Vaccini aggiornati contro le varianti di SARS-CoV2


30/6/2022
Raccogliamo in questa news le novità via via disponibili sui vaccini aggiornati contro le nuove varianti di SARS-CoV-2.

Indice



Il parere degli esperti dell'FDA (28 giugno 2022)

Il 28 giugno la Food and Drug Administration (FDA) ha pubblicato il documento Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee Meeting, nel quale sono state riportate le analisi e le discussioni sui dati necessari per supportare l'autorizzazione dei vaccini contro COVID-19, aggiornati per le varianti.

Come noto, le recenti impennate dei casi COVID-19, sia a livello globale che negli Stati Uniti, sono state associate alla rapida diffusione di varianti SARS-CoV-2 altamente trasmissibili, ad esempio Delta (B.1.617.2) e Omicron (B.1.1.529). La variante Omicron continua ad evolversi in sottolinee che sono state associate con il recente aumento dei tassi di casi COVID-19. Inoltre, le evidenze a livello di popolazione suggeriscono un aumentato rischio di reinfezione associato alla variante Omicron rispetto alle precedenti varianti di SARS-CoV-2.

Mentre i vaccini COVID-19 attualmente autorizzati e approvati sono stati sviluppati sulla base del ceppo ancestrale di Wuhan, le varianti di SARS-CoV-2 recentemente e attualmente in circolazione presentano mutazioni nella proteina S potenzialmente in grado di eludere la risposta immunitaria indotta dal vaccino.

Sebbene i vaccini attualmente disponibili abbiano mantenuto un certo livello di efficacia soprattutto nei confronti di esiti di malattia più gravi (ospedalizzazione e morte), i risultati degli studi osservazionali hanno mostrato una riduzione dell’efficacia contro alcune varianti (in particolare Omicron). L'esperienza israeliana suggerisce che una seconda dose di richiamo (quarta dose) con il vaccino Pfizer-BioNTech in adulti di età ≥ 60 anni migliora complessivamente l’efficacia (riduzione della mortalità), mentre l'efficacia contro la forma lieve appare diminuire durante un periodo di follow-up di 10 settimane.

Secondo gli esperti della FDA, i potenziali benefici offerti da un vaccino aggiornato dovrà essere soppesato rispetto a molteplici incertezze, comprese quelle relative alla futura evoluzione del virus, alla scarsità di dati sull'efficacia clinica dei vaccini aggiornati rispetto ai precedenti prototipi e ai potenziali problemi di produzione che ne potrebbero derivare.

Studi per valutare efficacia dei vaccini aggiornati per le varianti
Considerando l'attuale epidemiologia, alcuni studi hanno già confrontato l’efficacia dei vaccini prototipi rispetto ai vaccini candidati (mRNA-1273.214 di Moderna e mRNA BNT162b2 OMI di Pfizer) aggiornati per le varianti.

Nello specifico, negli studi condotti per valutare l’efficacia del vaccino a mRNA Moderna (mRNA-1273.214, bivalente), adulti di età ≥ 18 anni precedentemente non infetti hanno ricevuto un 2° richiamo (4° dose) o con il vaccino prototipo mRNA-1273 (N=260; 50 µg di mRNA che codifica per la proteina S) o con il vaccino bivalente mRNA-1273.214 (N=334; vaccino contenente 25 µg di mRNA codificante la proteina S prototipo e mRNA che codifica per la proteina S di Omicron/BA.1 S). I risultati dello studio hanno mostrato che il booster bivalente mRNA-1273.214 ha suscitato una risposta anticorpale neutralizzante contro SARS-CoV-2 ancestrale con un più alto titolo della media geometrica (GMT) (5977; IC 95%: 5322,6713) rispetto al booster protipo mRNA-1273 (5649; IC 95%: 5057, 6311) e con un rapporto di 1,22 (IC 95%: 1,08, 1,37); inoltre, il booster bivalente mRNA-1273.214 ha suscitato una risposta anticorpale neutralizzante superiore contro Omicron/BA.1 SARS-CoV-2 rispetto al vaccino prototipo, ovvero di 2372 (IC 95%: 2071, 2718) rispetto a 1473 (IC 95%: 1271, 1708), con un rapporto di 1,75. I risultati di questo studio suggeriscono, pertanto, che un vaccino aggiornato contro Omicron per il 2° booster potrebbe migliorare la risposta anticorpale neutralizzante contro Omicron/BA.1 rispetto al vaccino prototipo.

Negli studi condotti per valutare l’efficacia del vaccino a mRNA di Pfizer e BioNTech (mRNA BNT162b2 OMI), adulti di età compresa tra i 18 e i 55 anni con o senza evidenza di precedente infezione hanno ricevuto un 2° richiamo (4a dose) di BNT162b2 (30 µg di vaccino mRNA prototipo) o vaccino BNT162b2 OMI (30 µg di Omicron mRNA). Nell'analisi di immunogenicità primaria dei partecipanti senza evidenza di infezione precedente, BNT162b2 OMI ha suscitato una risposta anticorpale neutralizzante simile al vaccino prototipo nei confronti di SARS-CoV-2 ancestrale, mentre ha suscitato una risposta anticorpale neutralizzante superiore contro la variante Omicron, ovvero con un titolo della media geometrica di 1929 rispetto a 1100 e con un rapporto di 1,75. In un secondo studio in soggetti di età ≥55 anni, l’efficacia del vaccino monovalente alle dosi di 30 e 60 µg e quella del vaccino bivalente (BNT162b2 + BNT162b2 OMI) alle stesse dosi è stata confrontata con il vaccino prototipo BNT162b2 (30 µg). In ciascun gruppo sono stati randomizzati circa 300 soggetti precedentemente vaccinati. Le analisi di immunogenicità suggeriscono che sia il vaccino monovalente contro Omicron che quello bivalente sono in grado di migliorare la risposta anticorpale neutralizzante contro Omicron BA.

In conclusione, i dati attualmente disponibili indicano che i vaccini COVID-19 autorizzati e approvati basati sul ceppo ancestrale di Wuhan (vaccini prototipo) continuano a fornire protezione contro la maggior parte delle forme gravi di COVID-19 causate dalle varianti predominanti di SARS-CoV-2. Tuttavia, tale protezione risulta diminuita con Omicron rispetto alle varianti precedentemente circolanti, e potrebbe essere soggetta a diminuire ulteriormente nelle popolazioni a più alto rischio di sviluppare una forma grave di COVID-19 ed inficiata dalle nuove varianti emergenti. Sulla base di ciò, il gruppo di esperti indipendenti della Food and Drug Administration ha votato sostanzialmente a favore (19 contro 2) dei vaccini aggiornati per le varianti. Tale raccomandazione è attualmente in corso di valutazione da parte della FDA.

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La posizione dell'OMS (17 giugno 2022)

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) con il supporto dello Strategic Advisory Group of Experts (SAGE) on Immunization e del suo gruppo di lavoro sui vaccini contro COVID-19 sta continuando ad esaminare i risultati degli studi sui vaccini aggiornati contro le nuove varianti.

Nello specifico, il gruppo consultivo tecnico dell'OMS sulla composizione del vaccino contro COVID-19 (TAG-CO-VAC) sta valutando l’impatto delle varianti di SARS-CoV-2 sull’efficacia dei vaccini, inizialmente sviluppati contro il virus ancestrale, al fine di emettere raccomandazioni quando i vaccini aggiornati contro le varianti di SARS-CoV2 avranno ricevuto dall'OMS l'autorizzazione all'uso di emergenza o l'approvazione da parte di una rigorosa autorità di regolamentazione nazionale.

L'evoluzione continua e sostanziale della proteina spike (S) del virus SARS-CoV-2, con conseguenti cambiamenti genetici del virus, hanno portato a differenti varianti di preoccupazione (VOC), con una loro diffusione a ondate. Le varianti presentavano differenti gradi di evasione immunitaria, infatti, alcune mostravano una riduzione dell’efficacia dei vaccini contro COVID-19, dipendente da vari fattori tra cui il tempo intercorso dalla somministrazione dell’ultima dose. Come noto, da gennaio a giugno 2022, la variante SARS-CoV-2 dominante a livello globale è stata la variante Omicron, con l'emergere di ulteriori sottotipi.

Il TAG-CO-VAC ha recentemente evidenziato che l'uso dei vaccini attualmente autorizzati (ciclo primario + dosi di richiamo) conferisce alti livelli di protezione contro malattie gravi e morte per tutte le varianti, inclusa la Omicron.È tuttavia auspicabile ottenere l'immunità contro la più vasta gamma possibile di varianti della proteina S per mantenere e, potenzialmente, migliorare la protezione contro le future varianti.

A tal proposito, il principale obiettivo dello sviluppo e dell'implementazione di vaccini aggiornati contro le varianti è proprio quello di migliorare l'entità, la durata e l'ampiezza dell'immunità offerta dai vaccini contro COVID-19, con un conseguente migliore impatto sulla salute pubblica e mitigando i rischi sociali ed economici dell’infezione e della malattia causata da SARS-CoV-2. Sebbene gli attuali vaccini contro COVID-19 abbiano mantenuto un'elevata protezione contro malattie gravi e morte anche in presenza di un’elevata diffusione delle varianti, i vaccini aggiornati contro le varianti dovrebbero essere in grado di fornire una protezione ancora maggiore e più duratura contro malattie gravi e morte e fornire una protezione più ampia contro future varianti ancora più antigenicamente distanti dal virus ancestrale. L’ottenimento di una migliore protezione contro le malattie sintomatiche e, persino, contro la trasmissione del virus sarebbe un ulteriore vantaggio desiderato. Attualmente, l'aumento dei tassi di copertura vaccinale e l'elevata esposizione a Omicron hanno portato ad un aumento dell'immunità a livello di popolazione in molti paesi. Tuttavia, il grado e la durata dell'immunità protettiva risultanti rimangono incerti, pertanto, i vaccini aggiornati contro le varianti potrebbero potenzialmente ripristinare la protezione sia a livello individuale che di popolazione.

In conclusione, l'OMS continuerà il monitoraggio dell’epidemiologia di COVID-19, la sorveglianza genomica e fenotipica, la valutazione dei risultati degli studi sull'efficacia dei vaccini, in particolare dei vaccini aggiornati contro le varianti e di una loro eventuale introduzione nei programmi di vaccinazione. Dato che gli attuali vaccini continuano a mostrare una forte protezione contro malattie gravi e morte, il raggiungimento di tassi di copertura elevati con il ciclo primario e con dosi di richiamo soprattutto nei gruppi ad alto rischio rimane la priorità.

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A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




Per approfondire

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