Prevenire e curare il gioco d’azzardo patologico: presentato il volume di Regione Toscana


immagine GAP Il gioco d’azzardo patologico. Orientamenti per la prevenzione e la curaARS NEWS - 12/02/2014
E' stato presentato il 18 dicembre scorso presso l’Ordine dei medici di Firenze il volume GAP: il gioco d’azzardo patologico. Orientamenti per la prevenzione e la cura, a cura del professor Gioacchino Lavanco dell'Università degli Studi di Palermo, realizzato in collaborazione con i professionisti del Servizio sanitario toscano ed edito da Pacini Editore. Il volume intende essere uno strumento utile per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta per conoscere e individuare situazioni a rischio di dipendenza da gioco o per gioco problematico e per indirizzare i soggetti verso le strutture e i servizi territoriali deputati alla cura.

Il volume è stato sintetizzato in una sessione di presentazioni a cui hanno partecipato i vari redattori, che hanno inquadrato il fenomeno da molteplici punti di vista: da quello epidemiologico a quello clinico e diagnostico, dallo stato dell’arte della ricerca, alla situazione dei servizi impegnati al recupero dei soggetti affetti da GAP.

Gioco d’azzardo: la diffusione del fenomeno in Italia e Toscana
Nella sua relazione Fabio Voller di ARS ha illustrato i principali dati economici e di popolazione circa la diffusione ad oggi del fenomeno del gioco d’azzardo in Italia e in Toscana.
Nel 2011, in Italia il gioco d’azzardo rappresentava la terza industria per fatturato dopo ENI e FIAT (quasi il 5% del PIL). I giochi a vincita immediata, quali Gratta e Vinci, Videopoker, Slot Machine e Bingo, erano risultati i più diffusi. Tuttavia nel 2012 si è assistito a una battuta d’arresto, infatti la raccolta, ovvero la spesa prima di erogare le vincite, si è fermata a circa 70 miliardi di euro, mentre ammontava quasi a 80 miliardi nel 2011.
Per quanto riguarda la diffusione del gioco e la stima dei soggetti a rischio di ludopatia, i dati degli studi nazionali IPSAD e ESPAD Italia (2011) realizzati dal CNR di Pisa ci indicano per la popolazione generale (15-64 anni) un coinvolgimento pari al 47%. Ciò significa che quasi 19 milioni di persone nella loro vita hanno giocato almeno una volta e 3 milioni di questi sono a rischio di ludopatia.
La questione appare più delicata nei giovani, poiché risultano più vulnerabili alla pratica dei giochi d’azzardo e alle conseguenze che possono derivare da un loro “abuso”. Secondo il CNR infatti oltre il 45% del campione ha giocato negli ultimi 12 mesi, di questi il 12% è a rischio di sviluppare un comportamento problematico (gioco d’azzardo problematico - GAP) ed il 7% lo ha già sviluppato. Ciò che rende la pratica del gioco ancor più insinuante è l’inarrestabile remote gambling (giochi che si effettuano tramite internet, telefonia fissa, mobile e TV digitale) che colpisce in modo più diretto proprio gli adolescenti.
In Toscana, dai risultati dello studio EDIT 2011, effettuato anch’esso su un campione di adolescenti (14-19 anni), si osserva un aumento della diffusione del gioco (da 51% nel 2008 a 58% nel 2011), ma rimane pressoché invariata la prevalenza di soggetti a rischio di sviluppare una dipendenza da gioco (9,8%).

Il gioco d’azzardo tra ieri e oggi
Adriana Iozzi, direttore del Ser.T. Firenze C della ASL 10, ha presentato nel suo intervento un dettagliato percorso storico del gioco d’azzardo dalla sua origine, per soffermarsi sull’evoluzione e la sua articolazione nelle diverse civiltà e società e passare poi all’inquadramento della vasta offerta di giochi e alla descrizione di questo enorme business (statale) che negli ultimi 10 anni ha sperimentato una smisurata espansione. Sono state analizzate anche le caratteristiche cliniche della forma patologica del gioco d’azzardo, i costi sociali derivanti dalle conseguenze sanitarie e i trattamenti farmacologici ad oggi possibili.

Gli adolescenti e le false credenze sul gambling
Caterina Primi di NEUROFARBA, Sezione di psicologia dell’Università degli Studi di Firenze ha esposto un’interessante relazione sul gioco d’azzardo nelle fasce giovanili della popolazione, sulle più comuni credenze erronee e sul loro ruolo nella pratica del gioco.
In particolare sono stati riportati i dati delle principali ricerche italiane sulla diffusione del gioco d’azzardo tra gli adolescenti e sulla prevalenza di soggetti a rischio o con problemi legati proprio al gioco. Nella relazione sono stati descritti anche i fattori di rischio e le caratteristiche delle diverse tipologie di credenze rilevate in studi ad hoc condotti proprio dall’Università di Firenze, nonché importanti risultati di azioni di prevenzione recentemente attuate.

GAP: il percorso terapeutico
Valentina Cocci, psicologa e psicoterapeuta del Dipartimento delle dipendenze della ASL 8 di Arezzo ha focalizzato nella sua presentazione i tipici “campanelli d’allarme” di un possibile GAP, gli strumenti diagnostici ad oggi disponibili per far emergere situazioni patologiche (a seconda del target di popolazione individuato) e le caratteristiche del percorso di cura che le persone si trovano ad affrontare una volta in carico presso un Servizio, mostrando anche tutti gli aspetti di uno specifico percorso terapeutico.


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