Con questa pubblicazione della serie in Cifre l’ARS restituisce gli ultimi dati sulla salute materno-infantile.

Ogni anno nel mondo più di 500mila donne muoiono per cause collegate al parto, e quasi 10 milioni di bambini muoiono prima di aver raggiunto i 5 anni di età – quasi il 40% di questi nei primi mesi di vita. Tuttavia, ogni anno più di 6 milioni di morti materne e neonatali potrebbero essere evitate se venissero implementati su larga scala interventi essenziali per la salute materno-infantile e per la nutrizione.

Il momento della nascita, così, e gli aspetti connessi alla sfera riproduttiva sono fondamentali nel determinare e nel descrivere la salute di una popolazione. Molte delle patologie importanti che un individuo svilupperà durante la sua vita hanno inizio nel grembo materno o nei primi anni di vita.

In Toscana come in Italia, dal 2008 si sta assistendo ad una contrazione delle nascite, a seguito della crisi economica, ma anche per effetto del calo della popolazione femminile in età feconda, risultante dal forte calo della natalità avvenuto tra la metà degli '70 e la metà degli anni '90.
Nel 2016, nelle strutture toscane si registrano 27.367 parti, il 16,6% in meno rispetto al 2008, anno in cui si sono verificati il maggior numero di parti e con un ulteriore calo dell’1,1% rispetto al 2015.
I parti da donne straniere, dopo una leggera flessione del triennio precedente, sono nuovamente in aumento, raggiungendo il 28,9% del totale.

É aumentata negli anni l'incidenza di gravidanze over 40 (sono il 9,4% nel 2016, erano il 3,5% nel 2001): si tratta di gravidanze a rischio per esiti materni e fetali.
Con l'introduzione del test di screening per la sindrome di Down diminuisce negli anni il ricorso agli esami invasisi (amniocentesi e villocentesi) e aumenta il ricorso al test di screening anche nelle donne con 35 anni e più: complessivamente il 76,6% delle donne ha eseguito il test di screening e il 9,6% ha eseguito l'amniocentesi o la villocentesi.

La Toscana si colloca tra le regioni italiane che ricorrono meno al taglio cesareo (27,1%, Italia 33,6%), ma nonostante questo la percentuale è nettamente superiore al 15-20% raccomandato dall'OMS.
Nel 2016 i nuovi nati in Toscana sono stati 27.812, il 16% in meno rispetto al 2008 e in calo dell’1,1% rispetto al 2015. A fronte di una diminuzione della natalità, nel 2015-2016 vi è stato un aumento sia in termini di prevalenza che in valore assoluto dei nati pretermine (+11,6% rispetto al 2014), che nei 10 anni precedenti mostravano una sostanziale stabilità.

Dal 1983 le interruzioni di gravidanza in Toscana, così come in Italia sono in diminuzioni e il tasso di abortività nel nostro paese (pari a 6,6 per 1.000 nel 2015) è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali. Nel 2016, nelle strutture Toscane, si è registrato il numero di IVG più basso dell’intero periodo: 5.910 con una riduzione del 3,1% rispetto al 2015 quando erano 6.100. Il maggior decremento osservato negli ultimi anni, che merita sicuramente delle maggiori riflessioni e approfondimenti, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina AIFA del 21 aprile 2015 (G.U. n.105 dell’8 maggio 2015), che elimina, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (ellaOne), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola dei 5 giorni dopo”.
Il contributo delle donne straniere, dopo un aumento importante, si è stabilizzato negli anni.
Sono in diminuzione i tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento (possibile indicatore di efficienza dei servizi). La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è infatti aumentata: è il 75,8% nel 2016 era il 59,1% nel 2011.
Il 54,1% degli interventi è effettuato in epoca precoce (entro le 8 settimane) e tale percentuale è in leggero aumento negli anni e più alta della media nazionale (46,8%), incremento in parte dovuto all’aumento dell’utilizzo dell’IVG farmacologica.

In Toscana ci sono 209 ginecologi obiettori su 348 (60,1%), proporzione nettamente più bassa rispetto alla media nazionale (70,7% nel 2014).
gravidanza news 2
Dal 1 novembre 2017 la Toscana partecipa a un nuovo progetto dell'Istituto superiore di Sanità (ISS): "Near miss ostetrici in Italia: la sepsi, l'eclampsia, l'embolia di liquido amniotico e l'emoperitoneo spontaneo in gravidanza".

Si tratta di un progetto finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute, coordinato dalla Regione Lombardia, e fa parte delle attività del sistema di sorveglianza della mortalità materna ISS-Regioni ItOSS (Italian Obstetric Surveillance System).

Oltre alla Toscana vi partecipano altre 8 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia) con 316 presidi ospedalieri pubblici e privati dotati di reparto di ostetricia, arrivando a coprire il 75% dei nati del Paese.
L'Organizzazione mondiale della Sanità definisce near miss ostetrico il caso di una donna che "sarebbe deceduta ma che è sopravvissuta alle complicazioni insorte durante la gravidanza, il parto o entro 42 giorni dal termine della gravidanza stessa". Il near miss rappresenta quindi un successo terapeutico che, attraverso procedure di audit e revisione critica dei percorsi assistenziali, permette di identificare e correggere le eventuali criticità cliniche e/o organizzative suscettibili di miglioramento.

In Europa è stato stimato che gli eventi morbosi gravi correlati al percorso nascita sono compresi tra 9 e 16 casi ogni 1.000 parti.
Nel 2014, l'ISS aveva condotto uno studio prospettico population-based in 6 regioni italiane, tra cui la Toscana, sui near miss emorragici che ha permesso di calcolare i primi tassi di incidenza di emorragia grave del post partum, placentazione anomala invasiva, rottura d'utero e isterectomia.

Questa seconda indagine riguarderà quattro nuove condizioni cliniche: sepsi, eclampsia, embolia di liquido amniotico ed emoperitoneo spontaneo.
In base ai dati del sistema di sorveglianza della mortalità materna, la sepsi e l'eclampsia rientrano tra le principali cause di morte materna, ed è urgente per entrambe le condizioni disporre di dati italiani che facilitino il miglioramento della qualità assistenziale.

I dati relativi all'embolia di liquido amniotico e all'emoperitoneo spontaneo consentiranno di partecipare a uno studio multicentrico, coordinato dalla Rete di sorveglianza ostetrica internazionale INOSS (International Network of Obstetric Survey System). Si tratta, infatti, di condizioni troppo rare per permettere di raccogliere un numero di casi sufficiente per un'analisi statistica che faccia riferimento ai soli dati raccolti in Italia.
In Ittest gravidanzaalia le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) sono in diminuzione dal 1983 e il tasso di abortività pari al 6,6 per mille è fra i più bassi dei paesi occidentali. Nel 2015 il numero di IVG è sceso del 9,3% rispetto al 2014 - già in calo del 6% rispetto al 2013 - passando da 96.578 a 87.639. Il maggior decremento osservato nel 2015, che merita sicuramente delle maggiori riflessioni e approfondimenti, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina AIFA del 21 aprile 2015 (G.U. n.105 dell’8 maggio 2015) che elimina, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (ellaOne), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola dei 5 giorni dopo”.

Anche in Toscana, pur con un tasso di abortività che si mantiene sempre superiore alla media nazionale (7,7 per 1.000), si ha un decremento delle IVG: nel 2015 si è registrato il numero di IVG più basso dell’intero periodo: 6.100 IVG con una riduzione del 6,5% rispetto al 2014.

A ricorrere più frequentemente all’aborto volontario sono in Italia le donne tra i 25 e i 34 anni, prevalentemente nubili tra le italiane (56,9%) e prevalentemente coniugate tra le straniere (48,3%). In Toscana i due dati corrispondono rispettivamente al 64,9% e al 48,4%.

Sono in diminuzione i tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento (possibile indicatore di efficienza dei servizi). La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è infatti aumentata in Italia: è il 65,3% nel 2015, era il 59,6% nel 2011 (66,1% e 59,1% tali percentuali in Toscana). È diminuita la percentuale di IVG effettuate oltre le 3 settimane di attesa: 13,2% nel 2015 e il 15,7% nel 2011 ( 13,1%, e 15,5% in Toscana).

Ancora elevato il tasso di abortività tra le donne straniere, pari a 17,2 per mille e quasi il triplo delle italiane (18,7 per 1.000 vs 5,5 per 1.000 in Toscana).

La Relazione conferma valori elevati di obiezione di coscienza, specie tra i ginecologi, con un trend sempre in aumento in Italia dal 58,7% del 2005 al 70,7% del 2014. Considerando 44 settimane lavorative in un anno, il numero settimanale di IVG per ogni ginecologo non obiettore va dalle 0,4 della Valle D’Aosta alle 3,8 della Sicilia, con una media nazionale di 1,6.
In Toscana ci sono 213 ginecologi obiettori su 358 (59,5%), proporzione nettamente più bassa rispetto alla media nazionale. I ginecologi non obiettori effettuano mediamente 1 IVG alla settimana. Il numero globale dei ginecologi che non esercita il diritto all’obiezione di coscienza è quindi congruo con il numero di interventi di IVG.

gravidanza news 2
Lo scorso 27 maggio si è tenuto, presso l'Istituto Superiore di Sanità, il Convegno "Sorveglianza della mortalità e grave morbosità materna in Italia".

Sono stati presentati i risultati delle attività di sorveglianza, ricerca e formazione, finanziate dal Ministero della Salute in collaborazione con le Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, e Sicilia e coordinate dall'Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS).

In Italia la mortalità materna si conferma un evento raro, con un tasso analogo alla Gran Bretagna e alla Francia dove muoiono 10 donne ogni 100 mila nati vivi. Da uno studio retrospettivo, mediante record-linkage tra registri di mortalità e schede di dimissione ospedaliera, nel nostro Paese tra il 2006 e il 2012, per cause legate alla gravidanza e al parto, sono morte 9 donne ogni 100 mila con un'ampia variabilità tra regioni compresa tra un minimo di 6 decessi in Toscana e un massimo di 13 ogni 100 mila in Campania. La causa più frequente delle morti materne dirette entro 42 giorni dalla nascita è rappresentata dall'emorragia, responsabile del 43,5% del totale dei decessi, seguita dai disordini ipertensivi della gravidanza (19,1%) e dalla tromboembolia (8,7%). Da sottolineare invece che, tra le morti materne tardive (da 43 giorni e 1 anno dal parto) ben 1/4 è rappresentato da suicidi.

Dal 2015 la sorveglianza attiva ha coinvolto 2 nuove regioni: Lombardia e Puglia si sono aggiunte a Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, e Sicilia raggiungendo una copertura del 73% dei nati e per un totale di oltre 360 presidi ospedalieri coinvolti.
Dal 2013 al 2015 sono stati segnalati 64 casi di morte materna. Il 21% dei decessi ha riguardato donne di cittadinanza non italiana e 1 donna su 2 era di età pari o superiore ai 35 anni, condizione che espone a un rischio di morte materna quasi triplo rispetto a quello delle donne più giovani, mentre il basso livello di istruzione lo raddoppia. Il taglio cesareo aumenta il rischio di mortalità e di grave morbosità materna di oltre 4 volte rispetto a quello delle donne che partoriscono spontaneamente. La maggioranza dei decessi (67%) avviene in occasione del parto e il 19% durante la gravidanza. Riguardo alle cause i dati della sorveglianza confermano l'emorragia ostetrica come prima causa di morte materna (18,7%, il 26,2% sulle morti dirette). In seconda posizione troviamo invece la sepsi (15,2%) seguita a sorpresa dall'influenza (8,5%). Da evidenziare che tutte le donne morte per influenza H1N1 non erano vaccinate. Da qui la proposta di attuare da parte delle Regioni programmi vaccinali per le donne in gravidanza.
Nel periodo di sorveglianza attiva 2013-2015 nella nostra regione non si sono verificati casi di morte materna.

Dal 2014, nell'ambito del progetto di sorveglianza attiva, nel 2014 è iniziato anche un progetto per lo studio della grave morbosità materna da emorragia del post partum, che ha permesso di stimare per la prima volta l'incidenza del fenomeno. Sono stati coinvolti in questo studio tutti i punti nascita di 6 regioni, arrivando a coprire il 49% dei parti del Paese. Le donne che vanno incontro a una grave complicazione emorragica del post partum sono 1 su 1.000 tra quelle che partoriscono spontaneamente e 3 donne su 1.000 tra coloro che subiscono un taglio cesareo. I principali fattori di rischio sono rappresentati dall'età materna superiore a 35 anni, dall'essere sottoposta a taglio cesareo e dall'aver avuto un taglio cesareo precedente. L'aumento di incidenza dei cesarei, preoccupa anche perché comporta anomalie della placentazione che possono causare pericolose emorragie difficili da trattare. Su 590 gravi emorragie prese in esame, il 44% esita in isterectomia.
maternita convegnoIl 7 aprile 2016 all'Auditorium S. Apollonia a Firenze si è svolto il convegno "Gravidanza e nascita in toscana: dati di salute materno infantile", organizzato da ARS, durante il quale sono stati affrontati importanti aspetti legati alla salute delle donne e dei neonati.

A seguito della crisi economica, ma anche per effetto del calo della popolazione femminile in età feconda, risultante dal forte calo della natalità avvenuto tra la metà degli '70 e la metà degli anni '90, siamo oggi nuovamente di fronte a una contrazione delle nascite, in Toscana come in Italia. Nel 2014 i nuovi nati in Toscana sono stati 29.454, l'11% in meno rispetto al 2010 e negli ultimi 2 anni sono in calo anche i nati da donne straniere.

L'assistenza in gravidanza risulta buona: il 93% delle donne esegue gli esami previsti dal libretto di gravidanza e il protocollo regionale. Si evidenziano ancora alcuni ritardi nell'accesso ai servizi nelle straniere e nelle donne con livello socio-culturale più basso.

Con l'introduzione del test di screening per la sindrome di Down diminuisce negli anni il ricorso agli esami invasisi (amniocentesi e villocentesi) e aumenta il ricorso al test di screening anche nelle donne con 35 anni e più: complessivamente il 73% delle donne ha eseguito il test di screening e il 14% ha eseguito l'amniocentesi o la villocentesi.
La Toscana si colloca tra le regioni italiane che ricorrono meno al taglio cesareo (26,8% , Italia 35,5% nel 2013), ma nonostante questo la percentuale è nettamente superiore al 19% raccomandato dall'OMS.

É aumentata negli anni l'incidenza di gravidanze over 40 (sono il 9% nel 2014, erano il 3,5% nel 2001): si tratta di gravidanze a rischio per esiti materni e fetali.
Nel 2014 in Toscana sono state effettuate 6.526 interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) con un tasso di 8,2 per 1.000 donne in età feconda (Italia: 7,2). L'incidenza dell'IVG è in forte diminuzione anche tra le donne straniere, pur presentano tassi di abortività ancora 4 volte superiori a quelli delle italiane (5,6 per 1.000 donne in età feconda vs 20,8), a indicare una sempre maggiore integrazione delle straniere e una modifica nei comportamenti relativi alle scelte di procreazione responsabile.
Merita particolare attenzione il fenomeno delle IVG tra le minorenni, in quanto rispetto al numero di nati vivi registrano più IVG che nelle altre classi di età, fenomeno che è più marcato tra le italiane.

È aumentata negli anni la proporzione di donne che hanno già vissuto l'esperienza di almeno una IVG, in particolare per alcune etnie. L'IVG farmacologica è in aumento negli anni ed è più frequente rispetto alla media nazionale (15,3% vs 9,7%). Negli anni si osserva una tendenza all'aumento del ruolo del consultorio, sia per il rilascio della certificazione per l'IVG (che viene rilasciata dal consultorio nel 51% dei casi), sia per quanto riguarda la struttura di riferimento in gravidanza (utilizzato dal 66,% delle straniere, dal 57% delle minorenni e dal 52% delle donne con titolo di studio medio basso).

Sono stati presentati inoltre i dati provenienti dai 2 archivi che ARS gestisce in collaborazione con l'AOU Meyer: TIN Toscane on-line, il registro dei nati gravemente pretermine (età gestazionale inferiore alle 32 settimane o peso alla nascita inferiore o uguale a 1500 grammi) e l'archivio dei Trasporti protetti neonatali, che riguarda tutti i neonati che nel primo mese di vita necessitano di un trasporto protetto con personale medico e infermieristico dedicato.

Consulta i dati all'interno di:
incifre

Gravidanza e parto in Toscana pubblicazione n. 10 della serie Incifre


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Le interruzioni di gravidanza
Collana Documenti ARS n. 85



 
arstoscana convegno gravidanza parto 20167 aprile 2016
presso: Auditorium Santa Apollonia
Firenze, via San Gallo 25/a

Obiettivi della giornata
A seguito della crisi economica, in Toscana come nelle altre regioni, il numero di nuovi nati presenta una importante flessione: nel 2014 infatti i nati sono stati poco più di 29 mila, l’11% in meno rispetto al 2010, dato che ci riporta al lontano 2003.