Il documento A review of evidence on equitable delivery, access and utilization of immunization services for migrants and refugees in the WHO European Region, attraverso un’attenta revisione della letteratura, raccoglie i dati sulle politiche e le pratiche attualmente in uso nei paesi europei dell’OMS in materia d’immunizzazione dei migranti e rifugiati e fornisce un elenco di buone pratiche per la promuovere e utilizzare i servizi di immunizzazione per i migranti.

Programmi di vaccinazione implementati nella regione europea dell’OMS

L'implementazione di programmi di vaccinazione in tutta la regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), rappresenta uno dei principali successi della salute pubblica negli ultimi decenni e ha portato al controllo di diverse malattie prevenibili da vaccinazione - VPD (fra cui la difterite, l’epatite B, il morbillo, la meningite, la poliomielite, il tetano, etc.) con una notevole riduzione della mortalità infantile. Tuttavia, a causa della presenza di persone non vaccinate o non sottoposte a vaccinazione, continuano a verificarsi alcuni focolai anche in paesi dove sono presenti programmi di vaccinazione ben consolidati. Nel complesso, 554.150 dei 11,2 milioni di bambini nati nella regione europea dell'OMS, nel 2012, non ha ricevuto la completa vaccinazione per difterite, pertosse e tetano all'età di 1 anno, con un maggior rischio di contrarre queste patologie. Ad esempio, nel 2009, una singola infezione di poliovirus tipo 1 in Tagikistan ha causato un focolaio di polio che si è diffuso in Kazakistan, Federazione Russa, Turkmenistan e Uzbekistan, portando a oltre 463 casi confermati e 47 casi polio-compatibili.

Immunizzazione della popolazione migrante: obiettivo prioritario
Poiché è necessario garantire livelli adeguati di immunità in tutta la popolazione presente in un paese per prevenire epidemie e la riemergenza di VPD, le autorità sanitarie nazionali dei paesi della Regione europea dell’OMS, nell'ambito di obiettivi condivisi internazionali e strategie di immunizzazione, hanno aumentato i loro sforzi per aumentare la copertura vaccinale. E’ in questo contesto che l’immunizzazione della popolazione migrante (adulta e minore) in transito e/o presente nei paesi ospitanti, rappresenta un obiettivo prioritario per garantire la riduzione di VPD.

Migranti e rifugiati possono non essere immunizzati o possono essere sottoimmunizzati nei loro paesi d'origine e così possono essere vulnerabili ad acquisire VPD che circolano nella Regione europea dell’OMS. Inoltre, queste popolazioni, provenendo da Paesi con prevalenze elevate di VPD, possono presentare una minaccia per le popolazioni non immunizzate all'interno dei paesi di transito/destinatario. A novembre 2015, l'Alto Commissario delle Nazioni unite per i Rifugiati e l'Unione Nations Children's Fund raccomanda a tutti i paesi della Regione europea dell’OMS di sottoporre in modo celere la popolazione migrante al programma di vaccinazione adottato nel paese ospitante. A questo proposito i paesi della Regione europea dell’OMS hanno adottato, nel 2016, il documento Strategy and action plan for refugee and migrant health in the WHO European Region, affrontando la questione dell'immunizzazione tra i migranti e rifugiati.

Fra le diverse aree strategiche messe in evidenza, la numero 6 tratta specificatamente le azioni da mettere in atto per “prevenire le malattie trasmissibili” ponendosi, come obiettivo generale, quello di garantire le capacità necessarie per affrontare i problemi dovuti alle malattie trasmissibili nonché attivare un'efficace protezione sanitaria nei paesi di transito e di destinazione delle popolazioni migranti.
Migrare in Toscana-STORIFY02/11/2016

E' on line lo Storify del convegno Migrare in Toscana, organizzato da ARS Toscana e Centro salute globale:
https://storify.com/ARSToscana/migrare-in-toscana

conv 27ott accoglienza cure salute migranti toscana web
Negli ultimi anni la mobilità umana e il fenomeno migratorio sono eventi sempre più comuni. In Toscana, come in Italia, i cittadini stranieri presenti sul territorio sono progressivamente aumentati fino a rappresentare nel 2016 il 10% della popolazione totale, cioè circa 400mila persone. Da qui la necessità di attivare adeguati interventi di sanità pubblica in grado di rispondere alle loro esigenze.

Proprio per fare il punto sullo stato di salute della popolazione straniera in Toscana e per analizzare nel dettaglio il sistema di accoglienza attivato nella nostra regione, si è svolto oggi all'Istituto degli Innocenti il convegno Migrare in Toscana: accoglienza, presa in carico e stato di salute, organizzato dall'Agenzia regionale di sanità e dal Centro di salute globale (CSG). Al convegno sono stati inoltre presentati gli interventi, sia di carattere sanitario che sociale, in grado di favorire l’integrazione della popolazione migrante adulta e minore.

Dai dati presentati emerge che i 400mila stranieri residenti in Toscana sono una popolazione giovane - il 62% di loro ha meno di 40 anni (età media: 33 anni) - che contribuisce in maniera significativa alla natalità della nostra regione: fra i nuovi nati in Toscana, 1 su 4 ha madre straniera. Il primo paese di provenienza è la Romania (21%), seguono Albania (21%) e Cina (11%). Altri dettagli nell'infografica che segue.


immagine demografia stranieri Toscana

Questa popolazione, con la permanenza nel nostro paese, tende ad adottare stili di vita spesso poco salutari, anche se in generale gode di buona salute. I cittadini provenienti da Paesi a forte pressione migratoria (PFPM) in particolare consumano più tabacco ed alcol degli italiani. Gli stranieri residenti tendono anche ad assumere comportamenti alimentari scorretti - come il maggior consumo di cibi contenenti zuccheri raffinati e grassi parzialmente idrogenati in grandi quantità - e riducono anche l'attività fisica. 

Fra gli stranieri residenti si registrano anche piu' casi di Hiv, Aids e Tbc rispetto agli italiani, ma il dato positivo è che l'incidenza di Aids fra gli stranieri residenti in Toscana si è dimezzata negli ultimi dieci anni: da 12,6 casi ogni 100.000 residenti nel triennio 2003-2005 si è passati a 6,4 casi nel 2012-2014. I cittadini più coinvolti sono brasiliani, nigeriani e senegalesi. Anche i casi di tubercolosi fra gli stranieri sono in diminuzione costante: nel 2003 erano 128 ogni 100mila residenti, e nel 2014 sono scesi a 44,9 casi ogni 100mila residenti nel 2014. Le popolazioni più coinvolte provengono dal centro e dall'est Europa, oltre che dall'Asia.

Trattandosi come detto di una popolazione giovane, che ha superato l'intero processo migratorio, nei residenti immigrati PFPM i livelli di mortalità per tutte le cause, per le malattie del sistema circolatorio e per i tumori sono più bassi rispetto a quelli dei cittadini italiani. Traumatismi e avvelenamenti sono una causa di morte molto frequente: il primato di questi decessi è a carico dei cittadini provenienti dal Marocco e dall'Albania.

Infine, al convegno si sono illustrati anche i numeri dell'accoglienza. Nel 2015 la Toscana ha creato un coordinamento regionale in materia di salute globale, cooperazione sanitaria internazionale e salute dei migranti, affidato al Centro salute globale, e ha ricostituito la rete dei Referenti aziendali per la migrazione. Sul territorio ci sono 565 Centri di accoglienza straordinari (CAS), che ospitano in media 14 persone ciascuno. Sono attivi anche 14 progetti di accoglienza nell'ambito del sistema nazionale SPRAR (Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), oltre ad 8 ulteriori progetti presentati da Comuni, Unioni e Società della salute: sono oltre 200 i comuni coinvolti, che contribuiscono ad un modello di accoglienza diffusa.
Guarda le nostre infografiche di dettaglio:

infografica demografia stranieri



infografica salute stranieri

infografica numeri accoglienza stranieri

sanita migranti
Fabio Voller, dirigente del Settore sociale dell'Osservatorio di Epidemiologia dell'ARS, il 23 aprile è intervenuto al convegno "Un ponte tra salute e migranti", organizzato dall'Associazione comunità peruviana e dal Forum Internazionale delle Donne Peruviane in Europa, con una presentazione dal titolo "La salute dei migranti in prospettiva della nuova Riforma Sanitaria Toscana".

Nel corso della relazione Fabio Voller ha affrontato il tema della diffusione del fenomeno migratorio nel mondo, in Italia e in Toscana. In particolare ha trattato il tema del ricorso al servizio sanitario regionale, mettendo in evidenza le principali cause di ricovero e i dati relativi alle gravidanze e ai parti delle donne straniere.

Più in generale, nel corso della mattinata, sono stati affrontati inoltre i seguenti temi: le normative sui servizi alla popolazione immigrata, come promuovere una migliore conoscenza del servizio sanitario territoriale, come migliorare il percorso delle malattie cronico-infettive e degenerative, la sicurezza in sanità e i diritti dei malati, gli infortuni sul lavoro e malattie professionali tra i lavoratori immigrati.

L'iniziativa, che ha avuto il patrocinio del Consolato generale del Perù, della Regione Toscana, del Consiglio Regionale e del Comune di Firenze, si è proposta di offrire un'adeguata informazione e diffusione delle problematiche in ambito sanitario, per costruire partecipazione, ascolto, confronto e proposte in vista di una vera e propria rete tra migranti, nel segno del diritto alla salute di tutti.



stranieri migrantiNel corso degli ultimi anni il volto dei flussi migratori ha subito profondi cambiamenti passando da forme legate ad aspetti economici e lavorativi, a ricongiungimenti familiari e ad esigenze di protezione internazionale.
Questo è quanto emerge dal recente report pubblicato da Istat “Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza” nel quale vengono presentati i dati 2014 riferiti alla popolazione straniera presente sul territorio italiano.

Al 1 gennaio 2015, in base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, sono regolarmente presenti in Italia 3.929.916 cittadini non comunitari con un aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una popolazione mediamente giovane proveniente soprattutto da Marocco, Cina, Albania, Bangladesh e Pakistan con un forte aumento, nel corso dell’ultimo anno, dei cittadini nigeriani.

I paesi di provenienza sono fortemente determinati dalle motivazioni che spingono questi popoli verso l’Italia. Nel 2014 si assiste ad una forte contrazione dei permessi di soggiorno concessi per lavoro (dal 33,1% del 2013 al 23% del 2014) mentre assistiamo all’incremento di quelli legati alla richiesta di asilo/umanitari che raggiunge il 19,3% (7,5% nel 2013) e interessano prevalentemente i cittadini provenienti dalla Nigeria e dal Pakistan. Stabili, invece, le richieste per ricongiungimenti familiari che continuano a rappresentare circa il 41% delle domande.

Il flusso migratorio in ingresso per motivi umanitari presenta caratteristiche diverse rispetto agli altri. Si tratta, infatti, di una popolazione composta prevalentemente dal genere maschile (91%), con una quota femminile proveniente soprattutto dall’Eritrea, dalla Somalia e dalla Nigeria. I minori, poco più di 2mila, rappresentano il 4%.

Anche la distribuzione sul territorio nazionale mostra delle peculiarità rispetto a quella generale con un maggior interessamento delle regioni meridionali, in particolare la Sicilia dove sono presenti il 20% degli ingressi per asilo registrati in Italia. Le aree del Nord Italia, generalmente interessate dai flussi migratori a fini occupazionali, in questo caso appaiono meno coinvolte: il Nord-ovest accoglie il 16,4% dei richiedenti asilo, il Nord-est il 14,4% mentre il 20,5% è presente nelle regioni del Centro.

In Toscana sono presenti 5.010 cittadini richiedenti asilo che rappresentano il 4,3% del totale nazionale. Il 28% vive in provincia di Firenze.


Cittadini non comunitari regolarmente presenti in Toscana per motivo della presenza, provincia e genere - 1 gennaio 2015 – Fonte: Istat
tabella migranti















immagine donne migranti e alimentazioneARS SEGNALA - 26/08/2013
Quali sono i fattori che influenzano i cambiamenti nella dieta delle donne immigrate? Quali le conseguenze per la salute? Vi sono interventi efficaci di prevenzione che si possono attuare? A questi interrogativi risponde un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Immigrantant Minority Health.