Covid-19, dose di richiamo per il vaccino Janssen: il documento OMS e le raccomandazioni EMA


20/12/2021
L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il documento Interim recommendations for the use of the Janssen Ad26.COV2.S (COVID-19) vaccine. Tali raccomandazioni sono basate sui risultati di alcuni studi finalizzati a valutare la durata della risposta anticorpale e cellulare dopo la vaccinazione.

Lo studio di efficacia di fase 3 sulla somministrazione di una singola dose di vaccino (ENSEMBLE 1) aveva dimostrato che una singola dose di Ad26.COV2.S proteggeva con un’efficacia del 67% da COVID-19 da moderato a severo/critico con esordio almeno 14 giorni dopo la somministrazione del vaccino (116 casi nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino contro 348 nel gruppo che aveva ricevuto il placebo) e del 66% dopo almeno 28 giorni (66 nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino contro 193 casi nel gruppo che aveva ricevuto il placebo). L'efficacia del vaccino contro il COVID-19 grave/critico era del 77% dopo almeno 14 giorni dalla somministrazione e dell’85% dopo almeno 28 giorni. L'efficacia del vaccino era simile nei gruppi di soggetti stratificati per sesso, età ed etnia. Il follow-up mediano era di 58 giorni, con il 55% dei partecipanti sottoposti ad un follow-up di almeno 2 mesi. In un ulteriore follow-up di circa 4 mesi, l'efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica risultava ridotta di circa il 50% due o più mesi dopo la vaccinazione, mentre l'efficacia risultava mantenuta contro il COVID-19 grave/critico. Negli Stati Uniti (quando le nuove varianti non erano predominanti al momento della sperimentazione del vaccino), l'efficacia del vaccino contro COVID-19 da moderato a grave ad almeno 14 giorni dopo la vaccinazione era del 74%, mentre contro COVID-19 grave/critico era del 78%. In Sud Africa, dove al momento dello studio era predominante la variante Beta (linea B.1.351), l’efficacia contro COVID-19 da moderato a grave era del 52%, mentre contro COVID-19 grave/critico era del 73%.

Gli studi di fase 3 sulla somministrazione della seconda dose (ENSEMBLE 2) dopo 2 mesi dalla prima dose hanno dimostrato che l’efficacia del vaccino contro COVID-19 da moderato a grave/critico era del 75% e l’efficacia del vaccino contro COVID-19 grave/critico era del 100%, se valutato almeno 14 giorni dopo la seconda dose. Una seconda dose dopo 2 mesi dalla dose iniziale, aumentava sostanzialmente l'efficacia, specialmente contro le infezioni sintomatiche, anche quando causate da varianti di SARS-CoV-2.

Coerentemente con i risultati di efficacia, i dati di immunogenicità suggerivano che una dose di richiamo dopo 2 mesi dalla dose iniziale sostanzialmente aumentava le risposte immunitarie (titoli anticorpali) di circa 4 volte rispetto ai livelli presenti prima della seconda dose. Nel complesso, Ad26.COV2.S presentava un profilo di reattogenicità accettabile sia dopo la prima che dopo la seconda dose.

Non è stato condotto alcuno studio di fase 3 per valutare l'efficacia di due dosi somministrate a distanza di 6 mesi. Tuttavia, un piccolo studio evidenziava che la somministrazione di Ad26.COV2.S dopo 6 mesi dalla dose iniziale aumentava i titoli anticorpali di circa 9-12 volte rispetto al livello riscontrato 29 giorni dopo la prima dose.

L'OMS raccomanda un intervallo tra le dosi compreso tra 2 e 6 mesi. La scelta dell'intervallo tra le dosi dipende dalla situazione epidemiologica e dalle sottopopolazioni.

L’OMS sostiene un approccio flessibile ai programmi di vaccinazione omologa rispetto a quella eterologa. Infatti, gli studi suggeriscono che i programmi vaccinali eterologhi contro COVID-19 possono essere più immunogenici ed efficaci rispetto ai programmi omologhi, a seconda delle piattaforme specifiche e dell'ordine di dei vaccini somministrati. In particolare, due studi hanno dimostrato che i soggetti che avevano ricevuto una singola dose di Ad26.COV.S e successivamente una seconda dose di vaccino a mRNA (BNT162b2 o mRNA-1273) presentavano concentrazioni anticorpali neutralizzanti di 4-22 volte superiori rispetto a quelle dei soggetti che avevano ricevuto una seconda dose di Ad26.COV2.S.

I risultati preliminari di alcuni studi hanno anche dimostrato che Ad26.COV.2 ha la capacità di indurre un aumento delle concentrazioni anticorpali sei mesi dopo una serie primaria a due dosi di vaccino a mRNA paragonabile a una terza dose omologa di vaccino a mRNA, ma con risposte delle cellule T più elevate.

Sulla base di prove limitate derivate principalmente da altri vaccini COVID-19, è accettabile co-somministrare Ad26.COV2.S con un vaccino antinfluenzale inattivato (in bracci differenti) durante la stessa seduta vaccinale.

Secondo il Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA può essere considerata la somministrazione di una dose di richiamo di COVID-19 Vaccine Janssen, almeno a distanza di due mesi dalla prima, nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Inoltre, una dose di richiamo con COVID-19 Vaccine Janssen può essere somministrata anche dopo due dosi di uno dei vaccini a mRNA autorizzati nell'UE: Comirnaty (Pfizer/BioNTech) o Spikevax (Moderna).


A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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