Mortalità ISTAT 2021: decessi nei mesi di gennaio e febbraio

Prosegue la diffusione tempestiva dei dati dei decessi giornalieri da parte di ISTAT, finalizzata al monitoraggio dell’impatto della pandemia sulla mortalità totale della popolazione italiana


1/4/2021
Prosegue nel 2021 la diffusione tempestiva dei dati dei decessi giornalieri da parte di ISTAT, finalizzata al monitoraggio dell’impatto della pandemia sulla mortalità totale della popolazione italiana. 

Ricordiamo che monitorare gli eccessi di mortalità totale, cioè per qualsiasi causa, è un metodo molto efficace per tenere conto sia della mortalità COVID-19 diretta, cioè quella ufficiale riportata quotidianamente nel bollettino della Protezione Civile, sia della mortalità COVID-19 indiretta, come ad esempio quella legata alla minore attenzione ad altre patologie croniche a causa della forte pressione sui sistemi sanitari, sia della mortalità per altre cause. Inoltre il dato sugli eccessi di mortalità non risente delle possibili eterogeneità territoriali circa i criteri di definizione di “decesso COVID-19”.

In data 30 marzo ISTAT ha reso disponibili i dati dei decessi giornalieri dei 7903 comuni italiani, aggiornati a gennaio 2021, e contestualmente i dati di mortalità relativi al periodo 2011-2020. Nel report di commento di ISTAT viene fornita anche una stima dei decessi relativi al mese di febbraio, applicando al dato provvisorio fornito dai comuni i coefficienti di correzione della sottocopertura, elaborati sulla base dell’entità media della sottocopertura nei mesi aprile-settembre 2020.

Nell’aggiornamento precedente era stato fornito un quadro complessivo della mortalità 2020: l’eccesso di mortalità a livello nazionale dopo quasi un anno di pandemia è stato di oltre 100.000 decessi in più (+15,6% rispetto alla media del periodo 2015-2019), mai così alto dal secondo dopoguerra, e per il 74% attribuito alle regioni del Nord (di cui circa la metà alla sola Lombardia), il 16% al Meridione e il restante 10% alle regioni del Centro.

Nei mesi di gennaio e febbraio 2021 i decessi totali in Italia sono stati poco meno di 127mila (Tabella 1), circa mille in più (+0,9%) rispetto alla media 2015-2019. Solo nelle regioni del Nord la mortalità 2021 è più alta dell’atteso, oltre 3100 decessi in più (pari al +5,3%), mentre sia nelle regioni del Centro che del Sud, la mortalità gennaio-febbraio 2021 è più bassa della media 2015-2019, 745 (-2,9%) e 1243 (-3%) decessi in meno rispettivamente.

Rispetto al 2020, invece, l’eccesso di mortalità a livello nazionale è di circa 10mila decessi in più (+9,2%), 7780 in più al Nord (+14,5%), 1432 in più nel Centro (+6,2%) e 1499 in più al Sud (+3,8%). Nel 2020, infatti, abbiamo più volte segnalato come la mortalità nei mesi di gennaio e febbraio, prima dell’esplosione della pandemia, fosse stata decisamente più bassa della media 2015-2019, presumibilmente grazie alle temperature più miti e ad una epidemia influenzale classica meno aggressiva.

Tabella 1. Decessi totali nei mesi di gennaio e febbraio 2021, confronto con il 2020 e con la media 2015-2019 (Fonte: ISTAT 2021).
Mortalità ISTAT 2021 tab 1

In Figura 1 è riportato l’andamento dei decessi totali nei mesi gennaio/febbraio per gli anni dal 2011 al 2021. Nel bimestre gennaio-febbraio 2021 le regioni del Nord, soprattutto Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna, hanno avuto un aumento della mortalità totale più consistente rispetto alle regioni del Centro e del Sud. Si nota come, però, l’anno di picco sia stato il 2017. Complessivamente, se si considera che i decessi COVID-19 ufficiali nel mese di gennaio/febbraio 2021 sono stati in Italia oltre 23mila e l’eccesso rispetto alla media 2015-2019 solo di un migliaio, si può ipotizzare che rispetto agli anni precedenti la mortalità per cause diverse dal COVID-19 sia diminuita. Questo fenomeno è in parte presumibilmente spiegabile con il decremento della mortalità per alcune malattie come ad esempio l’influenza, proprio grazie alle misure di distanziamento e prevenzione adottate per il contenimento della diffusione dell’epidemia. Più in generale è ipotizzabile il ruolo del cosiddetto “effetto harvesting” o “effetto mietitrice”, ovvero il fenomeno della mortalità anticipata dal virus che, colpendo in maniera pesante i più deboli, ha di fatto anticipato di alcuni mesi una quota importante di decessi.

Figura 1. Decessi totali nei mesi di gennaio e febbraio nel periodo 2011-2021, per area geografica.
Mortalità ISTAT 2021 figura 1

Tornando al periodo di confronto utilizzato in tutti questi mesi (media quinquennio 2015-2919), nel mese di gennaio 2021 l’eccesso di mortalità nelle regioni del Nord è stato più alto negli uomini (+12,6%, circa 1850 decessi in più) rispetto alle donne (+5%, pari a circa 850 decessi in più) (Figura 2). E sono ancora gli over80 a pagare il prezzo più alto: +10,8%, pari a oltre 2200 decessi in più, rispetto al +5,8% (212 decessi in più) nella classe 50-69 anni e del +5,6% (340 decessi in più) nella classe 70-79 anni.

Figura 2. Variazioni percentuali dei decessi nel mese di gennaio 2021, rispetto alla media 2015-2019.
Mortalità ISTAT 2021 figura 2

In Toscana nel bimestre gennaio-febbraio 2021 i decessi sono stati 8183, 310 decessi in meno rispetto alla media 2015-2019, pari a -3,7%, valore in linea con la media delle regioni del Centro. Rispetto al 2020, invece, in Toscana l’incremento della mortalità totale nei mesi di gennaio e febbraio è stato del +5,9% (454 decessi in più). I decessi COVID-19 in Toscana nei primi due mesi del 2021 sono stati 995, per cui, in linea con l’andamento nazionale, l’incremento di mortalità causato dalla pandemia è stato controbilanciato dalla diminuzione della mortalità per altre patologie.

A cura di: Daniela Nuvolone, Agenzia regionale di sanità della Toscana



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