La salute degli anziani in Toscana

Collana dei Documenti ARS, n. 116


Gli anziani, convenzionalmente considerati tali dopo i 65 anni d’età, rappresentano un quarto della popolazione che risiede in Toscana (regione tra le più longeve d’Italia) e sono i principali fruitori delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie del SSR. Con l’età, infatti, aumentano le malattie croniche, le limitazioni funzionali e le condizioni di disabilità, con hanno ricadute sulla salute della persona, sulla qualità della vita quotidiana e sui servizi di medicina generale, territoriale e ospedaliera. Allo stesso tempo, queste persone sono una risorsa importante per le famiglie e le comunità in cui vivono, prestano spesso il loro tempo all’accudimento di altre persone (familiari e non, bambini o persone che necessitano di assistenza) e ad attività di volontariato. Uno stile di vita sano (attività fisica, dieta sana ed equilibrata, controllo del peso e contrasto al consumo di tabacco o di alcol in maniera eccessiva), unito ad una buona partecipazione sociale, è ciò a cui punta la strategia dell’invecchiamento attivo, per ridurre e spostare nel tempo, riducendone così l’impatto, gli anni vissuti in cattiva salute e in condizione di bisogno.

Utilizzando tutte le fonti a propria disposizione l'ARS periodicamente redige un volume dedicato a questa fascia di popolazione. In particolare, ai flussi sanitari correnti (schede di dimissione ospedaliera, farmaceutica, specialistica ambulatoriale, assistenza domiciliare e residenziale, ecc.) si affiancano le analisi dei dati del sistema di sorveglianza nazionale PASSI d’Argento, promosso dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e realizzato dalle singole regioni italiane (in Toscana coordinato da ARS con la collaborazione delle UU.OO. di Epidemiologia delle tre AUSL toscane).

Il 2022 è stata l’occasione per fotografare qualità della vita e salute degli anziani anche alla luce della pandemia da Covid-19. Oltre all’impatto diretto del contagio da SARS-CoV-2 tra gli anziani e i più fragili nella popolazione, infatti, vanno considerati gli effetti indiretti sul ricorso alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, a causa delle limitazioni messe in atto per cercare di contrastare la diffusione del contagio (rimodulazione dell’attività ospedaliera, limitazione degli accessi ai Pronto soccorso e alle strutture ambulatoriali, difficoltà di accesso e timore delle persone per la paura di contagiarsi).



Per approfondire

Consulta e scarica il Documento ARS n. 116/2022: