Esperienze di farmacovigilanza in Toscana: contributi al Journal Club di settembre 2018

a cura di: R. Gini, M. Tuccori, I. Convertino


Il 26 settembre si è svolto il Journal Club di Farmacoepidemiologia, l’appuntamento regolare in cui l’ARS propone o ospita contributi relativi a studi di farmaco epidemiologia italiani e stranieri. In questa occasione sono stati presentati due contributi dell’Università di Pisa, che riassumiamo brevemente.

Stima dei potenziali costi diretti degli eventi avversi a farmaci e possibile risparmio ottenibile attraverso la prevenzione di eventi avversi evitabili in Toscana: un'analisi model-based

A cura di Irma Convertino

Gli eventi avversi da farmaci (ADE) rappresentano un elemento importante di spesa per i sistemi sanitari e la loro prevenzione potrebbe apportare un notevole risparmio in sanità. Questo studio ha avuto l’obiettivo di simulare il potenziale onere economico sostenuto in Toscana per ADE e il possibile risparmio ottenibile attraverso la loro prevenzione. È stata condotta una revisione sistematica, secondo le linee guida PRISMA e MOOSE, di studi osservazionali pubblicati dal 2006 al 2016 su MEDLINE ed EMBASE, con focus sui costi diretti degli ADE in ambito ospedaliero in paesi sviluppati. Dagli studi inclusi è stata stimata la probabilità media di prevenibilità degli ADE. Il costo medio per ADE è stato calcolato mediante simulazione Monte Carlo.

Gli ADE riportati in Toscana nel 2016 sono stati estrapolati dal database di segnalazione spontanea della Rete nazionale di farmacovigilanza iItaliana. È stato assunto che gli ADE riportati in Toscana nel 2016 avessero gli stessi costi e la stessa probabilità di prevenibilità ottenuta dalla revisione sistematica e sono stati simulati i relativi costi e il risparmio ottenibile. Sono state inoltre eseguite tre analisi di sensibilità per testare la robustezza dei risultati. Degli 11.936 articoli inizialmente selezionati sono stati inclusi 12 studi osservazionali. Il costo medio [± deviazione standard (DS)] per ADE è stato di €2.471,46 (± €1.214,13). La probabilità media (± DS) di prevenibilità di ADE evitabili è stata del 45% (± 21). È stato stimato che in Toscana nel 2016 sono stati spesi per eventi avversi da farmaci 3.406.280,63 euro per milione di abitanti (95% intervallo di confidenza (CI) 1.732.910.44-5.079.664,61) e si sarebbe potuto ottenere un risparmio di 1.532.760,25 euro per milione di abitanti (IC 95% 779,776,1-2,285,750,60) attraverso la prevenzione di ADE evitabili. Le analisi di sensibilità hanno confermato la robustezza dei risultati. Quest’analisi di simulazione ha dimostrato che gli ADE possono avere un impatto economico rilevante sui sistemi sanitari regionali. La prevenzione degli ADE evitabili potrebbe quindi tradursi in un risparmio per il sistema.
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Valutazione dell’utilità dei social media per scopi di farmacovigilanza: revisione sistematica.

A cura di Marco Tuccori

Il mining dei social media può rappresentare una strategia per recuperare informazioni sulla sicurezza dei farmaci. L'analisi dei social media a scopi di farmacovigilanza è un processo complesso in progressiva evoluzione e rientra in tre ampie categorie: listening (valutazione di report di sicurezza), engaging (follow-up) e broadcasting (comunicazione del rischio).

Questa revisione sistematica ha mirato a valutare l'utilità e la qualità dei proto-segnali che possono essere rilevati attraverso il listening dei social media. Sono stati selezionati studi - pubblicati su MEDLINE, EMBASE e Google Scholar fino al 31 dicembre 2017 - che hanno analizzato almeno un social media per identificare eventi avversi correlati a farmaci (definiti come proto-eventi avversi) ed eventuali segnali (proto-segnali). Sono stati inclusi 38 studi che hanno identificato proto-eventi avversi gravi e inattesi. In soli 6 studi mediante il listening dei social media sono stati identificati proto-segnali che anticipavano segnali noti. È inoltre emerso che le informazioni riportate nei social media sono caratterizzate da una scarsa qualità dal punto di vista clinico rispetto a quelle riportate nei database di segnalazione spontanea. Di conseguenza, raramente è possibile effettuare una valutazione della causalità. È importante sottolineare che, nonostante la qualità relativamente bassa, le informazioni riportate nei social media potrebbero consentire di valutare la percezione personale dei trattamenti da parte dei pazienti, e conseguentemente essere utilizzate per valutare strategie di comunicazione volte a migliorare la compliance.

In conclusione, l’analisi dei social media non può attualmente essere raccomandata come attività di farmacovigilanza di routine, per problemi logistici e tecnici. Tuttavia lo sviluppo di conoscenze informatiche adeguate e l’implementazione e standardizzazione delle metodologie potrebbe consentire in futuro un impiego efficiente delle informazioni per attività di Farmacovigilanza.



Rosa Gini - Ricercatore ARS Toscana
Marco Tuccori, Irma Convertino - Unità di monitoraggio di reazioni avverse ai farmaci, Ospedale universitario di Pisa






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