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Adolescenti, una generazione in trasformazione

A cura di:
Caterina Milli, Daniela Nuvolone, Martina Pacifici, Fabio Voller - ARS Toscana


Gli argomenti trattati in questo approfondimento:


Venti anni di cambiamenti: tra crisi economiche, climatiche, pandemia, il ritorno della guerra, la trasformazione tecnologica e digitale

Gli adolescenti di oggi crescono in un contesto profondamente diverso da quello di vent’anni fa, quando l’Agenzia regionale di sanità della Toscana avviava la prima edizione della sorveglianza EDIT. In questi due decenni si sono intrecciate crisi economiche, una pandemia globale, rapide trasformazioni tecnologiche e nuovi scenari di insicurezza internazionale. Cambiamenti che hanno inciso in modo significativo sul benessere dei giovani, sui loro stili di vita e sul modo di vivere le relazioni con la scuola, la famiglia e il gruppo dei pari.

L’adolescenza si conferma una fase cruciale della vita: è il periodo in cui si consolidano comportamenti destinati a influenzare la salute in età adulta e in cui emergono i primi segnali di fragilità emotiva e sociale. Le trasformazioni avviate dalla crisi economica del 2008 hanno progressivamente ridotto le opportunità e ampliato le disuguaglianze educative e di salute. La pandemia da COVID-19 ha poi rappresentato uno spartiacque, lasciando effetti persistenti sul benessere mentale delle nuove generazioni, in particolare su sonno, ansia, percezione di sé e qualità delle relazioni. A questo scenario si aggiunge un clima di incertezza globale, alimentato dai conflitti e dalla crisi climatica, che contribuiscono a rendere il futuro meno prevedibile e più fragile agli occhi dei giovani.

Parallelamente, la rivoluzione digitale ha modificato in profondità la quotidianità delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Lo smartphone si è trasformato in un vero e proprio ambiente di vita, con livelli di connessione quasi continui e un ruolo centrale nella costruzione dell’identità, nella socialità e nell’apprendimento. Le evidenze scientifiche mostrano come un uso intensivo dei dispositivi digitali possa incidere sul benessere psicologico, sulla qualità del sonno e sulla regolazione emotiva, introducendo nuove vulnerabilità come isolamento, dipendenza digitale e cyberbullismo. Anche l’indagine EDIT 2025 restituisce un quadro coerente: oltre un terzo degli adolescenti utilizza lo smartphone per più di cinque ore al giorno e l’ambiente digitale emerge come un determinante sempre più rilevante per la salute.

In questo contesto, l’adolescenzarappresenta una finestra strategica per la prevenzione. Le scelte legate all’alimentazione, all’attività fisica, all’uso di sostanze, alla sessualità, alla mobilità e alle relazioni si strutturano e si consolidano proprio in questi anni. Allo stesso tempo, la scuola, in particolare, costituisce un contesto ideale per la sorveglianza: consente di raggiungere campioni ampi e rappresentativi, facilita la partecipazione e permette di monitorare nel tempo l’efficacia degli interventi educativi e delle iniziative di promozione della salute.

La sorveglianza EDIT risponde a questo obiettivo da oltre vent’anni, offrendo uno strumento unico per comprendere l’evoluzione degli stili di vita e dei comportamenti di salute degli adolescenti toscani. Nel tempo l’indagine si è ampliata, includendo temi come il benessere psicologico, l’uso delle tecnologie, il gioco d’azzardo, il bullismo e il cyberbullismo, l’identità di genere e la sostenibilità ambientale.

La possibilità di confronto ventennale consente oggi di leggere i cambiamenti con maggiore profondità, mostrando una generazione in trasformazione: meno esposta ad alcuni comportamenti tradizionalmente a rischio, ma più vulnerabile sul piano emotivo e sotto pressione per effetto dell’ambiente digitale. Tra gli ambiti più rilevanti emergono la mobilità – ambito storico dell’indagine – e soprattutto il benessere psicologico, che si conferma il fronte più sensibile per la sanità pubblica.

In occasione dell’edizione 2025 dell’indagine, che celebra i vent’anni della sorveglianza EDIT, inauguriamo oggi sul nostro sito web un percorso di approfondimento, articolato in cinque appuntamenti, ognuno dedicato a una selezione dei principali temi dell’indagine. Conoscere come vivono oggi gli adolescenti significa costruire le basi per politiche di prevenzione capaci di intervenire sulle vulnerabilità emergenti e rafforzare i fattori protettivi, investendo nella salute futura dell’intera popolazione.  

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Famiglia, scuola e amici ancora centrali

I legami tengono (nonostante tutto)

L’adolescenza è una fase di transizione in cui l’identità si costruisce attraverso il rapporto con la famiglia, la scuola e il gruppo dei pari. I dati di EDIT 2025 mostrano come queste dimensioni restino centrali per il benessere dei giovani, anche in un contesto familiare e sociale sempre più complesso.

Famiglie diverse, ma ruolo ancora centrale

Negli ultimi vent’anni si osserva una crescente diversificazione delle strutture familiari, con un aumento delle separazioni e dei divorzi. La quota di ragazzi con genitori divorziati raggiunge oggi il 19,1%, contro l’11,4% del 2005, in linea con le tendenze nazionali successive all’introduzione del “divorzio breve”. Nonostante questi cambiamenti, la famiglia continua a rappresentare un pilastro fondamentale: l’85,5% riferisce rapporti molto buoni o abbastanza buoni con i genitori, un valore stabile lungo tutto il periodo di sorveglianza.
Persistono differenze di genere, con i maschi che dichiarano una maggiore soddisfazione rispetto alle femmine, mentre non emergono differenze territoriali significative. Anche tra i giovani con background migratorio i livelli di soddisfazione restano complessivamente elevati.

Il peso del capitale culturale

Il livello di istruzione dei genitori continua a crescere: il 30,6% delle madri e il 21,5% dei padri possiede un titolo universitario. Questo incremento si traduce in maggiori opportunità educative per i figli e in migliori condizioni di benessere. Al contrario, le famiglie con livelli di istruzione più bassi presentano un rischio più elevato di percorsi scolastici fragili e di abbandono precoce, come confermato anche dalle statistiche nazionali.

Amicizie ancora solide, ma meno di ieri

La dimensione amicale rimane nel complesso positiva, ma mostra segnali di indebolimento. Nel 2025 il 36,9% dei ragazzi dichiara rapporti molto buoni con i pari e il 50,9% abbastanza buoni, valori in lieve calo rispetto alle precedenti edizioni. I maschi riportano valutazioni più positive rispetto alle femmine, mentre i punteggi risultano leggermente più bassi tra i giovani stranieri e tra gli stranieri nati in Italia. Nonostante ciò, le reti sociali continuano a esercitare una funzione protettiva cruciale per il benessere.

Qualità dei rapporti con i coetanei

Il contesto scuola gioca ancora un ruolo positivo, ma restano alcune disuguaglianze

La percezione del rendimento scolastico è complessivamente buona: oltre il 70% degli studenti lo definisce abbastanza o molto buono. Le ragazze continuano a riportare risultati migliori dei maschi. Incidono anche il contesto familiare e la cittadinanza: chi vive la separazione dei genitori e i giovani stranieri mostrano valutazioni meno positive. I dati INVALSI indicano una sostanziale stabilità delle competenze, con un miglioramento nella comprensione dell’inglese, probabilmente favorito da una maggiore esposizione informale e da pratiche didattiche più interattive.

Nel complesso emerge l’immagine di una generazione che, pur vivendo in contesti più complessi rispetto al passato, conserva legami familiari solidi e una buona integrazione sociale, a fronte di alcune disuguaglianze legate allo status socioeconomico e alla cittadinanza, che continuano a influenzare i percorsi di vita. 

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Uso intensivo delle tecnologie e dei social

La tecnologia parte essenziale della vita quotidiana

La tecnologia è diventata una componente strutturale della quotidianità degli adolescenti. L’accesso ai dispositivi digitali è oggi pressoché universale e il modo di utilizzarli è profondamente cambiato.

Generazione iper-connessa, la presenza costante dello smartphone

Lo smartphone ha sostituito quasi completamente il computer come strumento principale: il 99,7% degli adolescenti ne possiede uno e oltre un terzo lo utilizza per più di cinque ore al giorno. L’uso intensivo è più diffuso tra le ragazze e cresce con l’età, arrivando al 45,8% tra i 19enni. Il confronto con il passato evidenzia un peggioramento: nel 2018 l’8,3% utilizzava lo smartphone meno di un’ora al giorno, nel 2025 la quota scende al 3,2%.
Il computer resta presente nell’85,1% delle famiglie, ma viene utilizzato in modo meno intensivo, soprattutto tra le ragazze e tra i giovani stranieri, tra i quali è ancora significativa la quota di chi non dispone di alcun dispositivo.

Possesso di dispositivi informatici e tempo di utilizzo

Social e intrattenimento dominano il tempo passato online

L’uso delle tecnologie è prevalentemente relazionale e ricreativo. L’87,9% degli adolescenti accede quotidianamente ai social media e oltre tre quarti utilizza le piattaforme digitali per musica, film o serie TV. Solo un terzo impiega le tecnologie per studiare, con una forte differenza di genere: le ragazze mostrano un utilizzo più orientato all’apprendimento. L’uso informativo è residuale: appena il 2,8% legge notizie online ogni giorno.

Si legge sempre meno

Parallelamente si osserva un calo dell’abitudine alla lettura per svago: il 41% degli adolescenti non legge alcun libro, una quota in crescita rispetto al 2008 (31%). Le ragazze mantengono una maggiore propensione alla lettura, mentre l’interesse diminuisce progressivamente con l’età.

Sempre online, tra opportunità e rischi relazionali

Solo il 13,7% dei ragazzi conosce tutti i propri contatti online; oltre un quinto conosce solo una parte delle persone con cui interagisce. L’esposizione a contatti sconosciuti aumenta con l’età e il 5,9% degli adolescenti dichiara di chattare spesso con sconosciuti, con valori più alti tra le ragazze e i giovani con background migratorio.
Il quadro complessivo descrive una connettività quasi continua e un aumento dei tempi online, che pongono nuove sfide alla prevenzione, rendendo necessari interventi mirati per promuovere competenze digitali critiche e tutelare il benessere psicologico. 

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Crescere con un clima che cambia: una popolazione consapevole e preoccupata

Un contesto metereologico sempre più instabile

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale (+1,55°C rispetto al periodo pre-industriale). Lo stesso andamento si osserva in Italia (+1,33°C) e in Toscana, dove le temperature hanno raggiunto un record storico (+1,35°C sulla media 1991–2020). Parallelamente cresce la frequenza degli eventi estremi: nel 2024 in Italia sono stati registrati 351 episodi tra alluvioni, allagamenti e siccità, un incremento del 485% rispetto al 2015. Questi fenomeni confermano le evidenze dell’ultimo Rapporto IPCC, che attribuisce inequivocabilmente all’attività umana l’attuale crisi climatica.

I giovani sanno che il clima sta cambiando

La consapevolezza tra gli adolescenti toscani è molto elevata: oltre il 93% riconosce l’esistenza del cambiamento climatico e più del 90% ne attribuisce le cause principali alle attività umane, confermando un buon livello di alfabetizzazione scientifica. La consapevolezza è elevata anche tra i giovani con background migratorio. Il negazionismo diminuisce leggermente con l’età. Le ragazze mostrano una maggiore sensibilità e una preoccupazione più marcata per gli effetti futuri, che cresce con l’età.

Di chi è la responsabilità principale del cambiamento: un’idea chiara

Gli adolescenti individuano nello sviluppo industriale e nell’immissione di gas in atmosfera le principali cause del cambiamento climatico (70% e 66,4%), seguite dall’aumento della temperatura media e degli eventi estremi. Come in altri ambiti indagati da EDIT, le ragazze mostrano maggiore attenzione e una capacità interpretativa più elevata. Tra gli stranieri si registra invece una minore attribuzione alle cause antropiche, pur rimanendo su valori complessivamente alti.

La paura per gli impatti futuri cresce con l’età

Il cambiamento climatico suscita livelli di preoccupazione significativi: il 60,9% degli adolescenti dichiara di essere molto preoccupato per i danni che i cambiamenti climatici arrecheranno alle generazioni future. Anche in questo caso le ragazze risultano più sensibili (69% vs 53,4%) e la preoccupazione aumenta con l’età, fino a raggiungere il 65,4% tra i 19enni. I giovani italiani mostrano una preoccupazione lievemente maggiore rispetto agli stranieri.

Preoccupazione per i danni che il cambiamento climatico apporterà alle generazioni future

Quanto il cambiamento climatico impatta la vita quotidiana

Il 17,2% degli adolescenti conosce familiari o amici che hanno subito conseguenze dirette del cambiamento climatico. La quota sale al 24,6% tra i residenti nell’AUSL Centro, verosimilmente in relazione agli eventi estremi registrati negli ultimi anni nell’area fiorentina, mentre è più bassa nelle altre aree. L’esperienza indiretta cresce con l’età, riflettendo probabilmente una maggiore esposizione o consapevolezza.

Piccoli gesti diffusi, scelte più impegnative meno frequenti

Le azioni adottate per ridurre il proprio impatto mostrano un quadro misto. Alcuni comportamenti di facile attuazione sono molto diffusi: l’89,1% effettua la raccolta differenziata, l’85,3% spegne le luci inutili e il 79,3% presta attenzione all’uso dell’acqua. Meno diffuse le azioni più impegnative: solo il 46,5% sceglie la mobilità sostenibile, il 47,4% usa la borraccia e appena il 16,1% riduce il consumo di carne. Le ragazze adottano più frequentemente stili di vita sostenibili, mentre tra gli stranieri emerge una maggiore propensione alla mobilità sostenibile e alla riduzione del consumo energetico. Le differenze per età sono contenute, con un lieve aumento dei comportamenti più virtuosi tra i ragazzi più grandi.

Azioni compiute per contrastare il cambiamento climatico

Quale rapporto tra ambiente e salute

Nonostante l’elevata consapevolezza sul clima, il 90,9% giudica buona o molto buona la qualità dell’aria del proprio quartiere, percentuale che contrasta con i dati ambientali disponibili. Più problematico il tema del legame tra ambiente e salute: il 30,5% degli adolescenti non ritiene che la qualità dell’ambiente influisca sul proprio benessere. Tale scollamento è più marcato tra i più giovani e nei maschi, a conferma di una minore percezione del rischio.

La scuola come moltiplicatore di consapevolezza

Il 54% degli studenti ha partecipato ad attività o laboratori dedicati al clima durante l’ultimo anno scolastico. L’impatto formativo è rilevante: tra chi crede nell’esistenza del cambiamento climatico il 57,6% ha seguito attività dedicate, mentre tra i negazionisti la quota scende al 28,4%. I percorsi formativi, quindi, sembrano rafforzare conoscenze e consapevolezze. Si osservano differenze territoriali (più attività nella AUSL Sud-est, meno nella Nord-ovest) e per tipologia di scuola, con i licei più attivi rispetto ai tecnici e professionali.

Il quadro complessivo mostra un’elevata consapevolezza dei giovani toscani sulla crisi climatica, una preoccupazione crescente con l’età e una significativa adozione di pratiche quotidiane sostenibili, soprattutto quelle meno complesse. Nonostante ciò, permane uno scollamento tra consapevolezza e percezione del rischio per la salute: quasi un terzo degli adolescenti non ritiene che la qualità dell’ambiente influisca sul proprio benessere. La scuola emerge come un attore chiave nel rafforzare conoscenze, senso critico e capacità di partecipazione dei giovani, in un contesto in cui gli eventi climatici estremi diventano via via più frequenti anche nella nostra regione. 

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Benessere psicologico, il fronte più esposto della salute adolescenziale

Dopo la pandemia, un equilibrio fragile

L’adolescenza è un periodo in cui si strutturano i principali processi cognitivi, emotivi e relazionali. Il benessere psicologico emerge come l’area più fragile dell’esperienza adolescenziale. Le evidenze internazionali mostrano un aumento dei disturbi mentali tra i giovani, reso più critico dalla pandemia, dalle incertezze sociali e dal peso delle transizioni digitali. In Toscana, come indicano i ricoveri per disturbi psichiatrici, il trend di lungo periodo è in crescita: tra i 14-19 anni si passa da 5,2 ricoverati ogni 1.000 abitanti nel 2020 a 8,9 nel 2024, confermando l’esistenza di un disagio strutturale.

Distress psicologico elevato, per genere

Distress diffuso e divario di genere

Nel 2025 quasi un giovane su tre presenta un livello elevato di distress psicologico, con un divario di genere molto marcato: il fenomeno riguarda oltre il 44% delle ragazze contro il 16% dei ragazzi. Nonostante un lieve miglioramento rispetto al picco del 2022, i livelli restano elevati, soprattutto tra le adolescenti più grandi.

Autolesionismo in calo, ma si manifesta in età precoce

L’autolesionismo, pur in calo rispetto al 2022, interessa ancora il 12,7% degli adolescenti e si manifesta spesso in età molto precoce. Rimane forte la componente di genere: 18,8% delle ragazze contro 7,2% dei ragazzi, con un’età di esordio in oltre due terzi dei casi entro i 14 anni. Preoccupante anche l’intensità dei comportamenti: un quinto dei maschi che ha praticato autolesionismo riferisce più di 50 episodi nella vita. Le modalità più comuni sono graffiarsi fino a procurarsi cicatrici (52,2%), tagliarsi o incidersi, con prevalenze più elevate tra le ragazze; i maschi ricorrono più frequentemente a colpire oggetti o sbattere la testa. Circa un decimo del campione ha richiesto cure mediche in seguito ad atti autolesivi.

Metodo autolesivo utilizzato, per genere

Accesso ai servizi psicologici e domanda inespressa

Una quota significativa dei giovani ha avuto contatti con servizi psicologici: il 9,7% degli adolescenti è attualmente seguito da uno psicologo o psichiatra, mentre il 22,1% lo è stato in passato. Anche in questo caso emergono differenze rilevanti: tra chi ha provato autolesionismo il 24,8% è in carico e quasi la metà vorrebbe esserlo. In generale il 20,3% degli adolescenti non seguiti esprime il desiderio di intraprendere un percorso di supporto, con una domanda più alta tra le ragazze. Questo dato conferma l’importanza di servizi territoriali di prossimità come la psicologia di base e gli sportelli scolastici.

Sonno insufficiente ed utilizzo intenso dello smartphone, l’impatto sul benessere mentale

Il sonno gioca un ruolo centrale: il 41% degli adolescenti dorme meno di sette ore a notte, con percentuali più alte tra le ragazze (44,4%). Anche la qualità è peggiore per le studentesse, che riportano più frequentemente sonno disturbato o non ristoratore. Questi dati si intrecciano con un uso intensivo dello smartphone: oltre il 50% degli adolescenti con distress elevato dichiara di utilizzarlo più di 5 ore al giorno, suggerendo un legame tra tempo di schermo, riduzione del sonno e malessere psicologico.

Ore di sonno per notte insufficienti (<7h), per genere

La paura del COVID non è ancora scomparsa

La “Fear of COVID-19 Scale” mostra una riduzione significativa rispetto al 2022: il 13,2% prova ancora molta o abbastanza paura, le ragazze in misura maggiore rispetto ai coetanei maschi. Anche se i livelli sono scesi, il tema rimane rilevante per una quota non trascurabile di giovani.

I disturbi alimentari come cartina di tornasole del disagio

Alcuni indicatori migliorano rispetto al 2022, ma il rapporto con il cibo rimane problematico per una quota consistente di giovani: secondo la scala SCOFF, il 28,9% degli adolescenti è a rischio di un disturbo alimentare, con valori più alti tra le ragazze (44,7%). Il rischio di binge eating è l’unico in lieve aumento, soprattutto tra le femmine.
Il ricorso a figure specialistiche per problemi legati all’alimentazione riguarda il 19,5% del campione, con prevalenze più elevate tra le ragazze (25,6%) rispetto ai maschi (13,7%).

Rischio di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare, per genere

Il benessere psicologico è associato in modo significativo alla qualità delle relazioni e agli esiti scolastici. Chi presenta distress elevato riporta più spesso rapporti familiari o amicali difficoltosi, esperienze di bullismo e rendimento scolastico poco buono. La convergenza di fragilità relazionali, sonno insufficiente e uso intensivo di dispositivi digitali descrive un quadro multifattoriale che richiede interventi integrati.

Nel complesso, l’indagine EDIT 2025 segnala lievi segnali di recupero nella fase post-pandemica, ma conferma la presenza di fragilità diffuse fra gli adolescenti toscani: quasi un terzo degli adolescenti toscani vive un livello elevato di distress, persistono divari di genere, un elevato rischio di disturbi alimentari e tempi di sonno insufficienti. L’autolesionismo, pur in calo, coinvolge ancora una quota rilevante e precoce della popolazione studentesca. Il benessere psicologico degli adolescenti richiede interventi strutturati, continuità nei servizi e una forte integrazione tra scuola, sanità e politiche di prevenzione. 

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Uno sguardo d’insieme

Prevenire oggi per costruire la salute di domani

Questo nostro primo appuntamento con gli approfondimenti dall’indagine EDIT 2025 ci restituisce il ritratto di una generazione che cresce in equilibrio tra risorse e fragilità, tra nuove opportunità e rischi emergenti. Comprendere questi cambiamenti è il primo passo per costruire politiche di prevenzione capaci di accompagnare gli adolescenti verso l’età adulta, investendo sulla loro salute e su quella della collettività.

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I dati in sintesi nelle nostre video interviste

Monitoraggio dell’attività del network ospedaliero del Servizio sanitario regionale nel 2024

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A distanza di cinque anni dall’impatto iniziale della pandemia, è ormai evidente che il sistema ospedaliero toscano ha intrapreso un percorso di adattamento, i cui effetti non si misurano solo in termini di volumi recuperati, ma anche di cambiamento nelle modalità di accesso ad alcuni setting assistenziali, nei tempi di degenza e nelle relazioni tra ospedale e territorio.

Il 2024 sembra indicare un ulteriore passo verso il ritorno ai volumi di attività pre-pandemici: i ricoveri crescono rispetto al 2023, così come gli accessi in pronto soccorso, pur mantenendosi ancora al di sotto dei valori del 2019. Più che una ripresa lineare, si osserva un panorama non del tutto omogeneo, dove ad esempio le attività chirurgiche hanno sostanzialmente colmato il divario con l’epoca pre-COVID, mentre i ricoveri medici e di riabilitazione restano su volumi sensibilmente inferiori rispetto al periodo pre-pandemico.

Oggi ci chiediamo non più soltanto se il sistema stia recuperando i volumi pre-pandemici, ma anche se le tendenze che osserviamo nei vari setting assistenziali indichino l’affermarsi di nuovi equilibri.

Nel rispondere a questa domanda ci concentreremo principalmente sull’analisi degli andamenti dei volumi delle diverse specialità, rappresentati dai rispettivi grafici, corredati da tabelle che faciliteranno i confronti tra il 2024 con il 2023 e il 2019. L’intento è chiaro, ovvero di cogliere la variazione dei volumi 2024 non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto ai valori pre-pandemici.
A completezza dell’informazione, in appendice saranno disponibili le tabelle analitiche sui volumi di ogni specialità considerata, anno dopo anno.

Tutti i dati presentati sono stati elaborati dalle schede di dimissione ospedaliera (SDO), da quelle relative alle prestazioni ambulatoriali (SPA) e dai flussi dati dei pronto soccorso della Regione Toscana.


Accessi in Pronto soccorso

Nel 2024 si registrano 1.472.374 accessi in Pronto soccorso, con un incremento del 3,9% rispetto al 2023 (Tabella 1). La crescita, avviata nel 2021 dopo il netto calo del 2020, continua in modo progressivo, nonostante i volumi restino ancora inferiori (-4,2%) rispetto ai livelli del 2019 (Figura 1).

Gli accessi che esitano in ricovero risultano sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+0,4%), mostrando però una riduzione significativa rispetto al 2019 (-15,2%). Anche la percentuale di ricoveri da PS rispetto agli accessi totali continua a diminuire nel tempo, passando dal 17,3% del 2019 al 15,7% nel 2024, il che potrebbe mostrare un aumento della “funzione filtro” dei Dipartimenti di emergenza, dopo il picco anomalo del 21,4% osservato nel 2020 (Tabella 9 in appendice).

Figura 1. Andamento degli accessi in Pronto Soccorso e degli accessi in Pronto Soccorso che esitano in ricovero in Toscana, 2019-2024
Figura 1  Accessi in Pronto soccorso

Tabella 1. Accessi in Pronto Soccorso e accessi in Pronto Soccorso che esitano in ricovero in Toscana, variazioni percentuali del 2024 rispetto al 2023 e al 2019
Tabella 1  Accessi in PS

 
Analizzando la distribuzione degli accessi in Pronto soccorso per codice triage nel periodo 2021-2024, si vede come questi aumentino tra le diverse classi di priorità anche se in modo non omogeneo (Figura 2). Infatti i codici a bassa priorità (4 e 5) mostrano l’incremento più marcato rispetto al 2021 (+34,4% e +30,6%) (Tabella 2). Anche i codici 3, associati a urgenze differibili, mostrano un aumento costante (+22,3% dal 2021 e +2,9% dal 2023), mentre restano pressoché stabili i codici a maggiore gravità (1 e 2), con variazioni minime rispetto al 2023. Questo andamento, insieme alla progressiva riduzione della quota di accessi con esito di ricovero, conferma che l’aumento complessivo degli accessi interessa principalmente situazioni a bassa complessità clinica.

Questi dati evidenziano come una quota crescente di bisogni a bassa complessità confluisca sul pronto soccorso, segnalando una possibile difficoltà del sistema territoriale nell’intercettarli tempestivamente. Tale dinamica pone interrogativi sull’appropriatezza del ricorso al pronto soccorso e sulle ricadute in termini di sovraccarico organizzativo per i servizi di emergenza-urgenza, mettendo in luce la difficoltà del sistema territoriale nel farsi carico di questi bisogni e la necessità di approfondire le cause di questa carenza.

Figura 2. Andamento degli accessi in Pronto soccorsi suddivisi per codice triage in Toscana, 2021-2024
Figura 2   Accessi per codice triage

 Tabella 2. Accessi in Pronto Soccorso suddivisi per codice triage in Toscana, variazioni percentuali del 2024 rispetto al 2019 e al 2023
Tabella 2  Accessi in PS per codice triage


I ricoveri ospedalieri

I ricoveri per acuti

I volumi totali dei ricoveri ospedalieri per acuti, esclusi cioè quelli di riabilitazione e lungodegenza, sono stati calcolati tra il 2019 e il 2024 includendo i ricoveri medici e chirurgici, ed escludendo ricoveri per parto e quelli dei neonati sani.

I ricoveri registrati nel 2024 ammontano a quasi 458.807, in aumento dello 0,7% rispetto al 2023. Se guardiamo l’andamento delle attività di ricovero dal 2019 al 2024, come indicato nella figura 3, si nota la tendenza ad un graduale ritorno ai volumi pre-pandemici.

Figura 3. Andamento dei ricoveri per acuti in Toscana tra 2019 e 2024
Figura 3   Ricoveri

Guardando agli andamenti secondo quanto riportato in figura 4 e in tabella 3, possiamo individuare due categorie di specialità.
La prima raggruppa quelli per cui sembra evidente un ritorno ai livelli pre-pandemici.
Il numero complessivo dei ricoveri chirurgici è sostanzialmente tornato ai livelli numerici del 2019, con uno scarto dell'1% (questo vale sia per i ricoveri ordinari - programmati e urgenti - sia per la chirurgia diurna - day surgery).

Se a questi ricoveri chirurgici si somma l’andamento particolarmente incrementale della chirurgia ambulatoriale complessa si registra un netto aumento dell’attività chirurgica complessiva. Infatti, la chirurgia ambulatoriale dopo la riduzione delle prestazioni del 2020, già nel 2021 aveva superato sensibilmente i volumi del 2019, per poi mantenere in modo sostenuto la crescita negli anni successivi, tanto da portare il 2024 a registrare un numero di prestazioni superiore del 30% al dato pre-pandemico.

La seconda categoria rappresenta le tipologie di ricovero che, pur mostrando un aumento dei volumi, dopo il calo del 2020 non ritornano ai livelli pre-pandemici, come i ricoveri medici diurni (-9% rispetto al 2019) e ordinari (-14%).

I ricoveri di riabilitazione

Anche i ricoveri in riabilitazione nel 2024 non sono tornati ai volumi del 2019 (-20%); da dopo il 2020 in poi, con la sola esclusione del 2021, il loro andamento risulta calante.

Figura 4. Andamento dei ricoveri ospedalieri per tipologia e dell’attività di chirurgia ambulatoriale in Toscana, 2019- 2024
Figura 4   Ricoveri per tipologia

 Tabella 3. Ricoveri ospedalieri per tipologia e dell’attività di chirurgia ambulatoriale in Toscana, variazioni percentuali del 2024 rispetto al 2023 e al 2019
Tabella 3   Ricoveri

Gli andamenti della degenza media

Nel 2024 la degenza media complessiva per i ricoveri ordinari per acuti si è attestata a 5,66 giorni, un valore sostanzialmente stabile nel tempo, con un lieve aumento rispetto al 2019 (+0,7%) e una leggera flessione rispetto al 2023 (‑0,9%) (Tabella 4).
Considerando le diverse tipologie di ricovero, si evidenzia un andamento analogo tra i principali setting assistenziali per acuti, con variazioni limitate nel tempo (Figura 5). Fanno eccezione i ricoveri di riabilitazione, che presentano caratteristiche distintive in termini di durata della degenza. Vediamo nel dettaglio.
La degenza media per i ricoveri ordinari medici, aumentata tra il 2019 e il 2022, è lievemente diminuita nel 2023, per poi stabilizzarsi nel 2024 a 8,02 giorni. Complessivamente, si riscontra un incremento del 6,6% rispetto al 2019, ma nessuna variazione tra il 2024 e l’anno precedente.

Sempre nel 2024, la degenza media per i ricoveri ordinari chirurgici si conferma diversa in base alla tipologia di accesso: per i ricoveri programmati si attesta a 5,27 giorni, proseguendo la tendenza di progressiva riduzione avviata nel 2020, con un calo complessivo dell’8% rispetto al 2019 e del 2,6% rispetto al 2023. Per i ricoveri in urgenza, invece, la degenza media si mantiene significativamente più elevata, pari cioè a 10,47 giorni, un valore sostanzialmente stabile nel tempo, senza variazioni rilevanti rispetto agli anni precedenti.

Un andamento diverso è quello della degenza media dei ricoveri di riabilitazione, in crescita dal 2019, con un picco nel 2023 (26,76 giorni). Nel 2024 si osserva una lieve flessione (-1,1%) dei livelli, che si mantengono comunque su valori superiori rispetto agli anni precedenti.
Questi dati possono suggerire una relazione con l’andamento precedentemente osservato della progressiva riduzione del numero di ricoveri, che nel 2024 risultano inferiori del 20% rispetto al 2019. La maggiore durata media della degenza potrebbe infatti aver inciso sul calo dei ricoveri, riducendo il turnover e limitando di fatto il numero di accessi possibili in reparti riabilitativi e di lungodegenza.

In sintesi, il 2024 conferma un quadro di sostanziale stabilità della degenza media nei principali setting assistenziali rispetto al 2023, ad accezione della lieve riduzione della degenza dei ricoveri chirurgici programmati. Confrontando invece i dati con il 2019 emerge un aumento della durata media nei ricoveri medici e nel setting riabilitativo, a fronte di una diminuzione nei ricoveri chirurgici programmati.

Figura 5. Andamento della degenza media dei ricoveri per tipologia, Toscana, 2019- 2024
Figura 5   Degenza media


Tabella 4. Degenza media dei ricoveri per tipologia in Toscana, variazioni percentuali del 2024 rispetto al 2023 e al 2019
Tabella 4  Degenza media

Ricoveri per parto

I ricoveri per parto mostrano un andamento decrescente nel periodo 2019-2024, in linea con la progressiva riduzione della natalità osservata sia a livello regionale che nazionale (Figura 6). Complessivamente, nell’arco di cinque anni si è registrato un calo dell’11%, lungo un trend decrescente (Tabella 5).

Anche i parti cesarei seguono un trend decrescente, caratterizzato da una contrazione ancora più significativa, pari al 20% nel periodo 2019-2024. Il dato più recente conferma un rallentamento della tendenza in diminuzione, con una flessione contenuta (-0,7%) tra il 2023 e il 2024, in linea con l’andamento generale dei ricoveri per parto.

Figura 6. Andamento dei ricoveri totali per parto e dei ricoveri per parto cesareo in Toscana, 2019-2024
Figura 6 Parti

 Tabella 5. Ricoveri per parto e per parto cesareo in Toscana, variazioni percentuali del 2024 rispetto al 2023 e al 2019
Tabella 5  Parti


Considerazioni conclusive

Questo rapporto fornisce un’analisi integrata e comparativa del ricorso all’ospedale confrontando i dati del 2024 con quelli pre e post-pandemici. L’analisi comprende, oltre ai ricoveri, anche gli accessi al PS e il ricorso alla chirurgia ambulatoriale e offre spunti operativi utili a interpretare l’evoluzione dei modelli organizzativi.
L’aumento degli accessi in Pronto soccorso, sostenuto dai codici a bassa priorità (4 e 5), suggerisce un ricorso non sempre appropriato a questo setting per bisogni che potrebbero essere gestiti a livello territoriale. Questa lettura è consolidata dalla progressiva riduzione degli accessi in PS che esitano in ricovero, indicativa di una prevalenza di casi a bassa complessità clinica e di una possibile difficoltà nella scelta di percorsi assistenziali più appropriati.

L’attività chirurgica in regime di ricovero presenta volumi analoghi a quelli pre-pandemici, mentre si registra una notevole crescita della chirurgia ambulatoriale complessa, segno di una ottimizzazione dei percorsi assistenziali. In contrasto, i volumi dei ricoveri medici e riabilitativi rimangono sensibilmente inferiori al 2019, mettendo in luce una possibile modificazione degli equilibri tra bisogni assistenziali e risposta del sistema sanitario. Questo è ulteriormente evidenziato dall’incremento della degenza media in riabilitazione, che indica una difficoltà a garantire un adeguato turnover dei posti letto, con possibili ricadute sulla capacità del sistema di ricoverare pazienti in tempi appropriati.

In questo quadro di cambiamento sono da considerare anche i ricoveri per parto, che risultano in calo costante, in linea con la tendenza alla denatalità riscontrata a livello regionale e nazionale. La riduzione è particolarmente marcata per i parti cesarei, in linea con una crescente attenzione all’appropriatezza delle indicazioni cliniche. Tuttavia, il calo complessivo dei volumi dei ricoveri per parto apre riflessioni sull’adeguatezza dell’attuale assetto organizzativo dell’assistenza perinatale, specie nei presidi a più bassa casistica.


Appendice

 Tabella 6. Accessi in Pronto Soccorso (PS) e accessi in Pronto Soccorso che esitano in ricovero in Toscana, 2019-2024 (fonte dati: elaborazioni ARS da SDO e Flusso PS)
Tabella 6  appendice

 Tabella 7. Accessi in Pronto Soccorso (PS) suddivisi per codice triage in Toscana, 2021-2024 (fonte dati: elaborazioni ARS da SDO e Flusso PS)
Tabella 7 appendice 

Tabella 8. Ricoveri ospedalieri per tipologia in Toscana, 2019-2024 (fonte dati: elaborazioni ARS da SDO)
Tabella 8 appendice

 Tabella n.9. Degenza media per tipologia di ricoveri in Toscana, 2019-2024 (fonte dati: elaborazioni ARS da SDO)
Tabella 9 appendice  

Tabella 10. Ricoveri per parto e per parto cesareo in Toscana, 2019-2024 (fonte dati: elaborazioni ARS da SDO)
Tabella 10 appendice

 

A cura di:
M. Marchi, G. Galletti, M. Falcone, S. Forni, F. Ierardi, F. Gemmi - Agenzia regionale di sanità della Toscana

ISTAT aggiorna gli indicatori demografici per il 2024: prosegue l’inverno demografico

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Il 23 aprile scorso è stata presentato al Teatro degli Unanimi di Arcidosso, ad una folta platea di cittadini, amministratori e tecnici, un primo resoconto del progetto InVetta - Indagine di biomonitoraggio e valutazioni epidemiologiche a tutela della salute nei territori dell’Amiata: il progetto che l’Agenzia regionale di sanità della Toscana ha avviato per studiare la salute degli amiatini ed i principali fattori di rischio presenti nell’area. Si tratta di un’indagine su un campione di 2mila persone, di età 18-70 anni, residenti nei comuni dell’Amiata maggiormente interessati dalle emissioni degli impianti geotermici.