Toscana, una regione con molti anziani: ma sono anche autosufficienti? Intercettare la fragilità per prevenire la disabilità
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Per guadagnare in salute anche in età più avanzata, fondamentale risulta la prevenzione primaria. È però ugualmente importante poter identificare gli anziani fragili, cioè anziani ancora autosufficienti ma ad più elevato rischio di disabilità, per i quali poter intervenire con azioni di prevenzione secondaria.
E’ il medico di famiglia a dover coordinare i controlli e le valutazioni periodiche dell’anziano. Le principali strategie per “curare” o comunque “stabilizzare” la fragilità funzionale nell’anziano:
- promuovere l’attività fisica (programmi di attività fisica adattata – AFA)
- controllare l’alimentazione ed il peso corporeo (per evitare carenze nutrizionali e inopportuni cali di peso)
Per fornire indicazioni utili a progettare interventi socio-sanitari finalizzati a prevenire la disabilità negli anziani fragili, il Ministero della salute ha attivato un progetto CCM a cui ha partecipato anche l’ARS Toscana come istituzione leader.
Uno dei risultati del progetto è stato la definizione di un semplicissimo strumento per lo screening della fragilità, composto da 5 semplici domande. L’anziano che risponde ad almeno 3 delle 5 domande è un anziano ad alto rischio di fragilità per il quale sarebbe necessario una conferma diagnostica attraverso una valutazione multidimensionale e la messa in atto di azioni di prevenzione secondaria.
I dati sugli anziani fragili in Toscana ed i risultati del progetto CCM sono stati presentati da Paolo Francesconi, dirigente dell’Osservatorio di epidemiologia dell’ARS Toscana, in occasione dell’incontro “Le patologie dell’anziano fragile – Percorsi integrati di cura”, organizzato a Firenze il 6 novembre in occasione delle Giornate regionali di sanità.