Suicidio: la prevenzione è un imperativo globale


immagine World Suicide Prevention Day 2014ARS NEWS - 09/09/2014
Il suicidio è un problema serio di salute pubblica,  che però – come sottolinea anche l’Organizzazione mondiale di sanità – si può prevenire con interventi tempestivi, basati su prove di efficacia e spesso a basso costo. Per affrontarlo in modo efficace è necessario un piano di azione coordinato da parte dei governi nazionali,  ma l’OMS rileva nel suo primo Rapporto sulla prevenzione del suicidio che solo 28 Paesi hanno ad oggi messo in campo strategie nazionali di prevenzione.L’OMS e l’Associazione internazionale per la prevenzione dei suicidi (IASP) celebrano, dal 2003, il World Suicide Prevention Day proprio per focalizzare l’attenzione sull’importanza della prevenzione.  

Suicidio: i numeri nel mondo
Come attesta il nuovo rapporto OMS, ogni anno nel mondo i suicidi sono circa 800mila, 1 ogni 40 secondi: una cifra che supera il numero totale di morti per omicidio e cause di guerra considerate insieme. E per ogni suicidio avvenuto si stima che ci siano almeno 20 casi di tentato suicidio (dati OMS, anno 2012).  Nel 2012 il suicidio è stata la seconda causa di morte nella fascia d’età 15-29 anni e la quinta nella fascia 30-49 anni, ma l’incidenza di suicidi è molto alta anche negli over-70.  Non riguarda solo i paesi ad alto reddito ma è un fenomeno globale: nel 2012 il 75% dei suicidi è avvenuto infatti nei paesi a basso e medio reddito. Avvelenamento, impiccagione ed armi da fuoco sono i metodi più diffusi di  suicidio.

Suicidio: le cause ed i fattori di rischio
I disordini mentali (in particolare depressione e problemi con l’alcol) sono uno dei maggiori fattori di rischio nei paesi ad alto reddito (Europa e Nord America) ma anche l’impulsività può giocare un ruolo importante nei momenti di crisi, quando cioè si perde la capacità di affrontare i fattori stressanti della vita: problemi finanziari, fine di una relazione, dolore o malattie croniche. Anche l’esperienza di conflitti, disastri naturali, violenza, abusi, perdite o senso di isolamento può portare al suicidio. I tassi di suicidio sono infatti molto alti fra i gruppi più vulnerabili e discriminati, come rifugiati, migranti, popolazioni indigene, omosessuali, prigionieri.

Aumentare la prevenzione e combattere l’isolamento
Il focus della World Suicide Prevention Day 2014 è Suicide Prevention: One World Connected proprio per sottolineare quanto possano essere efficaci le connessioni e le relazioni, a vari livelli, per contrastare questo fenomeno. Gli studi mostrano come l’isolamento sociale può aumentare il rischio di suicidio, mentre avere delle forti relazioni umane può essere protettivo. Anche dal punto di vista dell’assistenza, è importante poter trattare le persone con problemi di salute mentale in maniera coordinata, offrendo loro – in ogni parte del mondo – un accesso adeguato ai servizi cosicché tutti possano ricevere il trattamento più appropriato.  E’ altrettanto necessaria una collaborazione a livello nazionale ed internazionale per rafforzare le strategie di prevenzione.

In occasione della giornata 2014, che si celebra il 10 settembre, l’OMS ha pubblicato il già citato rapporto Preventing suicide: a global imperative, che fa seguito all’adozione del Piano globale di azione 2013-2020 sulla salute mentale da parte dell’Assemblea mondiale della salute, piano che impegna tutti i 194 stati membri a ridurre del 10% i tassi di suicidio entro il 2020.  Nel rapporto,  basato sulla raccolta di dieci anni di ricerche e dati da tutto il mondo, l’OMS ribadisce che il suicidio è prevenibile: per ridurre i suicidi a livello mondiale sollecita quindi i governi nazionali  a sviluppare e rafforzare un piano di azione coordinato, che coinvolga tutti i settori della società.

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