La luce in fondo al tunnel della pandemia: cosa fare per uscirne più velocemente

A cura di: F.Voller, F.Profili, S.Bartolacci, M.Razzanelli, M. Santini


30/12/2020
Domani si chiude l’annus horribilis del Covid 19: la campagna di vaccinazione, con il primo vaccino disponibile, è iniziata pochi giorni fa in tutta Europa, ci affacciamo al nuovo anno con una rinnovata speranza di aver trovato la soluzione definitiva al diffondersi dell’epidemia.  Cerchiamo quindi di capire con quali dati chiudiamo quest’anno in Toscana e cosa ci aspetta nei prossimi mesi. 
È indubbio che la situazione in Toscana, rispetto al contesto nazionale, sia assolutamente migliore, per l’effetto combinato delle misure di limitazione che si sono succedute con i vari Dpcm di ottobre e novembre e delle misure di correzione che la Regione ha messo in atto, con potenziamento del tracciamento innanzitutto.
Premettiamo che in questi giorni di festività è più complicato leggere il reale andamento dei dati per la diminuzione dei tamponi effettuati: la minore domanda che arriva dalla popolazione si somma anche alla ridotta capacità del sistema di processare i tamponi. A questo va aggiunto il dato dei test antigenici rapidi il cui massiccio utilizzo, sopratutto in alcune regioni come Lazio e Veneto, non permettono una lettura chiara del rapporto tra positivi e testati. 

La figura successiva confronta l’andamento medio settimanale dei tassi di incidenza dei nuovi positivi per 100mila abitanti della Toscana e dell’Italia, dall’inizio dell’epidemia: la Toscana che a ottobre era in difficoltà anche nel confronto con la media italiana vede una forte diminuzione dei tassi in tutte le settimane di novembre e di dicembre, con una decrescita molto più sostenuta di quella italiana. Nella figura riportiamo anche i dati della Regione Veneto che in questa fase pare essere la regione che contribuisce principalmente all’andamento nazionale quanto a contagi. Riteniamo che qualcosa dovrà essere ripensato per quanto riguarda il sistema di monitoraggio del Ministero che ha sistemato questa regione nei colori a minor rischio concorrendo di fatto ad una maggiore circolazione del virus.

Figura 1: Tasso di incidenza settimanale dei nuovi positivi al Sars Cov 2. Valori x100.000 abitanti. Toscana Veneto ed Italia, marzo-dicembre 2020.
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Dobbiamo rilevare che la Toscana, nonostante sia stata notevolmente più colpita da questa seconda ondata rispetto alla prima, è stabilmente tra le 3 regioni con minor tasso di nuovi positivi nelle ultime 4 settimane ed è così oramai rientrata su valori simili alla media italiana, come testimoniano anche le due figure sottostanti riferite ai dati di contagiosità per Sars Cov2 suddivisi per prima ondata (marzo- agosto) e seconda ondata dell’epidemia (1 settembre ad oggi), per regione. Sono di nuovo le regioni del nord Italia nella seconda ondata, come nella prima, a detenere il primato dei tassi di nuovi positivi, anche se la differenza con il sud ed il centro Italia è adesso meno contenuta. 

Figura 2. Tasso di incidenza dei nuovi positivi al Sars Cov 2. Valori x100.000 abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.
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La percentuale di nuovi positivi tra le persone testate è scesa sotto al 15% nell’ultima settimana in Toscana, dopo aver raggiunto il picco del 29% un mese fa. In Italia si attesta al 27%. Non rientrano in questo calcolo i tamponi rapidi antigenici, per i quali al momento non conosciamo l’esito (negativo o positivo confermato da tampone molecolare) e questo limita anche il confronto tra regioni, avendo ognuna politiche diverse per l’esecuzione di questi test. Ricordiamo che sotto il 10% è la soglia che ci permette di affermare che oltre per i casi anche il tracciamento dei contatti è stato svolto in modo del tutto soddisfacente. Un obbiettivo quindi vicino.

Figura 3. Percentuale di nuovi positivi Sars Cov 2 tra le persone testate. Toscana e Italia, aprile-dicembre 2020.
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Dal punto di vista territoriale, ricorrendo al livello di rischio basato sull’incidenza di nuovi casi e l’andamento di aumento o diminuzione rispetto alla settimana precedente, negli ultimi 7 giorni tutte le zone socio sanitarie toscane sono uscite dal livello di rischio massimo, e sono praticamente al livello più basso. Oramai esistono pochissimi comuni toscani con un rischio alto. 
La classifica per comune vede nelle ultime settimane l’emergere di un focolaio all’Isola d’Elba per la quale la regione ha approntato una campagna di screening di massa attraverso utilizzo dei test antigenici molecolari che si è avviata proprio ieri.

L’età media dei nuovi contagiati dal Sars Cov 2, dopo il forte abbassamento nei mesi estivi, ha continuato ad aumentare settimana dopo settimana, raggiungendo oramai quasi i 50 anni.

L’aumento dell’età media, più che all’incremento dell’incidenza tra gli anziani (che si mantengono invece stabili o in diminuzione nell’ultima settimana), è dovuto alla forte diminuzione dei nuovi contagi nelle fasce d’età giovanili (dai 14 ai 24 anni soprattutto), come rappresentato in figura 4. Già dalla prima settimana di novembre, infatti, i nuovi positivi in queste fasce d’età hanno subito una forte diminuzione, in seguito all’introduzione della DAD (24 ottobre), all’interruzione delle attività extra-scolastiche e sportive e alla contestuale chiusura dei locali serali, mentre gli altri trend hanno continuato lentamente a salire, fino alla diminuzione osservata dell’ultima settimana.

Come detto, la buona notizia è rappresentata dalla diminuzione dell’incidenza anche tra gli over65 e gli over85, che sappiamo essere i più suscettibili alle manifestazioni cliniche più severe del virus anche se purtroppo pesano ancora piuttosto considerevolmente dal punto di vita dei numeri assoluti. 

Figura 4. Nuovi positivi settimanali per classe d’età, valori per 100mila abitanti. Toscana, settembre-dicembre 2020.

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Di assoluto interesse sono i dati relativi ai bambini in età scolare frequentanti le scuole elementare e medie che hanno quasi sempre continuato a frequentare: come vedete dopo la fase della riapertura a settembre i tassi d’infezione diminuiscono allineandosi alla media regionale, si intuisce quindi che la minor circolazione e la chiusura delle attività ludiche hanno avuto l’impatto di far scendere i tassi di contagiosità facendo intravedere come la scuola sia stato un luogo sicuro.

La forte diminuzione dei giovani contagiati, rispetto agli anziani, contribuisce a spiegare l’andamento della casistica dei nuovi postivi per stato clinico (da asintomatico al decesso) manifestato al momento del tampone (figura 5). In generale la riduzione degli asintomatici è stata comunque compensata da un aumento della casistica che hanno manifestato sintomi paucisintomatici. 

Figura 5. Nuovi casi positivi al Sars Cov 2 per stato clinico iniziale. Valori percentuali. Toscana, febbraio-dicembre 2020.
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Cominciano ad aumentare notevolmente anche le persone guarite, essendo ormai passate diverse settimane dall’inizio della seconda ondata. Oltre al tempo che passa, hanno inciso poi anche le modifiche nei criteri di individuazione delle guarigioni. È sufficiente adesso un solo tampone negativo o 21 giorni trascorsi dalla prima positività per essere considerati guariti e, come detto, la regione si mantiene stabile su circa 10mila tamponi molecolari di controllo giornalieri.
Tutto ciò sta contribuendo a snellire le procedure e far abbassare il numero di toscani attualmente positivi. Ma è proprio sulla capacità di “liberare” coloro che sono risultati positivi al Sars Cov 2 (con nessun e pochi sintomi) che si registra uno dei miglioramenti del sistema sanitario toscano, evidente se si raffrontano le classifiche per regioni suddivise ancora una volta tra “prima” e “seconda” ondata. Come si può vedere dalla figura 6 la Toscana diventa la prima regione nella seconda ondata per soggetti guariti dall’infezione.

Figura 6. Percentuale di guarigione sul totale di positivi al Sars Cov 2.  Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.
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Per quanto riguarda gli ospedali, la nostra regione ha ormai superato il picco di questa seconda ondata e da più di 1 mese le persone ricoverate in reparti Covid hanno cominciato a diminuire (figura 7). Il tasso di ricovero in Toscana, durante la seconda ondata, è stato sempre più basso rispetto a quello italiano, ma la forbice si allarga mano a mano che passano le settimane a favore della nostra regione. I ricoverati totali in Toscana dopo aver raggiunto il loro picco con quasi 2.100 ricoveri sono scesi a circa intorno a 1000. Durante questi giorni di festività è più complicato leggere questi i dati.

Figura 7 Posti letto occupati in reparti Covid10. Valori per 100mila abitanti. Toscana e Italia, febbraio-dicembre 2020.  
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L’età media dei ricoveri è costantemente sopra i 70 anni e sta raggiungendo i 75 nell’ultima settimana.
Per quanto riguarda le terapie intensive, al loro giorno di picco, hanno raggiunto i 298 posti letto occupati, come durante il picco di inizio aprile scorso, mentre adesso sono circa 160. 
Sicuramente anche nella seconda ondata la Toscana si caratterizza per un tasso mediamente più alto di ricorso alla terapia intensiva e, come si può osservare dalla Figura 8, questo sembra essere del tutto slegato dal diffondersi dell’epidemia nei territori: ci sono regioni in cui i tassi di positività sono bassi ed è alto il ricorso alla terapia intensiva (Umbria, Sardegna, Toscana), mentre è vero anche il contrario (Veneto, Campania). Infine per Val d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia la quantità di casi che emerge nei territori rispecchia anche la maggior gravita clinica. Criteri clinici ed organizzativi coabitano e competono nell’utilizzo delle TI.

Figura 8. Posti letto occupati in reparti Covid19 di Terapia Intensiva. Valori per 100mila abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata.  
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Come atteso, sulla base dell’andamento dell’epidemia delle settimane precedenti, è cominciata la decrescita del numero di decessi medi settimanali come mostra la figura dei tassi medi riportata qui sotto.
La decrescita ha cominciato ad essere più marcata anche rispetto all’Italia (Figura 9) e ci aspettiamo per le prossime 2 settimane di assistere ad un plateau di mortalità con in media 15 decessi al giorno.

Figura 9. Tasso settimanale di mortalità Covid19. Valori x100.000 abitanti. Toscana e Italia, febbraio-dicembre 2020. 
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L’impatto sulla mortalità di questa seconda ondata, rispetto alla prima, è stato maggiore in Toscana. Come per gli ospedali, anche l’impatto della mortalità è maggiore nelle regioni che nella prima fase erano state probabilmente preservate dal lockdown nazionale, che aveva fatto sì che i decessi nazionali provenissero da poche regioni del Nord, Lombardia principalmente. Stavolta i tassi, eccetto la Val d’Aosta che è purtroppo completamente “fuori scala” rispetto alle altre regioni, sono più omogenei e sono molte le regioni che si posizionano tra 40 e 120 deceduti per 100.000 abitanti. La Toscana è tra queste (figura 10).

L’età media dei deceduti toscani nelle ultime due settimane è stata sempre sopra gli 80 anni, dal 10 ottobre in poi ha oscillato da 82,3 anni a 84,8 anni nella settimana in cui ha raggiunto il valore più alto.

Figura 10. Tasso di mortalità Covid19. Valori x100.000 abitanti. Regioni italiane e media italiana, prima e seconda ondata. 
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Conclusioni
Il nuovo anno rappresenta un punto di svolta fondamentale alla lotta alla diffusione del virus: l’inizio della campagna vaccinale che riguarda in primis gli operatori sanitari ma che soprattutto coinvolgerà la quasi totalità degli ospiti delle Rsa e progressivamente la popolazione over 80 anni, ci aspettiamo abbia un impatto immediato sulla diminuzione del numero dei malati gravi ed in particolare del tasso di mortalità. Per vedere un impatto sulla diminuzione della circolazione del virus dovremo aspettare che la vaccinazione veda coinvolta una quota di persone più ampia. Questo momento di maggior vaccinazione, nella migliore delle prospettive, potrebbe combaciare con il periodo in cui anche le condizioni metereologiche e l’innalzamento delle temperature daranno una ulteriore spinta alla minore diffusione del virus.

Fondamentale però che nei prossimi mesi si riesca a mantenere basso il livello del contagio: la Toscana combinando il rinforzo ed il totale recupero del tracciamento dei casi con le limitazioni dovute al posizionamento nella zona rossa ed arancione si caratterizza da ormai oltre un mese per essere la seconda regione con il tasso d’incidenza dei casi più basso di tutta Italia, un risultato non banale che va salvaguardato e non disperso.
Le due campagna di screening “territori e scuole sicure” volute da Regione Toscana ed in particolare dall’Assessorato alla Salute vanno nella direzione di utilizzare tutta la capacità di testing in quei comuni, soprattutto di medie e piccole dimensioni, che evidenzieranno settimana per settimana le maggiori criticità rispetto alla diffusione del virus; parallelamente una campagna di test ripetuti settimana per settimana sulle scuole  medie superiori che si apprestano a riaprire dal 7 gennaio, cercheranno di aiutarci nell’ intercettare fin dall’inizio eventuali segnali di ripresa della circolazione del virus che immancabilmente si potrebbero evidenziare in corrispondenza del maggior movimento dei ragazzi sul territorio. 

Quindi campagne pro attive alla ricerca del virus accanto all’efficace campagna di tracciamento diventano punti fondamentali su cui la regione punta in modo dichiarato per contrastare la minore circolazione del virus.

Il numero di decessi in termini assoluti purtroppo rappresenta ancora il punto dolente, ma finalmente l’andamento settimanale ha cominciato a decrescere, come detto, e più velocemente riusciremo a vaccinare la popolazione superiore agli 80 anni prima interromperemo la liturgia dei bollettini giornalieri che si concludono con questo triste dato.

Il frutto di questi dati positivi si concretizzerà anche nel continuare nel posizionamento della Regione all’interno della zona gialla secondo le disposizioni del sistema di monitoraggio voluto dal Ministero della Salute. Su questo sistema ci siamo già ampiamente espressi in modo critico e speriamo che misure statistiche maggiormente legate al reale momento epidemico che leregioni vivono vengano adottate.

Alla popolazione chiediamo l’ennesimo sforzo di attenzione con distanziamento e lavaggio delle mani, l’ennesimo sforzo economico per coloro che hanno dovuto interrompere il proprio lavoro, nella consapevolezza che in pochi mesi potremmo essere finalmente fuori da questo tunnel.



A cura di  F. Voller, F. Profili, S. Bartolacci, M. Razzanelli, M. Santini 


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