Variante Omicron, l’ECDC pubblica la valutazione aggiornata sulla diffusione e il potenziale impatto in Europa


1/2/2022
Il Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC) ha recentemente pubblicato una valutazione aggiornata del rischio di diffusione di Omicron, estendendo le considerazioni presentate nel documento dello scorso 15 dicembre 2021, sulla base dei piú recenti dati epidemiologici e livelli di copertura vaccinale disponibili.Sfruttando inoltre le ultime evidenze scientifiche pubblicate su Omicron relative alla sua trasmissibilità, gravità, capacitá di eludere le difese del vaccino, efficacia della vaccinazione ed interventi non farmaceutici adottati, sono stati discussi e presentati alcuni potenziali scenari che potranno verificarsi nelle prossime settimane.

La variante Omicron del virus SARS-CoV-2 sta rapidamente sostituendo la variante Delta nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea/Area economica europea (UE/EEA), con una progressione da ovest verso est. Come emerge da studi in vitro ed in vivo recentemente pubblicati, la variante può in una certa misura eludere gli effetti protettivi indotti dalla vaccinazione e/o dall'infezione naturale sulla base di fattori principalmente associati al numero di vaccinazioni ricevute ed al tempo trascorso dall'ultima vaccinazione, esponendo cosí al rischio di malattia una quota importante di popolazione. Nelle ultime settimane, come naturale conseguenza di quanto rilevato dagli studi, é stato registrato un aumento del numero di casi di COVID-19, che ha raggiunto un'intensità di trasmissione comunitaria in tutta l’Europa mai osservata prima.

Rispetto alle varianti circolate in precedenza, le infezioni da Omicron sembrano presentare un rischio minore di condurre i pazienti ad un esito clinico di gravitá tale da richiedere il ricovero in ospedale o in terapia intensiva. Nonostante dunque l'attuale tasso generale di notifica a 14 giorni nell'UE/EEA sia di 2.621 casi ogni 100.000 abitanti, ovvero circa tre volte superiore al picco più alto osservato finora durante la pandemia, i tassi di ospedalizzazione e la mortalità sono inferiori ai livelli osservati nelle prime ondate. In alcuni paesi della UE/EEA tuttavia é stato recentemente osservato un aumento del numero di casi tra le persone anziane, risultato ch potrebbe avere come conseguenza un aumento ritardato dei casi gravi e dei decessi.

Per quanto la riduzione della gravità sia in parte riconducibile alle caratteristiche intrinseche del virus, i risultati degli studi sull'efficacia del vaccino hanno dimostrato che un ruolo significativo nella prevenzione degli esiti clinici gravi dell'infezione è svolto dalla vaccinazione, rivelando un'efficacia contro le conseguenze severe della malattia, in modo significativo tra le persone che hanno ricevuto tre dosi di vaccino. Considerato tuttavia che il livello di copertura vaccinale è molto variabile tra i paesi della UE/EEA (range di valori: 28,4–82,9%, media 69,4%) e che le somministrazioni delle dosi di richiamo (booster) non hanno ancora raggiunto livelli ottimali nella maggior parte dei paesi dell'UE/EEA, l'impatto previsto di Omicron sará variabile ed i paesi che sperimenteranno il carico di malattia più elevato saranno quelli in cui sono state minori le somministrazioni di vaccino. L’elevato livello di trasmissione osservato nella comunità é inoltre responsabile di causare la malattia di molte persone nello stesso momento, pertanto anche i paesi dove la copertura vaccinale é molto elevata si potranno trovare costretti ad affrontare un periodo di forte pressione sui loro sistemi sanitari ed anche sul funzionamento della società nel suo insieme (assenze da lavoro ed istruzione).

I risultati dei modelli matematici rivelano che una parte sostanziale della popolazione dei paesi dell'UE/EEA rimane vulnerabile agli esiti gravi della COVID-19, specialmente laddove é minore la copertura vaccinale. Le previsioni rivelano che i ricoveri e la mortalità dovrebbero avere un impatto proporzionalmente maggiore tra le persone di età uguale o superiore a 60 anni (nonostante si osserverá un impatto anche sulle persone di età inferior). In risposta all'elevata incidenza di Omicron, la protezione contro il rischio di un elevato numero di ospedalizzazioni può essere raggiunta con l’aumento della vaccinazione, e dalla rapiditá con cui I sistemi sanitari saranno in grado di somministrare le dosi di richiamo in particolare nella popolazione anziana e a rischio. Le vaccinazioni ed i booster forniranno ulteriori benefici a lungo termine per gli individui e la società (come la prevenzione nei confronti dell'assenza dal lavoro o dall'istruzione e la sindrome post-acuta da COVID-19).

Non sono invece ancora disponibili dati sull'incidenza dei sintomi di lungo periodo dopo aver contratto il COVID-19 a causa di Omicron (Long COVID-19 symptoms), né se questi differiscano dall'incidenza della sindrome post-COVID causata da varianti circolanti in precedenza. È plausibile comunque ritenere che l'elevato numero di casi di infezione da Omicron registrati potrá essere responsabile in future di un'elevata incidenza di condizioni post-COVID-19, in proporzione maggiore tra le persone non vaccinate.

Le evidenze scientifiche e le indicazioni fino ad oggi raccolte suggeriscono che ci stiamo muovendo verso una situazione più sostenibile, dove la COVID-19 circola a livelli gestibili, tuttavia per il momento rimaniamo in una situazione di pandemia di emergenza sanitaria pubblica. È comunque importante rimarcare che anche in una fase post-pandemica, il virus SARS-CoV-2 potrebbe continuare a causare un’elevata pressione sui sistemi sanitari, e ad essere responsabile di focolai di malattia anche di grandi dimensioni.

Per i mesi a venire sará dunque essenziale definire ed implementare strategie di sorveglianza, preparazione e risposta a più livelli per affrontare la COVID-19.

A cura di:

  • Francesco Innocenti, Agenzia regionale di sanità della Toscana




Per approfondire

Consulta le altre news della sezione Varianti SARS-CoV-2



box sezione tematica nuovo coronavirus