Sfide nell'accesso equo ai vaccini COVID-19 per le popolazioni migranti in Europa


30/6/2021
Le sfide legate al contenimento dell’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno recentemente posto l’accento sull’incremento delle diseguaglianze in ambito sanitario. La pandemia, infatti, ha colpito in modo sproporzionato le comunità vulnerabili come i migranti, i quali si sono trovati senza protezione e pertanto sovraesposti all’infezione.

Nel Volume 6 del 2021 del The Lancet Regional Health - Europe è stato pubblicato l’articolo Challenges in the equitable access to COVID-19 vaccines for migrant populations in Europe, il quale fornisce una panoramica sulle pratiche adottate dai paesi europei in risposta alla pandemia da COVID-19, esponendo le politiche nazionali in materia di migrazione e salute pubblica. L’articolo prende in esame le risposte politiche dei diversi paesi legate all’avvio delle campagne vaccinali, illustrando con particolare attenzione le modalità di inclusione o meno delle popolazioni migranti all’interno dei piani di vaccinazione. I risultati mostrano come i migranti nei paesi ad alto reddito siano a maggior rischio di contrarre la SARS-CoV-2 e come raggiungere la popolazione migrante con le campagne vaccinali rappresenti una sfida che rischia di minare la garanzia di un’equità nell’accesso ai servizi sanitari.

L’articolo sottolinea come l’emergenza COVID-19 abbia aggravato le sfide già esistenti per i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati, specialmente per quanto riguarda:

  • condizioni alloggiative sovraffollate, che determinano un maggior rischio di trasmissione virale
  • condizioni di lavoro rischiose per la salute, associate ad una maggiore esposizione dovuta ad uno stretto contatto in posti di lavoro al di sotto degli standard, con il rischio di aumento potenziale delle interazioni fisiche e quindi maggiore probabilità di contagio
  • limitata consapevolezza delle misure di prevenzione, dovuta all'assenza di una strategia coerente di informazione sanitaria per le comunità culturalmente e linguisticamente diverse.
Gli autori pongono l’accento su alcune delle cause che concorrono ad aumentare le diseguaglianze in popolazioni vulnerabili come i migranti, derivanti soprattutto da fattori socioeconomici che contribuiscono ad un’inefficace adozione delle misure di contenimento della pandemia. Ad esempio, la copertura meno estesa da parte dei sistemi sanitari nazionali, l’impossibilità di adottare misure adeguate di isolamento sociale, la paura della deportazione o l'incapacità di comunicare e seguire le complesse procedure burocratiche, sono tutti fattori che concorrono all’emarginazione di popolazioni vulnerabili di questo tipo.

L’articolo sottolinea che, a dicembre 2020, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) aveva pubblicato il rapporto COVID-19 vaccination and prioritisation strategies in the EU/EEA, che includeva migranti e rifugiati come potenziali popolazioni target nelle campagne di vaccinazione. A tale proposito, gli autori evidenziano come, nonostante gli sforzi delle organizzazioni internazionali per aumentare la consapevolezza e gli obblighi degli Stati membri, solo alcuni di essi hanno menzionato esplicitamente i migranti nei loro piani di vaccinazione, mentre pochi li hanno inclusi come gruppo prioritario.

Nello specifico:

  • La Germania ha incluso i richiedenti asilo e il personale delle strutture per richiedenti asilo e dei rifugi per senzatetto nel loro secondo gruppo di priorità ; la Spagna ha inserito i migranti in due diversi gruppi di priorità: "persone che vivono o lavorano in comunità o ambienti chiusi" e "persone appartenenti a popolazioni vulnerabili a causa della loro situazione socioeconomica”.
  • In Portogallo, quando è stato dichiarato lo stato di emergenza nel marzo 2020, la vaccinazione COVID-19 è stata aperta universalmente a tutti gli individui presenti nel paese ed è stata concessa la la residenza temporanea a migranti e richiedenti asilo che avevano domande di residenza pendenti.
  • In Italia, il piano strategico italiano COVID-19 non menziona esplicitamente né include i migranti in alcun gruppo target. Nonostante l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) affermi che ogni cittadino può essere vaccinato indipendentemente dal suo status amministrativo-giudiziario, l'attuale sistema di prenotazione è accessibile solo attraverso un numero di sicurezza sociale, rendendo difficile l'accesso alla vaccinazione per i migranti senza documenti.
  • I migranti che vivono nel Regno Unito sono idonei a ricevere i vaccini COVID-19 indipendentemente dal loro status ma non sono stati elencati come gruppo prioritario.
  • Infine, in Francia il Ministero della Salute affermato che gli stranieri o i senzatetto potranno essere vaccinati anche se non hanno un numero di sicurezza sociale. Ciononostante, secondo il piano strategico francese le vaccinazioni sono basate sull'indirizzo di domicilio e sulla situazione lavorativa che il cittadino svolge nella nazione, rendendo l'inclusione pratica dei migranti illegali molto difficile.
I dati riportati dagli autori delineano uno scenario in cui l'esclusione dei migranti privi di documenti dai piani di vaccinazione contro COVID-19 può portare al fallimento nello sviluppo e nell'attuazione di interventi specifici finalizzati al raggiungimento dell’immunizzazione. Per questo motivo, l’articolo ribadisce che gli Stati membri dell'UE dovrebbero assicurare collettivamente un'implementazione coerente delle politiche sanitarie, identificando le barriere e i fattori comportamentali che influenzano l'adozione della vaccinazione tra i migranti.

In conclusione, le strategie di salute pubblica inclusive sono cruciali per contenere efficacemente le epidemie, poiché il rischio di un peggioramento della situazione epidemica è altamente probabile quando gruppi specifici di persone, o comunità, restano esclusi dai programmi nazionali di vaccinazione.

Come dichiarato dall'Agenda globale 2030, anche i migranti, indipendentemente dal loro status legale, devono essere inclusi nelle strategie di salute pubblica, per abbracciare il diritto universale alla salute e raggiungere l'obiettivo della Copertura Sanitaria Universale.


A cura di:
  • Caterina Milli,  Agenzia regionale di sanità della Toscana




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