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Il consumo di alcol in Toscana: nuovi modelli di consumo e nuove conseguenze sulla salute (ottobre 2012)

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immagine Il consumo di alcol in Toscana: nuovi modelli di consumo e nuove conseguenze sulla saluteLa presentazione illustra i nuovi modelli di consumo di alcol in Toscana, presenta il profilo del giovane consumatore e analizza le conseguenze del consumo sulla salute.

Il consumo di alcol ha oggi nuovi modelli in Toscana
  • Si assaggia in età giovanile, se non infantile
  • L’età media di inizio al consumo di alcol è intorno ai 14 anni, secondo un modello familiare di consumo di vino nel contesto alimentare

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Le evidenze per il contrasto all’abuso di alcol (luglio 2014)

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contrasto abuso alcolL’alcol contribuisce alla “perdita di salute” a partire dalla giovane età, attribuendovi il 2% dei DALYs tra 10 e 14 anni di età e l’8% tra i 15 e i 24 anni. In quest’ultima fascia di età rappresenta il principale fattore di rischio per la salute.

L’effetto sulla salute, misurato in DALYs, di altri comportamenti scorretti che iniziano nell’adolescenza (inattività fisica, fumo di tabacco) risulta evidente per età maggiori di 24 anni.



Conclusioni
  • Occorre continuare a seguire l’evolversi degli studi e dei loro risultati per aggiornare le conoscenze sull’efficacia degli interventi
  • Molte informazioni sono però già disponibili per orientare verso l’efficacia gli interventi di contrasto all’abuso di alcol: cerchiamo sempre queste informazioni per progettare interventi che abbiano maggiori probabilità di successo

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I toscani e l'alcol: top link

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Articoli e documenti rilevanti

Ministero della salute - Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012-2013 - infografica sull'alcol (2014)
La Relazione risponde all’esigenza di produrre una periodica informativa al Parlamento, e conseguentemente ai cittadini, sullo stato di salute della popolazione e sull’attuazione delle politiche sanitarie. L'edizione del 2014 contiene in allegato alcune infografiche dedicate a temi specifici.

Ministero della salute. Rilevazione attività nel settore dell'alcoldipendenza - anno 2012 (luglio 2014)
Rilevazione annuale delle attività delle strutture pubbliche e private che si occupano del trattamento e recupero dei soggetti con problemi di alcolismo, in base a quanto previsto dal D.P.R. 309/90 e al D.M. 3 agosto 1993.

Rapporti ISTISAN 14/1. Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni Valutazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2014
Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica risultando responsabile in Europa del 3,8% di tutte le morti e del 4,6% degli anni di vita persi a causa di disabilità attribuibili all’alcol. I danni che ne derivano producono effetti non solo sul bevitore ma anche sulle famiglie e sul contesto sociale allargato, a causa di comportamenti violenti, abusi, abbandoni, perdite di opportunità sociali, incapacità di costruire legami affettivi e relazioni stabili, invalidità, incidenti sul lavoro e stradali. L’Osservatorio Nazionale Alcol elabora e analizza ogni anno le basi di dati
nazionali svolgendo attività di monitoraggio

Ministero della salute
Relazione del Ministro della Salute al Parlamento in materia di alcol e problemi alcolcorrelati: 2012-2013

ISTAT - L’uso e l’abuso di alcol in Italia
Statistiche in breve
Periodo di riferimento: Anno 2013

Il rapporto WHO The Global status report on alcohol and health 2014 presenta il quadro completo sul consumo regionale e nazionale globale di alcol, sui modelli, le conseguenze per la salute e le risposte politiche negli Stati membri. Esso rappresenta inoltre uno sforzo costante da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per sostenere gli Stati membri nella raccolta delle informazioni al fine di assisterli negli sforzi per ridurre l'uso nocivo di alcol e le conseguenze sociali. Consulta i dati relativi all'Italia

WHO. Fact sheet on alcohol (updated May 2014)

Comunicato stampa WHO Europe. Alcohol consumption in Europe decreasing but still the highest in the world. 12 May 2014

Status report on alcohol and health in 35 European countries 2013
Nella Regione Europea dell'OMS si consuma più alcol pro capite che nel resto del mondo. L'alcol causa circa 120mila morti premature all'anno: 1 su 7 uomini e 1 su 13 nelle donne. La maggior parte dei paesi della regione hanno adottato politiche, strategie e piani per ridurre i danni alcol-correlati.

Rehm J, Samokhvalov AV, Shield KD. Global burden of alcoholic liver diseases. J Hepatol. 2013 Mar 16.
A livello mondiale, nel 2010, la cirrosi epatica alcol-attribuibile è stata responsabile di 493.300 decessi (156.900 donne e 336.400 uomini) e di 14.544.000 DALYs (Disability Adjusted Life Years che corrispondono alla somma degli anni di vita perduti in seguito a mortalità prematura e degli anni vissuti in disabilità o malattia) pari allo 0,9% (0,7% per le donne e 1,2% per gli uomini) di tutte le morti globali, allo 0,6% (0,4% per le donne e 0,8% per gli uomini) dei DALYs perduti, al 47,9% di tutti i decessi per cirrosi epatica  e al 46,9% dei DALYs per tutte le cirrosi epatiche. I tumori del fegato alcol-correlati hanno causato 80.600 decessi (14.800 morti nelle donne e 65.900 negli uomini) e 2.142.000 DALYs.

World Health Organization - European action plan to reduce the harmful use of alcohol 2012–2020
Il Piano d’azione europeo per ridurre l’uso nocivo di alcol 2012-2020 fornisce opzioni politiche per le quali la capacità di ridurre i danni causati dall’alcol è dimostrata.

World Health Organization - Global Status Report on Alcohol and Health 2011
Il Global status report on alcohol and health 2011 (pdf 1,8 Mb) pubblicato dall’OMS analizza le evidenze disponibili sul consumo di alcol, sulle conseguenze e le politiche di intervento a livello globale, regionale e nazionale.

World Health Organization - Alcohol in the European Union 2012
Il consumo di alcol, le conseguenze sullo stato di salute e le politiche efficaci di prevenzione sono i temi al centro del report dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'alcol costituisce infatti un problema sanitario e sociale fondamentale in tutta la Comunità.

Ministero della salute
Relazione del Ministro della Salute al Parlamento in materia di alcol e problemi alcol correlati: anni 2011-2012
Pubblicazione: 14 dicembre 2012

ISTAT - L’uso e l’abuso di alcol in Italia
Statistiche in breve
Periodo di riferimento: Anno 2011
Diffuso l'11 aprile 2012

I siti web di riferimento per l'alcol

EpiCentro - Informazioni generali sull'alcol e i dati sul monitoraggio alcol correlato
EpiCentro, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità, aggiorna periodicamente tutte le pagine dedicate all’alcol.

Global Information System on Alcohol and Health (GISAH)
E' uno strumento essenziale per la valutazione e il monitoraggio della situazione sanitaria e dei trend legati al consumo di alcol, ai danni alcol-correlati e alle politiche di prevenzione.





Adolescenti a rischio: al via nelle scuole toscane la quarta edizione dell'indagine EDIT

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immagine indagine EDIT adolescenti comportamenti rischioARS NEWS - 13/02/2015
L’adolescenza rappresenta un periodo sensibile e critico, in cui i soggetti sono più vulnerabili rispetto ad alcuni comportamenti a rischio, in particolare quelli alla guida dei mezzi. A sua volta, l’infortunistica stradale è correlata con determinati fattori di rischio molto spesso riconducibili a scelte comportamentali quali l’uso di sostanze psicotrope, i comportamenti sessuali, il bullismo, etc. Per intervenire con efficaci azioni di prevenzione e dunque buoni esiti di salute, sono necessarie informazioni affidabili e ripetute nel tempo.

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Alcol: Relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento - Principali dati epidemiologici per Italia e Toscana

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alcol 2Il Ministero della Salute, ha pubblicato, come ogni anno, la "Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della Legge 30.03.2001 n. 125 Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati" che aggiorna il quadro epidemiologico, le caratteristiche dei servizi algologici e gli interventi attuati in materia di consumo di bevande alcoliche.

Presentiamo in sintesi i dati epidemiologici principali per l'Italia e la Toscana, che si basano su quanto rilevato dall'indagine Multiscopo Istat "Aspetti della vita quotidiana".

In Italia, dal 2005 al 2014, si sono osservati dei mutamenti rispetto alle abitudini di consumo delle bevande alcoliche: sono diminuiti i consumatori (dal 69,7% al 63%), e in particolare i consumatori giornalieri (dal 31% al 22,1%), mentre sono aumentati i consumatori occasionali e fuori pasto (questi ultimi dal 25,7% al 26,9%). Il consumo di bevande alcoliche continua a essere più diffuso negli uomini (76,6%) rispetto alle donne (50,2%). La prevalenza del consumo fuori pasto aumenta significativamente negli uomini, dal 2013 al 2014, dell'1,5%, mentre nelle donne si osserva una tendenza all'incremento che caratterizza l'intero periodo 2005-2014. Il consumo fuori pasto è soprattutto diffuso tra i giovani e i giovani adulti, dai 18 ai 44 anni. Il fenomeno del consumo di 6 o più bevande alcoliche in un'unica occasione, il cosiddetto "binge-drinking", a rischio per gli esiti acuti sulla salute, continua a diminuire nel genere maschile e a mantenersi stabile in quello femminile. Sono soprattutto i maschi (10% vs 2,5% delle femmine nel 2014) e le fasce d'età più giovani, a partire dall'adolescenza e soprattutto tra i 18 ed i 24 anni (21% nei maschi e 7,6% nelle femmine), a mettere in atto questo comportamento. Nei più giovani, tra gli 11 e i 15 anni, a differenza di tutte le altre fasce di età, il binge-drinking non presenta differenze di genere. Diminuiscono i consumatori abituali eccedentari in entrambi i generi. Negli adulti il picco di prevalenza si presenta tra i 65 e i 74 anni. Dal 2007 al 2012 la mortalità per patologie totalmente attribuibili all'alcol (sindromi psicotiche indotte da alcol, poli-neuropatia alcolica, cardiomiopatia alcolica, gastrite alcolica, epatopatie alcoliche, effetti tossici dell'alcol, degenerazione del sistema nervoso dovuta all'alcol, pancreatite cronica indotta dall'alcol) si è ridotta per entrambi i generi e in tutte le fasce di età.

In Toscana, nel 2014, la percentuale di consumatori di almeno una bevanda alcolica è risultata negli uomini inferiore alla media nazionale (74% vs 76,6%). Nelle donne l'indicatore è in linea col valore nazionale (51,4% vs 50,4%) ma in discesa di quasi 7 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il vino rimane la bevanda alcolica più diffusa, seguita da birra e aperitivi alcolici. I consumatori di vino tra i maschi toscani sono una quota analoga al valore nazionale (64,7% vs 64,1%), in diminuzione rispetto al 2013. Si registra, al contrario, una prevalenza di consumatrici di vino nella nostra regione superiore alla media nazionale (41,1% vs 37,7%). Tra i maschi la diffusione del consumo di birra è inferiore rispetto alla media nazionale, mentre tra le femmine è allineata con quella delle coetanee nazionali e in diminuzione nel 2014. La prevalenza del consumo di amari è la più bassa in Italia per entrambi i generi. Tutti gli indicatori di comportamenti a rischio sono in linea con il dato medio nazionale. Per quanto riguarda la mortalità attribuibile all'alcol per le patologie totalmente determinate dal consumo della sostanza, nella graduatoria nazionale la Toscana si colloca tra le regioni più virtuose, con 1,71 decessi ogni 100.000 abitanti, preceduta solo dalla Sicilia (1,64 decessi ogni 100.000 abitanti). L'insieme dei dati su consumi e conseguenze dell'uso di alcol in Toscana non sembra mostrare particolari criticità rispetto alla media nazionale. I fenomeni a rischio che sono comunque presenti così come nel panorama italiano, in particolare il binge-drinking tra i più giovani, impongono il monitoraggio e l'attuazione di interventi di contenimento.

alcol

Cirrosi, epatiti e tumori del fegato: la situazione in Europa

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immagine abuso alcolARS SEGNALA - 07/03/2013
Negli ultimi 30 anni sono stati compiuti numerosi progressi nella conoscenza e gestione delle malattie del fegato. Nonostante questo ancora oggi circa 29 milioni di persone, il 6% circa della popolazione dell'Unione Europea, soffre di una malattia epatica cronica.

Sebbene ogni paese abbia sviluppato al proprio interno modalità di controllo, risulta difficile valutare il peso che queste patologie ricoprono nella popolazione generale per il complicato accesso ai dati.

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