Due sono le procedure in corso:

1) Avviso pubblico di procedura di valutazione comparativa per conferire tre incarichi individuali di collaborazione  per realizzare interviste nell’ambito del progetto “Prosecuzione e completa realizzazione di progettualità del Piano regionale di prevenzione (PRP)”. (CUP D55B18004180003)

Scadenza per presentare le domande: 18 febbraio 2019
Scarica avviso e lo schema di domanda

lavora con noi26/10/2017
L'Agenzia regionale di sanità ha indetto un avviso pubblico di procedura di valutazione comparativa per il conferimento di un incarico di ricerca, nella forma del lavoro autonomo, per lo svolgimento di attività di monitoraggio epidemiologico delle epatiti con particolare attenzione alla disuguaglianze di salute.

HCV08/09/2017
“Epidemiologia dell’infezione cronica da HCV in Toscana” è il documento con il quale l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana descrive due aspetti diversi di questa patologia emersa a livello globale come problema di sanità pubblica: le caratteristiche epidemiologiche, demografiche e cliniche dell’infezione cronica che orientano le scelte cliniche verso differenti tipi di antivirali ad azione diretta; il numero totale dei pazienti in carico al Sistema Sanitario Regionale; la stima dei pazienti non conosciuti al sistema sanitario; lo screening di popolazione come strategia per ridurne la diffusione.
Il lavoro fino ad oggi svolto è in linea sia con le reiterate richieste dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla necessità di sviluppare e attuare strategie nazionali basate su dati epidemiologici sia con la linea di indirizzo 1 del Piano Nazionale per la Prevenzione delle Epatiti Virali, in particolare con l’obiettivo di implementare la qualità dei dati del sistema di notifica e di sorveglianza, per delineare la prevalenza delle epatiti virali, anche come malattia cronica.

Il workshop sarà un’occasione d’incontro fra i professionisti attivi nel panorama toscano delle epatiti virali croniche al fine di identificare le future strategie d’intervento.

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Ogni anno, nel mondo, vi sono 340 milioni di nuovi casi di Infezioni sessualmente trasmesse (IST). Le forme più conosciute sono l’infezione da Chlamydia trachomatis, da Neisseria Gonorrhoea, dovuta al batterio Treponema pallidum (sifilide) e le forme virali come quella dovuta all’Herpes virus di tipo II (Herpes genitale), l’infezione da Human Papilloma virus (HPV) quella da Hepatitis B virus (HBV) e da Human immunodeficiency virus (HIV).

Ciò che spesso viene sottovalutato è che un numero sempre più elevato di IST si registra nella popolazione giovanile. In Europa quasi il 70% delle infezioni da Chlamydia è riportato nei giovani di età compresa fra i 15 e i 24 anni, così come il 37% delle infezioni da N. Gonorrhoea. A queste seguono l’infezione da HBV con circa il 15% delle infezioni contratte prima dei 25 anni, il 14% dei casi di sifilide nella fascia di età compresa fra i 15 e i 25 anni e l’11% dei casi di HIV.
Nonostante le IST siano molto diffuse fra i giovani, la loro conoscenza in questa fascia di età è molto scarsa.

In Italia, secondo quanto pubblicato dal Centro Studi Investimenti Sociali (CENSIS) nel rapporto Conoscenza e prevenzione del Papilloma virus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia, svolto su un campione rappresentativo di giovani italiani di età compresa fra i 12 e i 24 anni, soltanto il 15,3% si considera molto informato su questo tema.
Anche se il 43% dichiara di aver avuto rapporti sessuali completi, la distinzione fra metodi contraccettivi e metodi di prevenzione dalle IST non appare del tutto chiara. Il 70,7% indica il profilattico come metodo per prevenire le infezioni ma il 17,6% vi colloca erroneamente anche la pillola anticoncezionale così come il coito interrotto (13,2%) e la pillola del giorno dopo (3,4%). Tutti sembrano aver sentito parlare di IST ma andando ad approfondire la loro conoscenza, quasi la totalità menziona l’AIDS (89,6%). Soltanto il 23,1% conosce la sifilide, 15,6% l’HPV e circa il 12% menziona la gonorrea, le epatiti e l’herpes genitale. Soltanto il 6,2% conosce la Chlamydia

I dati Toscani provenienti dallo studio EDIT 2015 confermano i risultati dello studio nazionale e sottolineano la necessità di attivare campagne d’informazione efficaci rivolte soprattutto alla popolazione giovanile.
Il 41,6% dei ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni ha già avuto un rapporto sessuale completo ma soltanto il 56,3% utilizza il profilattico (l’uso del profilattico si è ridotto di 9 punti percentuali nel corso degli ultimi 7 anni). I ragazzi, quindi, non sembrano “temere” le IST e questo risulta ancora più vero all’aumentare dell’età e soprattutto nel genere femminile dove, fra le diciannovenni, solo il 34,6% dichiara di usare il profilattico. Anche in Toscana il 94,6% dei ragazzi si dichiara informato sulle IST ma, chiedendo loro di indicare le vie di trasmissione, le risposte mostrano la presenza di pregiudizi e imprecisioni che hanno dominato l’informazione in anni passati (Tabella 1). Infatti, anche se il’89,2% ritiene il mancato uso del profilattico come la principale modalità di trasmissione, il 34,2% vede la convivenza come un fattore di rischio così come il bacio (16,8%) o, addirittura, la donazione di sangue (33,4%).

Tabella 1 - Modalità di trasmissione (%)* delle IST secondo i ragazzi toscani di età compresa fra i 14-19anni (EDIT, 2015)

Modalità di trasmissione delle IST

Sì (%)

Vivere con una persona affetta da questo tipo di malattie

34,2

L’uso comune di piatti, posate e bicchieri

13,4

Rapporto sessuale senza l’uso profilattico

89,2

Rapporti orali con eiaculazione

39,9

Donare il proprio sangue

33,4

Scambiarsi abiti e biancheria intima

17,4

Rapporto sessuale con l’uso del profilattico

4,4

Baciarsi

16,8

Abbracciarsi

1,2

* Analisi a risposta multipla




Età

Sesso

Utilizzo di metodi contraccettivi

<=14

15

16

17

18

>=19

Maschi

Nessun anticoncezionale

17,7

14,6

14,6

13,8

10,8

17,2

Profilattico

78,7

72,8

75,1

70,9

63,4

62,6

Pillola anticoncezionale

20,4

19,0

17,7

17,4

27,9

22,5

Coito interrotto

5,9

10,0

8,5

9,2

11,7

13,0

Altro

2,9

7,6

5,4

3,6

4,1

5,9

Femmine

Nessun anticoncezionale

14,9

11,1

13,1

16,9

15,0

22,0

Profilattico

74,3

73,1

57,4

53,1

51,2

33,3

Pillola anticoncezionale

11,9

11,4

18,0

30,8

28,6

38,4

Coito interrotto

7,4

12,1

14,7

10,4

13,7

15,3

Altro

0,0

7,5

9,5

2,7

4,1

6,9

Totale

Nessun anticoncezionale

16,8

13,0

13,9

15,3

13,0

19,5

Profilattico

77,3

73,0

66,8

62,1

57,0

48,4

Pillola anticoncezionale

17,7

15,5

17,9

24,0

28,2

30,2

Coito interrotto

6,4

11,0

11,4

9,8

12,7

14,1

Altro

2,0

7,6

7,3

3,2

4,1

6,4

immagine epatite07/01/2016
A seguito delle recenti scoperte farmacologiche, ha visto un notevole sviluppo la discussione scientifica riguardante la necessità e l’utilità, anche in termini di costo-efficacia, di eseguire uno screening di popolazione in grado di portare alla luce i casi non noti d’infezioni epatiche da virus B e da virus C. Numerosi studi hanno valutato l'efficacia e il costo-efficacia degli screening per l'epatite B (HBV) e l'epatite C (HCV) ma, per la loro specificità, spesso risultano eterogenei: in termini di popolazioni studiate (ad es. gruppi a rischio differenti in Paesi differenti), di strategie di screening adottate (mezzi di test differenti in una varietà di situazioni cliniche e comunità) e circa gli esiti misurati (ad es. infezioni rilevate, gli anni di vita guadagnati e di qualità degli anni di vita guadagnati - QALY). Altri studi, inoltre, differiscono in termini di metodi impiegati per valutare il rapporto costo-efficacia degli screening o anche dal tipo di modello economico utilizzato.

immagine linee guida OMS per epatite BARS NEWS - 02/04/2015
L’Organizzazione mondiale di sanità (OMS) ha recentemente pubblicato le prime linee guida per la prevenzione, la cura e il trattamento delle persone con infezione cronica da epatite B, per integrare quelle relative all’epatite C pubblicate nel 2014. L’obiettivo primario di queste linee guida è quello di fornire evidenze chiare in merito alla scelta dei farmaci da utilizzare e ai criteri per individuare i pazienti a cui somministrarli, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, in cui le risorse sono limitate. Le linee guida considerano anche le esigenze di popolazioni specifiche, come le persone co-infette dall’HIV, i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza.