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Consulta anche il nostro precedente approfondimento:
In periodi in cui le risorse da investire per rispondere ai bisogni di cura e assistenza sono scarse, la programmazione sanitaria diventa fondamentale per la tenuta del sistema. Ma perché la programmazione sia efficiente ed efficace è necessario che si basi su informazioni solide, tempestive e che riflettano la variabilità territoriale.
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Sono stati presentati nel corso dell’evento tenutosi il 15 luglio al Ministero della salute i risultati del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA) per l’anno 2022 attraverso il Nuovo sistema di garanzia (NSG), lo strumento con cui il Ministero monitora e assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei LEA avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed equità.
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Un anno fa, guardando all’ospedalizzazione in Toscana nel 2022, avevamo titolato il nostro rapporto “Il cammino verso la normalità” [1]. L’andamento dei ricoveri ospedalieri infatti appariva in ripresa rispetto alla brusca contrazione delle attività ospedaliere durante il periodo più intenso della pandemia. Se l’obiettivo era raggiungere i valori del 2019, il tracciato dei ricoveri sembrava puntare in quella direzione.
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Nel panorama in continua evoluzione della sanità italiana, l'introduzione del Nuovo sistema di garanzia (NSG) con il DM 12 marzo 2019, con i suoi 88 indicatori, distinti in tre macroaree (prevenzione, assistenza distrettuale, e assistenza ospedaliera), ha catturato l'attenzione di esperti, operatori sanitari e cittadini. Questo sistema, si propone di migliorare le modalità di monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero quell’insieme di servizi considerati essenziali per garantire qualità, accessibilità, ed equità nell’erogazione dei servizi sanitari nel paese.
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Analizzando le informazioni contenute nelle Schede di dimissione ospedaliera (SDO), soprattutto in seguito alle modifiche nella classificazione delle diagnosi apportate con il decreto del Ministero della salute del 28 ottobre 2020[1] , è possibile distinguere due popolazioni di pazienti: quelli ricoverati a causa della COVID-19e quelli che, pur essendo positiviai test per il SARS-CoV-2, sono ricoverati per necessità diverseda COVID. In precedenza, erano state adottate codifiche in base alle linee guida ministeriali del marzo 2020[2], che consentivano di distinguere casi lievi da casi gravi.
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Analizzando le informazioni contenute nelle Schede di dimissione ospedaliera (SDO), soprattutto in seguito alle modifiche nella classificazione delle diagnosi apportate con il decreto del Ministero della salute del 28 ottobre 2020[1] , è possibile distinguere due popolazioni di pazienti: quelli ricoverati per COVID-19 e quelli che, pur essendo positivi ai test per il SARS-CoV-2, sono ricoverati per necessità diverse da COVID. In precedenza, erano state adottate codifiche in base alle linee guida ministeriali del marzo 2020[2], che consentivano di distinguere casi lievi da casi gravi.