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Il 5 ottobre 2017 all'Auditorium S. Apollonia a Firenze in occasione del convegno "Percorso nascita e allattamento in Toscana: risultati e prospettive future" organizzato dal MES, Fabio Voller inquadra l'andamento epidemiologico delle nascite in Toscana.

In Toscana come in Italia, dal 2008 si sta assistendo a una contrazione delle nascite, a seguito della crisi economica, ma anche per effetto del calo della popolazione femminile in età feconda, risultante dal forte calo della natalità avvenuto tra la metà degli '70 e la metà degli anni '90.

Nel 2016 i nuovi nati in Toscana sono stati 27.812, il 16% in meno rispetto al 2008 e in calo dell'1,1% rispetto al 2015.
I parti da donne straniere, dopo una leggera flessione del triennio precedente, sono nuovamente in aumento, raggiungendo il 28,9% del totale.

É aumentata negli anni l'incidenza di gravidanze over 40 (sono il 9,4% nel 2016, erano il 3,5% nel 2001): si tratta di gravidanze a rischio per esiti materni e fetali.
Con l'introduzione del test di screening per la sindrome di Down diminuisce negli anni il ricorso agli esami invasisi (amniocentesi e villocentesi) e aumenta il ricorso al test di screening anche nelle donne con 35 anni e più: complessivamente il 76,6% delle donne ha eseguito il test di screening e il 9,6% ha eseguito l'amniocentesi o la villocentesi.

La Toscana si colloca tra le regioni italiane che ricorrono meno al taglio cesareo (27,1%, Italia 33,6%), ma nonostante questo la percentuale è nettamente superiore al 15-20% raccomandato dall'OMS.
A fronte di una diminuzione della natalità, nel 2015-2016 vi è stato un aumento sia in termini di prevalenza che in valore assoluto dei nati pretermine (+11,6% rispetto al 2014), che nei 10 anni precedenti mostravano una sostanziale stabilità.

La prematurità è nel mondo la principale causa di morte neonatale. I bambini nati pretermine (in particolare nati gravemente pretermine, vale a dire con età gestazione <32 settimane) richiedono un periodo di ricovero più lungo dopo la nascita e hanno più probabilità di sviluppare significative disabilità, in particolare di tipo neuropsicologico e respiratorio, nei primi anni di vita e anche in seguito

L'analisi dei fattori di tipo socio-demografico e degli stili di vita permette di identificare dei sottogruppi di donne più a rischio di dare alla luce un neonato pretermine, come le donne straniere e quelle senza un'occupazione, verso le quali indirizzare maggiori sforzi per l'assistenza in gravidanza e l'accesso ai servizi. Il rischio di nascita pretermine è anche maggiore nelle donne che fumano, raddoppiando per le donne che fumano più di 10 sigarette al giorno, e nelle donne obese e sottopeso.

Riguardo al tema dell'allattamento al seno: dai dati del Certificato di Assistenza al Parto si ha che l'80% dei neonati riceve durante il ricovero in occasione del parto solo latte materno (della propria mamma o della banca del latte), il 2% riceve latte materno con l'eventuale aggiunta di acqua o altri liquidi diversi dal latte (soluzione glucosata, camomilla, tisana ecc.), il 12% riceve latte materno con l'aggiunta di latte artificiale e solo il 6% non riceve latte materno.
Sebbene, come ci si aspetta, i prematuri sono meno frequentemente allattati al seno rispetto ai nati a termine per le difficoltà nell'alimentazione e nell'attaccamento al seno, la proporzione di neonati alimentati con latte umano, grazie anche alla presenza sul territorio toscano di 6 banche del latte, è elevata.

immagine Gravidanza, parto e puerperioIl numero delle nascite, che era costantemente in crescita dalla seconda metà degli anni ’90 fino al 2008, è di nuovo in calo dal 2011. Non si arrestano i cambiamenti sociali, che si riflettono sulla salute perinatale. Le donne partoriscono in età sempre più avanzata: l’età media al parto è passata da 27,3 nel 1980 a 32,2 nel 2014. In aumento anche la proporzione di parti di donne straniere, che nel 2014 sono stati 27,5% del totale dei parti (11,4% nel 2001). Inoltre, negli ultimi anni si è assistito anche a una maggiore diffusione delle tecniche di procreazione assistita e al loro miglioramento, con conseguente aumento delle gravidanze gemellari e dei nati pretermine.

Le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) sono invece diminuite, passando da 8.879 nel 2006 a 6.526 nel 2014 (fonte: interruzione volontaria di gravidanza - IVG) e comportando così un altro importante cambiamento nella salute riproduttiva. Il tasso di abortività è stato nel 2014 pari a 8,3 per 1.000 donne in età fertile, mentre ogni 1.000 nati vivi si sono registrate 224 IVG. Questo valore sale a 2.125 se consideriamo le minorenni.

L’Agenzia regionale di sanità della Toscana si occupa della salute della donna in periodo di gravidanza, parto e puerperio analizzando il flusso del Certificato di assistenza al parto. Questo importante strumento permette di monitorare l’assistenza in gravidanza, ma anche l’esposizione a fattori di rischio quali il fumo in gravidanza e l’obesità, oltre agli esiti del parto come la prematurità e il basso peso alla nascita. Altro aspetto importante indagato dall'Agenzia  sono i determinanti dell’aumentato ricorso al taglio cesareo, che in Toscana presenta valori inferiori alla media nazionale, ma comunque superiori al resto d’Europa e agli standard stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Altri strumenti importanti per l’analisi degli esiti di gravidanza sono le rilevazioni ISTAT sulle IVG e sugli aborti spontanei.

 
Ultimo aggiornamento: ottobre 2015

immagine salute riproduttiva donne straniereIl numero di parti da donne straniere in Toscana è negli ultimi 10 anni più che raddoppiato, passando da 3.461 nel 2001 a 7.962 nel 2014 (27,5% del totale dei parti). 

Il 96,2% delle madri straniere proviene dai paesi a forte pressione migratoria (straniere PFPM) e il 3,8% dai paesi a sviluppo avanzato (straniere PSA). Le madri straniere presentano caratteristiche diverse rispetto alle italiane: le straniere PFPM sono più giovani (età media al parto: 28,5 anni rispetto ai 33,2 delle italiane), presentano un livello di scolarizzazione più basso (il 52,2% delle straniere PFPM ha conseguito al più la licenza media inferiore, rispetto al 17,7% delle italiane) e tra di loro è più bassa la proporzione di donne che sono alla prima gravidanza (42,6% rispetto al 56,3% delle italiane).

In Toscana le donne straniere in gravidanza sono seguite prevalentemente dai consultori: 66,3% delle straniere PFPM rispetto al 16,2% delle italiane, che sono seguite dal ginecologo privato nel 72,3% dei casi. L’accesso all’assistenza in gravidanza delle donne straniere è migliorato negli ultimi anni, ma rimangono delle quote non trascurabili che vi accedono tardivamente o non vi accedono: il 10,1% delle straniere PFPM effettua la prima visita in gravidanza dopo la 12a settimana e l'1,3% non ne effettua nessuna, a fronte del 2,7% e dello 0,4% delle italiane rispettivamente. Infine, il 10,3% delle straniere PFPM esegue meno di tre ecografie in gravidanza, rispetto all'1,2% delle italiane.

Altro aspetto importante della salute riproduttiva sono le interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2014 per il 42,1% riguardano le donne straniere, che presentano un tasso di abortività quadruplo rispetto a quello delle donne italiane.

L’Agenzia regionale di sanità monitora la salute riproduttiva delle donne straniere, che richiede continua attenzione sia per le importanti ripercussioni di salute e sociali, sia per poter individuare le criticità nell’accesso all’assistenza perinatale.


Ultimo aggiornamento: ottobre 2015

immagine salute genereLo sviluppo di un approccio di genere alla salute dei cittadini è una delle sette azioni prioritarie della programmazione della Regione Toscana per il 2014.

La Commissione per la medicina di genere della Regione Toscana

Partendo dal principio che la salute non è neutra, e che anche in medicina va applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire il miglior trattamento, in Toscana è stata istituita la Commissione permanente per le problematiche della medicina di genere all’interno del Consiglio sanitario regionale (vedi decreto della Giunta regionale n. 4193/2011 e pareri del Consiglio sanitario regionale n. 37/2011, n. 45/2011, n. 50/2011 e n. 108/2014).