Malattie croniche, emergenza anziani: "Serve collaborazione"


NAZIONE FIRENZE  19 gennaio 2013  pag. 8
Pochi fondi e troppi malati, assistenza carente. Gli esperti e le associazioni. «Prima la domiciliarità»

Nella nostra regione vivono 87 mila non autosufficienti. Una cifra che in 5-6 anni è destinata ad aumentare di 8.000 persone. Gli anziani affetti da demenza sono 86mila. Tra 6 anni saranno 11 mila in più. I dati forniti da Paolo Francesconi dell'Agenzia regionale di sanità durante la tavola rotonda su non autosufficienza e cronicità organizzata nell'Auditorium de La Nazione danno il quadro di un problema per la nostra società: a fronte di un aumento della prospettiva di vita, la nostra regione è la seconda in Italia dopo la Liguria per popolazione anziana. Questo significa anche un aumento di chi soffre di malattie gravi, croniche oppure arriva nell'età più avanzata con bisogni assistenziali elevati.«Il 9% della popolazione fiorentina è ultra 80 enne - sottolinea Marco Brintazzoli, direttore della Società della Salute di Firenze -.
A tutti dobbiamo garantire risposte adeguate, da quelle più lievi fino alla cronicità e non autosufficienza». Alla tavola rotonda si sono confrontati i rappresentanti delle istituzioni, della sanità pubblica e privata, dell'associazionismo. Per tutti l'attuale sistema assistenziale sociosanitario non corrisponde alle reali necessità. «E' necessario un processo di innovazione che parta dalla collaborazione più stretta tra pubblico, privato e associazionismo» dice Manlio Matera presidente di Aima, l'associazione italiana che si dedica all'Alzheimer. In particolare le associazioni chiedono di porre la domiciliarità come punto centrale di tutto il sistema assistenziale. «La residenzialità - dice Giancarlo Girolami di Arat e consulente di alcune strutture private - deve essere l'estrema ratio, anche in nome dell'appropriatezza delle risorse e delle risposte». Proprio sull'appropriatezza dei pochi soldi disponibili bisogna concentrarsi, «con progetti personalizzati per il paziente e la sua famiglia sulla quale grave il 75% delle spese di cura». Anche Francesco Biondi dell'associazione di Rsa Anaste sottolinea i problemi economici delle famiglie che devono mantenere un proprio caro in struttura: «Ogni giorno siamo testimoni della loro difficoltà, tanto che molti si ritrovano ad assistere malati gravi da soli in casa. Come Rsa ci sentiamo parte del sistema, e siamo noi i primi a chiedere il rispetto di standard qualitativi che mettano in competizione tra loro le strutture». Bisognerebbe spostare più fondi dalla sanità al sociosanitario, propone Girolami, sostenuto da Guglielmo Bonaccorsi del Centro Studi Orsa: «L'universalismo tra sociale e sanitario parte anche dalla prevenzione della non autosufficienza e delle malattie croniche».
Bonaccorsi segnala le difficoltà di tagli al settore da 27 milioni per il biennio in corso. «Tagli, come quelli dei posti letto nei reparti ospedalieri, che spesso celano errori della politica regionale, anche se si continua ufficialmente a dare la colpa alla spending review nazionale - critica l'assessore comunale Stefania Saccardi - Ma se il 90% dei casi gravi, cosiddetti codici rossi, di non autosufficienti proviene da dimissioni ospedaliere, c'è qualcosa che non torna. Bisognerebbe piuttosto ripensare il ruolo degli ospedali e aprirli alla città. Il territorio a propria volta si deve attrezzare e dialogare cercando di sfruttare tutto ciò che esprime. Alla Rsa dobbiamo chiedere il rispetto di certi standard e inserirli appieno nel sistema". Con l'associazionismo sono nate alcune iniziative anche nella parte sud est di Firenze. "Abbiamo sperimentazioni di vita indipendente, Rsa che danno i loro servizi al territorio, collaborazioni tra professionalità diverse - dice il presidente della Società della salute della zona Luciano Bartolini -. Non c'è dubbio: ciò che si spende va speso meglio. Bisogna anche lavorare di più su prevenzione e ritardo per non aumentare la non autosufficienza".

I partecipanti all'iniziativa de La Nazione e, a fianco, l'assessore comunale al welfare Stefania Saccardi

LA TAVOLA ROTONDA SULLA NON AUTOSUFFICIENZA SULLE PATOLOGIE DEGLI ANZIANI E SULLA CRONICITA'

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