La qualità dell'assistenza nelle cure di fine vita durante la pandemia - Valutazioni da dati amministrativi in Toscana, anni 2019-2020

Collana dei Documenti ARS, n. 118


Il 2020 è stato l’anno dello scoppio della pandemia da SARS-CoV-2. Questa avrebbe potuto essere un’occasione importante per valorizzare le cure del fine vita; invece, specie nei primi mesi, si è rivelata essere l’ennesima occasione per evidenziare criticità già esistenti e, inspiegabilmente, ancora non risolte.

La risposta iniziale all’emergenza, rappresentata dal potenziamento delle risorse ospedaliere e dell’intervento domiciliare per i malati di Covid-19, di fatto non è stata pensata per favorire un’efficace cura per questo tipo di pazienti, specie per i non oncologici. A questo si è sommata la paura del contagio, che ha portato a preferire a tutti i costi il domicilio all’ospedale, con conseguenze in termini di trattamento del dolore e di supporto per il fine vita difficili da analizzare.
Le difficoltà, già presenti, ma rese evidenti dai primi sei mesi della pandemia, hanno enfatizzato l’importanza di un sistema di cure palliative che possa, anche in ambito emergenziale, “minimizzare la sofferenza di coloro che non possono sopravvivere” e non solo “massimizzare il numero di vite salvate”.
L’obiettivo del rapporto, a tre anni dal precedente, resta perciò lo stesso: cercare di descrivere la diffusione e l’utilizzo della rete di cure palliative in Toscana.