Vaccinazioni anti COVID-19 negli adolescenti: lo stato attuale nel report dell'ECDC


26/8/2021
E’ stato recentemente pubblicato il technical report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dal titolo: Interim public health considerations for COVID-19 vaccination of adolescents in the EU/EEA con lo scopo di fornire informazioni sullo stato attuale delle vaccinazioni contro COVID-19 negli adolescenti e sulle raccomandazioni nazionali dell’Unione Europea/Spazio Economico Europeo (UE/SEE);sull'epidemiologia del COVID-19 negli adolescenti; sull’efficacia dei vaccini contro la trasmissione di SARS-CoV-2; e infine sui potenziali obiettivi e considerazioni per l'attuazione della vaccinazione degli adolescenti. Il focus di questo documento è il potenziale impatto complessivo della vaccinazione COVID-19 negli adolescenti sulla salute pubblica, piuttosto che sui benefici e rischi individuali.

A partire dal 1 giugno 2021, dei quattro vaccini (Comirnaty, Moderna, Vaxzevria, Janssen) che hanno ricevuto l'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio nell'UE/SEE a seguito di valutazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA), Comirnaty è stato autorizzato anche in soggetti di età ≥ 12 anni. Nei paesi dell'UE/SEE, il lancio delle campagne di vaccinazione contro il COVID-19 è iniziato alla fine di dicembre 2020, quando sono state consegnate le prime dosi di vaccino. Il 19 gennaio 2021, la Commissione europea ha definito le azioni per accelerare le campagne di vaccinazione, con l'obiettivo di vaccinare almeno l'80% delle persone di età superiore agli 80 anni e l'80% degli operatori sanitari e sociali in ogni Stato membro entro marzo 2021. Mentre i paesi stanno lentamente progredendo verso l'obiettivo, restano da compiere alcuni importanti sforzi in fasce di età più giovani (es. individui sotto i 60 anni).

Attualmente le informazioni sulle politiche di vaccinazione COVID-19 negli adolescenti sono raccolte nel Rapporto ISAA (Integrated Situational Awareness and Analysis), preparato nell'ambito del meccanismo integrato di risposta alle crisi politiche (IPCR) del Consiglio dell'Unione Europea, da cui risulta che Danimarca, Finlandia e Portogallo hanno pianificato di estendere la vaccinazione a tutte le persone di età compresa tra 16 e 17 anni. Altri paesi, tra cui Estonia, Malta, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia hanno riferito di avere come obiettivo la vaccinazione di giovani vulnerabili o a rischio di esiti gravi. Il Belgio ha deciso di rivolgersi ai giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni in strutture sanitarie e a giovani studenti di sanità. La Spagna prevede di estendere la vaccinazione ai giovani dai 12 ai 18 anni quando i vaccini saranno autorizzati per quella fascia di età, ma inizialmente solo per adolescenti con fattori di rischio elevati.

Per quanto concerne l’epidemiologia di COVID-19 negli adolescenti, l’analisi dei dati mostra che i tassi di notifica dei casi tra gli adolescenti nella maggior parte dei paesi sono attualmente più alti e simili a quelli dei giovani adulti. A seguito della vaccinazione nella popolazione di età ≥60 anni, si registra, a partire da gennaio 2021, una proporzione crescente di casi settimanali fra gli adolescenti, i bambini e i giovani adulti (19-24 anni). I recenti trend dei ricoveri mostrano una diminuzione nelle persone di età ≥ 60 anni, con un aumento negli adulti tra 40-59 anni e 25-39 anni. Sebbene il ricovero resti un esito molto raro per gli adolescenti, l’analisi dei fattori di rischio evidenziava che le probabilità di ricovero ospedaliero tra i casi di età inferiore a 20 anni erano maggiori se questi soggetti presentavano disturbi cardiaci, diabete, HIV, ipertensione, malattie renali, epatiche, polmonari o disturbi neuromuscolari/neurologici, rispetto al gruppo di riferimento dei casi della stessa età, ma in assenza di comorbidità. Per quanto concerne le manifestazioni cliniche, a differenza degli adulti, la maggior parte degli adolescenti con COVID-19 presentava sintomi lievi e un rischio di morte molto basso, sebbene alcuni adolescenti abbiano sviluppato una malattia respiratoria importante con necessità di ricovero ospedaliero. Secondo alcuni studi (peer reviewed), un terzo dei pazienti pediatrici ospedalizzati con una forma grave di COVID-19 presentava condizioni croniche sottostanti, tra cui le più comuni sono state malattie diabetiche, gastrointestinali, neurologiche, cardiache e polmonari, in particolare asma. Similmente ai soggetti adulti ospedalizzati, una percentuale significativa di adolescenti ospedalizzati con infezione da SARS-CoV-2 presentava obesità. Tuttavia, alcune di queste condizioni di base, comunemente osservate tra gli adolescenti ospedalizzati, non necessariamente erano associate alla gravità di COVID-19. In Italia, Svezia e Russia sono state descritte le sequele post-acute di SARS-CoV-2 (PASC), caratterizzate da sintomi persistenti come affaticamento, dispnea, dolore toracico, deterioramento cognitivo e disturbi del sonno con durata fino a diversi mesi dopo l'infezione.

È noto il ruolo chiave giocato da bambini e adolescenti nella trasmissione del COVID-19. Sebbene vi sia una certa eterogeneità, diversi studi indicano un gradiente di età: bambini nell'intervallo di 10-14 anni e più giovani sembrano essere meno suscettibili all'infezione da SARS-CoV-2 rispetto agli adolescenti più grandi e adulti. Le varianti mostrano invece una maggiore trasmissibilità in tutti i gruppi di età. I giovani adulti attualmente rappresentano un'alta percentuale di casi in molti paesi europei e questo potrebbe essere correlato a una maggiore interazione sociale e alla minore aderenza agli interventi non farmaceutici (NPI). Come sappiamo, infatti, esistono prove emergenti da studi post-autorizzazione sull'efficacia del vaccino COVID-19 contro la trasmissione, ma le informazioni sono ancora limitate e non ci sono dati disponibili negli adolescenti.

La vaccinazione, quindi, offre una protezione diretta alla persona vaccinata, ma può anche conferire una protezione indiretta alla comunità causata alla ridotta circolazione del virus. Il grado di protezione indiretta

dipende dall'efficacia di un vaccino nel prevenire la trasmissione. Con l'aumento della copertura vaccinale in gruppi di età più avanzata, sarà rilevante una rivalutazione degli obiettivi generali di vaccinazione. I potenziali obiettivi da raggiungere con la vaccinazione degli adolescenti sono rappresentati sia dai benefici diretti alla loro salute e al loro benessere sia quelli indiretti di ridurre la trasmissione di SARS-CoV-2 nella popolazione generale. Sebbene gli adolescenti siano un gruppo a basso rischio di malattie gravi, ospedalizzazione e morte come risultato diretto dell'infezione, non è ancora noto quali possano essere i sintomi persistenti a seguito di un episodio di malattia anche di natura lieve e le sequele a lungo termine di un episodio di malattia grave. Ulteriori studi dovrebbero essere condotti per stabilire gli effetti cronici della malattia, anche tra i più giovani. È inoltre ipotizzabile che le varianti emergenti di SARS-CoV-2 potrebbero causare un aumento dei tassi di esito grave negli adolescenti. In questo caso, il beneficio diretto della vaccinazione tra i 12 ei 18 anni potrebbe aumentare e il rapporto rischio-beneficio dovrebbe essere rivalutato.

La pandemia da COVID-19 ha avuto un significativo impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere degli adolescenti, inclusa una maggiore incidenza di ansia, disturbi alimentari e del sonno, depressione e disturbo post-traumatico da stress. A causa dell’impatto negativo sulla salute pubblica e sull'istruzione della chiusura delle scuole, un obiettivo chiave è mantenere le scuole aperte prevenendo la trasmissione di COVID-19. E’ noto, infatti, che l'apprendimento a distanza si è dimostrato inferiore rispetto all'apprendimento scolastico, causando effetti educativi negativi fra cui la riduzione del rendimento scolastico, la diminuzione della motivazione nei compiti a scuola e a casa e un aumento del rischio di abbandono scolastico.

In conclusione, la vaccinazione degli adolescenti ad alto rischio di COVID-19 grave dovrebbe essere considerata in ogni caso una priorità, come in altri gruppi di età e potrebbe essere estesa a tutti i giovani dopo aver raggiunto il 70% degli adulti vaccinati.

I benefici diretti complessivi della vaccinazione degli adolescenti dipenderanno principalmente dall'incidenza di Infezione da SARS-CoV-2 e sulla prevalenza di condizioni sottostanti che aumentano il rischio per una forma grave di COVID-19 in questa fascia di età, seppur limitati rispetto a fasce di età più anziane.  Pertanto e importante continuare a monitorare la diffusione delle varianti di preoccupazione tra gli individui più giovani e continuare a valutare l'effettivo impatto di COVID-19 nelle fasce di età più giovani, anche in relazione alle sequele da COVID-19 (es. COVID lungo). Le questioni di equità riguardanti la disponibilità e l'accesso al vaccino devono essere considerate attentamente prima di estendere la vaccinazione COVID-19 a gruppi con un rischio individuale inferiore per malattia grave.

A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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