L'indagine Passi d'argento 2017 sugli stili di vita dei toscani over 65 si avvia alla conclusione

Sono 1.200 i toscani ultra64enni coinvolti.


15/12/2017
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Si sta per concludere l’edizione 2017 della sorveglianza Passi d’Argento, indagine su stili di vita, salute, attività sociali e ricorso a servizi sanitari della popolazione >65 anni, promossa dall’Istituto superiore di sanità e realizzata dall'ARS per conto della nostra Regione.
A indagine conclusa saranno coinvolti 1.200 toscani ultra64enni, divisi in tre campioni rappresentativi della popolazione delle 3 AUSL. Arrivati a circa metà dell’indagine, sono disponibili i dati preliminari di circa 750 anziani intervistati con un questionario sottoposto telefonicamente.

Il rischio di cadute è il focus dell'edizione 2017
L’edizione 2017 ha un focus sulle cadute, un evento che nell’anziano può avere gravi conseguenze acute (fratture e ricoveri ospedalieri) e croniche (perdita di mobilità e autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane). Su questo tema la Toscana ha realizzato azioni di prevenzione mirate, coinvolgendo i medici di medicina generale, per sensibilizzare gli anziani sul tema e sui rischi prevenibili. Tra gli anziani intervistati circa 1 su 4 è caduto nell’ultimo anno, il 20% tra gli uomini e il 28% tra le donne.

Si cade soprattutto in casa propria
Le cadute sono avvenute principalmente all’interno della propria abitazione: in particolare il 13% degli anziani è caduto in camera, l’11% in bagno, l’8% in cucina, l’8% salendo o scendendo le scale. Il rischio è ovviamente legato non solo all’eventuale presenza di ostacoli, come tappeti, gradini o mobilio ingombrante, ma anche al tempo che mediamente una persona passa in ognuna di queste stanze. Circa 4 cadute su 10 sono avvenute invece fuori dall’abitazione, in strada o in giardino.

Le conseguenze delle cadute: cure mediche, PS, ricovero
Il 6% delle cadute ha comportato un ricovero in ospedale, mentre circa 1 anziano su 3 è comunque ricorso a cure mediche o al Pronto Soccorso. Gli anziani fratturati, tra i caduti, sono il 34%. Tra le donne le fratture sono di più rispetto agli uomini, 43% vs 20%, probabilmente anche a causa di una maggiore fragilità ossea che colpisce più frequentemente le donne nella terza età rispetto agli uomini. Quella della spalla è la frattura più frequente (27% del totale delle fratture) e riguarda quasi esclusivamente la popolazione femminile. Subito dopo viene la frattura del femore (24%) e di una o più vertebre (21%).

Chi è già caduto ha una maggiore percezione del rischio
Con un evento alle spalle è più frequente che nell’anziano si instauri la paura di una nuova caduta, la percentuale di coloro che hanno paura di cadere infatti è del 46% tra chi è già caduto e del 24% tra chi non è caduto. Il proprio medico di famiglia, solitamente riferimento principale dell’anziano all’interno del sistema sanitario, può dare consigli utili su come ridurre i rischi di caduta nella propria abitazione, si pensi a piccoli accorgimenti o interventi come l’utilizzo di tappetini anti scivolo o l’installazione di maniglioni nella doccia o vasca da bagno. Tra gli anziani intervistati però solo il 15% ha ricevuto consigli dal proprio medico di medicina generale nell’ultimo anno al riguardo.

Tra i possibili fattori di rischio: vivere da soli, problemi di vista, difficoltà nei movimenti, farmaci.
Tra gli anziani con almeno una caduta alle spalle il 21% vive solo (16% tra chi non è caduto), il 9% ha problemi di vista (6% tra chi non è caduto), l’11% ha difficoltà nello spostarsi da una stanza all’altra (7% tra chi non è caduto), il 91% assume farmaci regolarmente (82% tra chi non è caduto) e in numero maggiore rispetto a chi non è caduto. Questi dati saranno utili, a fine rilevazione, per individuare i principali fattori di rischio per le cadute e quindi focalizzare gli interventi di prevenzione sulle persone e le situazioni maggiormente a rischio.

Le prossime tappe di Passi d’Argento: fine raccolta dati entro dicembre 2017, analisi dati inizio 2018
La fase di raccolta finirà presumibilmente entro dicembre 2017, mentre quella di analisi dati è prevista per inizio 2018, per poter divulgare i principali indicatori entro la primavera del prossimo anno all’interno di un rapporto ARS. I dati inoltre andranno ad alimentare la banca dati nazionale di Passi d’Argento, gestita dall’Istituto superiore di sanità, il quale ha il compito di mantenere attiva la sorveglianza a livello italiano per monitorare nel tempo i fenomeni e confrontare tra loro le regioni.




Per approfondire

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