Gioco d'azzardo in crescita, gioca fino all'80% degli italiani adulti


ARS NEWS - 22/06/2012
Nel 2012 gli italiani affideranno alla sorte 130 mld. A rischiare di più le fasce sociali più deboli


Il fenomeno in cifre - In questo periodo di crisi gli italiani hanno sempre meno soldi ma non rinunciano al gioco. Nel 2010 (dati Istat) il 65,35% delle famiglie ha comprato meno cibo (e il 13,6% ha diminuito anche la qualità), ma le cifre destinate al gioco continuano ad aumentare in modo vertiginoso: dai 14,3 miliardi di euro del 2000, ai 24,8 del 2004, ai 47,5 del 2008, ai 79,9 miliardi del 2011, e con una stima per il 2012 di 130 miliardi.

Questo è quanto emerge dal seminario "Per un gioco legale e responsabile: aspetti sociali e ruolo della Polizia", che si è svolto il 20 giugno a Firenze, organizzato dalla Sipl, Scuola interregionale di Polizia locale (Emilia Romagna, Liguria e Toscana), in collaborazione con il Forum italiano per la sicurezza urbana e Avviso pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie). Il convegno ha analizzato il fenomeno del gioco d'azzardo in Italia e in Toscana, con particolare riferimento al gambling compulsivo, la dipendenza da gioco d'azzardo.

Secondo i dati del Rapporto Eurispes 2009, in Italia il gioco d'azzardo coinvolge fino al 70-80% della popolazione adulta (circa 30 milioni di persone), soprattutto gli uomini tra i 20 e i 60 anni. Nel 2011 in Italia sono stati spesi quasi 80 miliardi di euro in gioco d'azzardo: ben il 56,3% del fatturato totale è stato raccolto da slot machine e videolotterie, seguite dai Gratta e vinci (12,7%), dal Lotto (8,5), dalle scommesse sportive (4,9), dal Superenalotto (3%), e poi bingo e puntate ippiche.

Le fasce più deboli e la dipendenza - A rischiare di più sono le persone più fragili e le fasce sociali più deboli. I dati confermano che  giocano di più le persone con titolo di studio più basso: l'80,3% di chi ha la licenza media, contro il 70,4% di chi possiede un diploma e il 61% dei laureati. Ma gioca molto soprattutto chi vive nell'insicurezza perché non ha garanzie lavorative: l'86,7% dei cassa-integrati, contro l'80,3% dei lavoratori saltuari e il 70,8% dei lavoratori a tempo indeterminato.

E per qualcuno il gioco diventa dipendenza, vera e propria malattia: il 2,2% della popolazione italiana (dati del Cnr) è a rischio o ha già contratto il cosiddetto Gap (Gioco d'azzardo patologico). E si stima che nel giro di pochi anni questi dati saranno raddoppiati. Nei giovani, poi, i soggetti con gambling problematico sono il doppio (5-6%) rispetto alla popolazione adulta. Inoltre sembra essere più diffuso tra gli adolescenti il gioco d'azzardo illegale, sopratutto nella modalità del remote gambling (cioè tramite internet, telefonia fissa e mobile, TV digitale e/o interattiva). Nonostante questo quadro tutt'altro che rassicurante, l'Italia non garantisce il diritto di cura per i giocatori patologici perché è molto arretrata sul riconoscimento di questa malattia.

I giovani toscani e il gambling – Anche l'Agenzia regionale di sanità – Toscana ha indagato questo preoccupante fenomeno e nella sua ultima indagine EDIT del 2011 ha cercato in particolare di dare una dimensione della diffusione del gambling nei giovani toscani. Dai dati raccolti nell'indagine emerge che il 58,1% dei giovani intervistati ha giocato almeno una volta nella vita ad un gioco d'azzardo (+7,4% rispetto al 2008). Giocano molto di più i maschi (72,3%) delle femmine (42,8%), e l'età più critica è tra i 16 ed i 18 anni, in cui quasi 3 maschi su 4 giocano almeno una volta. I giochi più frequenti tra i ragazzi sono il Gratta e vinci (80%), il biliardo o altro gioco di abilità (50,7%), le scommesse sportive (49,7%), il Superenalotto (42,5%). Agli studenti toscani è stato inoltre somministrato un questionario (test Lie/Bet) per identificare la quota di ragazzi potenzialmente a rischio di sviluppare un problema con il gioco o gambling patologico. I risultati mostrano che il 9,8% del totale del campione ha un problema con il gioco, ma la differenza è notevole tra maschi e femmine (16,3% vs 3,1%). Pistoia è la AUSL con la maggior concentrazione di ragazzi con gioco d'azzardo problematico, mentre Arezzo e Lucca quelle con la percentuale minore. Il giocatore problematico è più spesso maschio, frequenta un istituto professionale, è più spesso fumatore e consumatore di sostanze, incorre più spesso in episodi di binge drinking e di bullismo ed ha un livello di distress psicologico più alto del non giocatore. Infine, riportando la percentuale dei ragazzi risultati positivi al Lie/Bet alla popolazione residente toscana della stessa fascia di età nel 2011, si stima che circa 18.200 adolescenti rischiano di diventare dipendenti da gioco d'azzardo in futuro.


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