Impatto delle misure non farmaceutiche introdotte durante la pandemia sull’equilibrio tra lavoro e vita privata dei cittadini europei


4/9/2023
Gli interventi non farmaceutici (Non-Pharmaceutical Interventions - NPI) sono misure di salute pubblica che vengono utilizzati da molti anni per prevenire e controllare la diffusione delle malattie trasmissibili.

Durante la pandemia causata dal virus SARS-CoV-2, sono stati introdotti numerosi NPI dai governi dei Paesi di tutto il mondo. In Europa le principali strategie hanno incluso obbligo e/o raccomandazione di stare a casa, chiusura delle scuole/ristoranti/hotel/altro, uso delle mascherine, campagne favorenti il distanziamento ed il frequente lavaggio delle mani, divieto di viaggiare, quarantena in caso di infezione o esposizione nota. Questi provvedimenti sono stati adottati e interrotti con tempistiche variabili e in relazione alla gravità della situazione epidemiologica della pandemia.

Gli NPI si sono dimostrati efficaci nel rallentare la trasmissione dei casi di malattia, tuttavia alcuni di essi hanno avuto anche conseguenze negative sulla salute mentale delle persone ed i loro reali effetti nel lungo periodo potranno essere valutati solo fra alcuni anni. 

Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive (ECDC) e la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound), hanno condotto un'analisi in collaborazione per comprendere l'impatto di alcuni NPI introdotti dal 2020 al 2022 in risposta alla pandemia di COVID-19 sull’equilibrio tra lavoro e vita privata (Work-life balance - WLB) dei cittadini di età adulta dell'Unione europea. 

Il lavoro recentemente pubblicato esamina l'associazione tra alcuni NPI selezionati, ovvero:

A. ordini e raccomandazioni di restare a casa
B. chiusura delle strutture educative quali asili nido, scuole primarie e secondarie
C. raccomandazioni nazionali sul telelavoro, ed il bilancio lavoro-vita privata misurato sulla base delle risposte fornite alle cinque seguenti domande:

1. continuavi a preoccuparti del lavoro quando non stavi lavorando (Preoccupazione per il lavoro)
2. ti sentivi troppo stanco dopo il lavoro per svolgere alcuni dei lavori domestici che dovevano essere svolti (Stanchezza lavoro - vita familiare) 
3. trovavi che il tuo lavoro ti impediva di dedicare il tempo che volevi alla tua famiglia (Conflitti lavoro - vita privata)
4.trovavi difficile concentrarti sul lavoro a causa delle responsabilità familiari (Concentrazione vita privata - lavoro)
5. trovavi che le tue responsabilità familiari ti impedivano di dedicare il tempo che dovevi al tuo lavoro (Conflitti vita privata - lavoro)   

Lo studio è stato realizzato includendo i cittadini residenti in tutti e 27 gli Stati membri dell'Unione europea, collegando assieme le informazioni relative agli NPI raccolte dall'ECDC in collaborazione con il Joint Research Centre (JRC), con quelle riferite all'impatto della pandemia sul lavoro e sulla vita dei cittadini dell'UE ottenute tramite l’indagine Living, Working and COVID-19 realizzata da Eurofound. Sono stati quindi adottati alcuni modelli di regressione logistica, aggiustati per alcuni fattori socio-demografici e spaziali, allo scopo di valutare l’esistenza di un’associazione tra NPI ed equilibrio tra lavoro e vita privata. 

I risultati hanno mostrato che gli NPI selezionati hanno influenzato in modo significativo il WLB; da un lato gli NPI, ed in particolare la chiusura delle strutture educative e il telelavoro, hanno diminuito la pressione del lavoro sulla vita personale e familiare, riducendo l'orario e la stanchezza da lavoro. In parallelo tuttavia gli NPI selezionati, più precisamente gli ordini e raccomandazioni di restare a casa ed il telelavoro, hanno aumentato la propensione degli adulti a preoccuparsi del lavoro al di fuori dell'orario di lavoro e, in alcuni casi, hanno ridotto la concentrazione sul lavoro e l'orario di lavoro dedicato a causa delle responsabilità familiari. 

I risultati evidenziano importanti differenze nel modo in cui il WLB di gruppi specifici è associato ai suddetti NPI, con alcuni gruppi che appaiono colpiti più negativamente rispettivamente ad altri. Ad esempio, le persone che vivono con bambini piccoli sembrano aver risentito maggiormente degli ordini e raccomandazioni di restare a casa e della chiusura delle scuole, potendo inoltre beneficiare in misura minore degli effetti positivi del telelavoro. Al contrario, coloro che hanno meno di 35 anni, coloro che non hanno figli a casa, coloro che vivono in campagna e coloro che vivono nei paesi del nord Europa hanno percepito un impatto positivo delle politiche di telelavoro in termini di "conflitti lavoro-vita privata", con un impatto negativo limitato o insignificante sui loro “conflitti vita privata-lavoro” e sulla “preoccupazione per il lavoro”. 

Sulla base dei risultati ottenuti, gli autori del rapporto suggeriscono che l'introduzione degli NPI dovrebbe prendere in considerazione nuovi elementi in grado di ridurre il peso delle responsabilità familiari e assistenziali così come il loro conflitto con il lavoro da remoto, specialmente per coloro che vivono con bambini di età inferiore ai 12 anni. Allo stesso tempo, le politiche percepite come intese a migliorare l'equilibrio tra vita privata e professionale dovrebbero essere ulteriormente esplorate, potendo rappresentare un’importante risorsa anche in caso anche di future pandemie. 

Lo studio esorta infine i decisori politici affinchè prendano in considerazione l’adozione di strumenti per il monitoraggio sia del WLB che dell'efficacia, aderenza e impatto degli NPI quando implementati, in maniera da poterli adeguare al contesto epidemiologico nel più breve tempo possibile, riducendone così i loro effetti negativi.


A cura di:

Francesco Innocenti, ARS Toscana