Comportamenti e stili di vita a rischio: il nuovo documento ARS Toscana-Università di Firenze

Collana dei Documenti ARS n. 109 (novembre 2020)


17/12/2020
In tempi moderni la società ha acquisito una crescente consapevolezza sull’importanza della salute. Durante la Conferenza internazionale svoltasi a L’Aia (Olanda) nel 2009, si è proposto di sostituire la storica definizione di salute dell’OMS (“stato di completo di benessere fisico, psichico, sociale”) con la “capacità di adattarsi ed autogestirsi”, un concetto più dinamico basato sulla capacità di mantenersi sani. Molti sono, infatti, i fattori che incidono sullo stato di salute: biologici, socioculturali ma anche comportamenti individuali, sempre più al centro dell’attenzione anche a causa dell’aumento dei casi di malattia cronica prevenibili attraverso l’adozione di stili di vita adeguati.

In collaborazione con la Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università di Firenze, l'ARS Toscana torna a fare il punto della situazione con un ampio documento in 6 capitoli che riassume la ricerca internazionale, nazionale e regionale riguardo i comportamenti e le abitudini riferibili agli stili di vita.

Il primo capitolo è dedicato al consumo di tabacco. Lo scenario europeo mostra che la prevalenza dei fumatori è la più alta nel mondo, e in Italia si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi ogni anno siano attribuibili al fumo; questa abitudine è più frequente fra le classi socioeconomiche più svantaggiate e fra gli uomini, anche se nelle classi più giovani la forbice tra sessi si è ormai chiusa e nelle giovanissime c’è un maggior consumo femminile.

Nel secondo capitolo si affronta il consumo di alcol, globalmente il settimo fattore di rischio di morte. In Italia per tradizione si consuma spesso un bicchiere di vino a tavola, un pattern che non è considerato a rischio; tuttavia, nuove modalità associate al bere e più frequenti a livello europeo (come il “Binge drinkining”) si stanno facendo strada, soprattutto tra gli adolescenti, anche da noi.

Nel terzo capitolo si tratta il tema dell’alimentazione. L’eccesso di sodio, lo scarso uso di cereali integrali e un basso consumo di frutta determinano molte malattie a livello globale. La regione europea è quella che fa maggiore uso di carni processate e di sodio e anche l’Italia, in questo contesto, tende sempre meno a rispettare quella che era la “dieta mediterranea”, soprattutto per quanto riguarda la popolazione giovanile. Cattiva alimentazione e scarsa attività fisica (descritta successivamente) hanno come conseguenza obesità e sovrappeso, trattati in un focus nello stesso capitolo: l’OMS stima che dal 1980 a oggi l’obesità nel mondo sia triplicata e in Europa il sovrappeso colpisce dal 30% al 70% degli adulti, e l’obesità dal 10% al 30%; in Italia 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale.

Il quarto capitolo è dedicato all’attività fisica. È risaputo che il movimento migliora la pressione arteriosa e la glicemia, modula il colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche, le artrosi e riduce il tessuto adiposo in eccesso. In Europa la partecipazione ad attività fisica e sport è stazionaria almeno dal 2009, con una proporzione di coloro che non fanno mai esercizio in aumento e attualmente al 46% (soprattutto donne). In Italia la sedentarietà aumenta con l’avanzare dell’età.

Il quinto e sesto capitolo sono dedicati alle dipendenze, la prima più disturbante sul piano fisico e psicologico (l’abuso di sostanze), la seconda su quello sociale (il gioco d’azzardo). Secondo le stime OMS ammonta al 5,6% la prevalenza mondiale di soggetti interessati dal fenomeno dell’uso di sostanze e le operazioni antidroga sono incrementate esponenzialmente negli ultimi 4 anni. Per i giocatori patologici, invece, la prevalenza mondiale coinvolge dallo 0,5% al 7,6% della popolazione adulta e in Italia si stima che fino all’80% circa della popolazione si dedichi anche occasionalmente a qualche forma di gioco.

La Toscana si colloca spesso, in questo report, in una posizione di vantaggio rispetto al resto del Paese. Tuttavia, è opportuno porre molta attenzione alle abitudini dannose emerse dai documenti più recenti: in un mondo globalizzato, collegato e moderno lo sforzo deve essere ancora più forte e orientato a sviluppare la piena coscienza e consapevolezza delle proprie abitudini di vita.



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