Dinamica delle risposte anticorpali neutralizzanti SARS-CoV-2 e durata dell'immunità: lo studio longitudinale pubblicato su Lancet


1/4/2021
Recentemente, numerosi gruppi di ricerca si stanno occupando del tema dell’immunità, studiando la diminuzione dei livelli degli anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 nei pazienti che hanno superato la malattia o che sono stati sottoposti a vaccinazione.

A questo proposito la rivista The Lancet ha pubblicato l'interessante articolo Dynamics of SARS-CoV-2 neutralising antibody responses and duration of immunity: a longitudinal study, in cui i ricercatori hanno indagato i valori di picco, le dinamiche di riduzione degli anticorpi neutralizzanti e la maturazione delle IgG in correlazione con parametri clinici osservati in pazienti dopo il ricovero per Covid-19.

Si tratta di uno studio longitudinale, che ha coinvolto 517 pazienti dei quali 288 hanno acconsentito al follow-up ambulatoriale della durata di 180 giorni dall’inizio della sintomatologia. Dei pazienti che hanno dato il consenso, sono stati seguiti longitudinalmente 164 pazienti poiché presentavano adeguati campioni di sangue per l’effettuazione delle analisi di laboratorio con un totale di 546 campioni di siero raccolti sia durante il ricovero che alla dimissione, inclusi 128 campioni di sangue prelevati fino a 180 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. Il cambiamento temporale e i livelli di anticorpi neutralizzanti sono stati classificati in cinque gruppi e utilizzati per prevedere la longevità dell'immunità anticorpale neutralizzante.

La ripartizione del numero di campioni in ogni punto temporale era il seguente: 64 campioni a 14 giorni dall’insorgenza dei sintomi, 39 campioni a 21 giorni dall'insorgenza dei sintomi, 127 campioni a 28 giorni dall'insorgenza dei sintomi, 30 campioni a 60 giorni dall'insorgenza dei sintomi, 158 campioni a 90 giorni e 128 campioni a 180 giorni dall'insorgenza dei sintomi. Il 26% (n=42) dei pazienti erano donne, e l'età media era di 44 anni. Il 44% dei 164 pazienti aveva almeno una comorbidità (ipertensione, diabete). Nessun paziente aveva una storia documentata di pregressa infezione da SARS-CoV-2.

In base all’andamento della retta di regressione (pendenza) e al superamento della soglia di significatività di inibizione stabilita al 30%, sono stati identificati cinque modelli distintivi di dinamica degli anticorpi neutralizzanti:

  • negativo, individui che non hanno sviluppato, agli intervalli adottati nello studio, anticorpi neutralizzanti al livello di inibizione del 30%: 19 pazienti [12%] su 164
  • rapida diminuzione, individui che avevano livelli variabili di anticorpi neutralizzanti da circa 20 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, ma sono regrediti in meno di 180 giorni: 44 pazienti  [27%] su 164
  • lenta diminuzione, individui che sono rimasti positivi agli anticorpi neutralizzanti 180 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi: 52 pazienti [29%] su 164
  • persistenti, sebbene con livelli di picco variabili di anticorpi neutralizzanti, questi individui presentavano un decadimento anticorpale neutralizzante minimo: 52 pazienti [32%] su 164
  • risposta ritardata, un piccolo gruppo ha mostrato un aumento inaspettato di anticorpi neutralizzanti durante la convalescenza tardiva (a 90 o 180 giorni dall'esordio dei sintomi: 3 pazienti [2%] su 164.
Gli autori sottolineano che il meccanismo e il significato di questo risultato non è chiaro.

Per quanto riguarda le IgG, le analisi hanno mostrato tre importanti risultati: i livelli di avidità degli anticorpi IgG leganti il dominio di legame del recettore (RBD) erano correlati ai livelli e ai tassi di diminuzione dell'anticorpo neutralizzante in tutti i gruppi di pazienti; per i gruppi: negativo, a rapido e a lento declino, il cambiamento dell’avidità era dovuto ad una cinetica bifasica caratterizzata da un aumento più rapido nella prima fase (dai giorni 15–30 dopo l'insorgenza dei sintomi) rispetto alla seconda fase (dai giorni 31–180 dall’insorgenza dei sintomi); nel gruppo persistente, l'avidità ha raggiunto un livello elevato molto presto (15-30 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi) e ha mostrato un cambiamento bifasico meno evidente.

Per indagare la possibile correlazione fra livelli di citochine e declino degli anticorpi, è stata effettuata una profilazione delle concentrazioni di citochine e chemochine e fattore della crescita nel plasma a 30 e 180 giorni dall'insorgenza dei sintomi in tutti i gruppi di pazienti. I livelli più alti sono stati osservati nel gruppo persistente rispetto a tutti gli altri gruppi.

Al contrario, le risposte delle cellule T erano simili tra i diversi gruppi.

Ulteriori differenze nella persistenza degli anticorpi neutralizzanti è stata associata a fattori quali l’età, la presenza di comorbidità e sintomatologia con una progressione graduale dal gruppo negativo al gruppo persistente, per cui i pazienti con una più elevata persistenza anticorpale erano più anziani e presentavano comorbidità quali ipertensione e diabete.

Sulla base delle diverse dinamiche di decadimento, i ricercatori hanno stabilito un algoritmo di predizione, che ha rivelato un'ampia gamma di longevità degli anticorpi neutralizzanti, che varia da circa 40 giorni a molti decenni.

Pertanto, nonostante le dinamiche di risposta anticorpale neutralizzante nei pazienti sopravvissuti a COVID-19 varino notevolmente, e la previsione della longevità immunitaria possa essere determinata con precisione solo a livello individuale, gli autori sottolineano l'importanza dell’associazione esistente fra gruppo con risposta immunitaria persistente, livelli più elevati di citochine e chemochine e gravità della malattia.

Sebbene siano necessari studi clinici ed epidemiologici per rispondere a importanti domande cliniche riguardanti l'immunità protettiva a lungo termine e il livello di anticorpi neutralizzanti, i risultati raggiunti potrebbero avere implicazioni sostanziali in termini d’immunità di popolazione.


A cura di:

  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




Per approfondire

box sezione tematica nuovo coronavirus