In Toscana la proposta di obbligatorietà vaccinale per l’ammissione al nido ed alla materna


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La proposta di legge toscana sull'obbligo vaccinale
L’Emilia Romagna è stata la prima regione italiana a dotarsi di una legge regionale, adesso è il turno della Toscana.

L’assessore alle politiche sociali, allo sport e alla sanità Stefania Saccardi ha presentato alla Giunta regionale toscana la proposta di legge che prevede l’obbligo di effettuare tutte le vaccinazioni pediatriche raccomandate dal Piano nazionale prevenzione vaccinale come requisito per l’iscrizione ai nidi d’infanzia ed alla scuola materna.Il provvedimento oltre alle 4 vaccinazioni obbligatorie (contro il tetano, poliomielite, difterite e epatite b), richiede che siano eseguite anche le altre 9 raccomandate (contro morbillo, parotite, rosolia, varicella, pertosse, haemophilus influenzae, meningococco B, meningococco C, pneumococco). La proposta di legge passerà adesso in Consiglio per la discussione e l’approvazione e, secondo i piani della Regione, dovrebbe essere in vigore per l’inizio del prossimo anno scolastico.

Parallelamente gli assessori delle Regioni e delle Province autonome italiane, che si sono recentemente riuniti durante la giornata di verifica e avvio del nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019, avevano espresso al ministro della Salute Beatrice Lorenzin il loro favore nei confronti della realizzazione di una legge del tutto simile a quella adottata da Emilia-Romagna e Toscana, ma l’apparente consenso iniziale è stato rotto dalle posizioni nettamente contrarie di Lombardia e Veneto. Non sussistono dunque per il momento i presupposti per realizzare una legge nazionale.

Le coperture vaccinali in Toscana
I perché di tale scelta sono relativamente semplici: nel 2015 le coperture vaccinali in Toscana hanno registrato un ulteriore calo rispetto agli anni precedenti, con valori in linea a quelli nazionali ma oramai al di sotto della soglia raccomandata del 95% (ad eccezione del tetano).

Il calo più sensibile si sta registrando per il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR), la cui copertura vaccinale, in Toscana, nonostante sia superiore alla media italiana, è lontana dal valore raccomandato del 95% ed è in sensibile calo: si è passati dal 92,6% del 2009 all’88,7% del 2015.
Anche la copertura contro la varicella, che si è attestata nel 2015 al 78,2%, è molto distante dal valore raccomandato, nonostante il fatto che il vaccino sia stato reso disponibile nella formulazione quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella).

Tra le vaccinazioni raccomandate dal calendario vaccinale dell’età evolutiva, sono state introdotte negli ultimi anni la vaccinazione per lo pneumococco, quella per il meningococco C e quella per il meningococco B. Nel 2015 tali coperture sono risultate rispettivamente pari al 92,9%, 90,8% e 15,2% nei bambini; il basso valore di quest’ultima copertura è presumibilmente giustificato dal fatto che il dato 2015 si riferisce alla coorte dei nati nel 2013 per la quale il vaccino risultava ancora a pagamento con un costo decisamente elevato.


Coperture vaccinali in Toscana per MPR, pneumococco, meningococco C e varicella - dati 1999-2015

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Tra le vaccinazioni hanno invece una copertura ancora in linea con il dato raccomandato quella contro la poliomielite (94,98%), il trivalente difterite/tetano/pertosse (94,95), l’epatite B (94,81%) e l’hib (94,57%).


Coperture vaccinali in Toscana per antipolio, DTP, epatite B e Hib - dati 1999-2015

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Il fronte del “no obbligo” è in fermento
Come detto quindi, il provvedimento si è reso necessario in Toscana in seguito al calo graduale delle coperture vaccinali, che sono scese nel 2015, tutte ad eccezione del tetano, al di sotto della soglia necessaria per garantire la cosiddetta immunità di gregge (95%). Questa misura estrema, imponendo un obbligo, appare molto severa, anche in considerazione del fatto che nella maggior parte degli altri Paesi europei non esistono imposizioni in questo ambito. Del resto è evidente che proprio in questi Paesi è diffusa una conoscenza più matura dei rischi/benefici legati ai vaccini, che consente di raggiungere livelli di copertura mediamente più alti rispetto a quelli rilevati nel nostro Paese.

In Italia infatti si sta consolidando sempre di più una diffidenza nei confronti delle vaccinazioni, per alcune ragioni concorrenti come  ad esempio quelle legate all’associazione (inesistente) tra vaccini ed autismo, alle errate informazioni reperibile su web da siti non istituzionali, agli interventi sui media di persone non competenti in materia, ed anche, purtroppo, alla posizione contraria alla vaccinazione da parte di alcuni pediatri e medici di medicina generale. In un simile contesto si è così generata una reticenza di alcuni genitori a vaccinare, mettendo così potenzialmente a rischio la salute in prima persona dei propri figli ma anche quella di quei bambini che non potendo essere vaccinati per motivi legati alle proprie condizioni di salute risultano così indifesi nei confronti delle malattie. Con lo scopo di proteggere questi ultimi, ma più in generale l’intera collettività, è stata quindi proposta in Toscana la legge, che dovrebbe rafforzare la funzione della vaccinazione.