Rischi di ricovero e morte associati alle varianti Omicron e Delta: i risultati di uno studio inglese

Il preprint su The Lancet


10/2/2022
Sono stati pubblicati come preprint i risultati dello studio Comparative analysis of the risks of hospitalisation and death associated with SARS-CoV-2 Omicron (B.1.1.529) and Delta (B.1.617.2) variants in England. Lo studio ha valutato, sulla base di dataset inglesi, il rischio di ricovero e decesso in base all’età dei soggetti con infezione da variante Omicron di SARS-CoV2 rispetto a quelli con variante Delta e, inoltre, di descrivere come risulta modificata la gravità della malattia a seguito dell'immunità dovuta alla vaccinazione oppure ad una pregressa infezione.

Come noto, durante la pandemia di COVID-19 del 2020-2022, sono emerse numerose varianti di SARS-CoV-2, differenti per grado di trasmissibilità e livello di gravità. La variante Omicron (B.1.1.529) è stata segnalata per la prima volta in Sud Africa il 24 novembre 2021 ed è stata designata come variante di preoccupazione (VOC) dall'OMS il 26 novembre 2021, rappresentando l’85% dei casi a gennaio 2022 a livello globale. La variante Delta (B.1.617.2) è stata la variante dominante in Inghilterra da maggio a dicembre 2021: Dda novembre, il numero di casi confermati di Omicron è aumentato esponenzialmente, fino a raggiungere in Inghilterra più del 99% di tutti i casi sequenziati.

In Inghilterra i dati relativi ai casi di COVID-19 sono riportati dai laboratorii di analisi all'UKHSA (UK Health Security Agency), che mantiene traccia di tutte le persone che hanno avuto un'infezione da SARS-CoV-2 confermata, dei decessi associati a COVID-19, degli episodi di reinfezione, del fallimento del bersaglio del gene S (SGTF), utilizzato come marker per la variante Omicron, e dei risultati dei test di sequenziamento e genotipizzazione. Le vaccinazioni anti-SARS-CoV2 vengono registrate nel National Immunisation Management Service (NIMS), i dati sulle ammissioni per Covid 19 ospedaliere nel Data Set del Pronto Soccorso (ECDS) e Secondary Uses Service (SUS). Questi set di dati sono collegati tra di loro ed al data set del National Health Service (NHS) attraverso un numero identificativo univoco per ciascun individuo.

I risultati provenienti dall’analisi dei dati hanno mostrato che tra il 22 novembre 2021 e il 9 gennaio 2022 in Inghilterra sono stati rilevati 4.135.042 casi di COVID-19, di cui 1.516.533 casi (37%) disponevano della definizione delle varianti mediante sequenziamento, per cui rientravano nei criteri di inclusione per l’analisi. Questi comprendevano 448.797 casi Delta e 1.067.736 Omicron, di cui l'1,3% (5.977) dei casi Delta e il 9,6% (102.842) dei casi Omicron rappresentavano reinfezioni di persone con pregressa infezione, documentata 90 o più giorni prima dell'ultima infezione confermata. I

La stima dell'eventuale ricovero ospedaliero fino a 14 giorni dopo un test positivo o positivo durante la degenza ospedaliera (endpoint meno grave e meno specifico per COVID-19), evidenziava un rischio di ricovero inferiore del 41% con Omicron rispetto alla variante Delta, mediamente su tutte le fasce di età e per stato vaccinale. La riduzione era del 59% per ricovero ospedaliero fino a 14 giorni dopo un test positivo e del 69% per rischio di morte entro 28 giorni da un test positivo (endpoint ospedaliero più grave e specifico). I risultati mostrano che la riduzione del rischio è fortemente dipendente dall'età. Nei casi confermati di età compresa tra 0 e 9 anni, il rischio (molto basso) di ospedalizzazione per l'infezione da Omicron non era differente per l’Infezione Delta, mentre in quelli di età superiore ai 20 anni veniva stimata una riduzione statisticamente significativa del rischio di ricovero per Omicron rispetto a Delta. Nei casi di età pari o superiore a 50 anni, la riduzione stimata del rischio di ricovero era compresa tra il 50 e il 75% a seconda dell'endpoint esaminato. La riduzione della gravità era inferiore per le persone di età superiore agli 80 anni, ma comunque superiore al 50% per la maggior parte degli endpoint considerati.

E’ importante sottolineare che nel momento in cui è emersa la variante Omicron, c’era un alto livello di immunità nella popolazione inglese sia dovuta alla vaccinazione sia alla precedente infezione. È stata stimata una maggiore riduzione del rischio di ricovero e decesso nei casi non vaccinati per la variante Omicron rispetto alla variante Delta. La protezione relativa (rispetto ai non vaccinati) contro il ricovero ospedaliero a seguito di infezione con Omicron era rimasta al di sopra del 70% per tutte le categorie di vaccinazione (serie primaria e terza dose).

In conclusione, il rischio di esiti gravi a seguito dell'infezione da SARS-CoV-2 era sostanzialmente inferiore per Omicron rispetto alla variante Delta, con riduzioni più elevate per endpoint più gravi e variazioni significative con l'età. Il basso rischio di ricovero ospedaliero nei bambini di età inferiore a 10 anni non differiva significativamente per variante, mentre i soggetti di età compresa tra 60-69 anni presentavano un rischio di ricovero ospedaliero ridotto di circa il 75% con Omicron rispetto a Delta. Nei soggetti non vaccinati, una pregressa infezione da SARS-CoV2 era associata con una riduzione del rischio di ricovero e morte in caso di reinfezione con la variante Omicron; nei soggetti vaccinati il rischio di morte diminuiva ulteriormente.

La dose booster con vaccini a mRNA manteneva una protezione superiore al 70% contro il ricovero e la morte da Omicron.

A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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