Cover 82 2014Nel corso dell'ultimo decennio le procedure di chirurgia cardiaca sono state perfezionate e continuano ogni giorno a progredire, facendo si che i risultati siano sempre migliori, anche a fronte di una popolazione di pazienti sempre più anziani. A questo proposito, non devono essere sottovalutati gli importanti progressi che si sono realizzati in campo dell'anestesia e della terapia intensiva, con sempre più precise metodiche di monitoraggio delle funzioni vitali e dall'impiego di farmaci di nuova generazione in associazione ad una sempre più rilevante tendenza a sostituire le tecniche chirurgiche tradizionali con procedure meno invasive e traumatiche.

Nell'arco temporale preso in considerazione in questo rapporto (2005-2013) i cittadini residenti in Toscana hanno effettuato 40.459 ricoveri in Cardiochirurgia, passando da 4.684 nel 2005 a 4.359 nel 2013, con un andamento variabile, ma complessivamente in lieve diminuzione e con una media annua di 4.495 ingressi.
Considerando le principali attività cardiochirurgiche (aorta toracica, valvole, BPAC, trapianti), i cittadini residenti in Toscana hanno ricevuto un totale di 29.970 procedure chirurgiche (74,1% dei ricoveri totali nei reparti di Cardiochirurgia), decrescendo progressivamente da 3.365 nel 2005 a 3.224 nel 2013, con una media annua di 3.330 ricoveri. Mentre l'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) di Careggi e la Fondazione Monasterio (FMN) hanno mostrato una crescita nel tempo, La Casa di cura Villa Maria di Beatrice (VMB) e l'AOU Pisana presentano una moderata flessione in negativo. Rimane invece abbastanza stabile nel tempo l'AOU Senese.
L'intervento sull'aorta toracica, nonostante un'evidente variabilità di utilizzo, registra un incremento dal 2005 al 2013, rimanendo sempre più frequente negli uomini, probabilmente per caratteristiche proprie del genere maschile, e le donne arrivano al picco massimo circa 5 anni dopo.
L'intervento di BPAC presenta una riduzione di utilizzo dal 2005 al 2013 (molto più consistente negli uomini) e un aumento graduale d'impiego all'aumentare dell'età, con un picco massimo ai 70 anni per gli uomini e 75 per le donne; gli interventi su valvole presentano un leggero aumento di utilizzo dal 2005 al 2013 e un aumento lineare d'impiego all'aumentare dell'età, con un picco massimo posticipato di 5 anni nelle donne.
Nel confronto dei tassi standard d'intervento per BPAC e PTCA sembrano delinearsi 3 tipologie di comportamento: un 1° gruppo in cui ai pazienti vengono effettuate molte PTCA e pochi BPAC (ASL di Arezzo, Empoli, Pistoia), un 2° gruppo in cui, al contrario, si effettuano molti BPAC e poche PTCA (ASL Massa e Carrara, Viareggio, Lucca, Prato), un 3° gruppo con un basso utilizzo di entrambe le procedure (ASL Grosseto, Siena, Pisa, Livorno). Si distingue da tutte le altre ASL Firenze che mostra sia tassi d' intervento di BPAC che di PTCA elevate.
La variabilità di ricorso alla PTCA e BPAC e del bilanciamento tra le due procedure richiede, comunque, uno specifico approfondimento. In prima ipotesi una parte del fenomeno potrebbe essere causata da differenti approcci in termini di strategie terapeutiche piuttosto che da differenze epidemiologiche.
Nel periodo in studio la quota dei ricoveri in Toscana effettuata da cittadini ivi residenti, è stata dell'88,6% dei ricoveri totali. I cittadini toscani che hanno lasciato la regione per operarsi altrove sono stati l'1%. Percentuale notevolmente più bassa rispetto al 9% del nostro precedente rapporto. L'11,4% dei pazienti operati proviene, invece, da altre regioni.
Dei 40.459 pazienti sottoposti, dal 2005 al 2013, a interventi cardiochirurgici in Toscana, il 33,9% presenta una bassa complessità, il 32,1% una complessità media ed il 40,9% una complessità elevata. Anche nell'osservazione dell'ultimo anno si riconferma la tendenza emersa per tutto il periodo in studio: 29,9% dei pazienti ha avuto una bassa complessità, il 33,1% media ed il 37% elevata. Dati attesi, in quanto in Toscana come negli altri Paesi dell'Europa occidentale, la popolazione europea sta invecchiando rapidamente dal 1980, e circa il 15% sono ora di età >65 anni (il doppio della quota mondiale) e allo stesso tempo l'aspettativa di vita alla nascita è avanzata, così che la popolazione generale è sempre più affetta da patologie sempre più gravi e più complesse.
L'esito a breve termine rappresenta un buon indicatore di qualità dell'attività della strutture di Cardiochirurgia e la scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati.
La mortalità a 30 giorni dall'intervento di bypass aortocoronarico isolato presenta oscillazioni intermedie nel periodo in studio con un importante picco nel 2010 e un tasso aggiustato del 5,8%. La media regionale della mortalità a 30 giorni, calcolata per tutto il periodo in studio, è di 2,4% e, rispetto al 2,8% del 2005, nel 2013 la mortalità a 30 giorni registrata è dell'1,1%.
La mortalità a 30 giorni per gli interventi di valvuloplastica isolata o sostituzione di valvole, invece, si è ridotta dal 2005 al 2013 passando dal 4% al 2,9% e con una media regionale del 3,1% . Confrontando le singole strutture è nuovamente l'AOU Pisana, ad eccezione degli anni 2006 e 2008 in cui rimane leggermente sotto la media regionale, che registra il più alto tasso di mortalità a 30 giorni, soprattutto negli anni 2009-2010 (9,5% e 8,5% rispettivamente). La mortalità a 30 giorni per la chirurgia della valvola isolata, in Toscana, risulta al di sotto della media europea (rispettivamente: 2,7% nel biennio 2012-2013 vs 3,7% nel biennio 2011-2012) ed in linea con media italiana (3,1% nell'anno 2013).
Nei pazienti residenti in Toscana il rischio di riammissione a 30 giorni per bypass aortocoronarico isolato si è ridotto nel tempo, in particolare dal 2010, passando dal 20,1% nel 2005 a 3,8% nel 2013, con una media nel periodo di 13,4% in linea con i valori riportati da alcuni studi scientifici internazionali (13,2%-14,7%- 14,6%- 16,5%).
Dal confronto tra il genere maschile e quello femminile si evidenzia una consistente differenza nel tasso d'intervento per aorta toracica e BPAC, per le quali vi è un maggior utilizzo da parte degli uomini e specialmente nella fascia di età 64-80 anni, mentre non ci sono difformità significative per le procedure su valvole.
Riguardo ai trapianti, sembra, invece, che le donne vi giungano sempre in misura minore, probabilmente per caratteristiche fisiologiche che rendono più difficile la reperibilità di un cuore compatibile ed anche per motivi di disponibilità numerica. È opportuno sottolineare che la diversità di genere non è così eclatante come appare nel grafico, in quanto il calcolo è eseguito su numeri molto piccoli, trattandosi solamente di 15 trapianti l'anno.

In generale si può concludere che le donne sviluppano le condizioni di patologia più tardi degli uomini, ad eccezione dei disturbi valvolari, mentre negli uomini vengono riscontrati più spesso problemi alle coronarie.
Coperta SART 81 frLa crescente diffusione di batteri patogeni resistenti agli antibiotici rappresenta una delle più gravi emergenze di salute pubblica, all’attenzione delle autorità sanitarie europee e non solo. Nel maggio 2014 una task-force (Transatlantic Task Force on Antimicrobial Resistance, TATFAR) che coinvolge UE e USA ha pubblicato un documento che richiama le autorità sanitarie a un maggior impegno nella lotta alla resistenza agli antibiotici e individua 3 strategie per i prossimi anni: promozione di un maggior utilizzo appropriato degli antibiotici, prevenzione delle infezioni da batteri multiresistenti e maggior coordinazione fra EU e USA per la produzione di nuovi antibiotici. Nel 2014 anche l’OMS ha pubblicato un rapporto sulla sorveglianza globale della resistenza agli antibiotici e, nell’introduzione, sottolinea l’importanza crescente del fenomeno per la salute pubblica.

In questo contesto, la raccolta dei dati di sorveglianza microbiologica ha un'importanza fondamentale per la pianificazione e conduzione di programmi volti al controllo delle infezioni in generale e delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA) in particolare, consentendo di monitorare l’efficacia delle azioni intraprese in termini di variazioni dei parametri oggetto di sorveglianza. In particolare l’analisi e la sorveglianza di isolati invasivi, come ad esempio quelli causa di infezioni del torrente circolatorio, hanno un ruolo fondamentale per quantificare il problema dell’ antibiotico resistenza in infezioni che sono spesso associate ad alta mortalità. Inoltre in questi casi la scelta di una appropriata terapia antibiotica è cruciale ed è uno degli interventi più efficaci per ridurre il rischio di esiti fatali.
Col progetto “Realizzazione di un sistema informativo-statistico per la raccolta ed elaborazione dei dati di sorveglianza microbiologica nella Regione Toscana” (Delibera DGDS 1258/2012) anche la Toscana, analogamente ad altre regioni, ha iniziato l’implementazione di un sistema di sorveglianza microbiologica efficiente e sostenibile, denominato rete per la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza in Toscana (SART)
In questo report vengono riportati i dati di sorveglianza relativi all’anno 2013, raccolti dai laboratori di Microbiologia clinica che hanno inizialmente partecipato alla rete SART. Nel corso del prossimo biennio si prevede di estendere la partecipazione alla rete SART a tutti i laboratori di Microbiologia clinica toscani.
COPERTA 80 2014Questo non è un rapporto di ricerca propriamente detto; o almeno lo è nella sostanza, ma non nella forma in cui di solito vengono presentati gli studi scientifici, in genere strutturati in capitoli predefiniti (obiettivo, metodologia, analisi...).
Il lavoro che presentiamo è infatti indirizzato principalmente agli operatori delle Autonomie sociali e ai loro rappresentanti, e solo in seconda battuta alla comunità scientifica, per cui abbiamo pensato che il prodotto più adatto a questo proposito fosse non un rapporto di ricerca canonico, ma un diario di ricerca: una forma documentale a metà strada tra un diario di bordo e un rapporto di indagine.
L'idea del diario di ricerca è quella di raccontare nel modo più semplice e chiaro possibile il viaggio che noi ricercatori dell'Agenzia regionale di sanità della Toscana (ARS) abbiamo fatto tra le Province toscane raccogliendo le esperienze e le opinioni delle Autonomie sociali presenti ai focus group.
Vorremmo pertanto che questo diario non venisse "consultato" come in genere si fa con un rapporto di indagine, ma che venisse letto come un vero e proprio racconto, un racconto in gran parte costruito attraverso le stesse parole delle persone che hanno partecipato alla ricerca, i cui interventi saranno indicati in corsivo nel testo.
Ci siamo inoltre impegnati nell'utilizzo di una scrittura in grado di rendere il più possibile interessante l'argomento, anche con qualche artifizio narrativo; ma soprattutto abbiamo utilizzato una scrittura che richiamasse i canoni comunicativi "moderni". È per questo che dai concetti che alcuni brani di intervista esprimevano in modo rilevante abbiamo "estratto" delle parole chiave che abbiamo poi utilizzato in forma di hashtag, sia nell'evidenziare alcuni passaggi narrativi, sia per creare gli stessi titoli dei paragrafi.
Le malattie infettive in Toscana - Anni 1994-2011Questa pubblicazione descrive l’andamento delle malattie infettive in Toscana a partire dal 1994. Le malattie analizzate sono quelle oggetto di notifica obbligatoria che rientrano nel flusso informativo definito dal decreto ministeriale del 15 dicembre 1990 “Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive”.
In ciascun capitolo, per ogni malattia infettiva descritta sono riportate la classe di appartenenza prevista dal d.m., nonché la modalità e il tempo di notifica del medico all’Azienda USL.

Per ciascuna patologia sono stati descritti il numero dei casi notificati in ciascun anno e il relativo tasso di notifica totale e per genere, classe di età, cittadinanza e Azienda USL di notifica, le coperture vaccinali raggiunte nei diversi anni, l’andamento stagionale dei casi, il numero e la proporzione di casi ricoverati.