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Settimana mondiale AMR 2025: l’Italia e la Toscana rafforzano il contrasto all’antimicrobico-resistenza

Data pubblicazione: 18 Novembre 2025

La Settimana mondiale di consapevolezza sull'AMR (World AMR Awareness Week-WAAW) è una campagna globale volta a sensibilizzare e aumentare la comprensione dell'antimicrobico-resistenza e a promuovere un'azione globale per contrastare l'emergenza e la diffusione di patogeni resistenti ai farmaci. In quanto campagna sanitaria ufficiale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, la WAAW è istituita dall'Assemblea mondiale della Sanità e si celebra ogni anno dal 18 al 24 novembre. 

Il tema della WAAW 2025 è "Agisci ora: proteggi il nostro presente, metti al sicuro il nostro futuro" (Act Now: Protect Our Present, Secure Our Future). Questo tema sottolinea l'urgente necessità di intraprendere azioni per affrontare l'AMR. L'AMR infatti sta già danneggiando la nostra salute, i sistemi alimentari, l'ambiente e le economie. Le infezioni resistenti ai farmaci sono in aumento, ma, secondo l'OMS la consapevolezza, gli investimenti e le azioni concrete sono ancora carenti.


AMR, un problema planetario

L'allarme lanciato nel 2016 dal rapporto O'Neill, che prevedeva 10 milioni di morti annuali a livello globale entro il 2050 a causa dell'antimicrobico resistenza (AMR), è stato recentemente aggiornato, distinguendo tra decessi "direttamente attribuibili" e "associati" all'AMR.

Un nuovo studio del 2024 del Global Burden of Diseases (GBD) AMR collaborators proietta un bilancio devastante: si stimano 1.91 milioni di decessi direttamente causati da germi resistenti e 8.22 milioni di morti associate all'AMR per il 2050.

Le prime stime ufficiali del GBD per il 2022 avevano già evidenziato la gravità del problema, associando l'AMR a 4.95 milioni di morti nel 2019, di cui 1.27 milioni attribuibili in modo diretto. La recente analisi sistematica del 2024 conferma il quadro preoccupante, equiparando il peso di queste infezioni a quello di altre patologie critiche. L'impatto dell'AMR, accelerato anche dalla recente pandemia di Covid-19 che ha dimostrato la rapida interconnessione del pianeta di fronte agli agenti infettivi, mantiene alta l'attenzione sul settore sanitario globale.

In Italia, la diffusione di enterobatteri resistenti ai carbapenemi ha costretto i sistemi sanitari a una stretta sorveglianza e al contenimento della propagazione intraospedaliera di ceppi non più trattabili con le "armi" antibiotiche finora considerate più avanzate.

L'analisi mostra una forte disomogeneità nella distribuzione dell'impatto dell'AMR a livello mondiale. Mentre i Paesi ad alto reddito (HICs) si concentrano principalmente sui problemi ospedalieri, le proiezioni indicano che la maggior parte delle vittime si registrerà nei Paesi a basso e medio reddito (LMICs). Il divario è destinato ad ampliarsi entro il 2050, con Africa subsahariana, Subcontinente indiano e Sud Est asiatico che presentano le cifre più elevate. Questo fenomeno è alimentato da un insieme di fattori critici:

  • Alta densità di popolazione e condizioni igieniche insufficienti.
  • Scarso controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie.
  • Elevato uso di antibiotici nell'ambiente e negli allevamenti.
  • Alte temperature ambientali, che favoriscono la crescita batterica e lo sviluppo di ceppi resistenti.
  • Insufficienza di farmaci essenziali per la cura dei malati.

Nonostante l'Africa subsahariana mostri una proiezione stabile se rapportata alle modificazioni demografiche, la mortalità generale è prevista in aumento in tutte le altre macro-regioni mondiali

Think Globally Act Locally: dalla crisi globale alle azioni in Italia e Toscana

Anche se riconosciamo che il problema è planetario, cosa sta succedendo nel nostro Paese e in Toscana?

Dopo la brutta valutazione ottenuta dall’Italia nel 2017 a seguito della country visit dell’ECDC, sono stati varati due Piani nazionali di contrasto all’antimicrobico-resistenza (PNCAR 2022-2025) che hanno impegnato le governance regionali su più fronti, con piani di formazione, informazione e ricerca per sviluppare, secondo il paradigma One Health,  programmi di:

  • sorveglianza e monitoraggio integrato dell’antibiotico-resistenza, dell’utilizzo di antibiotici, delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e monitoraggio ambientale;
  • prevenzione delle ICA in ambito ospedaliero e comunitario e delle malattie infettive e zoonosi;
  • uso appropriato degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario e corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati.

Secondo il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (rapporto AR-ISS) “in Italia, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza continuano a mantenersi elevate, tuttavia per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, in particolare per Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), si continua a osservare un andamento in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Anche per Acinetobacter spp la percentuale di isolati resistenti alle principali classi di antibiotici è notevolmente diminuita pur rimanendo a livelli alti. Per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina l’andamento invece è in continuo preoccupante aumento.”

Quindi gli effetti dell’attuazione del PNCAR si cominciano a vedere, ma non allo stesso modo in tutte le Regioni e non per tutte le specie batteriche monitorate. Infatti, i programmi di prevenzione e controllo delle infezioni si basano su diverse caratteristiche cliniche ed epidemiologiche dei singoli microrganismi, con risultati diversi da specie a specie.

In Toscana, si è ottenuta una forte riduzione dei tassi di resistenza agli antibiotici carbapenemici in Klebsiella pneumoniae, passati dal 38% nel 2016, al 28% nel 2019 e al 19% nel 2024 (Figura 1). Questo tipo di antibiotico resistenza è particolarmente preoccupante, perché i carbapenemi possono costituire l’ultima possibilità terapeutica nelle sepsi e nelle polmoniti gravi, e la loro diffusione era in crescita nella nostra Regione, prima che si attuassero protocolli sistematici di identificazione dei pazienti colonizzati, isolamento da contatto e stewardship antimicrobica.

Figura 1. Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi (percentuale). Fonte: rete Smart, ARS Toscana e AR-ISS, Istituto superiore di sanità

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Anche la meticillino resistenza in Staphylococcus aureus (MRSA) è un diminuzione, grazie alle misure di prevenzione e controllo delle infezioni: siamo passati dal 30% del 2020 al 19% nel 2024 (Figura 2). Si tratta di un agente frequente di infezioni correlate all’assistenza, in soggetti operati, specie nei portatori di elementi protesici.

Figura 2. Staphylococcus aureus meticillino resistente - MRSA (percentuale). Fonte: rete Smart, ARS Toscana e AR-ISS, Istituto superiore di sanità

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Resta ancora da ottenere un soddisfacente controllo delle resistenze ai carbapenemi in Pseudomonas aeruginosa, quella di Klebsiella pneumoniae  e Escherichia coli alle cefalosporine di terza generazione e la vancomicino resistenza in Enterococcus faecium (VRE).

Per maggiori dettagli si possono consultare:

Uso degli antibiotici: qual è la situazione in Toscana?

Il consumo di antibiotici in Toscana non è particolarmente alto, nel 2024 sono state assunte, tra ospedali e cure domiciliari, 16,3 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, con un dato stabile rispetto al 2023 (16,1) (DDD = Defined Daily Dose, in pratica: in media ogni giorno, su mille toscani, poco più di 16 assumono antibiotici). Il dato è inferiore alla media europea (19,9 DDD/1.000 abitanti) e molto più basso della media italiana (23,1 DDD/1.000 ab.) del 2023 (report ECDC).

Quindi va tutto bene? Anche qui bisogna migliorare, perché gli indicatori che misurano l’appropriatezza dell’uso degli antibiotici non sono ancora ottimali. In particolare, nella scelta degli antibiotici prescritti.

Infatti, secondo la classificazione AWaRe dell’Organizzazione mondiale della sanità, nei Paesi europei la prescrizione di antibiotici di primo impiego (classificati nel gruppo Access) dovrebbe superare il 65% nella cura dei pazienti a domicilio, mentre in Toscana la situazione, pur con un netto miglioramento dal 2015 (41,6%), mostra un valore di 54,4% nel 2024 (Figura 3). Il valore dell’indicatore non è omogeneo sul territorio regionale.

Per maggiori dettagli consultare:

Figura 3. Consumo di antibiotici nelle cure domiciliari in Toscana, secondo la classificazione AWaRe. Fonte: ARS Toscana

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Cinque regole per usare bene gli antibiotici

Per chi è arrivato fino qui nella lettura, si ricordano le semplici regole per un utilizzo corretto degli antibiotici:

  • Prendere gli antibiotici solo se prescritti dal medico
  • Seguire scrupolosamente dosaggio e durata indicati dal medico
  • Segnalare eventuali reazioni avverse

E inoltre:

  • Seguire le norme di igiene di base, in particolare per quanto riguarda l’igiene delle mani
  • Seguire le indicazioni delle campagne di vaccinazione

 Per concludere, ribadiamo che gli antibiotici sono una risorsa preziosa: usarli con cura significa proteggerne l’efficacia.