Morti per COVID o con COVID? Le preposizioni che hanno poco senso

Con la seconda ondata della pandemia e l’incremento del numero di decessi si riaffaccia la sempreverde polemica


1/12/2020
Con la seconda ondata della pandemia e l’incremento del numero di decessi si riaffaccia la sempreverde polemica “morti per COVID o morti con COVID?”, utilizzata da alcuni per ridimensionare l’impatto che la pandemia ha prodotto e continua a produrre sulla mortalità della popolazione.

Nella figura sotto è mostrato l’andamento giornaliero dei decessi ufficiali COVID-19 (quelli del bollettino giornaliero della Protezione Civile) in Italia.
fig 1 news 1dic2020 mortalita covid
Se nei mesi di marzo e aprile la gran parte dei decessi era concentrata in alcune province del Nord, a partire da fine ottobre-inizio novembre la diffusione della pandemia, e quindi anche il numero di decessi, interessa gran parte del territorio nazionale, sebbene persista un gradiente geografico Nord-Centro-Sud. In Toscana lo stesso andamento giornaliero dei decessi mostra come i picchi raggiunti a marzo-aprile siano già stati abbondantemente superati nel mese di novembre.
fig 2 news 1dic2020 mortalita covid
L’ISS ha più volte specificato i criteri con cui si definiscono i decessi dovuti a COVID-19: tampone positivo:
  • presenza di un quadro clinico e strumentale suggestivo di COVID-19
  • assenza di una chiara causa di morte diversa da COVID-19
  • assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso

Per dettagli, consulta il rapporto ISS COVID-19 n. 49/2020. La sola positività al  virus Sars-Cov-2 non è, quindi, sufficiente per considerare un decesso dovuto a COVID-19, ma devono essere soddisfatte tutte le condizioni. Un’analisi dei certificati di morte del periodo marzo-maggio 2020 svolta dall'ISS e dall'Istat, ha mostrato che COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell'89% dei decessi raccolti nel Sistema di sorveglianza di ISS.

Ma l’analisi che più di tutte ci aiuta a capire l’impatto di COVID-19 sulla mortalità è confrontare l’andamento della mortalità generale (cioè per qualsiasi causa, non solo per COVID-19) nel 2020 con quello che abbiamo osservato negli anni precedenti. Analizzare gli eccessi di mortalità è il metodo meno distorto e ci fornisce un’idea non solo della mortalità COVID-19 diretta (cioè quella ufficiale), ma anche di quella “nascosta” (i deceduti in casa senza possibilità di tampone) e di quella indiretta (ridotto accesso ai servizi di emergenza-urgenza o minore attenzione ai malati cronici).

Ad oggi l’ISTAT ha reso disponibili i dati dei decessi giornalieri nei comuni italiani fino al 31 agosto 2020, che quindi danno conto degli effetti della prima ondata della pandemia. Come abbiamo già commentato in un nostro precedente approfondimento, complessivamente in Italia nel periodo gennaio-agosto 2020 sono stati registrati 475.674 decessi, oltre 37.700 in più rispetto alla media 2015-2019, pari ad un incremento dell’8,6%. Come noto, vi è una forte variabilità regionale. Le regioni del Nord registrano complessivamente nel periodo gennaio-agosto un aumento del 19,5%, cioè oltre 39.500 decessi in più: in Lombardia l’aumento è del 38% (25.523 decessi in più), in Trentino Alto-Adige del 18% (1.167 decessi in più), in Emilia-Romagna del 15% (5.010 decessi in più). Sia il Centro che il Sud si assestano su un bilancio complessivo di sostanziale allineamento tra i decessi osservati nel 2020 e quelli medi dei 5 anni precedenti. In Toscana dal 1 gennaio al 31 agosto 2020 si registrano 30.303 decessi, 331 in più rispetto alla media 2015-2019, pari ad un incremento dell’1,1%, 11esima regione in Italia per incremento\diminuzione percentuale rispetto alla media. Ai picchi di mortalità nei mesi di marzo e aprile (+12,8% e +18,4% rispettivamente) hanno fatto seguito livelli di mortalità più bassi dell’atteso nei mesi di maggio (-5,8%), giugno (-2,4%) e luglio (-1,6%). La mortalità in Toscana torna a mostrare un +6,2% nel mese di agosto, dato presumibilmente attribuibile alle ondate di calore che hanno caratterizzato quel mese nella nostra regione.

In attesa di ulteriori aggiornamenti dei dati di mortalità a copertura nazionale da parte dell'ISTAT, un valido strumento per valutare l’impatto della seconda ondata della pandemia sulla mortalità è rappresentato dal Sistema nazionale di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG), attivato nel 2004 nell’ambito del Progetto CCM, Ministero Salute “Piano Operativo Nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute”, ma che oggi rappresenta un utile strumento di monitoraggio della pandemia. Il SiSMG include 34 città, tra capoluoghi di regione e città con oltre 250.000 abitanti, e copre circa il 20% della popolazione Italiana. Nell’ultimo report, aggiornato al 17 novembre 2020, si evidenzia come dalla settimana 14-20 ottobre 2020 la mortalità nel 2020 inizi ad essere significativamente più alta di quella attesa sulla base della media dei 5 anni precedenti, sia nelle città del Nord che in quelle del Centro-Sud. Per quest’ultime l’eccesso di mortalità osservato nelle ultime 5 settimane (fino al 17 novembre) è di gran lunga maggiore del modesto/nullo incremento di mortalità osservato tra marzo e aprile.
fig 3 news 1dic2020 mortalita covid

Gli eccessi di mortalità di ottobre-novembre 2020 riguardano non solo i più anziani (+85 anni) ma anche i 75-85enni, i 65-75enni, e al Nord anche i minori di 65 anni. A titolo esemplificativo si riportano gli andamenti della mortalità giornaliera e settimanale da giugno al 17 novembre per alcune grandi città italiane che aderiscono al SiSMG, tra cui Firenze.
fig 4 news 1dic2020 mortalita covid
La mortalità è notoriamente un fenomeno con andamento stagionale, con picchi durante i mesi invernali di epidemia influenzale e con punte estive direttamente correlate alle ondate di calore. Nel 2020, a un insolito modesto impatto delle classiche epidemie influenzali nei mesi di gennaio e febbraio (linea rossa sotto la linea nera, presumibilmente grazie alle temperature miti), ha fatto seguito l’onda d’urto della pandemia.
fig 5 news 1dic2020 mortalita covid
L’impatto di COVID-19 sulla mortalità sarà, dunque, più consistente di quello, già di per sé pesante, registrato nella prima ondata. L’analisi degli eccessi di mortalità generale fornisce uno spaccato crudo della realtà, che spazza via le inutili e insensate polemiche basate sulle preposizioni.

Per maggiori informazioni sulle caratteristiche dei deceduti COVID-19 (sesso, età, patologie concomitanti, terapie e complicanze), consulta l’ultimo rapporto ISS pubblicato il 18 novembre 2020. 


A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana



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