COVID-19 - La fase 2: quali criteri per ripartire?

a cura di: G. Galletti


17/4/2020
Il 10 aprile scorso è stato costituito presso il Governo il Comitato di esperti in materia economica e sociale. Si tratta della nuova task force che avrà il compito di “elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l'emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive” [1] .

Qual è, però, lo scenario che il Comitato si troverà ad affrontare?

Gli scenari sono tendenzialmente due.

C’è intanto, e principalmente, lo scenario sanitario, tracciato secondo i dati della Protezione civile e dell’Istituto superiore di sanità (ISS) che molti di noi monitorano con costanza.

Nel momento in cui scriviamo, i nuovi casi giornalieri continuano ad aggirarsi intorno ai quattromila (pur con le sistematiche riduzioni dei primi giorni della settimana [2]) i decessi giornalieri sono sempre tanti, e si aggirano intorno ai seicento, mentre più di tremila persone (pur in costante diminuzione) sono attualmente ancora ricoverate in terapia intensiva su tutto il territorio nazionale; ventottomila persone sono in isolamento domiciliare mentre la tendenza quotidiana all’aumento dei “guariti” sfiora ormai con un certa costanza quota duemila.

Poi c’è lo scenario socio-economico.

“Il peggior momento dal 1929. L’FMI prevede: “Crisi globale per il coronavirus”. In Italia il PIL crollerà del 9%”[3] titola, tra gli altri, La Stampa del 15 aprile, citando il rapporto World Economic Outlook 2020. Secondo l’ISTAT, inoltre, il lockdown avrebbe fermato quasi la metà dei lavoratori [4], con il conseguente rischio[5] per le famiglie per cui il reddito non venga sostenuto di cadere in povertà. Sono inoltre due milioni e centomila le aziende fermate, corrispondenti a poco meno della metà delle imprese attive (47,3%)[6]. In questa prospettiva non c’è bisogno di specificare particolari riferimenti all’interno della mole di studi che mette in relazione le condizioni socio-economiche alla salute per comprendere le implicazioni anche in un’ottica, più complessiva, di benessere.

Ultimamente, sulla “scelta tra salvare vite e salvare l’economia[7] il dibattito internazionale si è rivelato tanto ampio quanto spinoso, soprattutto per i connotati etici della questione. Tuttavia, riportando le considerazioni sulla ripartenza a un livello più gestibile in un post su un sito istituzionale, possiamo limitarci a considerare che, a questo punto, ripartire significa tenere costantemente presente il bilanciamento informato tra rischi sanitari e quelli socio-economici.

La task force governativa per la ripartenza dovrà quindi per forza muoversi tra questi due scenari, quello sanitario e quello economico (e le loro “interferenze”) con l’obiettivo di massimizzare la garanzia di un benessere che, guardando ai nomi dei componenti del Comitato, verrebbe da aggiungere anche “in modo equo e sostenibile”[8].

Le prime mosse del Comitato per la fase due, al momento, sembrerebbero indirizzarsi verso lo sviluppo dell’app che faciliterebbe il tracciamento (e il controllo delle autodichiarazioni) e verso la possibilità di prevedere uscite per età[9], ma è chiaro che alla base di qualsiasi decisione ci dovrà essere la chiarezza dei criteri cui ogni iniziativa economica e sociale dovrà necessariamente adeguarsi. E questi criteri saranno prevalentemente scientifici.

Nelle ultime settimane, infatti, sono state diverse le proposte per le riaperture da parte degli esperti e delle istituzioni, tendenzialmente ispirate al principio di precauzione e gradualità.

In primo luogo, la Commissione europea raccomanda riaperture graduali e mirate, secondo cinque principi base[10]:
  1. la raccolta e la condivisione armonizzate di dati a livello nazionale e subnazionale
  2. creare un framework per la tracciatura dei contatti con l'uso di app, nel rispetto della privacy
  3. espansione e standardizzazione delle possibilità di effettuare di test tempestivi
  4. incremento della resilienza dei sistemi sanitari dovrebbe essere aumentata, (in particolare, per affrontare l'aumento previsto delle infezioni)
  5. sviluppo e accelerazione dell'introduzione di vaccini, trattamenti e medicinali.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), con il Direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus a sottolineare come l’eventuale rimozione delle restrizioni debba avvenire “lentamente”. Le sei condizioni indicate dall’OMS, in sintesi, fanno riferimento a[11]:
  • la certezza che la catena della trasmissione sia sotto controllo
  • che il sistema sanitario sia attrezzato per rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto
  • la minimizzazione dei rischi nei contesti speciali (come le strutture sanitarie e residenze sanitarie) nonché…
  • …le prevenzione sui luoghi di lavoro
  • la capacità di gestire i rischi di ritorno di casi importati
  • che la comunità sia pienamente informata e consapevole di dover adottare misure e stili di vita diversi e utili alla prevenzione del contagio.
Qualche giorno prima anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) si era espresso in questi termini, invitando alla prudenza, accompagnata da “una forte attenzione su strategie basate diffusione dei test e sulla sorveglianza (compresa la tracciabilità dei contatti), su misure comunitarie (incluso il distanziamento fisico), il rafforzamento dei sistemi sanitari e l'informazione del pubblico e della comunità sanitaria”[12]

Per quanto riguarda nello specifico il caso italiano, poi, gli epidemiologi dell’Associazione italiana di Epidemiologia (AIE), hanno raccomandato tre aspetti da seguire[13]:
  • focalizzare l’analisi dei dati di sorveglianza sui casi
  • la corretta e tempestiva descrizione dei focolai di infezioni e la quota di casi ad essi associata
  • il rafforzamento delle capacità operative sul territorio su contact tracing e adattamento della strategia di accertamento dei casi positivi nelle comunità ristrette.
Infine, ultimo ma non ultimo, la proposta firmata da alcuni tra gli esperti più attivi nella comunicazione scientifica sulla pandemia (tra cui Filippo Anelli, Roberto Burioni, Pier Luigi Lopalco e Guido Silvestri, solo per fare alcuni nomi) di creare una “struttura di monitoraggio e risposta flessibile, MRF”, che coordini la ripartenza secondo cinque criteri[14]:
  • la capacità e le risorse per poter eseguire un altissimo numero di test
  • il potenziamento di una struttura di sorveglianza presso l’ISS, che possa analizzare i dati in tempo “quasi-reale”, in collegamento diretto con il Ministero della salute, con il Governo, il Parlamento e gli Organismi sanitari sovranazionali
  • la messa a punto di sistemi regionali di “epidemic intelligence”, che rilevino precocemente ogni segnale di accensione di focolai
  • il mandato legale di proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus
  • la condivisione di una strategia comunicativa con l’Ordine dei giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private.
La proposta, sottoscritta da FNOMCEO, ENPAM e FINMG, Società italiana di virologia e Società italiana di malattie infettive e tropicali, rispetto alle precedenti abbraccia ambiti diversi e più “operativi”, nel momento in cui dà rilevanza anche agli aspetti istituzionali, organizzativi, legali e comunicativi che risultano imprescindibili nel momento in cui le iniziative del Governo debbano essere concretizzate.

Sintetizzando le proposte elencate in ambito sanitario (tabella 1), emerge chiaramente la necessità di un approccio il più possibile sistemico, che privilegi la sorveglianza epidemiologica ed il potenziamento del sistema sanitario[15].
 
Tabella 1. Sintesi delle proposte elencate in ambito sanitario

Ambito UE OMS ECDC AIE MRF
Sorveglianza epidemiologica (test, tracciamento...) SI SI SI SI SI
Rafforzamento sistema sanitario SI SI SI SI SI
Focus contesti speciali (focolai)   SI   SI SI
Info comunicazione   SI SI   SI
Vaccini, trattamenti e medicinali SI        
Tecnologia/informatica (app) SI        
Prevenzione luoghi di lavoro   SI      
Casi di ritorno   SI      
Distanziamento fisico     SI    
Aspetti legali/normativi         SI
Strutture di coordinamento         SI

Facendo riferimento all’ultima delle proposte, quella del gruppo di esperti l’unico interrogativo riguardo l’approccio sistemico alla pandemia riguarda però come l’eventuale creazione della struttura di monitoraggio e risposta flessibile, MRF, possa collegarsi alle altre task force attualmente già operative a livello nazionale. Pensiamo ad esempio, sul fronte più strettamente sanitario, a quella per le soluzioni tecnologiche data-driven o all’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news di cui avevamo scritto precedentemente[16]; nonché, ovviamente, alla task force dei medici per Covid[17]. E il tutto senza scordare il fronte economico, per il quale è stata attivata una task force tra il Ministero dell'economia e delle finanze, la Banca d'Italia, l’ABI e il Mediocredito centrale, con il compito di assicurare l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto alla liquidità adottate dal Governo[18].

Tuttavia, a seguire le notizie, si ha l’impressione che le proposte operative per la ripresa dell’attività economica siano in qualche modo “congelate”, in attesa che il mondo sanitario tracci la strada, o quanto meno i paletti che ne limitino i possibili tracciati. Le iniziative economiche al momento sembrano pertanto limitarsi alle misure di sostegno a cittadini e imprese, mentre per il rilancio degli investimenti rimane da chiarire a quali meccanismi finanziari europei poter fare riferimento per gestire l’espansione del debito (ci si riferisce principalmente al Meccanismo europeo di stabilità e agli “eurobond”). In ogni caso, basta guardare ai pochi riferimenti della pagina #CURAITALIA del Ministero dell’economia e delle finanze[19], per comprendere come una chiara strategia d’intervento sia ancora in fase di sviluppo .

In conclusione, la fase due, la ripartenza, è un processo complesso, che richiede un approccio sistemico nel quale i comitati di esperti siano inquadrati all’interno di una struttura relazionale che ne faciliti il collegamento, anche attraverso un coordinamento (una task force di task force?) per l’acquisizione, l’analisi e la comunicazione delle informazioni rilevanti per la programmazione degli interventi, e la definizione delle modalità per la loro realizzazione e la conseguente valutazione.

Ma è soprattutto un processo che va governato.

I criteri ci sono, le task force pure. Per una ripartenza appropriata, ovvero che garantisca (per quanto possibile) tanto la salute quanto, in termini più generali, il benessere della popolazione, manca ancora quel passo del “fare sistema” che la strada ad oggi intrapresa rende non solo auspicabile, ma anche, in fin dei conti, possibile.

ripartenza small

Immagine “La fase due” di Claudia Gatteschi


Note

[1] http://www.governo.it/it/articolo/task-force-la-fase-2-il-comitato-di-esperti-materia-economica-e-sociale/14453

[2] https://www.wittgenstein.it/2020/04/14/il-lunedi-si-fa-sempre-fatica-a-riprendere/?fbclid=IwAR2koApYW3vbZf6hXk_2QxWXZSiu8zJ0sO9rm0CrE0OREemcR188H5ZwDO8

[3] https://www.lastampa.it/economia/2020/04/15/news/il-peggior-momento-dal-1929-l-fmi-prevede-crisi-globale-per-il-coronavirus-in-italia-il-pil-crollera-del-9-1.38717992

[4] https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-il-lockdown-attiva-oltre-meta-lavoratori-record-sud-AD0j9EK

[5] https://www.lavoce.info/archives/65263/effetto-virus-su-conti-pubblici-e-redditi/

[6] https://www.ilsole24ore.com/art/il-lockdown-piega-microimprese-i-settori-penalizzati-alberghi-e-ristoranti-ADlpfTK

[7] https://www.ilpost.it/2020/04/12/economia-vite-coronavirus/

[8] Si fa qui riferimento ad un nome in particolare, quello di Enrico Giovannini, il quale, alla guida dell’Istat, alla fine dell’inverno 2013, rese disponibile il primo rapporto sul Benessere equo e sostenibile; il cosidetto “BES”, tra i suoi attuali dodici domini, ha appunto la salute (il primo) ed il benessere economico (il quarto).

[9] https://www.open.online/2020/04/14/coronavirus-mosse-task-force-fase-2-app-autodichiarazioni-tracciamento-uscite-eta/

[10] http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=84055&fr=n

[11] http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=83971&fr=n

[12] http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?approfondimento_id=14666&fr=n

[13] http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=83977&fr=n

[14] http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=83980&fr=n

[15] Si segnala che i criteri elencati in tabella sono solo esemplificativi di quelli citati nel post. Per un quadro più completo è invece necessario esaminare nel dettaglio le singole proposte attraverso i link indicati.

[16] https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4296-l%E2%80%99autoritarismo-emergenziale-e-gli-scienziati-come-%E2%80%9Cautocoscienza-del-sistema%E2%80%9D.html

[17] http://www.governo.it/it/articolo/coronavirus-una-task-force-di-300-medici-le-zone-pi-colpite/14341

[18] https://www.bancaditalia.it/media/notizia/costituzione-di-una-task-force-tra-ministero-dell-economia-e-delle-finanze-banca-d-italia-abi-e-mediocredito-centrale/

[19] http://www.mef.gov.it/covid-19/index.html



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