che la quota di governi che cita il legame tra clima e salute nei propri discorsi ufficiali all’ONU è crollata dal 62% nel 2021 al 30% nel 2024. L’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e la sospensione di programmi ambientali in Europa e Asia rappresentano un arretramento storico nella lotta al cambiamento climatico.
Ondate di calore: più decessi, meno produttività
Le morti legate al caldo sono aumentate del 63% rispetto agli anni ’90, raggiungendo una media stimata di circa 546.000 decessi all’anno tra il 2012 e il 2021 legati all’eccesso di calore. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: 1,5° C sopra i livelli pre-industriali, con oltre 19 giorni di esposizione media alle ondate di calore per persona.
Per anziani e bambini al di sotto di età, l’impatto è drammatico: l’esposizione è aumentata del 304% per gli over 65 e del 389% per i neonati.
Gli effetti non si limitano alla mortalità. Infatti, il caldo estremo riduce la capacità di concentrazione, il sonno, la produttività e la sicurezza nei luoghi di lavoro, aggravando la disuguaglianza economica. Nel 2024 sono state perse 639 miliardi di ore lavorative per stress da calore.
Dai campi alla tavola, il cambiamento climatico mette a rischio anche la sicurezza alimentare
Il cambiamento climatico ha un impatto anche sull’agricoltura e la sicurezza alimentare. Il 61% delle terre emerse ha sperimentato condizioni di siccità estrema. L’insicurezza alimentare ha raggiunto oltre 120 milioni di persone in più rispetto al 1990, aggravando carenze nutrizionali, malattie croniche e disordini metabolici.
Le ondate di calore, unite a siccità e perdita di biodiversità riducono la disponibilità di cibo fresco, mentre la crescita dei prezzi alimentari rende sempre più difficile per le famiglie più povere seguire una dieta equilibrata.
Il cambiamento climatico pesa anche sull’economia e sui sistemi sanitari
La crisi climatica non è solo una questione ambientale, ma anche economica. Gli eventi metereologici estremi del 2024, come alluvioni, uragani, incendi, hanno generato 304 miliardi di dollari di perdite economiche, il 59% in più rispetto alla media 2010-2014.
Le conseguenze e i danni sono visibili anche nei sistemi sanitari, con infrastrutture danneggiate, farmaci compromessi da temperature estreme, interruzioni nelle forniture elettriche e idriche. In alcune aree dell’Africa e dell’Asia meridionale, gli ospedali sono costretti a chiudere temporaneamente nei periodi di picco termico, proprio quando la domanda di assistenza aumenta.
Il costo umano e ambientale dei combustibili fossili
Sono circa 2,5 milioni i decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico causato dalla combustione di combustibili fossili a livello globale. Decessi che potrebbero essere in gran parte evitati passando a energie pulite e rinnovabili.
Inoltre, le grandi aziende dei combustibili fossili (tra cui Shell, BP e Chevron) hanno sospeso o ritardato i loro impegni climatici. Esplorazioni, perforazioni ed estrazioni aumentano. Le strategie indicate nel marzo 2024 dalle 100 maggiori compagnie petrolifere e del gas le avrebbero portate a superare del 183% la loro quota di produzione compatibile con un riscaldamento di 1,5° C.
Incendi record 2024
Il clima più caldo e secco aumenta il rischio di incendi. Il 2024 ha registrato un record di 154.000 decessi associati a smog da fumo di incendi boschivi.
Malattie legate al clima: la Dengue
La trasmissione potenziale del virus della Dengue (come indicatore del cambiamento climatico e salute) è aumentata di quasi il 49% rispetto agli anni ’50, contribuendo almeno in parte ai 7,6 milioni di casi di Dengue segnalati a livello globale all’inizio del 2024.
Anche in Italia la crisi climatica è ormai una crisi sanitaria
Anche se il rapporto è globale e non fornisce dettagli esclusivi per l’Italia, possiamo trarre alcune considerazioni utili.
Il rapporto 2025 conferma che la crisi climatica è ormai una crisi sanitaria anche nel nostro Paese: ondate di calore sempre più frequenti e intense, peggioramento della qualità dell’aria, rischi sanitari legati a incendi, siccità e vettori trasmissibili stanno già costando vite e pesando sull’economia nazionale.
Il datasheet italiano evidenzia che diversi indicatori sanitari-climatici dell’Italia sono peggiorati. È aumentata l’esposizione al caldo estremo e si riscontrano segnali di insufficiente adattamento dei sistemi sanitari e delle infrastrutture urbane. In particolare, per quanto riguarda le morti da caldo, l’Italia è stata tra i paesi europei più colpiti dall’ondata di calore dell’estate 2025.
Dal 2012 al 2021 si sono registrati circa 7.400 decessi l’anno legati all’aumento delle temperature, oltre il doppio rispetto agli anni ’90. Se si considera anche l’inquinamento atmosferico l’impatto è ancora maggiore: tra il 2019 e il 2023 quasi il 99% della popolazione italiana è stato esposto a livelli di PM10 superiori ai limiti OMS.
Nel 2022 l’Italia ha avuto il più alto tasso europeo di mortalità per inquinamento da combustibili fossili: 63.700 decessi da PM2,5, di cui 27.800 legati ai fossili (soprattutto benzina per i trasporti) e 19.900 alla biomassa domestica. Nonostante ciò, l’Italia continua a sovvenzionare i combustibili fossili per un valore di 30,2 miliardi di dollari, pari al 15,5% della spesa sanitaria nazionale.
Il monito del Lancet: agire subito su salute e clima
Il rapporto del 2025 del Lancet Countdown conferma che la crisi climatica è ormai una crisi sanitaria, con numeri concreti: vite che si perdono, malattie che aumentano e vulnerabilità che cresce. Il Lancet chiede ai governi un’inversione di rotta immediata con investimenti nelle infrastrutture verdi, nella resilienza dei sistemi sanitari e nella transizione energetica, considerandoli strumenti di salute pubblica, non solo economici o ambientali.
Fonte
Romanello M., Walawender M., Hsu S.C., Moskeland A., Palmeiro-Silva Y., Scamman D., et at. The 2025 report of the Lancet Countdown on health and climate change