La salute della popolazione straniera in Toscana: tendenze e prospettive
A cura di:
Caterina Milli, Simona Olivadoti, Fabio Voller - ARS Toscana
L’incremento in termini numerici e la stabilizzazione della presenza straniera in Toscana rendono fondamentale una valutazione approfondita dei principali indicatori di salute pubblica di questa parte della popolazione.
Studiare i principali pattern di morbilità, ospedalizzazione, accesso ai servizi sanitari e disuguaglianze socio-sanitarie consente di identificare somiglianze e divergenze rispetto alla popolazione autoctona, mettendo in luce i determinanti sociali e culturali che influenzano comportamenti sanitari, fattori di rischio e l’utilizzo dei servizi, al fine di migliorare lo stato di salute della popolazione straniera e favorire politiche sanitarie più inclusive.
Gli argomenti trattati in questo articolo:
La popolazione straniera in Toscana
Al 1° gennaio 2025 i cittadini stranieri residenti in Italia sono circa 5,4 milioni, il 9,2% sul totale dei residenti (ISTAT). Passando al contesto regionale, al 1° gennaio 2025 gli stranieri residenti in Toscana sono 440mila, cioè il 12% della popolazione residente complessiva, dato superiore rispetto alla media nazionale. Questo dato conferma la Toscana come una delle regioni a maggior presenza straniera del territorio italiano.
Per quanto riguarda la composizione demografica di questa popolazione, si evidenzia una maggiore presenza di donne rispetto agli uomini, con un’età mediamente più giovane rispetto alla popolazione autoctona di 35,1 per gli uomini stranieri rispetto ai 47,7 anni degli uomini toscani e 39,5 anni per le donne straniere rispetto ai 50,5 anni delle donne residenti italiane (elaborazioni ARS su dati ISTAT 2025).
I principali paesi di provenienza sono la Romania (16,8%), seguita dalla Cina (16,2%), Albania (13,2%) e Marocco (6,7%).
(Torna su ↑)
Gli stranieri nel Piano regionale della Prevenzione
La presenza straniera nel territorio della regione Toscana è ormai consolidata e rappresenta una parte fondamentale della società che si ripercuote anche negli atti di programmazione, come il Piano Regionale della Prevenzione all’interno del quale è posta particolare attenzione ad azioni specifiche rivolte a questa fascia della popolazione.
Dall’analisi di contesto emerge che le donne straniere partecipano meno ai programmi di screening. Nel 2019 la percentuale di donne immigrate che ha aderito allo screening mammografico è stata del 51,3% e del 45,5% per lo screening cervicale.
Emerge, inoltre, che per quanto riguarda le abitudini legate agli stili di vita, la percentuale di fumatori è più elevata fra i cittadini stranieri, mentre non si rilevano particolari differenze per quanto riguarda il consumo di alcol.
Tra le azioni previste e messe in campo dal PRP viene sempre data particolare attenzione al progettare e attivare programmi di prevenzione indicata e declinati per specifici gruppi, quali la popolazione straniera. Per esempio nell’area materno-infantile è prevista l’attivazione di un percorso per promuovere l’adesione a progetti pilota di screening neonatale, appositamente dedicati alle gestanti straniere.
(Torna su ↑)
Assistenza sanitaria agli stranieri
Nel presente lavoro verranno analizzati gli esiti di salute della sola popolazione straniera regolarmente residente nella regione Toscana, poiché i flussi informativi sanitari correnti lasciano ampiamente inesplorata la condizione di salute degli stranieri non regolari, inclusi coloro identificati come stranieri temporaneamente presenti (STP).
(Torna su ↑)
Salute materno-infantile
La salute materno-infantile rappresenta l’ambito centrale di indagine delle condizioni sanitarie delle donne straniere residenti in Toscana, le quali si distinguono ormai da molti anni per caratteristiche specifiche rispetto alla popolazione autoctona.
Nel 2024, in Toscana, sono stati registrati 5.375 parti di donne straniere in età fertile (15-49 anni), dato stabile rispetto al 2023, ma con un trend in diminuzione dal 2016. Il trend è in linea con l’andamento dei parti delle donne italiane, a conferma che la popolazione straniera sta sempre più adottando stili di vita e pratiche più simili a quelli della popolazione residente (effetto di acculturamento).
Si mantengono invece alte le differenze per quanto riguarda l’assistenza prenatale: nel 2024 le donne straniere che hanno effettuato meno di 5 visite durante i nove mesi di gravidanza sono state il 18,4% rispetto al 7,9% delle donne italiane. Altra differenza che emerge riguarda la scelta della struttura di riferimento. Oltre il 50% delle donne straniere si è rivolta al consultorio e in pochissime agli studi e alle strutture private. Al contrario, le donne italiane tendono a riferirsi maggiormente a studi privati e solo il 25,8% si è rivolta ad un consultorio pubblico (figura 1).
Figura 1. Struttura di riferimento in gravidanza, per cittadinanza – Valori per 100 donne che hanno partorito – Toscana, anno 2024 – Fonte: elaborazioni ARS su dati Flusso Certificati di assistenza al parto.

Interruzioni volontarie di gravidanza
Un altro indicatore su cui persiste una rilevante differenza tra la popolazione straniera e quella autoctona è il tasso di abortività.
I tassi registrati tra le donne straniere restano significativamente più elevati, risultando nel 2023 circa tre volte superiori a quelli delle donne italiane (figura 2). Si osserva, però, una tendenza progressivamente decrescente dal 2023.
Nel 2023 il tasso di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) tra le donne straniere in età fertile (15-49 anni) è stato di 13,7 per 1.000 donne, lievemente in aumento rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, il tasso osservato tra le donne italiane è stato di 4,8 per 1.000.
Nonostante il persistente divario, anche tra le donne straniere il tasso di IVG è in diminuzione. Questo suggerisce un processo di graduale convergenza nei comportamenti riproduttivi rispetto alla popolazione autoctona. Tale evoluzione è attribuibile, in parte, alle politiche regionali di prevenzione e promozione della salute riproduttiva, attuate con particolare attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione. In Toscana, un ruolo centrale è svolto ad esempio dai consultori familiari, i quali operano attraverso attività di informazione e supporto rivolto sia alle donne immigrate sia alle adolescenti, favorendo una maggiore diffusione della contraccezione e una più ampia consapevolezza sulla procreazione responsabile. Analogamente, interventi mirati come quelli all’interno del Piano Regionale di Prevenzione, mirano a promuovere maggiore aderenza a protocolli di screening all’interno di questa fascia di popolazione.
Figura 2. Aborti volontari, per cittadinanza – Tasso di incidenza per 1.000 donne in età feconda (15-49 anni) – Toscana, periodo 2003-2023 – Fonte: Elaborazioni ARS su dati Flusso Certificati di assistenza la parto

Ricoveri ospedalieri
Anche il tasso di ospedalizzazione generale mostra una graduale uniformazione tra le due popolazioni, con tassi comunque superiori a carico dei cittadini italiani. Va però precisato che, nonostante la standardizzazione per età, il forte sbilanciamento della popolazione straniera verso le età più giovani, potrebbe spiegare in parte l’andamento dei tassi di ricovero più alti della popolazione italiana.
Un’analisi dettagliata delle cause di ospedalizzazione per cittadinanza evidenzia un andamento complessivamente simile tra la popolazione straniera e quella italiana residente.
Tra i cittadini stranieri, la principale causa di ricovero rimane legata alla sfera gravidanza e parto, con un tasso pari a 12,8 per 1.000 abitanti nel 2024 (italiani 8,5 per 1.000).
I ricoveri per malattie del sistema circolatorio si mantengono stabili rispetto all’anno precedente, con un tasso di 10,4 per 1.000 abitanti, mentre si registra una lieve riduzione del tasso di ricovero per patologie oncologiche che nel 2024 si attesta a 10,6 per 1.000 abitanti, rispetto all’11,2 per 1.000 del 2023 (tabella 1).
Tabella 1. Ospedalizzazione per causa e cittadinanza – Tasso standardizzato per età per 1.000 abitanti – Toscana, anno 2024 – Fonte: elaborazioni ARS su dati Flusso schede di dimissione ospedaliera

(Torna su ↑)
Accesso in Pronto soccorso della popolazione straniera
Storicamente, gli accessi in Pronto soccorso per molti cittadini stranieri rappresentano il principale punto di accesso al sistema sanitario, spesso in sostituzione delle cure territoriali di base.
Nel 2024 il tasso standardizzato per età di accesso al PS, per la popolazione straniera residente in Toscana, è stato pari a 389,1 per 1.000 abitanti, valore che supera quello registrato per la popolazione italiana (347 per 1.000 residenti). L’analisi delle prime cinque diagnosi di dimissione evidenzia come prima causa di accesso al PS i traumatismi e avvelenamenti con un tasso di 90,9 per 1.000 residenti stranieri, in aumento rispetto all’anno precedente (88,3 per 1.000 nel 2023). Inoltre, l’analisi per genere delle prime cause di dimissioni dal PS mostra che gli uomini registrano tassi superiori per tutte le cause rispetto alle donne, suggerendo una possibile maggiore esposizione a fattori di rischio ambientali o lavorativi.
È evidente come da parte della popolazione straniera permane la tendenza a identificare il Pronto soccorso come punto di accesso privilegiato al sistema sanitario, comportamento analogo a quanto osservato anche nell’ambito dell’assistenza alla gravidanza, dove il consultorio rappresenta spesso la principale struttura di riferimento.
Malattie infettive
Infine, è importante porre l’attenzione sul tema delle malattie infettive, in particolar modo sulle infezioni da HIV e AIDS all’interno della popolazione straniera.
Per quanto riguarda l’infezione da HIV, nel biennio 2022-2023 (ultimo anno disponibile) il 33,5% delle diagnosi ha riguardato stranieri, con un tasso di notifica per 100mila abitanti pari a 13,3 per la popolazione straniera, rispetto a 3,3 per 100mila notificato per la popolazione italiana.
Lo stesso divario si riscontra nei casi di AIDS, con un tasso pari a 5 per 100mila abitanti negli stranieri a fronte di 1,4 per 100mila negli italiani, pari al 31% delle diagnosi per questa patologia.
(Torna su ↑)
Confronto tra i tassi di mortalità tra la popolazione straniera e autoctona residente in Toscana
Nel periodo tra il 2019 e il 2021 il tasso di mortalità grezzo tra i cittadini stranieri è stato di 238 decessi ogni 100mila residenti, mentre tra gli italiani ha raggiunto i 1.378,9 decessi per 100mila abitanti.
È importante però considerare che l’età media più giovane della popolazione straniera tende a nascondere alcune disparità: standardizzando per età, emerge che i cittadini stranieri hanno un tasso di mortalità più alto rispetto agli italiani, con 899,7 decessi ogni 100mila abitanti contro 835,5 degli italiani. Sono in particolare le donne straniere ad avere una mortalità più elevata rispetto alle italiane (841,1 contro 689,4 per 100mila), mentre tra gli uomini il rapporto si inverte (995,3 tra gli stranieri e 1.040 tra gli italiani).
Conclusioni
La popolazione straniera residente in Toscana si conferma una componente importante del tessuto demografico e sociale della regione, con una progressiva stabilizzazione e un crescente processo di integrazione nei contesti sanitari, pur mantenendo alcune criticità specifiche.
Il quadro epidemiologico che emerge evidenzia sia elementi di convergenza con la popolazione autoctona, sia persistenti disuguaglianze nei percorsi di accesso e fruizione dei servizi. Nel complesso, i dati disponibili suggeriscono una duplice lettura: da un lato, segnali incoraggianti di convergenza sanitaria; dall’altra, elementi strutturali che rischiano di cristallizzare disuguaglianze evitabili.
Consulta e scarica:
- I volumi dell'edizione 2025 e delle edizioni precedenti del rapporto nella pagina-raccoglitore Welfare e salute in Toscana
- L'approfondimento Cinque anni di welfare integrato tra salute e sociale in Toscana a cura di F.Voller