Variante Omicron, gli aggiornamenti OMS e ECDC


3/12/2021

Variante Omicron: il report e le azioni prioritarie raccomandate dall'OMS

Il 26 novembre 2021, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) - sulla base del parere del Technical Advisory Group on Virus Evolution - ha classificato la variante Omicron (B.1.1.529) come variante di preoccupazione.

Il recente report dell’OMS Enhancing Readiness for Omicron (B.1.1.529): Technical Brief and Priority Actions for Member States, sottolinea che Omicron (appartenente al lignaggio Pango B.1.1.529, Nextstrain clade 21K, GISAID clade GR/484) presenta un elevato numero di mutazioni (45-52), tra cui 26-32 nella Spike, alcune delle quali sono preoccupanti in quanto potenzialmente in grado di sfuggire al sistema immunitario e di causare una maggiore trasmissibilità. Tuttavia, permangono ancora notevoli incertezze su quanto sia trasmissibile la variante e se eventuali aumenti della diffusione siano da correlare ad una fuga immunitaria oppure ad un’aumentata trasmissibilità intrinseca oppure ad entrambe le cause. Studi preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante. Al momento, non è ancora chiaro quanto i vaccini riescano a proteggere dall’infezione contro questa variante, dalla trasmissione, dalle differenti manifestazioni cliniche di COVID-19 e dalla morte.

La variante B.1.1.529 è stata segnalata all'OMS dal Sudafrica per la prima volta il 24 novembre 2021 e attualmente è stata segnalata in diversi paesi in quattro regioni dell'OMS (regioni dell'Africa, del Mediterraneo orientale, dell'Europa e del Pacifico occidentale). La maggior parte dei casi identificati in questi paesi erano legati ai viaggi. Il rischio complessivo relativo alla nuova variante di preoccupazione Omicron è considerato molto elevato sia perché il rischio globale di COVID-19 è ancora alto sia perché evidenze preliminari su Omicron suggeriscono, come suddetto, che potrebbe essere potenzialmente in grado di sfuggire alla risposta immunitaria (a causa della presenza di più mutazioni della proteina Spike nel dominio di legame al recettore) ed essere maggiormente trasmissibile. Tuttavia, sarebbe difficilmente prevedibile che Omicron riesca a sfuggire anche alla risposta immunitaria cellulo-mediata.

Sulla base della valutazione del rischio, l’OMS raccomanda alcune azioni prioritarie per contrastare la diffusione della nuova variante di preoccupazione Omicron, tra cui il miglioramento della sorveglianza e del sequenziamento finalizzata ad una migliore conoscenza della circolazione dell’infezione da SARS-CoV-2.

Dal punto di vista diagnostico, diversi laboratori hanno dimostrato che per un test PCR ampiamente utilizzato, uno dei tre geni bersaglio non viene rilevato (dropout del gene S o fallimento del bersaglio del gene S) e questo test può quindi essere utilizzato come marker per questa variante, in attesa della conferma attraverso il sequenziamento. Usando questo approccio, questa variante è stata rilevata molto più velocemente rispetto alle precedenti varianti. Sebbene la maggior parte dei test diagnostici continui ad essere attendibile ed in grado di rilevare la variante di preoccupazione Omicron, sono in corso studi per valutare se alcuni test diagnostici rapidi basati sull'antigene di SARS-CoV-2 (AgRDT) possono essere influenzati da questa variante. Nei paesi che hanno la possibilità di effettuare il sequenziamento, l'OMS consiglia che un sottoinsieme rappresentativo di casi confermati di SARS-CoV-2 sia sequenziato. Oltre ai campioni selezionati casualmente per ottenere la rappresentatività, i criteri di selezione del campionamento dovrebbe includere casi di eventi di trasmissione insoliti, presentazione/gravità inaspettata della malattia, stato della vaccinazione, reinfezione, pazienti gravemente malati e pazienti con collegamenti epidemiologici noti a contesti di trasmissione di Omicron.

L'OMS consiglia la comunicazione tempestiva dei dati genomici e la raccolta tempestiva dei metadati, inclusi i dati clinici ed epidemiologici per un'attenta interpretazione dei risultati. Viene, inoltre, sottolineata la necessità che tutti i test SARS-CoV-2 positivi siano collegati ad azioni di sanità pubblica per garantire non solo le cure cliniche adeguate ma anche per effettuare la ricerca dei contatti finalizzata a spezzare le catene di trasmissione.

Nonostante alcune incertezze, è abbastanza ragionevole presumere che i vaccini attualmente disponibili offrano una certa protezione contro malattie gravi e morte. Pertanto, gli sforzi attuali delle autorità sanitarie pubbliche dovrebbero essere rivolti ad intensificare e accelerare la copertura vaccinale contro COVID-19 in tutte le popolazioni ammissibili, ma con priorità per le popolazioni (anziani, operatori sanitari e con comorbidità) ad alto rischio per malattia grave che non sono stati ancora vaccinati o non ancora completamente vaccinati.

Variante Omicron: aggiornamento epidemiologico in Europa a cura dell'ECDC

Secondo i dati riportati dall'European center for disease prevention and control (ECDC)  nella sezione web Pubblications & data dell’ (ECDC) con il documento Threat Assessment Brief: Implications of the further emergence and spread of the SARS CoV 2 B.1.1.529 variant of concern (Omicron) for the EU/EEA first update, sono stati segnalati casi di variante Omicron da 13 paesi dell'Unione europea e dello Spazio economico europeo (UE/SEE). Nello specifico: 3 in Austria, 2 in Belgio, 1 in Repubblica Ceca, 4 in Danimarca, 1 in Francia a Réunion, 10 in Germania, 1 in Irlanda, 9 in Italia, 16 nei Paesi Bassi, 4 in Norvegia, 14 in Portogallo, 2 in Spagna e 3 in Svezia. La maggior parte dei casi confermati presentava una storia di viaggi in paesi dell'Africa meridionale, oppure voli in coincidenza in altre destinazioni comprese tra l'Africa e l'Europa. I casi per i quali erano disponibili informazioni risultavano asintomatici o con sintomi lievi; non veniva rilevato nessun caso grave e nessun decesso.È necessario, tuttavia, sottolineare che gli esiti di gravità spesso richiedono diverse settimane per accumularsi e più tempo per essere evidenti a livello di popolazione, con impatto sui tassi di ospedalizzazione. Inoltre, la maggior parte dei casi rilevati nell'UE/SEE per cui sono disponibili i dati sull'età e sullo stato di vaccinazione fino ad oggi non erano di età avanzata ed erano completamente vaccinati. I dati provenienti dal Sudafrica indicano, invece, un aumento dei ricoveri ospedalieri di casi COVID-19 nella provincia di Gauteng, in concomitanza con la crescente predominanza della variante Omicron tra i casi di COVID-19 segnalati. Le stime attuali sulla gravità di Omicron rimangono altamente incerte, saranno pertanto necessari ulteriori studi sui casi identificati e stratificati per fascia di età, infezione precedente e stato vaccinale, per avere stime più attendibili.

In accordo con quanto riportato dall’OMS, anche l’ECDC sulla base delle attuali evidenze, pone l’accento sul fatto che la variante Omicron potrebbe essere associata ad una significativa riduzione dell'efficacia del vaccino e ad un aumento del rischio di reinfezione, sebbene non sia ancora noto il grado di protezione contro le malattie gravi conferito da una pregressa infezione da COVID-19 o dalla vaccinazione. A causa del gran numero di mutazioni nella proteina spike dell'Omicron, è stata anche ipotizzata una ridotta efficacia delle terapie antivirali con anticorpi monoclonali che prendono di mira questa proteina di SARS-CoV-2.

L'impatto dell'ulteriore introduzione e diffusione di questa variante potrebbe essere molto elevato, ma necessita di essere valutato man mano che emergeranno ulteriori informazioni.

Secondo l’ECDC la dose booster dovrebbe essere presa in considerazione nelle persone di età pari o superiore a 40 anni, mirando prima ai più vulnerabili e agli anziani e successivamente a tutti gli adulti di età ≥ 18 anni dopo il completamento del ciclo primario.

Gli interventi non farmaceutici (NPI, ovvero le misure di distanziamento fisico, la garanzia di un'adeguata ventilazione negli spazi chiusi, il mantenimento delle misure di igiene delle mani e delle vie respiratorie, l'uso appropriato di mascherine per il viso e la permanenza a casa in caso di malattia) che si sono dimostrati molto efficaci nel ridurre la trasmissione dell'infezione dovrebbero continuare ad essere attuati, anche tenendo conto della nuova variante Omicron. Le misure relative ai viaggi dovrebbero essere considerate temporaneamente e riviste/aggiornate in base alla situazione epidemiologica.


A cura di:

  • Cristina Stasi, Centro interdipartimentale di epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, AOU Careggi
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana




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