Covid-19, grazie alla vaccinazione evitati in Toscana quasi 700mila contagi, più di 26mila ricoveri e 12mila decessi in un anno

A cura di: F. Profili


L’Istituto superiore di sanità (ISS), in collaborazione con il Ministero della Salute, ha da poco pubblicato un report con le stime di efficacia della campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2 in termini di contagi, ricoveri e decessi che si è riusciti ad evitare nella popolazione italiana.

L’analisi ha utilizzato tutte le fonti dati a disposizione di ISS e Ministero della Salute per il monitoraggio della pandemia, aggiornate al 16 marzo 2022:
  1. La banca dati del monitoraggio nazionale della Protezione civile, in particolare per quanto riguarda l’andamento delle somministrazioni delle dosi di vaccino per tipologia (Pfizer, Moderna, Astrazeneca o Jansenn).
  2. La banca dati del sistema di sorveglianza gestito dall'ISS e alimentato dagli operatori dei Dipartimenti di prevenzione delle AUSL, con le informazioni individuali dei contagiati, in particolare relativamente allo status vaccinale, all’eventuale ricovero (con dettaglio sull’ingresso in Terapia intensiva) e sull’esito finale della malattia (guarigione o decesso).
  3. Il database dei vaccinati iscritti all’Anagrafe nazionale vaccinale (AVN) del Ministero della Salute, per la stima dell’efficacia vaccinale.
L’analisi è limitata alla popolazione di 12 anni o più, considerato che la campagna di vaccinazione per i bambini di 5-11 anni è stata avviata solamente nelle ultime settimane del 2021. Il periodo considerato va dall’11 gennaio 2021 (due settimane dopo l’avvio della campagna di vaccinazione del 27 dicembre 2020) al 31 gennaio 2022 (per tener conto del tempo necessario, 30 giorni, ad osservare ricoveri e decessi a partire dalla diagnosi) e analizza tutte le diagnosi confermate di infezione da SARS-CoV-2 (da database ISS). Il numero settimanale di ospedalizzazioni, ordinarie e in terapia intensiva, e decessi è riferito alla data di diagnosi e non alla data dell’eventuale ammissione in ospedale o decesso. Per ridurre l’impatto di eventi potenzialmente non correlati alla fase acuta dell’infezione, sono stati considerati solo ricoveri e decessi avvenuti entro 30 giorni dalla diagnosi, che rappresentano rispettivamente il 95% dei ricoveri, il 97% dei ricoveri in terapia intensiva e l’89% dei decessi avvenuti nella popolazione in studio.

Il risultato finale delle analisi fornisce una stima del numero di eventi (in termini assoluti e relativi rispetto alla popolazione residente) che si sono evitati grazie alla campagna vaccinale, calcolato come differenza tra eventi effettivamente osservati ed eventi attesi in assenza di una popolazione vaccinata. Oltre alle stime di livello nazionale, ISS ha pubblicato anche i valori dei contagi, ricoveri e decessi evitati per Regione.

Brevi cenni metodologici

Nel rapporto si descrive che è stata adottata la metodologia in uso per la stima di impatto delle campagne di vaccinazione anti-influenzale, nella quale l’impatto settimanale della vaccinazione è il risultato della combinazione dell’efficacia vaccinale verso l’evento di interesse (nel nostro caso il contagio, ricovero o decesso), la copertura vaccinale settimanale e il numero settimanale di eventi osservati. Si tratta di una stima diretta, che non considera l’impatto indiretto della campagna di vaccinazione sui non vaccinati (grazie ad una generale riduzione della trasmissibilità complessiva). Gli stessi autori inoltre riportano che questa stima non considera possibili scenari alternativi, ad esempio interventi che avrebbero potuto essere messi in atto in assenza di vaccinazione (chiusure, limitazioni), dei diversi comportamenti della popolazione in assenza di una vaccinazione complessivamente efficace e dell’aumento progressivo della immunità naturale nella popolazione.

La copertura vaccinale e il numero di eventi osservati sono stati estratti dalle banche dati disponibili. L’efficacia vaccinale, che misura la riduzione del rischio di avere una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 (o un ricovero o un decesso) degli individui vaccinati rispetto ai non vaccinati, è stata stimata per ciascun mese, fascia di età (<60, 60-69, 70-79, 80+ anni) e tipo di evento, utilizzando un modello lineare generalizzato ad effetti casuali con distribuzione binomiale negativa, nel quale la variabile dipendente è il numero giornaliero di ciascun evento, la variabile indipendente è lo stato vaccinale, le variabili di aggiustamento sono l’incidenza regionale settimanale, la fascia d’età decennale e la regione di somministrazione. Non è possibile aggiustare, per mancanza di informazioni a livello individuale, per fattori che identificano diversi aspetti socio-comportamentali o pregresse patologie croniche. Il numero giornaliero di persone divise per stato vaccinale, classe d’età e regione costituisce il denominatore (offset) del modello (maggiori dettagli sulla modellazione statistica sono contenuti nel documento esteso pubblicato, in appendice sono consultabili anche le stime dei valori di efficacia vaccinale per mese e status vaccinale). Considerato che la campagna vaccinale ha seguito un criterio anagrafico nella sua estensione, dai più anziani ai più giovani, per ciascun mese è stata utilizzata una diversa codifica dello stato vaccinale a partire dalla copertura vaccinale osservata (non vaccinati, vaccinati con ciclo incompleto, vaccinati con ciclo completo da meno o da più di 120 giorni).

In questo estratto riportiamo tutti i valori non accompagnati dal loro livello di incertezza (intervallo di confidenza al 95% delle stime), che è invece disponibile nel documento esteso pubblicato da ISS.

I risultati per l’Italia

Nel 2021 in Italia, nella popolazione d’età >12 anni, sono avvenuti 3.749.786 contagi da SARS-CoV-2, 211.892 ospedalizzazioni, 28.376 ricoveri in terapia intensiva e 44.083 decessi per COVID-19 (tabella 1). Grazie alla vaccinazione sono stati evitati 2.828.366 infezioni (-43% rispetto agli eventi attesi), 290.044 ospedalizzazioni (-58%), 37.706 ricoveri in terapia intensiva (-57%) e 77.671 decessi (-64%). Gli eventi attesi rappresentano il numero di contagi, ricoveri e decessi che si stima si sarebbero verificati nel nostro paese in assenza della campagna di vaccinazione.

Tabella 1. Numero cumulato di eventi (diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) associati al COVID-19 osservati, attesi ed evitati dalla vaccinazione in Italia e corrispettivo tasso di incidenza per 100.000 abitanti – Italia, anno 2021
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Solo nel mese di gennaio 2022, quando si è verificata l’ondata sostenuta dalla variante Omicron (lignaggio B.1.1.529), sono state notificate 4.324.980 diagnosi di COVID-19 (più di quelle osservate nell’intero 2021), 47.444 ospedalizzazioni, 3.222 ricoveri in terapia intensiva e 10.577 decessi (tabella 2). Senza la campagna di vaccinazione gli effetti della diffusione della variante Omicron nella popolazione sarebbero stati molto più elevati (quasi 10 milioni di contagi in un mese e poco meno di 85mila decessi), si stima infatti che la vaccinazione abbia permesso di evitare il 55% dei contagi, l’83% dei ricoveri, l’86% dei ricoveri in terapia intensiva e l’87% dei decessi attesi.

Tabella 2. Numero cumulato di eventi (diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) associati al COVID-19 osservati, attesi ed evitati dalla vaccinazione in Italia e corrispettivo tasso di incidenza per 100.000 abitanti – Italia, gennaio 2022
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L’impatto è stato complessivamente limitato nel primo semestre del 2021, per la bassa copertura vaccinale osservata fino a marzo e per la bassa incidenza di casi osservata tra aprile e giugno. Ad inizio estate, con l’aumento dei casi, senza vaccinazione, ad agosto il tasso di ospedalizzazione atteso sarebbe stato pari a 71 ricoveri per 100mila abitanti, mentre si sono osservati 21 ricoveri per 100mila abitanti (una riduzione del 70%). Nello stesso mese abbiamo avuto 2 ricoveri in terapia intensiva ogni 100mila abitanti (contro un tasso atteso di 9 x100mila, -78%) e 3 decessi ogni 100mila abitanti (contro un tasso atteso di 15 x100mila, -80%). Con l’avvio della campagna per la terza dose aggiuntiva/booster, l’effetto preventivo della vaccinazione è aumentato e fra novembre e dicembre 2021, mesi caratterizzati da un’elevata diffusione del virus dovuta all’introduzione e successiva diffusione della variante Omicron (lignaggio B.1.1.529), grazie alla vaccinazione sono stati evitati l’80% delle diagnosi, il 67% delle ospedalizzazioni, il 66% dei ricoveri in terapia intensiva e il 68% dei decessi attesi nel 2021.

Nel periodo complessivo, dall’11 gennaio 2021 al 31 gennaio 2022, grazie alla vaccinazione sono stati evitati il 50% dei contagi attesi, il 67% delle ospedalizzazioni, il 64% dei ricoveri in terapia intensiva e il 74% dei decessi. Il 72% dei decessi complessivi è stato evitato per le persone di 80+ anni e il 19% per le persone di età compresa tra 70 e 79 anni. In generale, in corrispondenza di ciascuna fascia di età è stato evitato oltre il 50% dei decessi attesi (tabella 3 e figura 1). 

Tabella 3. Numero cumulato di eventi (diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) associati al COVID-19 osservati, attesi ed evitati dalla vaccinazione in Italia e corrispettivo tasso di incidenza per 100.000 abitanti, per fascia d’età – Italia, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Figura 1. Riduzione % degli eventi, rispetto a quelli attesi, grazie alla campagna di vaccinazione, per fascia d’età – Italia, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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I risultati per la Toscana

Nella nostra regione il beneficio apportato dalla campagna di vaccinazione è in linea con quello stimato a livello italiano (tabella 4). Nel periodo considerato abbiamo evitato circa 677mila contagi, 26.500 ricoveri, 3mila ricoveri in terapia intensiva e 12.500 decessi. Si tratta, rispetto agli eventi attesi sulla base dell’andamento dell’epidemia, di una riduzione del 53% dei contagi, del 69% delle ospedalizzazioni, del 71% dei ricoveri in terapia intensiva e del 79% dei decessi. Senza i vaccini nella nostra regione avremmo avuto quasi 1 milione e 300 mila contagi nel periodo considerato, contro i poco meno di 600mila osservati, circa 38.500 ricoveri (contro i poco meno di 12mila osservati), 4.300 ricoveri in terapia intensiva (contro i quasi 1.300) e quasi 16mila decessi (contro i 3.300 circa osservati). 

Tabella 4. Numero cumulato di eventi (diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) associati al COVID-19 osservati, attesi ed evitati dalla vaccinazione in Italia e corrispettivo tasso di incidenza per 100.000 abitanti – Toscana, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Nel confronto con le altre regioni, la Toscana è prima per percentuale di diagnosi evitate rispetto a quelle attese (figura 2). Ricordiamo che il valore dell’impatto dipende dall’andamento della campagna di vaccinazione nelle regioni (% di copertura raggiunte nella popolazione), dall’intensità dell’epidemia e dalle differenze nei tassi osservati tra vaccinati e non (efficacia vaccinale). La nostra regione ha un livello di vaccinazione nella popolazione tra i più alti in Italia, anche per la somministrazione delle terze dosi booster, ed è quindi atteso che, a parità di efficacia del vaccino e di impatto dell’epidemia nella popolazione, si sia riusciti ad evitare in percentuale un maggior numero di contagi. 

Figura 2. Riduzione % delle diagnosi di COVID-19, rispetto a quelle attese, grazie alla campagna di vaccinazione – Regioni italiane, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Ci troviamo tra le prime regioni anche per la percentuale di ospedalizzazioni evitate, 5° regione in Italia sia per ospedalizzazione generale sia in terapia intensiva (figure 3-4). Rispetto al grafico precedente, relativo alle diagnosi, l’impatto della vaccinazione sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri può essere influenzato anche da fattori organizzativi peculiari dei servizi sanitari regionali, in grado di incidere sulla generale propensione al ricovero dei pazienti, a parità di sintomatologia, e quindi sul confronto tra vaccinati e non vaccinati e sul margine di ricoveri evitabili. Mentre ad esempio la modellistica colloca la Toscana tra le prime regioni per numero di diagnosi attese, sulla base dell’andamento osservato nel periodo considerato, la nostra regione è invece tra quelle con il numero di ricoveri attesi più bassi, rispetto alla popolazione residente (tabella 5). 

Figura 3. Riduzione % delle ospedalizzazioni COVID-19, rispetto a quelle attese, grazie alla campagna di vaccinazione – Regioni italiane, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Figura 4. Riduzione % dei ricoveri in terapia intensiva COVID-19, rispetto a quelli attesi, grazie alla campagna di vaccinazione – Regioni italiane, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Nella graduatoria delle regioni per percentuale di decessi COVID-19 evitati ci collochiamo invece in 2° posizione, subito dopo il Veneto, con valori uguali alla Valle d’Aosta e alla P.A. Trento (figura 5). 

Figura 5. Riduzione % dei decessi COVID-19, rispetto a quelli attesi, grazie alla campagna di vaccinazione – Regioni italiane, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Tabella 5. Tasso cumulato di eventi (diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) associati al COVID-19 osservati e attesi per 100.000 abitanti – Regioni italiane, periodo 11 gennaio 2021 – 31 gennaio 2022
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Conclusioni

È ormai consolidata l’evidenza sull’efficacia dei vaccini anti-SARS-CoV-2 in uso nel prevenire l’infezione e le forme gravi di malattia. Alla fine di dicembre 2020 è stata avviata la campagna vaccinale contro il COVID-19, dando priorità alle fasce d’età più anziane, per cercare di abbassare fin da subito il rischio di ricovero e decesso nella popolazione generale, i due outcome sui quali i vaccini in uso si sono dimostrati più efficaci, nonostante l’insorgenza di nuove varianti. Sono infatti gli anziani la fascia della popolazione che contribuisce maggiormente all’impatto sugli ospedali e che subisce gli esiti peggiori in termini di letalità.

Per tutto il 2021 l’epidemia non si è mai arrestata, pur scendendo di intensità durante alcuni periodi e, con l’avvento della variante Omicron a dicembre 2021, ha subito una nuova forte accelerata, che ha comportato un numero di contagi mai raggiunto prima, capace nel solo mese di gennaio 2022 di produrre un numero di infezioni superiore a quello osservato durante tutto l’anno precedente. Senza i vaccini, l’impatto di questi contagi sui servizi ospedalieri e sulla salute delle persone sarebbe stato decisamente superiore e non sarebbe stato possibile affrontare quelle fasi, e quella in cui ancora oggi ci troviamo, senza introdurre limitazioni più stringenti alle attività. Nonostante l’incidenza abbia raggiunto i massimi livelli, i tassi di ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e decesso associati al COVID-19 non hanno raggiunto i livelli osservati a inizio del 2021, grazie all’effetto protettivo dei vaccini. Il numero relativo di eventi evitati è leggermente più alto nel Centro e Nord del Paese, dove sono state raggiunte coperture vaccinali più elevate e in modo più tempestivo rispetto al Sud.

Pur con alcuni limiti residui, riportati in introduzione e relativi alla mancanza di valutazione dei benefici indiretti della vaccinazione e dei potenziali scenari alternativi a livello normativo, questa analisi offre una misura tangibile del contributo dei vaccini in termini di riduzione del carico ospedaliero e di vite umane salvate dagli effetti letali del contagio. La Toscana è, grazie ai livelli raggiunti dalla copertura della campagna vaccinale nella popolazione, tra le regioni che hanno beneficiato di più degli effetti protettivi forniti dai vaccini, che stanno oggettivamente permettendo di convivere maggiormente con l’epidemia, rispetto al 2020, evitando di sospendere o limitare nuovamente molte attività (ad es. scuole, ristorazione, commercio, sport, spettacolo).


A cura di:  F. Profili - Agenzia regionale di sanità della Toscana




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