I comportamenti, le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti toscani prima, durante (e dopo?) la pandemia Covid-19. I risultati dell’indagine Edit 2022

A cura di: F. Voller, E. Andreoni


16/11/2022

Premessa

L’adolescenza è un’età delicata per la formazione della persona e per la crescita psicofisica, su cui i comportamenti e gli stili di vita hanno un grande impatto, sia per i condizionamenti della fase di sviluppo che per gli effetti che possono produrre per l’età adulta.

Gli stili di vita della popolazione adolescente toscana sono monitorati dall’indagine Edit, alla sua sesta edizione nel 2022. Lo studio Edit, a partire dal 2005, si propone come uno dei principali punti di riferimento in Toscana e in Italia per la produzione di analisi e riflessioni che consentano di migliorare la conoscenza e la capacità di intervento sulla complessa e articolata realtà dei comportamenti, delle abitudini e degli stili di vita delle ragazze e dei ragazzi in Toscana. Si tratta infatti di un’indagine trasversale, effettuata con cadenza triennale, ideata e realizzata dall’Agenzia regionale di sanità, che con il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 marzo 2017 è entrata a far parte del sistema di “Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie”. Anche questa sesta indagine, condotta tra marzo ed aprile del 2022, ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione studentesca per Asl di residenza e ha visto la partecipazione di 8654 ragazze e ragazzi che frequentano Istituti secondari di II grado toscani. La rilevazione ha toccato, anche per questa edizione, i temi cruciali dei comportamenti alla guida, dei rapporti con i pari e con la famiglia, dell’andamento scolastico, dell’attività sportiva, dei comportamenti alimentari, dei consumi di bevande alcoliche e di tabacco, dell’uso di sostanze stupefacenti e del gioco problematico, dei comportamenti sessuali e del fenomeno del bullismo, della condizione di stress, della qualità del sonno dei ragazzi e delle ragazze. Sono state inoltre inserite alcune novità, come una sezione specifica sull’impatto della pandemia di Sars-Cov-2 e una sull’identità di genere ed è stata ampliata la parte dedicata al benessere psicofisico; inoltre sono state introdotte modifiche sull’evoluzione dell’utilizzo delle tecnologie. All’interno del portale dati Edit di Ars toscana si potranno consultare molti indicatori di salute e di comportamento per genere e Asl di residenza.

1. Il contesto sociale, ambientale e l’utilizzo dei dispositivi

La rilevazione Edit 2022 ha analizzato i principali stili di vita e la condizione socio-economica delle famiglie della popolazione studentesca di età compresa tra i 14 e i 19 anni per delineare la presenza di fattori che possono favorire lo sviluppo di comportamenti a rischio per la salute. Sono stati indagate le condizioni familiari e di contesto. In particolare sono state registrare percentuali di istruzione più alte tra le madri (30,2% laureate) rispetto ai padri (21,3% laureati), ma livelli occupazionali maggiori tra i padri (87,2%; madri: 75,2%), sebbene ci siano meno madri casalinghe (14,3% vs 2018: 19%). Inoltre la rilevazione mostra che nel 2022 il 21,2% dei genitori sono divorziati (in aumento rispetto al 2018). Tuttavia questo non sembra impattare sulla qualità dei rapporti, infatti l’82,2% del campione ha dichiarato di avere rapporti molto o abbastanza buoni con la propria famiglia. Sono considerate buone anche le relazioni con i/le coetanei/e dall’85% del totale.
Un elemento aggiornato è quello che riguarda l’utilizzo dei dispositivi, su cui ha impattato anche la didattica a distanza, che ha assunto un ruolo centrale. È emerso che il 99,6% è in possesso di uno smartphone, mentre sono diminuiti i PC e i tablet, posseduti soltanto dal’8,9% (2018: 7,6%). Rispetto al 2018, è in aumento l’utilizzo dello smartphone (+3,5%) per più di 5 ore al giorno, il più utilizzato rispetto agli altri strumenti (F: 46%; M: 29%). Le principali attività svolte sono accedere ai social network (30,4%) e guardare film, serie TV o ascoltare musica (25%), soprattutto a scopi ludici. Tuttavia si evidenzia che, a fronte di questo scenario, il rendimento scolastico è rimasto stabile, con il 14,7% ha dichiarato di avere un rendimento scolastico molto buono, mentre il 79,4% del campione oscilla tra un rendimento abbastanza buono e così così.
Invece non è considerato interessante leggere libri, infatti oltre il 60% di adolescenti toscani legge in media 0-2 libri l’anno, di cui il 35,8% dichiara di non leggere mai per svago, segno che l’aumento considerevole dell’utilizzo di dispositivi elettronici nel tempo libero può inficiare attività quali la lettura. Difatti all’aumentare delle ore utilizzate su dispositivi tecnologici diminuisce il numero di libri letti all’anno.

2. L’impatto del Covid-19 nella vita di adolescenti in Toscana

Nel questionario 2022 è stata inserita una sezione interamente dedicata al Covid-19 e ai cambiamenti che ha determinato. Infatti il Covid ha avuto un impatto diretto sulla popolazione adolescente toscana, dal punto di vista della salute, ma soprattutto sul benessere psicofisico e sui comportamenti e le abitudini, anche a causa dell’introduzione della cosiddetta didattica a distanza.
Il questionario Edit 2022 ha evidenziato che il 44,3% (M: 43,2%; F: 45,5%) del campione è risultato positivo al Covid dall’inizio della pandemia. Il metodo più utilizzato per rilevare la positività tra i soggetti risultati positivi al Sars-Cov-2 è stato il test antigenico rapido (50%), seguito dal tampone molecolare (44%), dal test sierologico (2,5%) e infine dal test salivare (2%). Il fattore di rischio maggiormente indicato dai soggetti positivi è la scuola, seguita dall’aver frequentato case di amici e o parenti, l’aver frequentato centri commerciali o negozi, aver usato mezzi di trasporto pubblici, aver vissuto con una persona positiva o aver frequentato bar e ristoranti.
Osservando i risultati sulla vaccinazione è emerso che il 93,4% del campione ha affermato di essersi vaccinato almeno con una dose e più del 40% dei soggetti vaccinati ha riportato che è stato il green pass a motivarli, mentre circa il 18% si erano vaccinati prima dell’introduzione dell’obbligo e il 41% ha dichiarato che lo avrebbe fatto indipendentemente da questa misura.
Rispetto ai comportamenti preventivi invece è emerso che le ragazze tendono a essere più attente, ad esempio con l’utilizzo corretto della mascherina (F: 76,9%; M: 67,5%; Totale: 72,1%) e con l'igiene delle mani (F: 50,8%; M: 35%; Totale: 42,6%). Infine osservando la sensazione di incertezza e di paura che il virus ha trasmesso, ben il 65% circa delle ragazze ha paura di un nuovo lockdown a fronte di poco più del 35% dei ragazzi (50% del campione). Anche la scala “Fear of Covid” ci consegna il genere femminile più sensibile alle conseguenze della malattia con quasi il 20% di ragazze che ha un punteggio che denota una sostanziale paura del Covid contro circa il 10% del genere maschile.

3. Benessere psicofisico

Oltre alle dimensioni di contesto, la rilevazione Edit ha indagato il benessere psicofisico, considerando l’adolescenza un periodo durante il quale si sviluppano molte delle competenze sociali ed emotive in grado di favorire il benessere psicologico in associazione con i cambiamenti innescati dal periodo pandemico.
È emerso che dal 2008 ad oggi la percentuale di giovani con elevato livello di distress è pressoché raddoppiata passando dal 18,4% al 36,2% nel 2022. Tra di loro gli stati d’animo vissuti nei 30 giorni prima dell’indagine sono stati il nervosismo (96,3%), agitazione e irrequietezza (90% dei casi), la percezione che “ogni cosa rappresentasse uno sforzo” (77,1%) soprattutto tra le ragazze.
Questa edizione è stato introdotto il tema dell’autolesionismo ed è emerso che il 17,2% del campione si è provocato intenzionalmente delle “ferite” (M:8,7%; F:26,3%). Di questi soggetti, il 45% ha un’età ≤ 15 anni mentre l’età di esordio si colloca, in oltre il 65% dei casi, entro il 14 anni. Il 10,9% (M:17,7%; F: 8,6%) ha dichiarato di averlo fatto soltanto una volta nella vita, il 21,9% due volte, il 41,6% tra le 3 e le 5 volte, mentre il 25,6% 6 volte o più. Nonostante si tratti di un fenomeno molto grave, soltanto il 10,7% ha avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche, elemento che spiega la sottostima del fenomeno se analizzato attraverso le principali banche dati sanitarie.
Il 24,7% di coloro che hanno questo problema ha dichiarato di essere attualmente seguito da una figura professionale come lo psicologo/psichiatra.
La popolazione adolescente, per mantenere la salute fisica, il benessere emotivo e il rendimento scolastico, ha bisogno tra le 8 e le 10 ore di sonno a notte, che accadeva nel 2018 al 36,4% del campione, percentuale ridotta al 28,9% nel 2022, deficit diffuso soprattutto tra le femmine. Inoltre la qualità del sonno è descritta dal 21,1% del campione come disturbata con risvegli notturni (M: 14,1%; F: 28,5%).
In sintesi si evidenzia un incremento del malessere giovanile diffuso in tutta la regione, progressivamente aumentato dal 2011, con oltre 3 giovani su 10 (36,6%) che vivono una condizione di disagio psicologico che include tristezza, frustrazione, ansietà e stato dell’umore negativo. Sembra che la pandemia da Covid-19 sia risultato un evento traumatico, sottolineato dal fatto che il 12,3% dell’intero campione ha dichiarato di aver messo in atto almeno un gesto autolesivo nel corso dell’ultimo anno.

4. Comportamenti alla guida e infortunistica stradale

I dati rilevati nell’ultima indagine Edit sui comportamenti alla guida e i determinanti dell’infortunistica stradale indicano che il 26,6% dei soggetti intervistati è in possesso di una licenza di guida (patentino, A, B, altro), soprattutto i ragazzi (M: 35%; F: 17,7%). Negli anni si è osservato un importante calo di coloro che hanno un permesso di guida, con valori più alti, tra il 60,5 ed il 63% nel 2005, 2008, 2011 e più bassi dal 2015 (39,2%), 2018 (33,3%), fino all’attuale 26,6%, osservando i comportamenti dei soggetti “guidatori abituali” (35,8%; M: 44,5%; F: 25,4%), che guidano “tutti i giorni o quasi” oppure “qualche giorno la settimana”, diminuiti dal 2018 (38,7%).
Il 34,9% dei soggetti guidatori abituali ha dichiarato di aver avuto almeno un incidente nella vita (M: 38,2%; F: 27,7%), molto diminuiti dal 2008 e all’aumentare dell’età accrescono gli incidenti (22,4% di 14enni; 44,5% di 17enni; 36,6% 18+). L'Asl Toscana Nord-Ovest (40,2%) si conferma come territorio in cui tradizionalmente avvengono più incidenti stradali (IS) (Centro: 33,6%; Sud-Est: 29,4%).
Tra coloro che hanno dichiarato di aver avuto almeno un IS nella vita come conducenti, il 4,2% stava utilizzando lo smartphone (2018: 3,8%) che conferma dunque che l’uso del telefono rappresenta una delle principali distrazioni alla guida responsabili di IS. Altre abitudini risultano “distrazioni alla guida”: aver conversato o interagito con il passeggero, ascoltato musica ad alto volume.
La “guida in condizioni psico-fisiche non idonee” risulta molto più diffusa delle cattive abitudini appena descritte. In particolare risultano impattanti la guida in condizioni di ritardo e di stanchezza, mentre risultano meno ricorrenti altri comportamenti che però influenzano gli IS: la guida dopo aver assunto droghe, dopo aver bevuto troppo alcol, infine dall’aver avuto un colpo di sonno. Il 30% di coloro che hanno avuto un IS ha richiesto un accesso al Pronto soccorso oppure un ricovero ospedaliero (2018: 34,4%), soprattutto le ragazze (F: 31,9%; M: 28,5%).

5. Abitudine al fumo

Il fumo rappresenta una delle abitudini più dannose per la salute, infatti l’OMS lo identifica come il principale fattore di morte evitabile. I risultati Edit 2022 mostrano che il 54,7% della popolazione adolescente toscana ha provato a fumare, con una marcata differenza tra maschi (49,6%) e femmine (60,2%), dato in calo significativo rispetto all’edizione del 2018. Tra coloro che hanno provato a fumare, il 53% ha dichiarato di consumare tabacco nel momento della rilevazione (il 29% sono soggetti fumatori regolari e il 24% occasionali). Si mantiene la differenza per genere con il 56,8% di fumatrici (30,4% regolari), contro il 49,5% dei loro compagni (26,9% regolari). Confrontando i risultati delle diverse edizioni emerge che la quota di soggetti fumatori regolari, tra coloro che hanno dichiarato di aver provato a fumare, dopo una crescita tra il 2005 e il 2008, è in costante calo dal 2011, sia per i ragazzi che per le ragazze. Il 27,9% di chi fuma regolarmente ha dichiarato di fumare oltre 10 sigarette al giorno. Inoltre il 72,6% dei fumatori regolari ha iniziato a fumare prima di aver compiuto 16 anni (M: 67,5% ; F: 76,4%).
In sintesi in Toscana è più probabile che una ragazza abbia acquisito l’abitudine al fumo rispetto a un suo compagno, il quale però ha più probabilità di fumare un numero medio quotidiano maggiore di sigarette tradizionali. Anche prendendo in considerazione l’intera popolazione coinvolta nella rilevazione EDIT 2022 emerge che la quota di adolescenti che fumano regolarmente raggiunge il 15,6%, con una maggiore diffusione tra le ragazze (18,2%) rispetto ai ragazzi (13,2%).
Tra i fattori ambientali associati negativamente al fumo c’è il fatto di avere genitori che consumano abitualmente tabacco, che non solo espone i/le figli/e al fumo passivo, ma aumenta le probabilità di iniziare a fumare. Infatti il 62,2% di adolescenti che consumano regolarmente tabacco ha un genitore (36,3%) o entrambi i genitori (26,0%) che fumano; al contrario, il 63,5% di adolescenti che non fumano o non fumano regolarmente ha i genitori non fumatori.
Infine dalla rilevazione Edit 2022 è emerso che il 45,3% del campione toscano ha consumato almeno una volta nella vita la sigaretta elettronica, senza differenze di genere. Solo l’11,4% ne ha fatto un uso regolare o quotidiano nel mese precedente.

6. Bevande alcoliche

Dalla rilevazione del 2022 è emerso che 8 adolescenti su 10 hanno bevuto almeno una volta nella vita, percentuale inferiore rispetto al 2018 (93%), abitudine diffusa soprattutto tra le ragazze (F: 83,7%; M: 80,5%).
Osservando le modalità di consumo è emerso che nei 12 mesi precedenti alla somministrazione del questionario 1 adolescente su 2 ha avuto almeno una ubriacatura, pratica più diffusa tra le ragazze (F: 55,9%; M: 48,5%). È stata indagata anche la frequenza delle ubriacature ed è emerso che 1 adolescente su 4 ha vissuto oltre 10 episodi nei 12 mesi prima (M: 27,4%; F: 23,1%), quindi quasi con cadenza mensile. Inoltre si nota una maggiore diffusione nella Asl Centro (Centro: 27,4%; Nord-Ovest: 23,6%; Sud-Est: 22,2%).
Dall’indagine emerge la conferma di una tendenza rilevata nell’edizione Edit del 2018, ovvero che le ubriacature risultano più diffuse tra le ragazze, ma il numero di episodi resta più alto nel campione maschile. Inoltre la ricerca ha rilevato che nei 12 mesi precedenti il 47,1% del campione ha vissuto episodi di binge drinking, al contrario delle ubriacature più frequentemente tra i maschi (M:48,9%; F:45,2%). Entrambi i pattern di consumo eccedentario aumentano al crescere dell’età. Questi risultati dimostrano la grande diffusione del modello di consumo nordico nella popolazione giovane, con alte percentuali di binge drinking, sovrapponibili alla frequenza delle ubriacature: infatti il campione toscano ha consumato almeno un bicchiere di bevanda alcolica prevalentemente nel weekend, con un’incidenza di superalcolici e long drink nel giorno di sabato.
Le abitudini di consumo sono in costante calo dal 2005, ma si assiste a un continuo aumento del consumo eccedentario di alcol. Infine il genere pesa sul tipo di utilizzo di alcol, infatti bere alcolici è tendenzialmente più diffuso tra le ragazze, prima edizione in cui si registra questo risultato, ma la quantità di ubriacature resta maggiore tra i coetanei.

7. Sostanze psicotrope illegali

Un aspetto importante per monitorare gli stili di vita della popolazione, in particolare quella giovane, è rappresentato dal consumo di sostanze psicotrope, sia in merito alla diffusione del fenomeno e alla sua stratificazione tra le diverse categorie sociali, sia rispetto ai tipi e ai pattern di assunzione.
La rilevazione Edit 2022 ha stimato che il 33,2% del campione abbia consumato una sostanza psicotropa illegale almeno una volta nella vita (M: 34,1%; F: 32,2%), il 22,5% nei 12 mesi precedenti alla rilevazione (M: 23,6%; F: 21,4%) e il 14,7% nei 30 giorni prima (M: 15,8%; F: 13,5%). Le prevalenze sono in diminuzione rispetto ai valori registrati nel 2018 e il consumo di sostanze sembra riguardare soprattutto i ragazzi e aumenta al crescere dell’età.
La sostanza illegale più utilizzata si conferma ancora la cannabis, provata nel corso della vita da 3 adolescenti su 10 e consumata dal 19% del campione nei 12 mesi precedenti e dall’11,8% nei 30 giorni prima del questionario e diffusa equamente tra ragazzi e ragazze. Osservando la frequenza dei 30 giorni precedenti alla rilevazione emerge che le sostanze illegali più utilizzate dopo la cannabis sono state gli psicofarmaci senza prescrizione medica (2%) e i cannabinoidi e la cocaina (entrambi 1,1%), tutte le altre registrano percentuali inferiori all’1%.
Inoltre è stato rilevato che il primo uso si è concentrato genericamente entro i 15 anni nell’82,6% del totale (F: 80,8%; M: 84,2%) e la prima sostanza illegale utilizzata è stata la cannabis o un suo derivato, come per le precedenti edizioni.
Infine è emerso che in piccola percentuale parte della popolazione adolescente toscana è finita al Pronto soccorso o è stata ricoverata in ospedale per intossicazione o per aver esagerato nel consumo di sostanze (0,6%) o di bevande alcoliche (1,6%).

8. Abitudine al gioco

L’edizione del 2022 ha messo in luce che il 29,6% del campione toscano nella propria vita ha giocato d’azzardo. La rilevazione ha messo in luce che il fenomeno continua a decrescere negli anni, con un calo costante dal 2008 (52% almeno una volta nella vita).
Persiste invece una marcata differenza tra i generi, caratterizzata da una frequenza doppia tra i ragazzi (40,3%) rispetto alle coetanee (18%), e l’età si conferma come fattore che influenza proporzionalmente la diffusione del fenomeno.
In merito ai tipi di giochi più diffusi, dall’indagine Edit 2022 è emerso che, tra chi scommette, il Gratta e Vinci si conferma come il più frequente (73,9%; F: 89,3%; M: 67,6%), seguito, come nel 2018, da scommesse sportive legali e non (50%; M: 64,4%; F: 14,3%). Restano molto diffusi anche altri giochi con le carte (38,1%), il biliardo o altro gioco di abilità (31,9%) e, come nella scorsa edizione, il bingo (o la tombola) (31,3%) e Lotto/SuperEnalotto (27,3%). Seguono le preferenze per le slot machine (19,9%), le scommesse su altri eventi (17,6%), Totocalcio, Totogol (17,2%) e altri giochi (14,2%), il poker texano (9,9%) e il Lotto istantaneo (8,2%), soprattutto nei ragazzi.
Il 17% di coloro che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita ha speso nei 30 giorni precedenti alla rilevazione più di 10 euro per partecipare a giochi in cui si vincono o si perdono soldi, di più rispetto al 2018 (12%: più di 10 euro) e questo sembra confermarsi un comportamento maschile (M: 21,6%; F: 5,7%).
Il Lie/Bet Questionnaire, strumento di screening, ha rilevato che il 5,5% del campione toscano, che ha scommesso almeno una volta nella vita, rischia di avere un problema con il gioco d’azzardo (M: 8,8%; F: 2,1%), in calo dal 2008 (10,5%).

9. Alimentazione e peso corporeo

L’alimentazione incide sui cambiamenti psicofisici che avvengono durante lo sviluppo e determina anche la salute degli anni successivi, perciò è necessario acquisire sin da giovani buone abitudini. L’indagine Edit mostra che la verdura cruda o cotta è consumata quotidianamente dal 43,5% del campione, soprattutto dalle ragazze (F:47,4%; M: 39,7%). Similmente la frutta fresca rientra nelle abitudini quotidiane del 46,3% del campione (F: 48,4%; M: 44,2%), calo di 10 punti percentuali rispetto al 2005 (56,4%). Solo il 3,1% consuma 5 porzioni di frutta e/o verdura al giorno, il 22,6% ne consuma 3 (F: 24,4%; M: 20,9%). Inoltre il consumo di pesce consigliato sarebbe di 2 volte a settimana e il 70,9% lo consuma settimanalmente (M: 74,1%; F: 67,7%), in aumento (2005: 64,1%). Tra gli alimenti non consigliati gli snack dolci e/o salati sono consumati ogni giorno dal 41,9% del campione, abitudine in aumento (2018: 38,2%) e le bibite zuccherate dal 16% (2011: 42%).
La salute è un complesso di benessere fisico, psichico e sociale. Considerando questo, il peso è uno degli indicatori che forniscono informazioni sulle possibili condizioni di benessere, soprattutto se connesso ai comportamenti alimentari associati. Il 79,5% è normopeso (F: 83,4%; M: 75,8%), quota diminuita (2005: 85,4%), mentre si nota un aumento della quota in sovrappeso e obesa (rispettivamente 14,9% e 2,9%), mentre la porzione sottopeso continua a diminuire (2,7%).
Il questionario SCOFF mostra che il 34% del campione potrebbe rischiare di sviluppare un problema alimentare, con una netta differenza per genere (M: 18,6%; F: 50,5%). Complessivamente le ragazze toscane consumano più alimenti sani e sono più spesso normopeso, per gli standard salutari fisici, ma adottano abitudini che riflettono una relazione con il cibo meno equilibrata dal punto di vista della salute psicofisica.

10. L’attività fisica e gli sport praticati

L’OMS ha prescritto alcune raccomandazioni, indicando che giovani e adolescenti dovrebbero svolgere una media di almeno 60 minuti al giorno di attività fisica e lo sport almeno 3 giorni alla settimana. Dall’indagine Edit 2022 è emerso che 6 adolescenti su 10 praticano attività almeno 3 volte a settimana, con, in particolare, il 24,3% del campione che la svolge almeno un’ora al giorno per 5-7 giorni alla settimana.
Osservando in dettaglio le abitudini dell’attività fisica, si nota una differenza tra i sessi con i maschi che risultano più attivi (M: 29,7% attività almeno 5 giorni a settimana; F: 18,5%) e le femmine più sedentarie (F: 17,3%; M: 8,2%; totale: 12,6%), dato già evidenziato nelle precedenti rilevazioni. Il dato sull’inattività fisica resta molto rilevante, in quanto la quota di popolazione sedentaria coinvolge ancora 1 adolescente su 10 e il 24,9% del campione pratica attività fisica, ma in quantità insufficiente.
All’interno del questionario 2022 è stata inserita una parte dedicata specificamente ai cambiamenti intervenuti sulle abitudini sportive a causa delle restrizioni dovute alla presenza del Covid-19. È emerso che il 78,4% del campione praticava attività sportiva prima dell’avvento della pandemia da Covid-19 (M: 81,8%; F: 74,9%). Dall’inizio del periodo pandemico 4 adolescenti su 10 hanno modificato le proprie abitudini, in particolare il 27,2% del campione ha smesso di praticare attività sportiva, mentre l’11,8% ha iniziato. Una porzione del campione invece non ha cambiato abitudini, in particolare il 46,7% ha continuato a praticare sport, mentre il 14,4% ha continuato a non svolgere alcuna attività. Perciò durante la pandemia 6 adolescenti su 10 hanno praticato sport, con una differenza tra i sessi (M: 66%; F: 50,3%), e la maggior parte ha preferito le attività fuori casa in gruppo. La causa principale di interruzione è stata la chiusura temporanea o definitiva delle strutture dove praticavano attività sportiva.
A fronte di due anni di pandemia notiamo che le abitudini sportive della popolazione adolescente toscana non sono migliorate rispetto alle scorse edizioni di Edit, interrompendo il trend di aumento della pratica sportiva, ma non sono nemmeno peggiorate, a differenza delle indagini nazionali riferite al 2020-2021. Infatti nei 12 mesi precedenti alla rilevazione, il 76,1% (era l’80% nel 2018) del campione toscano ha svolto almeno uno sport. Permangono le differenze di genere con i ragazzi che praticano più sport (almeno uno sport M:82,1%; F: 69,6%) e sono più polarizzati nelle scelte del tipo di attività (soprattutto il calcio), mentre le ragazze sono meno attive, ma presentano più varietà rispetto alle preferenze. Infine l’aumento dell’età si conferma come fattore che condiziona il “drop out”, ovvero l’abbandono precoce della pratica sportiva.

11. Bullismo e cyberbullismo

Il 16% della popolazione adolescente toscana dichiara di aver subito prepotenze nel corso dell’ultimo anno, soprattutto le ragazze (F: 20,3%; M: 12%). Fra coloro che dichiarano di aver subito prepotenze nel corso degli ultimi 12 mesi, il 63,5% ha ricevuto forme di aggressività offline (dirette), il 13,7% online (cyberbullismo), mentre il 22,8% entrambe. Pertanto, nell’intera popolazione studentesca la prevalenza nei 12 mesi è pari al 13,8% per il bullismo offline e il 5,8% per il cyberbullismo, fenomeni diffusi soprattutto tra chi ha 14-15 anni.
Fra le forme di bullismo offline continuano a prevalere le prese in giro (90,5%), le offese (79,8%) e le esclusioni dal gruppo dei pari (70,5%) e l’interno della scuola rappresenta il principale in tutte le tipologie. Il bullismo offline è diminuito, favorendo un incremento del cyberbullismo. Infatti le forme di bullismo online (cyberbullismo) rappresentano il 36,5% delle prepotenze, in crescita rispetto al 2015 (20,4%) e al 2018 (25,2%). Indipendentemente dalla modalità il 16% dichiara di aver subito una prepotenza legata al suo orientamento sessuale, il 12,7% per la sua identità di genere, mentre il 14,3% per l’etnia di appartenenza; inoltre gli atti di bullismo continuano a coinvolgere prevalentemente il genere femminile, vittime privilegiate sia della forma offline che online.
Nel corso degli anni, la percentuale di ragazzi/e che dichiarano di aver agito un atto di prevaricazione nei confronti di un proprio coetaneo o di una coetanea ha mostrato un trend in lenta diminuzione passando dal 19,1% registrato nel 2011 al 16,5% del 2022. Fra coloro che agiscono atti di bullismo, il genere maschile risulta più coinvolto (M: 22,2%; F: 12,8%) e oltre il 45% ha un’età ≤15 anni.
Se circa il 16% agisce o subisce prepotenze, il 34,3% della popolazione studentesca dichiara di aver assistito a prepotenze offline/online (F:37,5%; M:31,3%). Di questa quota, solo il 55,1% è intervenuto in difesa delle vittime (direttamente oppure avvertendo le autorità).

12. Comportamenti sessuali

Rispetto alle rilevazioni precedenti, la percentuale di ragazzi/e sessualmente attivi/e è stabile (34,2%) e non mostra significative differenze fra maschi e femmine (M: 33,7%; F: 34,7%). Fra coloro che hanno avuto un rapporto sessuale completo, il 49,2% dichiara di averlo avuto in un’età compresa fra i 15 e i 16 anni, il 18,2% fra i 17 ed i 18 anni, mentre l’32,6% afferma di averlo avuto prima dei 14 anni. Fra gli studenti e le studentesse sessualmente attivi/e, il 47,1% ha avuto 1 solo/a partner sessuale, il 19,3% ne ha avuti/e 2, il 10,3% 3, mentre il 19,4% ne ha dichiarati/e 4 o più (M: 23,5%; F: 16%).
L’uso di alcol o droghe nei momenti che precedono il rapporto sessuale è stato adottato dal 21,7% del campione (M:24,2%; F:19,2%) e per quanto riguarda l’uso del profilattico, il 2022 è caratterizzato da un lieve incremento di rispondenti che dichiara di averlo utilizzato durante l’ultimo rapporto.
All’aumentare dell’età, la quota dell’utilizzo del profilattico si riduce sensibilmente soprattutto nel genere femminile, che inizia ad utilizzare altri metodi contraccettivi (contraccettivi orali, 14enni: 16,5%; 18enni: 33%). Complessivamente, nel 18,6% dei casi i/le rispondenti hanno dichiarato di non aver utilizzato alcun metodo anticoncezionale (M: 16%; F: 21,1%).
Inoltre l’83,2% del campione sa cosa sono le malattie a trasmissione sessuale (M:81,6%; F: 84,9%) ma, chiedendo loro di indicare le principali infezioni, emerge chiaramente che mentre il 92,2% conosce l’HIV, i valori scendono quando parliamo di sifilide (54,3%), herpes vaginalis (54,4%), papilloma virus - HPV (47,6%), gonorrea (31,1%) e chlamydia (23,9%). Pur confermando la scarsa conoscenza della maggior parte delle MTS, le femmine hanno ottenuto percentuali superiori rispetto ai coetanei maschi.

13. L’identità di genere

Nel questionario Edit 2022 è stata inserita per la prima volta una sezione interamente dedicata all’identità di genere. L’identità di genere è la percezione intima e profonda che ogni persona ha di se stessa come appartenente a un genere o ad un altro. Il termine cisgender è utilizzato per definire le persone la cui identità di genere è in linea con il sesso biologico attribuito alla nascita, invece per le persone transgender l’identità di genere non coincide persistentemente o transitoriamente con il sesso biologico attribuito alla nascita. In Toscana i dati dell’indagine Edit riportano che circa il 4% degli studenti e delle studentesse riferisce un’identità di genere non in linea col sesso attribuito alla nascita. Sul totale dei maschi biologici il 2,5% riferisce un’identificazione non cisgender che arriva al 2,8% se consideriamo anche gli studenti che hanno indicato un’identificazione col genere opposto rispetto al proprio sesso biologico. Ugualmente, per il gruppo biologicamente femminile si osserva un’identificazione non cisgender per il 4,6% che arriva al 5,3% col sottogruppo di coloro che hanno indicato un’identità opposta al proprio sesso biologico. L’8,7% del totale delle femmine biologiche risponde che avrebbe desiderato nascere maschio e il 2,3% del totale dei maschi biologici che avrebbe desiderato nascere femmina. Inoltre lo 0,7% degli studenti biologicamente maschi risponde di mostrarsi con un ruolo femminile, il 4% in modo neutro e l’1% dichiara “altro”; mentre tra le studentesse biologicamente femmine l’1,1% dichiara di mostrarsi come maschio, l’8,5% in modo neutro e lo 0,8% dichiara “altro”. Tuttavia il 4,9% del campione dichiara di non sentirsi libero di esprimere la propria identità di genere e il 10,2% di non essere a suo agio per l’utilizzo dei servizi igienici scolastici separati sulla base di una classificazione binaria del genere.

A cura di  F. Voller, E. Andreoni - Agenzia regionale di sanità della Toscana




Per approfondire

  • Guarda gli indicatori di salute e di comportamento per genere e Asl di residenza nel portale Edit 2022