immagine Collana dei Documenti ARS, n.46Il convegno, attraverso i contributi di vari soggetti che operano nel settore, ha voluto affrontare il tema del corretto utilizzo delle risorse economiche che gli enti dispongono: ad alcuni anni dalle prime esperienze di monitoraggio degli incidenti stradali, la maggiore difficoltà che oggi si incontra è l’individuazione degli interventi sulla base dei dati disponibili.

Quali sono le cause degli incidenti stradali?
Quali interventi sono stati realizzati e verificati?
Come migliorare il dato in tale logica?
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 45 - AggiornamentoIl Certificato di assistenza al parto è la fonte principale di informazione su assistenza in gravidanza ed esiti neonatali. L’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana redige periodicamente una pubblicazione dal titolo “Nascere in Toscana” che riporta elaborazioni dettagliate sull’assistenza in gravidanza e sul parto in Toscana, in base a quanto rilevato nel Certificato.
La prima pubblicazione risale all’anno 2001 (Documento ARS n. 9). A questa sono seguiti “Nascere in Toscana - Anni 2002-2004” (Documento ARS n. 21) e “Nascere in Toscana. Anni 2005-2007” (Documento ARS n. 45). Per quest’ultimo è realizzato il presente aggiornamento agli anni 2008-2009.
L’aggiornamento riguarda la Sezione I (“L’assistenza in gravidanza, il parto e il neonato”).
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 45L’analisi dei dati ricavabili dal Certificato di assistenza al parto fornisce una serie di informazioni sui parti avvenuti nella nostra regione, che l’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità raccoglie periodicamente in una pubblicazione dal titolo “Nascere in Toscana”.
La prima pubblicazione risale all’anno 2001 (Documento ARS n. 9) e ad essa ha fatto seguito un aggiornamento per il triennio 2002-2005 (Documento ARS n. 21).
“Nascere in Toscana. Anni 2005-2007” è l’aggiornamento delle informazioni presenti nel Certificato di assistenza al parto per gli anni 2005, 2006 e 2007.
La pubblicazione riprende la struttura dei precedenti rapporti: dopo una breve descrizione del contesto demografico, la Sezione I riporta elaborazioni dettagliate sull’assistenza in gravidanza, il parto e il neonato sulla base di quanto rilevato nel certificato.
Come di consueto, la Sezione II è dedicata ad un particolare studio. Nel rapporto precedente, attraverso l’analisi congiunta del Certificato di assistenza al parto e la Scheda di dimissione ospedaliera, era stata ricostruita la storia ospedaliera delle donne che avevano partorito nel 2002, al fine di quantificare il fenomeno dei ricoveri in gravidanza e di valutarne l’associazione con fattori socio-demografici. In questa pubblicazione si è scelto di trattare l’argomento “mortalità infantile per peso ed età gestazionale alla nascita”. L’età gestazionale e il peso alla nascita sono due tra i principali determinanti della mortalità infantile che però non sono presenti nel certificato di morte. Attraverso il record-linkage tra Registro di mortalità regionale e Certificato di assistenza al parto, è stato possibile analizzare i tassi di mortalità infantile per peso ed età gestazionale alla nascita e confrontarli con quelli riportati in letteratura.
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 44È certo che gli incidenti stradali sono un problema per l’Italia, e che la bevanda alcolica è uno dei fattori di rischio di incidente stradale.
È tuttavia documentabile un profilo demografico o psico-sociale di coloro che hanno incidenti alcol-correlati? Come in altri campi, la ricerca, nel nostro paese, appare piuttosto limitata.
Inoltre, poiché sono ben note le diversità tra il bere italiano e mediterraneo e quello degli altri paesi, è possibile sostenere, come alcuni hanno affermato, che il bere italiano ponga al riparodalle conseguenze dannose che sono ampiamente riportate altrove?
Infatti, si deve dire che esiste una chiara documentazione che il bere mediterraneo sia diverso dal bere dei paesi nordici e nordamericani. Le caratteristiche del bere mediterraneo, e in particolare italiano, sono:
• si beve ai pasti e secondo un criterio di gusto;
• esiste un autocontrollo sul bere legato alla tradizione nazionale e sud europea;
• è minore la frequenza percentuale di episodi di intossicazione acuta rispetto al bere nordeuropeo e nordamericano;
• anche il bere giovanile, che pur oggigiorno si avvicina alle modalità degli altri giovani occidentali, mantiene una certa specificità mediterranea con minore esposizione al bere a scopo intossicante di altre culture .
Se poi fosse documentato che il nostro bere ponesse al riparo dalle conseguenze che si riportano negli altri paesi, gli incidenti di traffico correlati ad alcol, che sono tra le conseguenze più evidenti del bere, sarebbero minori che in altri paesi.
Tuttavia, anche se ciò appare confermato dai dati dell’Istituto italiano di statistica (ISTAT) e delle Forze dell’ordine, sappiamo che tali dati sono ampiamente sottostimati e che, in definitiva, il nostro bere può risultare in conseguenze dannose ben rilevabili.
Lo conferma la ricerca che presentiamo in questo volume, la quale indica che il modo in cui si realizzano gli incidenti stradali alcol-correlati risultano sorprendentemente simili a quelli identificati nei paesi nordeuropei e nordamericani.
Nel contempo, vi sono alcune recenti informazioni che indicano una tendenza allo spostamento dalla modalità del bere mediterraneo verso quella delle altre culture:
• aumento di chi si mette alla guida in stato di ebbrezza più di una volta;
• aumento di ubriacature negli ultimi 3 mesi;
• i media italiani sempre più riportano episodi di violenza e di incidenti alcol-correlati nel territorio italiano e toscano.

Una risposta corretta alle domande di cui sopra sta nella ricerca. Sappiamo che le pochissime ricerche sui traumatismi stradali alcol correlati sono per lo più state fatte su deceduti. Pertanto si rende necessaria una ricerca locale, in grado di fornire elementi validi per le opportune azioni preventive rivolte a ridurre incidenti, lesioni e morti.