Gli effetti della crisi economica sullo stato di salute? Ce ne parlano i toscani


salvadanai che affondanoLa crisi economica iniziata nel 2008 è stata da molti indicata come il periodo di maggior depressione dal dopo guerra ad oggi.  Molti segnali fanno pensare che il momento più critico sia passato, tuttavia le ripercussioni causate dalle ristrettezze economiche andranno attentamente monitorate nei prossimi anni. Le dimensioni da controllare sono molteplici, non ultimo lo stato di salute: a partire dal 2010 l’Agenzia regionale di sanità, ha istituito al suo interno l’Osservatorio crisi e salute, con il quale sta cercando di misurare l’impatto della recessione sugli stili di vita e sul ricorso ai servizi sanitari da parte dei residenti in Toscana.

Dopo aver fornito le principali statistiche sul fenomeno in studio, basandosi sui dati delle fonti informative tradizionali, l’ARS ha deciso di dare la parola direttamente ai cittadini chiedendo loro quanto, e in quale maniera, la crisi economica avesse influenzato il loro stato di salute. È stato quindi realizzato un questionario per indagare i principali stili di vita (consumo di alcol e tabacco, attività fisica ed alimentazione, gioco d’azzardo ecc.) ed il ricorso ai servizi sanitari (analisi del sangue, radiografie/ecografie/tac, risonanze magnetiche, interventi chirurgici, visite specialistiche). E nel mese di gennaio 2015 è stata realizzata un’indagine telefonica con la quale sono stati intervistati circa 2.400 adulti, rappresentativi della popolazione toscana per genere e classe d’età. I principali risultati dell’indagine sono adesso disponibili in una pubblicazione dell’ARS scaricabile gratuitamente dal proprio sito web, intitolata Crisi economica, stato di salute e ricorso ai Servizi sanitari: un’indagine sul territorio toscano.

Il quadro complessivo che emerge dai risultati non rivela, per il momento, particolari segnali di peggioramento dello stato di salute, ma informa che la popolazione ha adottato un atteggiamento di grande prudenza.

Negli anni della crisi gli stili di vita sono rimasti sostanzialmente invariati: le principali riduzioni legate a ragioni economiche riguardano il gioco con denaro e il fumo di tabacco; il regime alimentare rivela anch’esso parziali modifiche sulla base delle quali i cittadini cercano di ridurre gli sprechi, riutilizzando il cibo avanzato e diminuendo la spesa per la ristorazione fuori casa. Sono emersi comportamenti in controtendenza con le statistiche di vendita: la carne, i dolci ed il pesce fresco sono risultati i cibi maggiormente ridotti, mentre gli alimenti di cui ci hanno riferito che è aumentato il consumo sono verdure/ortaggi e frutta freschi e verdure/ortaggi congelati. La spesa per la ristorazione fuori casa è stata complessivamente ridotta negli anni della crisi e le classi di età che hanno evidenziato le maggiori diminuzioni sono quelle adulte, di età compresa tra 36 e 70 anni.

Per quanto riguarda invece il ricorso ai servizi, quasi il 95% del campione ha dichiarato di non aver rinunciato per motivi economici a prestazioni sanitarie ritenute necessarie. Ciò nonostante, una pur minima quota di utenti, soprattutto i più giovani, dichiara di aver rinunciato alle cure odontoiatriche per la spesa troppo elevata.

In generale gli utenti del sistema sanitario regionale preferiscono ancora rivolgersi alle strutture pubbliche per curarsi, a prescindere dall’età e dalla condizione professionale; la percentuale di chi ha usufruito del servizio privato lo ha fatto principalmente per evitare i lunghi tempi di attesa di particolari prestazioni (es.: risonanza magnetica) o la possibilità di scegliere lo specialista da cui effettuare una visita specifica.

Infine, è stata effettuata una cluster analysis, sulla base della quale il gruppo che risulta penalizzato più di ogni altro dalla crisi è quello dei così detti deprivati, dove la classe di età maggiormente rappresentata è quella di 51-90 anni, prevalentemente di genere femminile e pensionate con un titolo di studio basso: questo gruppo mostra le più significative diminuzioni nei consumi della quasi totalità dei gruppi alimentari e il dato maggiore di riduzione di spesa per la ristorazione fuori casa. È sempre questo gruppo che fa rilevare le maggiori frequenze di analisi del sangue e radio/eco/tac.



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