Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 27Il programma di vaccinazione contro la varicella è stato valutato avendo particolare attenzione al bilancio economico. Infatti non esistono dubbi sul fatto che il vaccino sia capace di evitare la patologia virale. La valutazione si è giovata sia di studi di simulazione matematica, basati su dati epidemiologici, econometrici e clinici che proiettano nel futuro, talvolta anche lontano, costi e benefici del programma considerato, sia dei primi risultati di tipo epidemiologico provenienti dalle aree geografiche dove è stata adottata una politica di vaccinazione universale dei bambini contro la varicella.In sintesi il materiale raccolto pone in luce i seguenti punti:
• il vaccino è efficace nel contenere la diffusione della malattia e le sue complicazioni;
• i costi relativi a ricoveri per complicazioni, decessi (sia pur rari), trattamenti farmacologici della malattia decrescono visibilmente nei paesi che hanno adottato la vaccinazione universale;
• le assenze dal lavoro collegate alle cure parentali dedicate ai bambini colpiti dalla varicella, misurate negli studi con modelli matematici, mostrano un notevole guadagno nel medio-lungo periodo a vantaggio della “società” in senso lato. Nel breve termine, l’unico lavoro che ha stimato il momento in cui i vantaggi economici superano i costi del programma indica in dieci anni il tempo minimo richiesto;
• gli studi realizzati con modellistica matematica indicano con buona coerenza che, dal punto di vista del sistema sanitario, i costi superano i risparmi in termini economici. Inoltre nessuno studio tra quelli esaminati ha calcolato i costi per il servizio sanitario in maniera completa e direttamente applicabile alla situazione del nostro;
• nella scala delle priorità percepite tra i diretti interessati, in genere i genitori, la vaccinazione contro la varicella occupa uno dei posti più bassi in assoluto tra le vaccinazioni;
• nessuno studio ha considerato l’efficacia relativa del programma di vaccinazione contro la varicella rispetto all’impatto, in termini di salute guadagnata, di altri programmi sanitari adottabili di uguale onerosità;
• rimane aperto e senza una risposta certa il quesito relativo all’impatto del programma di vaccinazione sulla diffusione e gravità dell’herpes zoster.
I dati epidemiologici a disposizione non consentono ancora di escludere una facilitazione nella diffusione di questa malattia come conseguenza dell’adozione del programma vaccinale contro la varicella. A tal fine è in corso negli Stati Uniti l’adozione di uno specifico vaccino contro lo zoster destinato agli adulti a rischio.

Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 26Questo lavoro nasce dalla volontà della Provincia di Arezzo di fornire un valido strumento di conoscenza, approfondimento e scambio formativo a tutti coloro che possono avere un ruolo decisivo o che comunque operano nell’ambito del settore della sicurezza stradale, con l’ambizione di chiarificare e sistematizzare l’insieme delle complesse e variegate implicazioni che sottendono alla tragica e dolorosa problematica dell’incidentalità stradale.
Nel 2001 come Provincia, in maniera allora abbastanza innovativa, decidemmo, sulla scorta delle indicazioni che emergevano dalla "Relazione sanitaria della Regione Toscana" – che evidenziava per tutto il territorio provinciale di Arezzo valori di mortalità per incidenti significativamente superiori alla media toscana – di dotarci di un Osservatorio sugli incidenti stradali come strumento utile sia per una corretta politica di intervento infrastrutturale sul territorio che per la valutazione dei fattori umani all’origine del fenomeno incidentale.
Ritenemmo, pertanto, indispensabile lavorare in maniera interistituzionale, costituendo una rete con la Prefettura e la AUSL allo scopo di integrare tutti i dati disponibili sul territorio per valutare le dinamiche degli incidenti nonché, nel rispetto della privacy, i percorsi sanitari assistenziali dei soggetti coinvolti.
Oggi, rispetto a qualche anno fa, molti passi avanti sono stati fatti in materia di sicurezza stradale in tutto il Paese: è aumentata, purtroppo sulla scorta di continui e tragici episodi, la sensibilità generale verso il problema; vengono raccolti con sempre maggiore diffusione, organicità e competenza i dati relativi all’infortunistica stradale; la politica di interventi strutturali ed educativi diventa più consapevole; l’innovazione tecnologica e l’impiego di nuovi materiali hanno trovato campo sia nel settore automobilistico che in quello della manutenzione e costruzione delle strade.
Tanto sicuramente si può e si deve ancora fare, avendo ben presente che il confronto, la condivisione, la corretta e costante integrazione dei dati disponibili sono indispensabili per il miglioramento ed una sempre maggiore efficacia delle politiche e delle azioni intraprese.
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 25Questo volume dei Documenti dell’Agenzia Regionale di Sanità presenta dati aggiornati e puntuali su due tematiche di grande interesse ed importanza nell’ambito della salute materno-infantile: l’allattamento al seno e la prevenzione della SIDS, o “morte in culla”.
I risultati qui riportati si riferiscono ad un’indagine vasta e approfondita, organizzata dall’Agenzia Regionale di Sanità e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, su mandato dell’Osservatorio regionale per l’allattamento e per stimolo positivo da parte dell’Associazione “Semi per la SIDS”. Il lavoro svolto testimonia l’attenzione della Regione e delle due Istituzioni a queste tematiche e intende contribuire soprattutto alla valutazione degli interventi in atto in Toscana per migliorare, da un lato, le modalità di allattamento e la qualità dell’intero percorso nascita e, dall’altro, la competenza dei genitori verso comportamenti adatti a prevenire la tragedia della SIDS.
In questo percorso conoscitivo sono state di grande aiuto le donne intervistate, che hanno risposto puntualmente e con passione al questionario, aggiungendo anche spesso delle note personali sulla loro esperienza di gravidanza, parto e ritorno a casa.
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 24In questa pubblicazione presentiamo i risultati di uno studio condotto in Agenzia Regionale di Sanità, finalizzato alla creazione di un sistema di monitoraggio dei percorsi assistenziali postacuti e riabilitativi attuati in Toscana, attraverso l’utilizzo integrato delle fonti informative correnti sanitarie.
In particolare, sono stati descritti ed analizzati i percorsi riabilitativi dei residenti in Toscana ultra65enni dimessi dall’ospedale con una diagnosi di ictus o frattura di femore.
La continuità assistenziale e l’assistenza postacuta finalizzata al recupero delle funzionalità e dell’autonomia dell’anziano rappresentano infatti due priorità nell’agenda politica sanitaria regionale. Per questo motivo la Regione Toscana ha già prodotto (o sono in via di predisposizione) documenti di indirizzo per i percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi di tipo generale o relativi a patologie specifi che ed ha inoltre avviato la riorganizzazione delle cure territoriali finalizzata ad ampliare la variabilità e la capacità di risposta nella fase postacuta (Del. G. R. 402/2004 “Potenziamento delle cure domiciliari e introduzione moduli specialistici in RSA”; Del. G. R. 1002/2005 “Attivazione sperimentale di servizi di cure intermedie”).
Uno degli obiettivi di questo studio è stato proprio quello di fornire una lettura dei percorsi assistenziali attuati nel 2002/2003 nei territori aziendali e ricostruiti sulla base dei dati correnti, alla luce delle previsioni organizzative e di processo indicate negli atti regionali.
L’utilizzo delle fonti informative correnti ha come punto di forza quello di utilizzare dati che sono prodotti routinariamente nelle Aziende sanitarie, rendendo così lo studio facilmente replicabile ed aggiornabile ogni anno, caratteristica propria di un sistema di monitoraggio. Allo stesso tempo, la scelta di utilizzare fonti di origine amministrativa presenta alcuni punti di debolezza quali possibili problemi di completezza dei dati, variabili peraltro da Azienda ad Azienda, ed una scarsità di informazioni di salute utili a valutazioni di effi cacia clinica dei processi di cura.