near miss
Lo scorso 12 gennaio si è tenuto, presso l’Istituto superiore di sanità, il convegno “I progetti ISS – Regioni per migliorare l’assistenza alla nascita in Italia”, organizzato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. L’obiettivo del convegno è stato quello di restituire e discutere con i professionisti sanitari che assistono la nascita in Italia le informazioni raccolte mediante il sistema di sorveglianza della mortalità materna e mediante i progetti di ricerca-intervento coordinati dall’ISS in collaborazione con le Regioni.

Il sistema di sorveglianza della mortalità materna coordinato dall’Iss raccoglie dati completi e affidabili sulla mortalità materna in 10 Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana tramite ARS Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna), coprendo il 77% dei nati in Italia. Dal 2013 al 2016 sono stati segnalati 88 casi di morte materna avvenuti entro 42 giorni dall’esito della gravidanza con un rapporto di mortalità materna (MMR) di 7,98 ogni 100.000 nati vivi. Di queste morti, 48 (55%) sono definite “dirette” (causate da complicazioni ostetriche della gravidanza, parto o puerperio); 32 (36,8%) sono “indirette” (causate da malattie preesistenti o insorte durante la gravidanza, non dovute a cause ostetriche dirette, ma aggravate dagli effetti fisiologici della gravidanza); 6 (6,9%) non sono definibili; 2 (2,3%) sono in attesa di autopsia.

Il 14% (12/86) delle morti materne riguarda donne che hanno concepito mediante tecniche di Procreazione medicalmente assistita (PMA). Nel Regno Unito la percentuale è pari al 4%. Il servizio sanitario del Regno Unito non offre la PMA alle donne oltre i 42 anni e/o con Indice di massa corporea (IMC) ≥30. Nella nostra casistica 7/12 hanno un IMC≥30 e 4/12 donne hanno più di 42 anni.

Il 31% delle donne decedute è obesa (IMC≥ 30) e il 20% in sovrappeso (IMC 25-29). Ridurre l’IMC prima della gravidanza migliora la fertilità, riduce gli aborti spontanei e migliora gli esiti della gravidanza.

In ordine di frequenza, i dati della sorveglianza evidenziano l’emorragia ostetrica come prima causa di morte materna diretta, seguita dalla sepsi e dai disordini ipertensivi della gravidanza. Tra le morti indirette si sottolineano 5 polmoniti da influenza H1N1, morti che potevano essere evitate con la vaccinazione antinfluenzale. In Italia la copertura vaccinale in gravidanza è stimata pari a circa l’1%. Nel 2011-2015 nel Regno Unito non è stata segnalata alcuna morte materna da influenza in gravidanza. Nel Regno Unito la copertura vaccinale è pari al 45% in Inghilterra, 49% in Scozia, 70% nel Galles e 59% nell’Irlanda del Nord.

In Toscana si è verificato un solo caso di morte materna indiretta inevitabile per emoperitoneo spontaneo a causa di una sindrome di EhlerDanlos.

Si definisce near miss una donna che sarebbe deceduta ma che è sopravvissuta alle complicazioni insorte durante la gravidanza, il parto, o entro 42 giorni dal termine della gravidanza stessa. Il progetto sui near miss emorragici in ostetricia, che ha coinvolto tra il 1 settembre 2014 e il 31 agosto 2016 tutti i punti nascita di sei regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana tramite ARS ToScana, Lazio, Campania, Sicilia) coprendo il 49% dei nati del Paese, ha permesso di stimare per la prima volta l’incidenza del fenomeno.

Su un totale di 983 casi di near miss emorragici, 511 (52%) esitano in una isterectomia peri partum (tasso di incidenza Italia: 1,08 per 1.000, Toscana: 0,51 per 1.000), 398 in emorragia grave del post partum (Italia: 0,84 per 1.000, Toscana:1,04), 384 in placentazione anomala invasiva (Italia: 0,81, Toscana: 0,46) e 74 in rottura d’utero (Italia:0,16, Toscana:0,07).



Per approfondire

  • vai alla pagina di EpiCentro dedicata al convegno per vedere le presentazioni
  • consulta la pagina sulla sorveglianza ostetrica Itoss di EpiCentro (ISS)