29 gennaio, Giornata della trasparenza a Careggi: integrità e qualità praticate “dal basso”

Concluso anche il percorso di mappatura delle aree a rischio di corruzione, intrapreso dall’AOU di Careggi nel 2017


5/2/2018
Si è concluso “ufficialmente” il 29 gennaio, nell’ambito della Giornata della trasparenza, il percorso di mappatura delle aree a rischio specifico di corruzione, intrapreso dall’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi (AOUC) nel corso del 2017.

Il progetto è stato sviluppato dalla rete Illuminiamo la salute, in collaborazione con l'ARS e il Centro regionale per le criticità relazionali (CRCR), e con il coordinamento della Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, Simona Orsi.

In questo percorso l'Ars ha partecipato in prima linea, da una parte attraverso il supporto metodologico e organizzativo, dall’altra attraverso la facilitazione dei lavori di gruppo, adottando tecniche che consentissero alla discussione di raggiungere risultati concreti in termini di proposte operative.

La “mappatura delle aree di rischio specifico”, tema della Giornata della trasparenza, ha riguardato processi trasversali che, coinvolgendo in molti casi il rapporto con soggetti privati, si rivelano sensibili ai rischi di illegalità. Tra questi ricordiamo gli incarichi extra-istituzionali, la formazione sponsorizzata, l’accesso di informatori medico-scientifici ai reparti, la partecipazione a società scientifiche ed associazioni di pazienti, la gestione dei rifiuti e, ultima ma non ultima, quella gestione della salma che, se non accorta, può generare il cosidetto “business del caro estinto”; altri processi mappati riguardano poi la libera professione, la gestione e valutazione del personale.

I risultati del lavoro di mappatura, esposti durante la giornata della trasparenza e allegati al Piano triennale della prevenzione e della trasparenza, sono da ritenersi importanti sotto tre aspetti:

  1. Sono stati prodottidal basso”, ovvero da gruppi di lavoro formati da personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo. Per molti professionisti l’occasione è stata importante non solo per confrontarsi da diversi punti di vista su processi comuni, ma anche semplicemente, in molti casi, per conoscersi di persona.
  2. La descrizione dei processi, l’individuazione e l’analisi dei rischi hanno portato ad una visione condivisa del funzionamento del processo e sul valore delle attività dei singoli attori, presupposto fondamentale per il miglioramento organizzativo.
  3. L’elaborazione condivisa di misure preventive dei rischi di illegalità è stato un passaggio fondamentale nell’assumere consapevolezza, a livello culturale, del valore dell’integrità. Anche grazie a questa nuova consapevolezza sono stati delineati interventi il cui impatto non si limiterà ai soli aspetti di prevenzione della corruzione, ma potrebbe estendersi alla prevenzione dello spreco di risorse pubbliche e, più in generale, al miglioramento della qualità dell’organizzazione e dell’erogazione delle cure.

Le proposte dei gruppi di lavoro, avanzate alla Direzione dell’AOUC, hanno costituito il cuore della Giornata della trasparenza. Questa si è tenuta presso il CTO, in un auditorium gremito, dove l’affluenza straordinaria per un evento di questo genere (440 persone presenti) si deve anche al nome dei relatori intervenuti.

Tra questi citiamo in primis la senatrice della Repubblica Nerina Dirindin, qui presente in veste di coordinatrice della rete Illuminiamo la salute (creata da Libera, Avviso Pubblico, Gruppo Abele di Don Ciotti e Coripe Piemonte), nonché presidente del Coripe. Dopo i saluti istituzionali da parte del Direttore amministrativo Matteo Sammartino, Dirindin espone il razionale del progetto ideato da Illuminiamo la Salute, e mette a fuoco l’aspetto del cambiamento culturale insito nelle attività di formazione e di confronto avvenute a Careggi nel contesto della mappatura dei processi.

L’ospite più atteso interviene però a conclusione delle presentazioni dei lavori di gruppo: Raffaele Cantone. Il Presidente di ANAC si sofferma sulla “rivoluzione copernicananella prevenzione della corruzione, che sarebbe costituita dalla legge Severino del 2012. Il cambiamento di prospettiva realizzato dalla legge consiste nel guardare all’Ente pubblico non come ad un oggetto da controllare, ma come ad un soggetto che si fa carico di della gestione delle proprie attività in modo responsabile e trasparente.

Il cambiamento, ne consegue, si deve reggere su un nuovo approccio culturale all’integrità, che porti ad interpretare le norme non come vincoli burocratici ma come opportunità di sviluppare l’accountability (semplificando: la capacità di rendere conto responsabilmente di ciò che si fa e del come lo si fa). La costruzione di una “casa di vetro” è essenziale per ristabilire il rapporto di fiducia tra l’istituzione e il cittadino.

È però il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, a conclusione della giornata, a strappare ai 440 dell’auditorium l’applauso più lungo e scrosciante, grazie ad un intervento appassionato e appassionante, di cui uno dei momenti chiave è la necessità di passare dall’etica della professione alla professione dell’etica.

A coronamento dello spessore degli interventi dal palco, è importante citare anche quello della neo presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, Teresita Mazzei, che invita a riscoprire il valore dell’articolo 30 del codice deontologico sul conflitto d’interessi nelle professioni sanitarie. L’articolo 30 rappresenta in pieno lo spirito del più antico tra i codici, quello espresso dal giuramento di Ippocrate.

Malgrado l’eccezionale autorevolezza dei relatori e il tenore dei loro interventi, tra i messaggi di speranza lanciati dal palco dell’Auditorium non possiamo non considerare come più incisivi proprio quelli dei professionisti di Careggi. Gli interventi lucidi mirati e concreti, le situazioni esaminate e le proposte avanzate, mostrano che la cultura dell’integrità che si è iniziata a costruire attraverso il progetto abbia messo in moto potenzialità di grande valore. E queste potenzialità, prima espresse in termini di conoscenze, di competenze, di professionalità, di passione, e ovviamente di integrità, e poi tradotte in azione, hanno tracciato concretamente la strada per un miglioramento organizzativo dell’assistenza, di cui saranno a beneficiare, in ultima istanza, i cittadini con bisogno di cure.