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Salute mentale, suicidi, dipendenze e gioco d’azzardo in Toscana: i numeri del rapporto Welfare e salute 2025

M.Pacifici
Data pubblicazione: 08 Agosto 2025 F.Voller M.Pacifici S.Olivadoti C. Milli

Lo scorso 25 giugno è stato presentato il rapporto Welfare e salute 2025 che fornisce una prospettiva quinquennale dell’evoluzione del sistema regionale toscano e rappresenta il principale strumento conoscitivo a disposizione della Regione Toscana nell’ambito della salute, intesa tanto nella componente sanitaria, che in quella sociale. Il lavoro integra relazione sanitaria, profilo sociale e valutazione del servizio sanitario regionale.

Nelle prossime settimane presenteremo delle sintesi dei singoli capitoli per tematiche, ma rimandiamo alla lettura completa del report per maggiori approfondimenti.

Per rivedere il convegno di presentazione e scaricare le slide, clicca qui


Qui di seguito i temi affrontati nell'approfondimento.


Salute mentale

La salute mentale rappresenta oggi una priorità di sanità pubblica, acuita dalla pandemia da COVID-19, che ha aggravato condizioni preesistenti e generato nuovi bisogni, soprattutto tra i giovani. I disturbi depressivi e d’ansia risultano tra le principali cause di disabilità nel mondo, colpendo in particolare le donne e le fasce d’età giovanili e anziane.

L’indagine EDIT (Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana) condotta da ARS Toscana nel 2022 ha rivelato un forte aumento dei livelli di distress, (misurato con la Kessler Psychological Distress Scale, K6) percepito dalla popolazione nella fascia d’età di 14-19 anni. Dal 21,5% di prevalenza rilevata nell’edizione 2018, si è arrivati a superare il 36,2% nell’ultima rilevazione. Nello specifico, oltre la metà delle ragazze in quella fascia d’età soffriva di elevati livelli di distress contro il 20,8% dei maschi (la prevalenza nell’edizione 2018 era rispettivamente del 32,3% e dell’11,5%).

Indipendentemente dal livello di distress, gli stati d’animo che le ragazze e i ragazzi riferiscono di aver vissuto nel corso degli ultimi 30 giorni sono soprattutto il nervosismo (96,3%), una condizione di agitazione e irrequietezza (90% dei casi), la percezione che ogni cosa rappresentasse uno sforzo (77,1% dei casi) o senza speranza.

EDIT ha indagato anche il ricorso al supporto di figure professionali, come lo psicologo o lo psichiatra: il 29,3% è stato seguito in passato, mentre il 46% non è mai stato seguito. Al 20,4% di coloro che sono stati seguiti (o lo sono attualmente) è stato prescritto un trattamento farmacologico, associato, nel 73,7% dei casi, a colloquio psicologico. Il 68,3% ha effettuato soltanto colloqui psicologici. Infine, indicatore del disagio latente e presente, è stato chiesto ai ragazzi se sentivano il bisogno di un supporto psicologico e il 19,2% ha espresso questa necessità.

Il ricorso ai servizi territoriali di salute mentale, monitorato tramite il flusso regionale, mostra una lieve contrazione di accesso rispetto al 2019. La prevalenza per 10mila abitanti è passata da 229,7 nel 2019 a 194,9 per 10mila nell’ultimo anno (il flusso 2024 è tuttavia ancora provvisorio). Parallelamente, gli utenti presi in carico passano da 165,4 a 135,2 ogni 10mila abitanti. Un’eccezione è rappresentata dai tassi di utenti tra 0-19 anni d’età e di sesso femminile, sia incidenti che prevalenti con almeno una visita, che nel 2024, dopo una flessione verificatasi nel 2020, si sono riallineati a quelli del 2019. Sono stabili anche le differenze di genere e per fasce d’età. In particolare, nella fascia d’età più giovane (0-19 anni, con il tasso di prevalenza, incidenza e presa in carico più elevati) i maschi superano le femmine, mentre questa differenza di genere si inverte nella popolazione adulta d’età pari o superiore a 20 anni.

Utenti dei servizi di salute mentale territoriale, per tipologia, genere e classe d’età – Tasso per 10.000 abitanti –
Toscana, anni 2019, 2020 e 2024*  Fonte: elaborazioni Regione Toscana su dati del 
Flusso di Salute mentale territoriale


Anche il numero di persone che si è rivolto al Pronto soccorso (PS) per causa psichiatrica (ICD9cm 290*-319*) non è tornato ai livelli pre-pandemici. Dopo la contrattura verificatasi nel 2020, i dati più recenti mostrano una lieve ripresa del numero di utenti che si rivolgono al PS per cause psichiatriche (tasso standardizzato per età pari a 55,5 per 10mila abitanti), ma ancora inferiore rispetto al dato 2019 (62 per 10mila). Tuttavia, la fascia d’età più bassa (0-19 anni) mostra un ri-allineamento con il dato pre-pandemico: il tasso nel 2024 è salito a 41,1 ogni 10mila abitanti, di poco superiore rispetto a quello del 2019 (39,4 per 10mila).

Analizzando le differenze di genere, il tasso femminile supera per tutto il periodo considerato e in ogni fascia d’età quello maschile. In particolare, le femmine di età ≥20 anni hanno il tasso di incidenza più elevato per tutti gli anni considerati (75,4 ogni 10mila abitanti nel 2019; 64,9 per 10mila nel 2024).

Come per i servizi di salute mentale territoriale, il ricorso ospedaliero per causa psichiatrica negli anni pandemici aveva subito una contrattura, ad eccezione della fascia d’età 0-19 anni che mostrava dei trend di aumento, soprattutto in alcune patologie. Nell’interpretare questo dato va tenuto presente che oltre il 70% dei ricoveri per causa psichiatrica che avviene in questa fascia d’età è effettuato in regime di Day Hospital.

Le informazioni provenienti dal flusso delle Schede di dimissione ospedaliera mostrano in Toscana un trend dei ricoverati pressoché stabile, se non in lieve diminuzione, per la fascia d’età più elevata (≥20 anni). In forte crescita dopo il periodo pandemico, ma con un trend iniziato qualche anno prima, è invece il tasso di ricovero ospedaliero per causa psichiatrica tra le persone d’età 0-19 anni: il tasso di ricovero da 48,4 ogni 10mila abitanti nel 2019 è salito fino a 68,2 per 10mila. Diversamente da quanto osservato per il ricorso al PS, sono i maschi quelli più ricoverati per cause psichiatriche. Nella fascia d’età adulta i tassi tra maschi e femmine sono sovrapponibili e stabili nel tempo; nella fascia d’età di 0-19, invece, il tasso dei maschi è quasi il doppio rispetto a quello delle femmine, ma entrambi i generi subiscono un forte aumento nell’ultimo periodo.

Residenti con almeno un ricovero per causa psichiatrica (ICD-9-CM 290-319), per genere e classe d’età –
Tasso standardizzato per età per 10.000 abitanti – Toscana, anni 2019, 2020 e 2024 –
Fonte: elaborazioni ARS su dati flusso Schede di dimissione ospedaliera


La prevalenza delle ospedalizzazioni secondo la classificazione dei disturbi diagnostici negli adulti non ha subito grandi variazioni rispetto all’immediato periodo pre-pandemico. Si registra solo un lieve calo tra i maschi rispetto al 2019 delle ospedalizzazioni da dipendenza da sostanze chimiche e non. Le differenze per genere rimangono stabili, col disturbo bipolare che rappresenta, tra quelli considerati, la causa di dimissione prevalente sia negli uomini (tasso standardizzato per età pari a 8,7 per 10mila abitanti) che nelle donne, ma tra queste ultime il tasso standardizzato per età è più elevato: 10,7 per 10mila. Seconde sono le psicosi schizofreniche, per le quali però il tasso di ricovero più elevato è quello maschile.

Ricoveri per disturbi specifici dell’adulto (esclusi i ricoveri per demenza o ritardo mentale), per tipologia e genere – Tasso standardizzato per età per 10.000 abitanti d’età 20+ anni – Toscana, periodo 2010-2024 –
Fonte: Elaborazioni ARS su dati Flusso Schede di dimissione ospedaliera


Nella fascia d’età 0-19 anni, per alcuni disturbi, ritardo mentale e disturbo delle emozioni, il tasso è in diminuzione, mentre la sindrome ipercinetica dell’infanzia nel 2024 ha un tasso 9 volte superiore rispetto a quello di inizio periodo (27,4 rispetto a 3,3 per 10mila). Su questo trend non sembra che la pandemia abbia avuto alcun effetto. Nel 2024, la sindrome ipercinetica dell’infanzia è il disturbo con il tasso di ricovero più elevato.

Sul versante consumo dei farmaci antidepressivi, la Toscana, da molti anni, è la regione italiana che mostra i valori più elevati, nel 2023 il valore di DDD giornaliero è pari a 69,6 per 1.000 abitanti/die (67,7 DDD per 1.000 abitanti/die nel 2019). Le persone trattate con antidepressivi nell’anno (almeno un’erogazione di un qualsiasi farmaco antidepressivo) in Toscana sono circa 384mila (fonte: elaborazioni ARS su flussi Farmaceutica 2024), di poco superiore al dato dell’anno precedente e al 2019 (369mila persone). La prevalenza standardizzata per età è pari all’8,4% degli abitanti, era l’8,3% nel 2019. La prevalenza femminile è doppia rispetto a quella maschile. Tra le donne, infatti, si rileva il 10,9% in terapia con antidepressivi, tra gli uomini il 5,7%.

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da grossi eventi che hanno modificato e impattato sulla vita quotidiana di tutti, con ricadute anche sulla salute mentale, soprattutto dei più giovani. Il quadro che ne deriva è quello di una domanda di salute mentale crescente e mutata, che si manifesta con intensità nelle fasce giovanili, in particolare fra le ragazze. Le disuguaglianze di genere restano una costante nei dati osservati, con una maggiore incidenza femminile nei percorsi territoriali e negli accessi al Pronto soccorso, bilanciato dalla persistenza di un tasso di ospedalizzazione più marcato tra i maschi, soprattutto tra i minori.

Anche da parte delle istituzioni c’è una maggiore attenzione e riconoscimento al tema, ed infatti, in risposta al disagio diffuso, nel 2024 in Toscana è partita la sperimentazione dello psicologo di base in alcune Case di comunità toscane. Nei primi mesi il servizio ha preso in carico quasi 300 pazienti, affrontando principalmente disturbi da adattamento, ansia e depressione. Le prime evidenze raccolte nei territori in cui è stata avviata la sperimentazione confermano l’importanza di questa figura, soprattutto per intercettare il disagio lieve-moderato, prima che evolva in forme più gravi. L’istituzione di questa figura rappresenta un passo significativo verso il potenziamento dell’assistenza territoriale nell’ambito della salute mentale e vede la Regione Toscana come una delle prime in Italia ad aver avviato la sperimentazione.
Va infine ricordato che, la prevalenza degli utenti trattati non può essere considerata come stima della prevalenza di persone con disagio psichico. Una quota di queste, infatti, è trattata nella medicina di base o in ambito privato e quindi rimane fuori dal sistema sanitario. Preoccupa, invece, l’alto consumo di farmaci antidepressivi, pressoché stabile nel tempo, ma che colloca la Toscana al primo posto nella classifica dei consumi.

Sebbene questo approfondimento si concentri sugli andamenti regionali complessivi, è opportuno ricordare come l’accesso ai servizi di salute mentale e di supporto psicologico sia influenzato da determinanti sociali e territoriali. Le condizioni socioeconomiche, la disponibilità di servizi nei territori, la prossimità alle strutture e la presenza di reti familiari o educative possono influenzare profondamente il momento e le modalità con cui le persone – in particolare i più giovani – si rivolgono ai servizi. Le disuguaglianze territoriali all’interno della regione, già osservate in altri ambiti di cura, meritano un’attenzione specifica anche sul versante della salute mentale, sia in termini di offerta che di capacità di intercettazione del disagio latente. Un’analisi più approfondita dei dati per zona-distretto e delle differenze di accesso tra le diverse aree potrà contribuire a definire politiche più eque e orientate ai bisogni reali delle comunità locali.

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Suicidi

Il suicidio rappresenta un indicatore critico dello stato di salute mentale di una popolazione e un rilevante problema di sanità pubblica a livello globale. La sua incidenza riflette l’interazione complessa tra fattori individuali, sociali, economici e culturali, ed evidenzia l’ampiezza dei bisogni non sempre intercettati dai sistemi di cura.

Nel 2022 in Toscana si sono registrati 242 suicidi, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Nel 2019, ultimo anno antecedente alla pandemia, i suicidi erano stati 269, ma negli anni passati avevano toccato anche i 300 casi (tra il 2013 e il 2015). Va anche segnalato che, nel 2022 il valore maschile toscano si porta al di sotto della media nazionale per la prima volta dal 2011.

Mortalità per suicidio nella popolazione d’età 15+ anni, per genere – Tasso standardizzato per età per 100.000 abitanti d’età 15+ anni – Toscana e Italia, periodo 2011-2022 – Fonte: ISTAT


L’analisi per genere evidenzia tassi nettamente superiori nella popolazione maschile rispetto a quella femminile, in tutte le fasce d’età e per tutti gli anni considerati. I tassi restano elevati tra gli uomini anziani (65+), seppur con una tendenza alla diminuzione negli anni. Al contrario, nella popolazione femminile si verifica un leggero incremento nel tempo, in particolare nelle fasce d’età più giovani. Il 76% dei suicidi è messo in atto da uomini, spesso con modalità più letali (impiccagione, arma da fuoco), mentre tra le donne prevalgono cadute dall’alto e avvelenamenti.

Abbiamo visto come la distribuzione dei suicidi nella popolazione non è uniforme, i tassi di incidenza più elevati si riscontrano negli uomini, nelle fasce d’età più avanzate e nei contesti sociali caratterizzati da isolamento, vulnerabilità o scarsa accessibilità ai servizi di salute mentale. Al tempo stesso, l’aumento tra le giovani donne osservato negli ultimi anni, rappresenta un segnale d’allarme che merita attenzione e azioni mirate di prevenzione e presa in carico precoce. Monitorare i tassi di suicidio, analizzarne le caratteristiche demografiche e temporali e comprenderne i determinanti rappresenta un passaggio fondamentale per sviluppare strategie di salute pubblica efficaci, capaci di affrontare in modo equo e sistemico i determinanti della sofferenza psichica che si sono evidenziati nel periodo post pandemico.

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Uso di sostanze

Il consumo di sostanze illegali e il gioco d’azzardo patologico sono due fenomeni con importanti implicazioni sanitarie e sociali. A livello globale, il numero di persone che fa uso di sostanze ha raggiunto i 292 milioni, in crescita del 20% in dieci anni. Anche in Italia il consumo di sostanze è in aumento, in particolare è preoccupante l’incremento nella fascia giovanile: il 39% degli studenti riferisce di aver usato almeno una sostanza illegale nella vita, con prevalenza maschile e netta diffusione della cannabis.

In Toscana, le indagini HBSC e EDIT confermano la cannabis come la sostanza più diffusa tra gli adolescenti, seguita da psicofarmaci senza prescrizione, cocaina e nuove sostanze psicoattive. Sebbene il consumo sia in lieve calo rispetto al 2018, l’uso quotidiano di cannabis riguarda quasi 1 consumatore su 5, con livelli quasi uguali fra ragazzi e ragazze (34,1% vs 32,2%). L’età media del primo contatto con le droghe si conferma intorno ai 15 anni e aumenta al crescere dell’età.

Uso di sostanze illegali nella vita, nell’ultimo anno e nell’ultimo mese, per età – Adolescenti che dichiarano di aver provato sostanze illegali ogni 100 rispondenti – Toscana anno 2022 – Fonte: Sorveglianza EDIT, ARS


Come anticipato, la sostanza più consumata è la cannabis, consumata dal 19% del campione nei 12 mesi precedenti e dall’11,8% nei 30 giorni prima del questionario e diffusa equamente tra ragazzi e ragazze. Osservando la frequenza dei 30 giorni precedenti alla rilevazione emerge che le sostanze illegali più utilizzate dopo la cannabis sono state gli psicofarmaci senza prescrizione medica (2%), i cannabinoidi e la cocaina (entrambi 1,1%), tutte le altre registrano percentuali inferiori all’1%.

Il questionario EDIT indaga anche le eventualità di aver avuto guai con la polizia e/o segnalazioni al Prefetto e il 2% ha dichiarato di averne avuti a causa delle sostanze stupefacenti (3% dei maschi e lo 0,9% delle femmine). Ultimo aspetto indagato, gli accessi al Pronto Soccorso o i ricoveri in ospedale, ed è emerso che una piccola percentuale della popolazione adolescenziale toscana è dovuta ricorrere ai servizi sanitari per intossicazione o per aver esagerato nel consumo di sostanze (0,6% del totale, 0,7% dei maschi e 0,5% delle femmine) o di bevande alcoliche (totale 1,6%, maschi 1,5%, femmine 1,8%).

Sulla popolazione adulta, l’indagine più recente e approfondita sul tema è LOST in Toscana (ISPRO-ARS), che nelle sue diverse fasi, durante e post lockdown, ha indagato il consumo di cannabis e altre sostanze stupefacenti nella popolazione generale. L’andamento del consumo di cannabis in Toscana registra una diminuzione durante il lockdown (passando dal 7,3% al 5,5%), con una successiva risalita, arrivando all’8,3%, e con un’ulteriore diminuzione, assestandosi al 6,6% nella fase post pandemica.

Un’altra fonte informativa, che ci permette di comprendere l’entità del fenomeno, è il dato sui ricoveri ospedalieri droga-correlati. Nel 2024 in Toscana i ricoveri ospedalieri con diagnosi principale droga-correlata sono stati 76 di cui 56 maschi e 20 femmine. Il dato è in costante diminuzione negli anni, ma mantiene le differenze di genere, con gli uomini in numero superiore. Infine, nel 2021 (ultimo anno disponibile) si sono verificati 10 decessi per overdose, anche in questo caso, in diminuzione rispetto al passato.

In conclusione, il consumo di sostanze risulta diffuso tra la popolazione studentesca toscana, soprattutto tra i ragazzi. L’adolescenza è una fase della vita caratterizzata da profondi cambiamenti e dalla ricerca di nuove esperienze che possono spingere ad adottare comportamenti a rischio, proprio per questo c’è bisogno di una maggiore attenzione a questa fascia d’età, con un lavoro congiunto, da parte di più istituzioni, in primis la scuola, con progetti di prevenzione, informazione e sensibilizzazione.

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Gioco d'azzardo patologico

La dipendenza da gioco d’azzardo è una condizione psicopatologica caratterizzata da un comportamento persistente e ricorrente di gioco, che porta a conseguenze negative significative nella vita dell’individuo.

L’edizione 2022 della sorveglianza EDIT ha rilevato che il 29,6% del campione nella propria vita ha giocato o scommesso per soldi, con un calo costante dal 2008, quando 1 rispondente su 2 (52%) aveva dichiarato di aver giocato almeno una volta nella vita. Sono i maschi a giocare di più, con una frequenza doppia rispetto alle ragazze (40,3% vs 18%). Nonostante il dato in calo, il rischio di sviluppare una dipendenza è ancora presente: il 5,5% del campione presenta un profilo a rischio secondo il test Lie/Bet, con prevalenza tripla tra i maschi.

I giochi più diffusi restano i Gratta & Vinci (per le ragazze) e le scommesse sportive (più comuni tra i maschi).

Infine, guardando dal lato della spesa nel settore giochi, la Toscana nel 2022 si è collocata al 9° posto nella classifica del gioco d’azzardo in presenza fisica, con la cifra record di oltre un miliardo e con un considerevole incremento rispetto agli anni precedenti.

Lo scenario degli studenti toscani risulta in miglioramento rispetto agli anni passati, ma particolare attenzione è da rivolgere alla maggiore diffusione di gioco d’azzardo tra i ragazzi, rispetto alle ragazze, differenza che si mantiene costante e che non sembra andare nella direzione di una convergenza.
Sul contrasto al gioco d’azzardo, purtroppo, pesa la difficoltà di riconoscerlo come un disturbo patologico e la fruibilità di accesso, molti giochi sono facilmente disponibili per tutti, inclusi i minorenni, nonostante il divieto legale per alcuni giochi.

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Per approfondire

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