Con la crisi gli italiani rinunciano a curarsi? Dati Istat e indagine Ars non confermano questo allarme


immagine crisi e cure
Lo studio Censis-RBM Salute, i cui dati sono stati resi noti l’8 giugno scorso al VI Welfare Day a Roma, denuncia l’erosione del nostro sistema sanitario pubblico. In particolare evidenzia: la spesa crescente sostenuta dai cittadini, che ha raggiunto i 34,5 miliardi di euro nel 2015, segnando un +3,2% in due anni; l’esodo verso il servizio privato, che risulta massiccio e causato principalmente dalle lunghe liste d’attesa - il 72,6% degli intervistati che si è rivolto al privato o all'intramoenia lo ha fatto per evitare di aspettare; l’elevata quota di cittadini (quasi il 20%) che rinuncia o rimanda le cure, non potendosele permettere.

Crisi e ricorso ai servizi sanitari: i dati Istat
Il quadro allarmante presentato dal Censis non trova corrispondenza nei dati Istat (2013): sia a livello nazionale sia a livello regionale toscano, la soddisfazione per il servizio sanitario pubblico è stabile intorno alla sufficienza (in una scala da 1 a 10 il voto medio è 6), ma questa valutazione migliora molto, con il voto che passa dal 6 all’8, quando osserviamo la soddisfazione espressa dagli utilizzatori del servizio. L’esperienza dell’utilizzo del servizio sanitario porta quindi a un giudizio migliore di quello basato sulla non esperienza, spesso influenzato da luoghi comuni d’inefficienza del sistema sanitario pubblico. Inoltre la grande maggioranza di italiani, e in particolare dei toscani, si dichiarano soddisfatti del loro stato di salute (rispettivamente 79,7% e 81,1%). In Toscana, nel 2013, come nel resto del paese, in base alle risposte fornite nell'indagine Istat Multiscopo Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, aumentano nel settore pubblico le visite specialistiche (da 12,9% a 15,5%), le analisi del sangue (da 10,3% a 11,4%) e gli accertamenti specialistici (da 7,2% a 7,5%), in particolare per gli ultrasessantacinquenni (da 18,4% a 24,6%). Così come aumentano le visite dai medici di medicina generale: rispetto al 2005 il numero di visite per 100 persone è passato da 58,5 a 60.

Crisi e ricorso ai servizi sanitari: i dati Ars
A partire dal 2013 l’Ars ha consolidato un insieme di indicatori di salute e ricorso ai servizi per monitorare i possibili cambiamenti dello stato di salute della popolazione toscana in conseguenza alla crisi economica e nel marzo 2016 ha pubblicato i risultati di un’indagine campionaria su crisi economica, stato di salute e ricorso ai servizi sanitari in Toscana. Da essa emerge chiaramente come le rinunce a prestazioni sanitarie necessarie riguardano meno del 10% del campione intervistato e che poco più del 10% ha rinunciato, pur trovandosi in condizione di bisogno, a visite o trattamenti odontoiatrici, in circa la metà dei casi (49%) lo ha fatto per costi giudicati elevati.

Quasi il 70% degli intervistati ha dichiarato di avere effettuato analisi del sangue una o più volte durante il 2014. La scelta più frequente è stata quella di ricorrere a una struttura pubblica (92,1%), ad ogni età e per qualsiasi condizione professionale. Oltre il 50% del campione ha eseguito almeno una volta tac, radiografie o ecografie. La motivazione più ricorrente nella scelta della struttura pubblica per radiografie, tac, ecografie è stata la maggiore fiducia riposta nelle strutture pubbliche (42,4%). Il 10% degli intervistati ha fatto almeno una risonanza magnetica nel 2014. Anche in questo caso la scelta del luogo è ricaduta prevalentemente sulla struttura pubblica (69,5%), senza particolari variazioni di età e condizione professionale. La scelta tra struttura pubblica e struttura privata fatta da chi ha effettuato una o più visite specialistiche non mostra differenze per età, tranne per i giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, che si sono indirizzati oltre il 50% sulla struttura privata.

Il sistema sanitario pubblico "tiene" nonostante la crisi
Il quadro complessivo che emerge da questa indagine ARS e dai dati Istat è molto lontano quindi da quanto riportato dalla stampa in merito al recente studio Censis-RBM Salute. Le riflessioni che ne scaturiscono sembrano giustificare una maggiore serenità nel giudicare che, nonostante la crisi economica e la sfida della sostenibilità del welfare - condizioni comuni a tutti i paesi europei in questo periodo - il sistema sanitario pubblico in Italia, e in particolare in Toscana, mantiene integro il suo valore di fattore di coesione sociale.