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La quarta ondata pandemica sostenuta dall’alta contagiosità della variante Omicron mostra da diversi giorni una tendenza alla flessione, sia dei nuovi contagi sia del carico sui servizi ospedalieri.
La scorsa settimana, sulla base dei dati contenuti nel Report n. 26 dell’ISS (settimana 2-8 novembre), la Toscana passava da zona “arancione” a zona “rossa”.
Ieri, nel consueto aggiornamento settimanale, l’ISS ha pubblicato il Report n. 27, con i dati relativi alla settimana 9-15 novembre.
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L’obiettivo di questo approfondimento è quello di provare a fare un po’ di chiarezza sul complesso sistema di monitoraggio del rischio sanitario attualmente utilizzato dal Ministero della salute per la classificazione delle Regioni e Province autonome secondo lo schema “a semaforo” (verde, giallo, arancione e rosso) a cui, come noto, sono associati progressivi livelli di restrizioni alle attività e alla mobilità (vedi infografica con la sintesi delle misure per ciascuna area, prodotta dalla presidenza del Consiglio dei Ministri).
In data 1 aprile 2020 l’ISTAT ha messo a disposizione sul proprio sito i dati di mortalità del 2020 per consentire la diffusione di informazioni utili alla comprensione della situazione legata all’emergenza sanitaria da COVID-19.
Si tratta dei dati relativi alla mortalità generale di una parte dei comuni italiani subentrati nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR).
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Storia breve della contaminazione
Nel 2014 in alcune aree dell’acquedotto del comune di Pietrasanta (LU) si sono riscontrati livelli di tallio (Tl) superiori al limite massimo consentito nelle acque potabili indicato dalle autorità statunitensi (Environmental Protection Agency o EPA), pari 2 μg/l (vedi figura). Per la sua rarità in natura, il tallio non rientra nei parametri di controllo per la potabilità delle acque e pertanto non è soggetto ad analisi di routine.