Nuove prospettive del sistema sanitario toscano e sviluppo della rete territoriale: i risultati della sanità d’iniziativa


immagine sanità di iniziativa Si è svolto il 16 aprile alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa il convegno “Le nuove prospettive del sistema sanitario toscano e lo sviluppo della rete territoriale”, giornata conclusiva del corso di formazione rivolto ai medici di comunità della Regione Toscana. Diversi i temi discussi durante la giornata: dal riordino del Sistema sanitario regionale allo sviluppo della rete territoriale regionale; dalla riorganizzazione della specialistica ambulatoriale alle Case della salute, fino al tema dell’assistenza domiciliare. In questa giornata, anche l’ARS ha portato un contributo importante: il dott. Paolo Francesconi ha presentato gli sviluppi futuri del progetto sulla sanità d’iniziativa, che il gruppo di lavoro regionale ha previsto facendo tesoro del lavoro svolto a partire dal 2010 (anno in cui sono stati attivati i primi “moduli”, cioè aggregazioni di medici a ciascuna delle quali partecipa un infermiere del territorio che si occupa di attività come gestire le agende dei medici, invitare i pazienti alle visite periodiche, condurre colloqui motivazionali con i pazienti stessi).

Sanità d’iniziativa in Toscana: un bilancio
Dopo 4 anni dall’implementazione della sanità d’iniziativa – sperimentata in Toscana per 4 patologie croniche: scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ictus, diabete di tipo 2 -  è tempo di bilanci. Ecco i principali risultati dello studio, che l’ARS ha svolto – in collaborazione con il Dipartimento di Statistica G. Parenti di Firenze -  per valutare l’impatto della sanità di iniziativa tra i medici toscani e le ricadute sui malati cronici assistiti. L’indagine ha analizzato il periodo 2009-2014, in modo da misurare le differenze tra prima e dopo l’avvento del progetto. Per la valutazione sono stati calcolati indicatori ad hoc, in grado di misurare l’adesione dei pazienti ai protocolli di monitoraggio e terapia, il ricorso alle prestazioni specialistiche, gli accessi ospedalieri e al pronto soccorso, il consumo farmaceutico. Ma vediamo in sintesi i risultati dell’indagine per le prime 2 malattie croniche monitorate con la sanità d’iniziativa.

DIABETE - I pazienti diabetici arruolati nel progetto hanno ricevuto cure più appropriate, (+55% per il Guideline Composite Indicator, un indicatore che sintetizza l’appropriatezza del monitoraggio della malattia), e sopravvivono di più rispetto ai pazienti assistiti dai medici di medicina generale non aderenti alla sanità d’iniziativa (rischio di morte a 4 anni diminuito del 15%). Tutto questo anche grazie a un aumento del ricorso all’ospedale, in un’ottica di maggiore controllo della malattia e dei casi più complicati.
SCOMPENSO CARDIACO - Analogo discorso vale per i pazienti affetti da scompenso cardiaco, in cui il rischio di morte a 4 anni -  rispetto ai pazienti scompensati seguiti dai medici non in sanità d’iniziativa - è diminuito del 17%, con un aumento del tasso di ricoveri ospedalieri sia per lo scompenso cardiaco (+15%) che per altre cause cardiologiche (+15%).

Alla luce dei risultati evidenziati,  si rende necessario rinforzare i programmi di promozione della salute in tutte le politiche a partire da quelle sanitarie, aggredire con più forza l’alto rischio cardio-vascolare e aumentare la capacità di presa in carico dei casi più complessi sul livello territoriale. Al momento, infatti, l’ARS è impegnata a identificare - attraverso i dati correnti del Sistema informativo sanitario regionale - e creare liste di pazienti ad alto consumo di risorse: cioè pazienti con bisogni socio-sanitari complessi, Le liste prodotte saranno poi consegnate ai medici di medicina generale per facilitare la presa in carico “attiva e reattiva” dei soggetti più fragili da parte di  team multiprofessionali e multidisciplinari,  secondo i principi del Care and Case Management: cioè attraverso la definizione di piani assistenziali individuali, che consentano di monitorare periodicamente l’evoluzione della malattia, garantire l’osservanza della terapia adeguata ed evitare o limitare l’insorgenza di eventi acuti legati alla patologia cronica.

Molte sono le sfide da affrontare e la Toscana si sta preparando.